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Province, la Palla alle Camere. Opportunità da non Sprecare
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- Giovedì, 15 Novembre 2012 09:23
CORRIERE DEL VENETO 15 NOVEMBRE 2012
Nelle ultime settimane Ci sono stati numerosi interventi sulla riforma delle Province avviata dal Parlamento e dal Governo Monti. In Veneto diversi esponenti politici del Centrodestra e della Lega Nord si sono espressi pubblicamente in senso contrario, per conservare l'assetto attuale. Si tratta, invece, di una riforma positiva che consente di attuare gli articoli 114 e 133 della Costituzione, rendendo più efficiente e meno costoso il governo del territorio. Da tempo l'Italia non può più permettersi un sistema amministrativo disordinato con sovrapposizioni di enti che svolgono le stesse funzioni. Di fronte a questa proposta il Consiglio regionale del Veneto ha scelto di mantenere in vita le 7 Province esistenti, mentre la Provincia di Padova ha addirittura osteggiato i provvedimenti approvati in Parlamento solo per tutelare la Giunta in carica.
In realtà la riforma prevede che dal 2014 le Province diventeranno enti di secondo grado con limitate funzioni di coordinamento e che, in parallelo, le Regioni provvederanno a trasferire ai Comuni le attuali funzioni delle Province, insieme alle risorse umane, finanziarie e strumentali. Inoltre, dopo 24 anni di chiacchiere, da gennaio 2014 verrà finalmente istituita la Città metropolitana di Venezia che comprenderà tutti i Comuni del Veneziano e svolgerà i ruoli di pianificazione delle infrastrutture, gestione dei servizi pubblici e organizzazione dei servizi di interesse generale, oltre a mobilità, viabilità e alla promozione dello sviluppo economico e sociale. Sono funzioni reali, non di mera rappresentanza, in grado di rendere più efficiente il governo di un'area vasta. Per i Comuni che vogliono cambiare Provincia la Costituzione prevede un percorso chiarissimo: delibera del Consiglio comunale, parere consultivo del Consiglio regionale, legge statale. Per questo alcuni Comuni della Provincia di Padova, tra cui il capoluogo, hanno avviato il percorso per entrare nella Città metropolitana di Venezia, e ora chiedono al Parlamento, nella fase di conversione del decreto legge, di stabilire il passaggio dalla Provincia di origine alla nuova realtà amministrativa. In pratica significa che tutti i Comuni padovani che scelgono di entrare nella Città metropolitana parteciperanno alla nascita del nuovo soggetto contribuendo alla stesura dello statuto, determinando le regole di funzionamento e le modalità di elezione di Consiglio e sindaco metropolitano. Solo questa dimensione permetterà di governare con efficienza territori omogenei e programmare ambiti fondamentali come il turismo, i servizi socio-sanitari, le reti infrastrutturali e gli insediamenti produttivi.
Spesso si discute, lamentandosi, dei gravi ritardi della politica nell'attuare norme e previsioni che semplificano e migliorano la qualità dei servizi ai cittadini. Stavolta il Parlamento ha avviato una riforma che va proprio in questa direzione. Sarebbe un errore drammatico non cogliere questa opportunità.
Alessandro Naccarato Deputato Pd