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Mafia, un “affare” veneto: "I cittadini si ribellino". Naccarato: "Il fenomeno esiste da anni ma non si sono voluti vedere i segnali"
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- Domenica, 05 Maggio 2019 11:22
LA NUOVA VENEZIA 5 MAGGIO 2019
“Uniti contro le mafie, Eraclea c’è”, era il titolo dell’incontro con gli autori di libri sulla mafia. Ma a Ca’ Manetti, la cittadinanza, ancora una volta, non ha partecipato in massa. Sono arrivati in tanti da fuori: da Jesolo Gianfranco Ambrosin, che vuole fondare “Libera” al lido e il consigliere comunale Damiano Mengo . I cittadini di Eraclea continuano a voler voltare pagina e si tengono lontani dagli eventi pubblici. Moderatore l’ex sindaco Giorgio Talon; relatori nella sala gremita, Alessandro Naccarato, ex componente della commissione antimafia, Francesco Trotta, autore del libro “Mafia come M”, la giornalista e saggista Monica Zornetta che ha scritto della mafia del Brenta e di Felice Maniero. E Michela Pavesi, zia di Cristina, morta a 22 anni sul treno assaltato dalla mala del Brenta nel 1990 mentre tornava dall’università. Vittima innocente e dimenticata. Il punto di partenza della discussione è che il fenomeno non interessa solo Eraclea, ma è radicato in tutto il Veneto. Naccarato ha detto chiaramente: «La mafia non è solo qui, ma anche a Verona, Padova, Treviso. Il fenomeno esiste da anni e non si sono voluti vedere i segnali, con scarsa volontà di affrontarli. Si parla di mala del Brenta, cancellando persino la parola mafia. Non si sono fatti i conti con un’ organizzazione autoctona.
Collegamenti c’erano anche nel Veneto orientale, a Treviso e Venezia per riciclaggio. Silvano Maritan a San Donà ha avuto un ruolo e legami con altre organizzazioni e la mafia del Brenta. Dal ‘92 esiste una presenza della mafia, con latitanti di camorra, reti logistiche con la mafia del Brenta. Il riciclaggio è uno dei campanelli d’allarme nel Veneto orientale, con evasioni importanti, da riciclare con le stesse filiere della criminalità. In Veneto, già banche e commercialisti operavano con le filiere. Il Veneto è stato scelto perché qui c’erano molti disonesti; evasione e predisposizione a reati fiscali e forte impresa turistica. Costa veneziana, Garda, terme, sono territori legati al riciclaggio per l’evasione o dei capitali dai crimini. Nel ciclo dei rifiuti, c’erano quelli industriali, con una raccolta spesso illegale. E poi il fenomeno dei capannoni incendiati per cancellare tutto». Trotta, fondatore dell’ associazione “Cosa Vostra” ha parlato dei giovani e della loro percezione confusa della mafia, saltando dal Mose al passante, dalle opere ai rifiuti tossici, parlando di ex politici come Galan. I beni confiscati alla mafia sono passati da 88 a 382, dal 2015 a oggi. «Luciano Donadio a Eraclea», ha ricordato, «era imprenditore di Casal di Principe, patteggiava una pena per estorsione e non era lo stereotipo mafioso». Zornetta ha esaminato l’ordinanza degli arresti di Eraclea e i tanti interrogativi. Poi la testimonianza commossa di Michela Pavesi e dell’ex poliziotto Lauro Catto, dell’associazione vittime di mafia e criminalità, che ha invocato un cambio culturale nei cittadini che devono ribellarsi.