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Lavoro, una buona riforma
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- Mercoledì, 27 Giugno 2012 07:58
MATTINO DI PADOVA 27 GIUGNO 2012
Oggi l’approvazione alla Camera: ecco perché guardarla con fiducia. Alessandro Naccarato, Deputato Gruppo PD.
Oggi la Camera approverà la riforma del lavoro. Al di là delle polemiche degli ultimi mesi, si tratta di un provvedimento atteso, che regolamenta - finalmente - le molteplici condizioni contrattuali oggi in vigore. L’obiettivo è favorire un modello competitivo basato sull’inclusione di tutti i tipi di lavoratori, estendere i diritti e gli ammortizzatori sociali e valorizzare la formazione per aumentare la qualità del lavoro. Dopo anni di norme a favore della precarietà, la nuova legge torna a riconoscere il rapporto a tempo indeterminato come “contratto dominante”. Sul fronte dell’ingresso nel mondo del lavoro, la riforma cancella le parti delle leggi Treu e Biagi che avevano precarizzato eccessivamente i contratti favorendo, di fatto, solo la flessibilità in uscita. La nuova norma sull’apprendistato prevede che il rapporto lavorativo prosegua dopo il periodo di formazione. In particolare, l’assunzione di apprendisti sarà vincolata al 50% delle stabilizzazioni dell’azienda negli ultimi 3 anni, e il loro rapporto numerico rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato salirà a 3 ogni 2.
Per i licenziamenti: in caso di insussistenza della motivazione il giudice condannerà il datore di lavoro al reintegro o, a scelta del dipendente, a 15 mensilità; l’innalzamento del risarcimento-danni passa da 5 a 12 mensilità di retribuzione. La legge ridefinisce, inoltre, l’istituto della partita Iva, spesso utilizzata per nascondere rapporti di lavoro subordinato. La prestazione dei titolari verrà considerata come rapporto di collaborazione coordinato e continuativo se la durata sarà superiore a 6 mesi su 12, i ricavi dei corrispettivi supereranno il 75% annuo, o se verrà utilizzata una postazione di lavoro stabile nelle aziende. Sono previste, poi, maggiori tutele per i lavoratori attraverso l’estensione degli ammortizzatori sociali: 2,5 miliardi pagati con la riduzione delle agevolazioni fiscali sui carburanti per i liberi professionisti, trattati al pari degli altri lavoratori. Al contempo, a fianco della cassa integrazione, dal 2013 l’Inps istituirà l’Assicurazione sociale per l’impiego in sostituzione delle indennità di mobilità: sarà pari al 75% della retribuzione e scatterà una settimana dopo la cessazione del lavoro. A riguardo, il Partito democratico avrebbe voluto di più, ma ha ottenuto dal governo l’impegno di estendere ulteriormente il raggio degli ammortizzatori. Vengono rafforzati i diritti delle lavoratrici in maternità e sono annullate le “dimissioni in bianco”. Questa misura va di pari passo con le norme per il contrasto del lavoro “nero” e lo sfruttamento degli immigrati che hanno perso l’impiego. Infine, la riforma istituisce la “formazione permanente” riconoscendo l’importanza della formazione come fondamentale per migliorare la qualità del lavoro e valorizzare il patrimonio culturale dei cittadini. I percorsi formativi per gli adulti saranno organizzati e gestiti dalle istituzioni scolastiche in accordo con gli enti locali e non saranno più appannaggio esclusivo dei privati, finora più interessati ai finanziamenti per i corsi che al reinserimento effettivo dei lavoratori.