Stampa
Interrogazione parlamentare del Pd: pratiche illecite taciute per lungo tempo. Naccarato: «Scelte discrezionali di dirigenti pregiudicano i risparmi dei cittadini». «Sul sistema creditizio intervenga l’Antimafia»
- Dettagli
- Giovedì, 22 Ottobre 2015 08:46
MATTINO DI PADOVA 22 OTTOBRE 2015
Sulla crisi del sistema creditizio intervenga la direzione distrettuale anti-mafia. Perché le indagini delle procure e le ispezioni di Bankitalia stanno portando alla luce «pratiche illecite sottovalutate e taciute per lungo tempo». È una denuncia forte quella del Pd padovano dopo l’ultima indagine che ha coinvolto 16 amministratori della Banca Popolare di Garanzia (Bpg). Ma Alessandro Naccarato, primo firmatario di un’interrogazione ai ministri dell’economia e della giustizia, ampia lo spettro della sua analisi anche ai casi delle due popolari venete (VenetoBanca e Popolare di Vicenza) e al mondo delle Bcc, con 32 banche di credito cooperativo esistenti in Veneto. Il caso dunque arriva in parlamento con un documento, firmato da sei parlamentari padovani, durissimo sull’«estrema fragilità di un sistema di credito basato su pratiche irregolari». I rischi? L’erogazione di finanziamenti senza le necessarie tutele o peggio le finalità illecite, come l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro, attività collegate alla criminalità organizzata. Ma il rischio concreto è per le tasche dei cittadini: «Scelte discrezionali da parte dei dirigenti, portate avanti in un contesto di totale opacità, possono compromettere in modo irreparabile i risparmi di migliaia di cittadini». Si parte dal caso della Banca di Garanzia. La cui gestione, secondo Naccarato, «è stata caratterizzata da procedure irregolari che hanno prodotto danni significativi al tessuto economico padovano». E il deputato dem non trascura di rilevare come «le procedure irregolari siano state commesse anche da alcuni importanti imprenditori e professionisti che hanno ricoperto ruoli di primo piano nelle istituzioni economiche padovane e venete».
Ma non c’è solo Bpg, ci sono «gestioni fallimentari e truffaldine di altre banche popolari e di istituti di credito cooperativo nel Veneto». Naccarato li passa in rassegna tutti. A partire da Veneto Banca: «Avrebbe erogato finanziamenti, spesso agli stessi membri del consiglio d’amministrazione o a centinaia di società ad essi collegate, senza le necessarie tutele in cambio della sottoscrizione di azioni della stessa banca», si legge nel documento. Poi la Popolare di Vicenza: «Avrebbe erogato finanziamenti per 974 milioni con lo scopo di far acquistare le azioni della banca stessa». E gli inquirenti starebbero verificando anche il ruolo di tre fondi di investimenti: «Athena» e due fondi lussemburghesi collegati alle società maltesi «Optimum multistrategy» 1 e 2. Nel capitolo Bcc c’è il caso di quella del Veneziano e delle indagini sul trevigiano Stefano Gavioli. Poi il commissariamento della Bcc Euganea disposto da Bankitalia, assieme al regime di amministrazione straordinaria per il Credito Trevigiano e la Bcc di Campodarsego. L’interrogazione chiede al governo di aumentare i controlli e le ispezioni, di investire nella formazione delle forze dell’ordine e potenziare le sezioni fallimentari dei tribunali. Ma soprattutto: creare un coordinamento per migliorare i rapporti e lo scambio di informazioni tra procure e Bankitalia, coinvolgendo però le direzioni anti-mafia. Per evitare infiltrazioni.