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Bpg, contratti capestro e consulenze milionarie
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- Giovedì, 22 Ottobre 2015 08:40
GAZZETTINO 22 OTTOBRE 2015
La Procura sta per presentare il conto ai sedici ex amministratori e revisori della Banca popolare di Garanzia, il consorzio fidi degli industriali trasformato nel 2005 in società cooperativa per azioni ma miseramente crollato sotto un mare di debiti (20 milioni di euro) appena cinque anni più tardi. L’avviso di conclusione indagini, con contestuale informazione di garanzia, è prodromico alla richiesta di rinvio a giudizio. E le contestazioni a carico di amministratore delegato, vicepresidenti, componenti dei comitati esecutivi, consiglieri di amministrazione, presidente e componenti del collegio dei sindaci sono pesantissime. Bancarotta fraudolenta per una serie di operazioni che hanno portato alla dichiarazione di insolvenza di BPG ma anche false comunicazioni sociali, ovvero l’aver prodotto bilanci non rispondenti al vero nel tentativo di nascondere le effettive dimensioni del dissesto della banca.
Ed è in particolare l’operato di Giampaolo Molon, ad di Banca popolare di Garanzia dal marzo 2005 al maggio 2009, ad essere finito sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. In quegli anni BPG avrebbe sostenuto spese faraoniche per sedi di rappresentanza, come quella romana al Parioli, forniture di auto e benefit economici ai dipendenti, ma soprattutto autorizzando investimenti senza un adeguato vaglio preventivo. È il caso di un contratto di controgaranzia con il Fondo europeo per gli Investimenti ad un costo annuo di circa 120mila euro, rivelatosi inefficace all’esito delle ispezioni amministrative disposte da Bankitalia, oppure delle numerose consulenze esterne che hanno pesato sui bilanci 2007 e 2008 per circa 6,5 milioni di euro complessivi. Per il solo contratto di assistenza legale con un importante studio professionale BPG ha sborsato nell’arco del biennio un milione e 700mila euro. La Procura contesta a Molon pure la cessione - nel luglio 2007 - dei tre contratti di leasing per l’acquisto della sede della banca alla società Impa. Un’operazione vantaggiosa soltanto per la subentrante: Banca popolare di Garanzia ne avrebbe subìto un danno nell’ordine del milione di euro. Gravi irregolarità sarebbero poi state riscontrate nella stesura dei bilanci: nel 2007 i fondi Docup furono indicati al netto patrimoniale nonostante gli ispettori della Banca d’Italia, che inflissero a BPG sanzioni per 710mila euro, li avessero considerati passività. Le segnalazioni di vigilanza all’organo ispettivo sarebbero state alterate in almeno tre occasioni - marzo, giugno e settembre 2008 - con l’obiettivo di rappresentare una situazione di rischio creditizio nettamente inferiore (38 milioni di euro) rispetto all’effettivo stato di salute della banca. Oltre a Molon e al vice Arturo Romanin Jacur rischiano il processo tra gli altri gli ex presidenti di Confindustria Padova Luca Bonaiti e Francesco Peghin, l’ex consigliere regionale Regina Bertipaglia, gli imprenditori Alberto Bonaldo, Annalisa Isoli e Roberto Pavin, fratello dell’ex presidente degli industriali Massimo. Contro il crac di BPG ha tuonato il consigliere regionale di M5S Jacopo Berti mentre il deputato Pd Alessandro Naccarato ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Economia e della Giustizia.