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Padova, record di "affari sporchi". Il report-Veneto tracciato da Alessandro Naccarato, membro della Commissione
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- Domenica, 28 Giugno 2015 08:29
GAZZETTINO 28 GIUGNO 2015
Padova nel 2014 ha raggiunto il non invidiabile primato d’essere la città veneta dove più alto risulta il numero delle operazioni sospette di riciclaggio di denaro sporco. La nostra città infatti ne conta ben 1375, un aumento più che sensibile rispetto alle 281 registrate nel 2009, superando in questo modo Verona, che era risultata prima negli anni precedenti. «Nella regione si contano 5623 operazioni non trasparenti e Padova purtroppo ne conta la maggior parte - annuncia l'onorevole Alessandro Naccarato, membro della Commissione Antimafia -. In Veneto, come ha sottolineato la Direzione Nazionale Antimafia, si delinea la sempre più significativa operatività di gruppi criminosi originari del sud Italia, il cui insediamento, legato a motivi economici, tende a diventare sempre più stabile, anche senza assumere la connotazione che hanno le organizzazioni nelle regioni di origine». Nella relazione semestrale di Naccarato sulla criminalità organizzata in Veneto, vengono analizzati anche altri indicatori, come il peso dell'uso del denaro nel totale dei movimenti bancari, dato dalla somma di versamenti e prelievi. Nel secondo semestre dello scorso anno, a Padova si attesta fra il 2 ed il 2,5% del totale delle operazioni bancarie, dato in diminuzione costante: nello stesso periodo del 2013 la quota si attestava tra il 2,6 ed il 3,6. Si registra invece una quota, sempre riferita agli ultimi 6 mesi del 2014, che va dal 9,7 al 10,4% per quanto concerne i bonifici bancari provenienti da paesi a fiscalità privilegiata, i cosiddetti "paradisi fiscali".
Dati che si discostano leggermente da quelli del secondo semestre del 2013, attestati sul 10,5 - 11,1%. In calo anche le operazioni a senso inverso, ossia i bonifici che dagli istituti bancari cittadini partono verso i quei "paradisi": dal 10 al 12,1% rispetto agli ultimi sei mesi del 2013 quando si andava dal 13,5 al 18,2%. «Per questi due ultimi indicatori le città dove si eseguono più bonifici in entrata od uscita sono Belluno e Vicenza - spiega Naccarato -. Belluno registra dal 18,3 al 32,3%, trattandosi di città di confine, mentre Vicenza vede in entrata dal 15,5 al 18,4 di bonifici ma, molto probabilmente, per la presenza della produzione orafa. Nel complesso si tratta di dati in miglioramento grazie a due importanti leggi: il reato che punisce la compravendita di voti con modalità mafiose ed il reato di autoriciclaggio, che produce un effetto immediato sui reati tributari, presupposto per l'autoriciclaggio. La legge anticorruzione è invece troppo recente ed i suoi effetti si vedranno nel 2016». Naccarato infine sottolinea come gli allarmi lanciati dall'Antimafia già nel 1994 per quanto riguarda il Veneto siano stati ignorati per troppo tempo. «La presunta assenza di infiltrazioni mafiose ha favorito l'iniziativa criminale e ritardato gli interventi di prevenzione e contrasto - chiude l'onorevole -. La crisi economica ha poi favorito le attività criminali già in atto portando gli imprenditori ad accettare le risorse loro economiche».