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LEGGE ELETTORALE, SULLE LISTE BLOCCATE CI SI GIOCA LA CREDIBILITÀ
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- Sabato, 08 Marzo 2014 07:00
MATTINO DI PADOVA 8 MARZO 2014
E’ in corso alla camera la discussione sulla legge elettorale che dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni per poi passare al senato. Il testo, partito alla camera dopo che per mesi il senato aveva perso tempo inutilmente, è il risultato di un accordo tra Renzi e Berlusconi che prevede anche il superamento del bicameralismo perfetto e la riforma del titolo V della costituzione. La proposta originale, durante i passaggi parlamentari, è stata migliorata in tre parti fondamentali. La legge norma solo il sistema elettorale dei deputati per favorire la riforma del senato che dovrebbe essere trasformato nella camera delle regioni e delle autonomie locali. Le liste bloccate saranno “corte”, composte da un minimo di tre e un massimo di sei persone, e avranno i nomi dei candidati scritti nelle schede per assicurare la conoscibilità degli stessi. Infine la definizione dei collegi non sarà disegnata direttamente dal parlamento e sarà delegata al governo.
Queste novità dimostrano che è possibile modificare anche altri limiti presenti nella legge per non ripetere gli effetti negativi del “porcellum”. Il primo aspetto da modificare riguarda le soglie. Il testo prevede una soglia del 35% per ottenere il premio di maggioranza e tre soglie per eleggere deputati: il 12% per le coalizioni, il 5% per le liste collegate all’interno di un’alleanza, l’8% per le singole liste. I risultati di tali previsioni rischiano di produrre conseguenze molto negative escludendo dalla camera forze rappresentative di milioni di elettori e assicurando un premio di maggioranza smisurato ai vincitori. Se, ad esempio, una coalizione vincesse con il 36% dei voti e tale coalizione fosse composta da un partito con il 19% e da quattro partiti con il 4,5% ciascuno, avremmo un esito irragionevole e sproporzionato: una forza con il 19% avrebbe il 51% dei seggi e il 18% degli elettori resterebbe privo di parlamentari. Per garantire una maggiore rappresentanza e un rapporto equilibrato tra consenso e premi di maggioranza è necessario alzare la soglia del 35% e abbassare le altre. E’ importante infatti assicurare la presenza in parlamento anche a minoranze che altrimenti rischierebbero di essere influenzate da logiche anti-istituzionali ed extraparlamentari. Il secondo limite da correggere riguarda il rapporto tra elettori ed eletti e la libertà dei cittadini di scegliere i parlamentari. Dal 2005, quando venne approvato, in fretta e senza troppa opposizione, il porcellum”, si vota con le liste bloccate ed è evidente a tutti che questo meccanismo ha allontanato gli elettori dai propri rappresentanti. La proposta sostituisce le liste bloccate lunghe, formate da più di 25 candidati a seconda della circoscrizione, con liste bloccate corte con i candidati indicati nella scheda. E’ un passo in avanti ma non basta. Penso che la nuova legge elettorale debba ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i deputati attraverso una delle tre seguenti possibilità: collegi uninominali, preferenze, primarie. Restano infine le questioni relative alla rappresentanza di genere per aumentare il numero delle donne elette avvicinando l’Italia ai principali paesi dell’Unione Europea. Sulle liste bloccate e sulla rappresentanza femminile si gioca la credibilità del partito democratico e del suo nuovo segretario e presidente del consiglio che, dopo tante promesse accattivanti, ora è chiamato alla prova dei fatti. Su questi temi bisognerà cercare di migliorare la legge durante il percorso parlamentare mantenendo fermo l’obiettivo di approvare le riforme necessarie per rendere più efficace il funzionamento delle istituzioni.