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L'ASCESA DELLE MAFIE IN VENETO
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- Martedì, 04 Agosto 2015 09:56
MATTINO DI PADOVA 4 AGOSTO 2015
La presenza delle mafie in Veneto è ormai dimostrata da numerose indagini. In particolare sono sempre più diffusi i casi di imprese controllate da persone collegate ai gruppi criminali che provano ad alterare la concorrenza e a condizionare l’economia per riciclare denaro proveniente da attività illecite, acquisire mercati e produrre utili. L’ingresso dei capitali mafiosi è stato richiesto e incentivato da imprenditori, avvocati, commercialisti, intermediari e istituti finanziari che, più o meno consapevolmente, hanno promosso contatti e relazioni, hanno costituito società di copertura e hanno favorito l’accesso al credito. Dietro a molti fallimenti e alle relative procedure di concordato si annidano gli interessi di organizzazioni criminali che utilizzano prestanome per rafforzare la propria attività. Nell’anno in corso l’attività di contrasto delle mafie ha raggiunto, in Veneto, risultati importanti. L’indagine “Aemilia” della Dda di Bologna ha portato all’arresto di diversi veneti accusati di appartenere alla ’ndrangheta. Tra questi ci sono gli esponenti della famiglia Bolognino che si erano inseriti in un’azienda di Galliera veneta, imprese coinvolte nella ricostruzione post terremoto in Emilia, nella realizzazione di opere pubbliche in provincia di Padova e nel fallimento della Rizzi costruzioni di Verona. A Padova due avvocati sono al centro di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sul riciclaggio di denaro di provenienza illecita per conto di alcuni gruppi associati alla ‘ndrangheta. A Verona sono stati svelati i collegamenti tra importanti imprese e la criminalità organizzata portando a ingenti sequestri di beni. In Veneto sono in aumento le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio e Padova detiene il primato regionale negativo di ben 1375 segnalazioni nel 2014. La presenza delle mafie in Veneto è una realtà almeno dalla metà degli anni 90 quando la relazione della commissione parlamentare antimafia avvertiva di un ingente ingresso di capitali di origine criminale nel tessuto economico. Le operazioni della magistratura e delle forze dell'ordine hanno consentito di far luce su diverse trame criminali ma quanto tempo è stato necessario perché venissero fermati i responsabili di questa penetrazione mafiosa? E quanto ancora non si conosce di questa pericolosa colonizzazione criminale? Interrogativi a cui è difficile offrire risposte certe mentre è sicuro che le mafie hanno scelto il Veneto come lavatrice di soldi sporchi con il concorso di operatori economici compiacenti, innamorati dei guadagni facili e disponibili a frodare l'ordinamento giuridico. Di fronte a questa realtà così ramificata da non poter essere più sottovalutata occorre utilizzare meglio gli strumenti di prevenzione vigenti: le interdittive verso le imprese coinvolte in inchieste per mafia e il sequestro di beni di provenienza sospetta. Magistratura e forze dell’ordine svolgono un lavoro importante per contrastare e reprimere il crimine organizzato ma tale azione deve essere accompagnata da un impegno maggiore sul versante della prevenzione. Per questo è necessario potenziare la collaborazione tra istituzioni per bloccare sul nascere l’infiltrazione nelle imprese ed è urgente avviare una campagna di sensibilizzazione per ripristinare la cultura della legalità.