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Codice antimafia. Naccarato: "non deve passare il principio che corrompere sia conveniente"
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- Sabato, 30 Settembre 2017 09:19
MATTINO DI PADOVA 30 SETTEMBRE 2017
«Nel Padovano con il nuovo codice antimafia i patrimoni di imprese come la Pistorello, la Vittadello e la Guerrato sarebbero sottoposti a sequestro perché alcuni loro amministratori sono coinvolti in indagini per gravi reati contro la pubblica amministrazione». Mercoledì scorso la Camera ha dato il via libera definitivo e già si fanno i conti sugli effetti che la nuova legge potrà avere sul nostro territorio. La "proiezione" è di Alessandro Naccarato, deputato del Pd e componente della commissione antimafia, esperto di infiltrazioni della criminalità organizzata nel Nord Italia. La ratio della legge è quella di velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale per quelle aziende che sono indiziate di associazione a delinquere nei reati di concussione, corruzione, peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, malversazione. Tutti reati contro la pubblica amministrazione.
E non solo: lo stesso provvedimento è esteso anche a chi è indiziato di reati con finalità di terrorismo, di sovversione dell'ordinamento costituzionale e anche di stalking. «Il codice antimafia introduce un principio: le ricchezze di provenienza illecita devono essere sottratte all'autore del reato e restituite alla collettività - chiarisce Naccarato - È fondamentale per evitare che queste azienda abbiano un vantaggio nelle gare pubbliche, alterando concorrenza e mercato». In pratica, con il sequestro, si vuole evitare che le aziende sospettate di irregolarità possano nel frattempo continuare a lavorare e magari anche vincere altre opere pubbliche. «In questo caso l'esempio più lampante è la Vittadello, implicata nell'indagine sulle tangenti all'Anas, che nel frattempo si è aggiudicata l'appalto del centro congressi in Fiera - sottolinea ancora Naccarato - Non può e non deve mai passare il principio che conviene corrompere e lavorare perché tanto il vantaggio accumulato è maggiore del danno che subisco». Tra le altre novità previste dalla norma c'è anche la creazione di sezioni o collegi specializzati in ogni distretto giudiziario. A Padova questo avrebbe evitato un caso come quello di Francesco Manzo, pensionato sospettato di legami con la camorra: «Gli fu sequestrato un ingente patrimonio - racconta ancora il deputato padovano della commissione antimafia - Lui fece ricorso e l'avvocatura dello Stato non si oppose». Nel nuovo codice antimafia, per rendere più efficaci i procedimenti di sequestro e di confisca, viene riformata l'Agenzia nazionale con un organico che passa da 30 a 200 unità. Inoltre vengono aumentate le risorse per sostenere i lavoratori delle aziende sequestrate e per assicurare le tutele dei creditori. Oltre al sequestro, è istituito il controllo giudiziario delle aziende quando c'è il rischio concreto di condizionamenti mafiosi. Infine c'è l'obbligo di presentare la certificazione antimafia anche per tutte le aziende dei consorzi, mentre oggi si chiede solo alla società mandataria. Così si evita che aziende prive di certificazione riescano a lavorare grazie al fatto che sono inserite in consorzi.«Sono norme importanti - conclude Naccarato - Perché se diciamo che la lotta alla criminalità è una priorità bisogna mettere in campo misure emergenziali». LEGGI IL MATTINO