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Appalti post-alluvione, cd e dvd contraffatti nuovi business del crimine
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- Lunedì, 09 Maggio 2011 08:01
Il Mattino di Padova, 8 maggio 2011
C'è un'insidia che si annida nella deregulation degli appalti per la ricostruzione del Veneto post-alluvione: l'infiltrazione delle holding criminali, pronte a battere la concorrenza con ribassi del 50-60% del capitolato pur di incassare l'appalto di ponti, argini, fiumi da sistemare e idrovore da installare. L'urgenza non può giustificare in nessuna maniera un allentamento delle procedure di garanzia, occorre quindi approvare una nuova legge che impedisca la pratica del massimo ribasso nell'appalto pubblico. Tocca quindi al Parlamento intervenire in tempi rapidi con un accordo bipartisan.
L'allarme è stato lanciato l'altra sera dal Pd, che ha invitato il senatore Luigi De Sena, vicepresidente della commissione Antimafia, e l'ex procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti (ora membro del Csm) ad analizzare il fenomeno criminalità organizzata in Veneto: con loro Piero Ruzzante, Alessandro Naccarato, don Luigi Tellatin di Libera e Roberto Boschetto dell'Upa. Tra Padova e Vicenza, come dimostrano le inchieste, ha messo radici «Gomorra». Le retate dell'aprile scorso contro la «holding» Catapano, che ripuliva le aziende in crisi, e contro il clan dei Casalesi che prestava denaro a strozzo con interessi del 180%, hanno riempito le patrie galere di personaggi che si sono arricchiti con l'intermediazione finanziaria illegale. Nel giro di pochi mesi, le forze dell'ordine hanno fatto scattare il blitz con oltre 40 arresti perché la reazione è stata immediata: gli imprenditori finiti sul lastrico si sono ribellati e hanno reagito. Magistratura e carabinieri, grazie alle intercettazioni telefoniche, hanno smantellato le holding illegali, confermando un esempio di efficienza che fa dell'Italia il modello di riferimento in Europa, grazie ad un impianto legislativo che ha dato ottimi risultati: il 416 bis, il carcere duro con l'isolamento e la confisca dei beni ai mafiosi sono l'architettura di uno Stato che con il ministro Maroni oggi sta mettendo alle corde i boss di mafia e camorra. Anche Francia e Germania, per combattere i tentacoli della «piovra», hanno introdotto il reato di partecipazione esterna all'associazione a delinquere, superando la resistenza di Svezia e Danimarca: parrà strano, ma siamo un modello per l'Ue e anche per gli Usa. Vittorio Borraccetti, nella sua autorevole e dettagliata analisi, ha fatto capire che non esiste il Grande Vecchio che tira i fili di Cosa Nostra e Gomorra, i clan agiscono con l'unico obiettivo di realizzare profitti e dettano gli ordini alla politica. Nel fatturato delle holding del crimine non solo usura, racket, estorsione e «movimento terra»: c'è un business nuovo, più redditizio dello spaccio di droga, e si chiama contraffazione. Il mercato illegale di cd e dvd è saldamente controllato dalla 'ndrangheta, come dimostrano gli atti prodotti dalla commissione parlamentare contro la contraffazione, che ha nel comandante della Gdf di Padova, Maccani, uno dei consulenti più preparati. Le cifre appaiono più eloquenti di mille analisi: il cd costa 40 centesimi di euro e viene rivenduto a 1 euro ai grossisti, che poi lo piazzano sul mercato tramite i negozi o i venditori ambulanti ad un prezzo che oscilla tra i 3 e i 7 euro. La qualità è la stessa di quello ufficiale e analogo modus operandi si può applicare all'abbigliamento con le griffes della moda. A giudizio di Alessandro Naccarato occorre quindi intensificare i controlli per salvare le aziende oneste, che rischiano di finire alle corde a causa della concorrenza illegale e poi ha sottolineato l'allarme della Dia di Verona per la deregulation degli appalti della post-alluvione. Quindi la palla torna nelle mani della classe politica, che ha dato un pessimo esempio con il caso Catapano: il sindaco leghista di Carceri che siede nel Cda di Finest (la finanziaria della Regione) deve fare un passo indietro, fino a quando non si concluderà l'inchiesta, ha detto il consigliere regionale Piero Ruzzante.