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Carrier: le tute blu sono tornate al lavoro e ieri pomeriggio la vertenza è arrivata in Parlamento

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Giovedì, 14 Ottobre 2010 23:45

Mattino di Padova 14 ottobre 2010

TORREGLIA - Sono tornati al lavoro i dipendenti della Carrier, dopo dieci giorni di agitazione. Il primo turno è iniziato ieri alle 11,30. Ha prevalso la ragione e il desiderio di mantenere saldo il proprio posto, nello stesso giorno in cui la vicenda è arrivata a Roma, a Montecitorio.

Nel frattempo anche da Parigi è arrivata, da parte dei rappresentanti europei della multinazionale americana, la conferma del risultato ottenuto nell’incontro di martedì. La chiusura dello stabilimento resta, ma viene almeno rinviata per consentire un minimo di trattativa sia sugli ammortizzatori sociali che sulla possibilità di vendita dell’azienda.

Operai al lavoro. Ieri alle 9, nella mensa della fabbrica, si è tenuta un’accesa assemblea, durante la quale la maggioranza dei presenti alla fine ha accettato la linea concordata tra azienda e sindacati, che comporta la sospensione della procedura di chiusura, in cambio della ripresa dell’attività produttiva. E le tute blu sono tornate subito al lavoro. Alle 11.30 il primo turno, al pomeriggio gli altri.
Question time. Era in programma ieri alle 15 a Montecitorio, trasmessa in diretta dalla Rai. I parlamentari padovani c’erano tutti. Il ministro dei Rapporti con il parlamento, Elio Vito, ha parlato in sostituzione del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, rispondendo all’interrogazione di Massimo Bitonci in merito alla Carrier. Dopo aver riportato i fatti, Vito ha affermato: «Considerata la delicatezza della situazione e il suo impatto sulla realtà territoriale, il Governo, nelle sue diverse componenti, è sicuramente disponibile a svolgere un ruolo attivo». Ha poi confermato: «L’azienda si è dichiarata disponbile a verificare, entro tre settimane, la possibilità di ricorso a strumenti complementari al collocamento in mobilità, tra cui la cassa integrazione guadagni straordinaria, la mobilità concordata e l’incentivazione all’esodo. Si è già tenuto - ha aggiunto - un incontro informale con il capo del personale della Carrier, al quale sono state illustrate le soluzioni allo stato praticabili per evitare che ricadano sui dipendenti e sulle loro famiglie le conseguenze dell’attuale situazione dell’azienda». Bitonci ha ribadito che il problema investe non solo l’azienda di Torreglia ma anche tutto l’indotto. «Lo scopo principale dell’interrogazione - afferma il deputato della Lega Nord - è quello di portare l’attenzione del problema a livello nazionale. Ci aspettiamo ora risposte più concrete da parte del Governo». L’onorevole Alessandro Naccarato (Pd), anche lui ieri a Roma, attende una risposta anche alla sua interrogazione e precisa: «Mi sarei aspettato una risposta diretta del ministro Sacconi. Le strade da percorrere sono due. La prima è quella di lasciare la questione a livello locale, come successo finora. La seconda, più auspicabile, è che il governo manifesti la sua contrarietà al fatto che un’azienda sana sia trasferita all’estero. Solo in subordine, nel caso non si riesca nell’intento di trattenere in Italia l’attività, arrivare agli ammortizzatori sociali».
Incontro a Parigi. E’ durata 4 ore la riunione con i vertici aziendali del gruppo Carrier, rappresentati da Iacob Lars. La linea emersa è in conformità a quanto stabilito nella sede di Confindustria martedì. E questo per il sindacato è un altro aspetto positivo.
Vicenda Luvata. Riunione sindacale ieri anche per la Luvata, l’azienda che ha sede pure a Torreglia, che ha chiesto la cassa integrazione ordinaria per i suoi dipendenti in seguito all’annuncio della chiusura della Carrier. E’ emerso che sarà applicata solo a pochi operai, in forma non continuativa e preventiva, avendo la proprietà garantito l’arrivo di commesse che suppliranno la possibile mancanza di ordinativi da parte della Carrier.