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Fassino: arretrato dire no alla Tav, il Pd va avanti
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- Martedì, 02 Aprile 2013 08:47
L'UNITA' 26 MARZO 2013
«Posizioni individuali diverse» sulla Tav «non rappresentano un mutamento di scelta e di linea politica». Lo ha detto ieri il sindaco di Torino, Piero Fassino, intervenendo in consiglio comunale sull’Alta velocità e sulla partecipazione alle iniziative No Tav, sabato in Val di Susa, di esponenti del Pd come la senatrice Laura Puppato o il sindaco di Bari Michele Emiliano. La Tav, ha detto Fassino, «è un’opera strategica» che bisogna «proseguire dando seguito ad accordi internazionali». La posizione espressa come sindaco, precisa, «corrisponde esattamente alla posizione che il Pd ha assunto in sede nazionale e provinciale». Sulla partecipazione alla manifestazione di «esponenti di questa o quella forza politica con proprie posizioni, diverse da quella che la forza politica cui appartengono esprime», ha osservato, «fa parte dei diritti di libertà che la Costituzione prevede per ciascuno. È una scelta individuale, personale, assolutamente libera - ha aggiunto - di cui prendere atto, purché sia chiaro che posizioni individuali diverse non rappresentano un mutamento di scelta e di linea politica».
Dentro il Pd la polemica è alta; il sindaco di Torino crede che «nella partecipazione di esponenti che vengono da lontano pesi un deficit di informazione piuttosto alto», convinto che, «si continua a parlare della Tav del 2004. Mi pare, infatti, ci sia l’assoluta non conoscenza del fatto che dal 2004 ad oggi, grazie al lavoro dell’Osservatorio, si è svolta una continua azione di ascolto, di interlocuzione, di dialogo con la Valle e si è ridefinito il progetto in ragione tale da accogliere molte di queste istanze». Un mutamento del quale, prosegue Fassino, «nel dibattito politico e giornalistico nazionale si continua a non tenere conto». Il sindaco di Torino, inoltre, ha rilevato che «sulla vicenda Tav pesa spesso una lettura di natura ideologica che non ha nulla a che vedere né con la Val di Susa, né con l’opera. Un pezzo del movimento No Tav è contro la Tav come simbolo di qualsiasi infrastruttura, come simbolo di qualsiasi investimento». Insomma, sarebbe «un no a priori ed ideologico prescindendo che la Tav si faccia in Val di Susa piuttosto che da un’altra parte», motivato da un arretramento culturale di chi pensa «che qualsiasi investimento infrastrutturale di grande scala è un rischio in sé. Se l’umanità avesse pensato questo dal tempo di Adamo ed Eva ad oggi non avrebbe mai compiuto i progressi che ha compiuto».
Ma nel Pd è scontro pesante, invece, tra il sindaco di Bari, Michele Emiliano, e il senatore torinese Stefano Esposito, per l’intervento del primo, sabato scorso via Skype, all’assemblea valsusina degli amministratori locali contrari alla Tav. Ieri, via twitter, Emiliano attacca duramente Esposito: «In Puglia ho sempre vinto nonostante la pena che i pugliesi provano per il Pd quando si incarna in uno come te. Mi hai rotto». Un’invettiva sproporzionata rispetto alle critiche che Esposito aveva sollevato domenica sul suo sito: «Puppato ed Emiliano hanno il diritto essere contrari alla Torino-Lione, mi auguro che sappiano di cosa stanno parlando», il senatore ha poi aggiunto polemicamente: «Come mai l’unica grande infrastruttura sulla quale esprimono la loro contrarietà è linea ferroviaria Torino-Lione? Come mai il Mose o la Napoli-Bari, grandi infrastrutture assai più costose della Torino-Lione non li vedono altrettanto impegnati?».
Ma contro Emiliano e Puppato è intervenuto l’intero Pd piemontese e il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, sollecitato da Esposito: «Non mi sono mai permesso di intervenire sulle questioni o le emergenze di Bari, né su quelle del Veneto. Dai rappresentanti delle istituzioni - soprattutto del suo partito - mi aspetto che prima di parlare si informino e abbiano rispetto delle competenze e del lavoro che da almeno un decennio in Piemonte portiamo avanti per migliorare il progetto della Torino-Lione».