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Naccarato e Ruzzante: «Acqua gestita dai Comuni Vediamo se la Lega ci sta»
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- Domenica, 19 Giugno 2011 14:22
Mattino di Padova 18 Giugno 2011
No alla gestione del servizio idrico alle Province, come la Regione pensa di fare. Sfida al Carroccio anche in chiave nazionale, col decreto sullo «sviluppo» che si dovrebbe votare a Roma martedì con tanto di fiducia. «Condizionale d’obbligo, visto il vento chissà cosa può succedere» spiega l’onorevole Pd Alessandro Naccarato, che con il consigliere regionale Piero Ruzzante ha scelto Padova per lanciare l’affondo. «Il capoluogo di provincia, ma anche la Provincia che ha registrato il maggior numero di votanti al referendum la scorsa domenica» spiegano i due. Scelta non casuale, perché proprio di «rispetto della volontà degli elettori» parlano i due esponenti di primo piano del Pd padovano.
IN REGIONE. «Noi vogliamo che l’acqua pubblica rimanga legata al territorio e venga quindi gestita anche e soprattutto dai Comuni - spiega Ruzzante, che è anche il segretario cittadino del Pd - a differenza di quanto la Regione ha presentato, come testo di legge, in commissione ambiente a Venezia, volendo demandare la gestione del servizio dagli Ato alle Province». Proprio gli Ato, Ambito territoriale ottimale, sono attualmente in funzione e in proroga da mesi: una legge a livello nazionale ne ha di fatto decretato la fine. «Peccato perché erano un esempio positivo di legame col territorio» conferma Ruzzante. In sostanza, il controllo dei Comuni potrebbe portare come corollario anche tariffe non in aumento. «Ad un certo punto si era parlato anche di una sorta di Ato unico. Si tratta di un’ipotesi da scongiurare perché si tratterebbe dell’ennesimo carrozzone mal funzionante. Si pensi solo a come è stata la gestione centralizzata del post-alluvione in mano ad unico commissario con risultati miseri» conclude Ruzzante. LEGGE IN PARLAMENTO. Naccarato invece martedì sarà a Montecitorio per votare contro al decreto «sviluppo» che contiene al suo interno «incredibili mancanze di rispetto nei confronti dei cittadini, visto che al comma 28 dell’articolo 10 fa riferimento alla legge sull’acqua appena abrogata dal referendum». Una norma, quindi, che non avrà nessun valore pratico. Ma c’è di più. «Nel decreto si istituisce anche l’agenzia nazionale per le risorse idriche, che non ha senso se prima non si rimette mano all’intera struttura della gestione dell’acqua, come hanno deciso i cittadini nella tornata referendaria. Mi pare che questa agenzia abbia come unico scopo quello di sistemare altri tre amici in comode poltrone: si deve mettere in piedi dopo aver stabilito le norme, non prima» continua Naccarato. Il deputato del Pd chiama in causa poi la parte della Lega Nord che è andata in massa alle urne. «Cosa faranno l’onorevole Massimo Bitonci e il governatore Luca Zaia? Voteranno un decreto che dice il contrario di quanto hanno appena deciso, anche loro, con il voto dei referendum?». Dunque, fra Pontida e Roma è già tempo di verifica sul governo Pdl-Lega.