Stampa
Meno sbarchi, più case. «Così si chiude Bagnoli». Sale a 55 il numero dei comuni del Padovano che accetta l'accoglienza diffusa Il prefetto Franceschelli: «Da mesi un costante alleggerimento dell'ex caserma»
- Dettagli
- Mercoledì, 06 Settembre 2017 09:26
MATTINO DI PADOVA 6 SETTEMBRE 2017
Meno sbarchi e più accoglienza diffusa: uguale svuotamento dell'hub di Bagnoli. È la nuova formula della gestione dell'immigrazione, che produce i primi risultati. Tanto da far pensare che, se il trend dovesse restare questo, la chiusura dei grandi centri di accoglienza non è più un miraggio. «La priorità è chiudere Bagnoli e Cona. E le cose stanno andando in quella direzione», spiega il deputato Pd Alessandro Naccarato, il più vicino (politicamente parlando) al ministro dell'Interno Marco Minniti.Più cauto ovviamente il prefetto Renato Franceschelli: «Incrociamo le dita che duri così - commenta - Abbiamo avuto un periodo di calo degli sbarchi che ci ha consentito di continuare a cercare sul territorio soluzioni diverse e in questo modo alleggeriamo Bagnoli». Nell'ex caserma al momento ci sono meno di 700 migranti.Sempre più comuni, anche se lentamente, si convincono dell'accoglienza diffusa. Nell'aprile scorso, la data dell'ultimo bando della Prefettura, il numero che comuni che non accoglievano nessun migrante era di 54. Adesso è sceso a 49 su 104. La maggioranza dei sindaci padovani dunque «governa» il fenomeno. Da aprile questo ha permesso di portare a 2.700 il numero di richiedenti asilo sistemati con l'accoglienza diffusa. E inizia a funzionare anche il sistema di "ricollocamento" in altri paesi europei: a Bagnoli 40 eritrei sono in attesa di trasferimento. I numeri della situazione.
È il ministero dell'Interno a fornire gli ultimi dati aggiornati al 4 settembre scorso. Gli immigrati sbarcati nel 2017 sono 99.846 contro i 121.385 dello stesso periodo dello scorso anno. Vale a dire un calo del 17,74%. Impressionante però è il dimezzamento degli sbarchi in luglio e il quasi stop (meno 80%) in agosto. «Funzionano gli accordi fatti dall'Ue e dal governo italiano per fare filtro in centro Africa e controlli nelle coste libiche - spiega Naccarato - E anche aver imposto la presenza della polizia giudiziaria a bordo delle navi delle Ong è stato importante». Quote e ricollocamenti. Nell'ambito delle regioni italiane il Veneto accoglie il 7% quando la sua quota sarebbe del 9%. Il record è attualmente della Lombardia con il 13%. Le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco sono nigeriana per 16.671, della Guinea per 8.904 e del Bangladesh per 8.747.Quasi 15 mila profughi invece sono stati ricollocati nel corso dell'anno in altri paesi europei: «Anche in questo caso, se consideriamo che la metà delle domande di asilo viene respinta ed è previsto il rimpatrio, vuol dire che un rifugiato su tre finisce all'estero», spiega il deputato dem. «Si parla sempre di immigrazione quando c'è l'emergenza - commenta - Questa invece è la dimostrazione che l'immigrazione piò essere governata». Prefettura al lavoro. «Un po' alla volta si andrà verso un piccolo ma costante alleggerimento dei grandi centri di prima accoglienza», è il commento del prefetto Renato Franceschelli che, con una tempra serafica, vede pian piano realizzarsi i frutti del suo lavoro. L'ultimo bando andava alla ricerca di 400 posti, che non sono stati ancora tutti trovati. Ma la pazienza è la virtù dei forti: «Noi continuiamo a lavorare cercando soluzioni sul territorio - spiega - E tutti i posti che troviamo sono persone che escono da Bagnoli».