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Mafie al Nord. La vicenda Rossato insegna.
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- Martedì, 09 Settembre 2014 08:56
MATTINO DI PADOVA 9 SETTEMBRE 2014
Lo scorso 22 luglio la procura antimafia di Reggio Calabria ha disposto l'arresto di 24 persone tra cui Sandro Rossato, imprenditore padovano nel settore dei rifiuti, ed esponenti della 'ndrangheta legati alle cosche Libri e Condello. I reati contestati vanno dall'associazione mafiosa alla turbativa della libertà degli incanti, aggravata dalla finalità di agevolare associazioni mafiose, dalla intestazione fittizia di beni alla truffa aggravata. Gli arresti seguono un'inchiesta avviata già nel 2001 sulle infiltrazioni mafiose nella gestione delle discariche e del ciclo dei rifiuti in Calabria che, nel marzo 2006, aveva portato all'arresto dello stesso Rossato e di altre numerose persone appartenenti alla 'ndrangheta. Il Rossato nel corso degli anni ha costituito una vasta rete di società operanti nel settore della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti in Veneto e in Calabria, attraverso rapporti con imprese private e pubbliche che, alla luce dei procedimenti giudiziari in corso, devono essere analizzati con attenzione per prevenire le infiltrazioni criminali, e assicurare la concorrenza e la trasparenza nell'affidamento e nella gestione dei servizi di igiene ambientale. Rossato dal 1988 è stato socio e amministratore con altri familiari della Rossato Fortunato srl, con sede a Pianiga. La famiglia Rossato ha partecipato come socio di minoranza alla costituzione della Società Estense Servizi Ambientali (SESA spa), controllata (51%) dal comune di Este e Rossato è stato vicepresidente di Sesa dal 1995 al 2004 quando la famiglia Rossato è stata sostituita nella proprietà da società controllate dall'attuale consigliere di Sesa Angelo Mandato e da alcuni suoi familiari.
Tra il 2002 e il 2004 Rossato e Mandato, direttamente e tramite la controllata Eco tecno plans srl, sono stati soci della Rossato Fortunato srl e hanno collaborato attivamente, partecipando alla costituzione della Rossato sud srl e del Consorzio stabile airone sud. Nel 2001 la famiglia Rossato ha costituito la Rossato group, una spa di servizi alle imprese per la gestione del ciclo dei rifiuti con sede a Padova. Il 20 maggio 2004 la società è stata assorbita dalla Finam group spa, società finanziaria controllata dalla famiglia Mandato, con sede a Mirano che detiene la quota di minoranza di Sesa. Rossato Fortunato srl possiede RAMM srl, con sede a Pianiga, amministratore unico Sandro Rossato e avente per oggetto i servizi per la gestione del ciclo dei rifiuti. Il ramo d'azienda di Ramm relativo alla gestione dell'impianto di cogenerazione da biogas nella discarica di via Pontifuri a Campodarsego è stato venduto nel febbraio 2014 a Etra spa, società pubblica di servizi composta da 77 comuni delle province di Padova e Vicenza. Nel gennaio 2013 nel deposito di rifiuti della Rossato Fortunato a Pianiga (Ve) si è sviluppato un incendio. Rossato Fortunato srl ha iniziato a costituire società in Calabria nel 2000. Rossato sud srl, con oggetto sociale la raccolta e il trattamento dei rifiuti e sede a Reggio Calabria e capitale sociale di 118.000 euro, è stata costituita nel 2000 da Edilprimavera srl (50%) e da Rossato Fortunato srl (50%). Sandro Rossato è stato amministratore unico fino al 2004 e procuratore speciale fino al 2006. Dal 21.2. 2006 la società è sotto sequestro giudiziario in seguito a un'indagine per associazione di stampo mafioso. Edilprimavera srl è una società di costruzioni costituita nel 1988 con sede e a Reggio Calabria e capitale sociale di 118.800 euro. Edilprimavera è di proprietà di Giuseppe Siclari, di Giovanna e di Giuseppe Alampi ed è stata a lungo amministrata da Matteo Alampi, arrestato il 22.7.2014 nell'ambito dell'indagine sulle infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti. In precedenza il tribunale di Reggio Calabria il 21.2.2006 aveva disposto il sequestro preventivo della società che è stata confiscata nel 2012 con sentenza della Corte di Cassazione. Nel 2003 Rossato sud srl, Rossato Fortunato srl ed Edilprimavera srl hanno costituito il Consorzio stabile Airone sud, con sede a Reggio Calabria. Sandro Rossato è stato consigliere del consorzio fino al 21.2.2006, quando il tribunale di Reggio ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo delle quote del consorzio in seguito a un'indagine per associazione di stampo mafioso. Nel luglio 2014 lo stesso tribunale ha stabilito l'amministrazione giudiziaria del consorzio. Nel 2005 Edilprimavera srl, Rossato Fortunato group srl e Biotecongas srl hanno costituito a Milano il Consorzio stabile Globus. Dal 2005 al 2007 sono stati consiglieri d'amministrazione Sandro Rossato e Matteo Alampi. Nel 2007 il tribunale di Reggio Calabria ha sequestrato le quote di Edilprimavera srl. Sui rapporti tra Rossato e la criminalità organizzata è intervenuta la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che nella sua relazione sulla regione Calabria del maggio 2011 ha spiegato che alcune cosche della 'ndrangheta hanno costituito con Rossato società per entrare nella gestione ciclo dei rifiuti: "dal quadro probatorio – quale acclarato da una sentenza del tribunale di Reggio Calabria che, nel dicembre 2008, ha condannato tutti gli imputati per associazione mafiosa – risulta l'inserimento mafioso negli appalti dei comuni del territorio reggino. Invero, alcuni imprenditori, gli Alampi, avevano costituito delle società ad hoc (la Edilprimavera, la Rossato Fortunato ed altre) per effettuare tali attività". E' necessario precisare che non tutte le persone e le imprese che hanno avuto rapporti con Rossato sono coinvolte nei procedimenti giudiziari, in particolare per due importanti società operanti nei servizi di pubblica utilità nel territorio padovano e veneto, SESA ed ETRA, che non risultano coinvolte nei procedimenti giudiziari in corso. La vicenda Rossato rappresenta un altro esempio di come la criminalità organizzata, attraverso la collaborazione attiva di imprenditori e professionisti settentrionali, apparentemente esterni ai gruppi mafiosi, è riuscita a inserirsi nel tessuto economico legale. Inoltre desta particolare allarme e preoccupazione un aspetto della vicenda che manifesta i limiti e le insufficienze dei controlli basati sulle certificazioni antimafia e le forme concrete della presenza delle mafie nell'Italia settentrionale.
on. Alessandro Naccarato deputato Partito Democratico