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Aumentare i controlli sugli appalti per garantire trasparenza
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- Lunedì, 02 Maggio 2022 16:08
Le ingenti risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rischiano di essere sprecate e di favorire irregolarità negli appalti. Quattro casi recenti non possono essere sottovalutati perché indicano l’impreparazione di molte amministrazioni nella realizzazione di opere pubbliche.
Il primo caso riguarda il centro congressi. L’enfasi per la sua inaugurazione prova a nascondere i gravi problemi che ne hanno contraddistinto la costruzione. Il progetto preliminare venne approvato nel maggio del 2012 e il contratto d’appalto, gestito da Fiera Immobiliare, fu sottoscritto nell’agosto del 2014. I lavori vennero avviati il 31 luglio 2015 per terminare in 670 giorni. Le imprese si aggiudicarono l’appalto per un importo di 19,3 milioni con un ribasso del 25%, percentuale che la legge ritiene “anomala” perché eccessiva. Questa “anomalia” è esplosa negli anni seguenti. L’opera è costata 27 milioni ed è stata realizzata in 2436 giorni. In pratica il prezzo è aumentato del 40% e i tempi sono quasi quadruplicati. La vicenda dovrebbe essere approfondita per individuare le cause e i responsabili che hanno determinato l’aumento di costi e tempi.
Il secondo caso riguarda il tram che dovrebbe collegare la stazione e Voltabarozzo. Il bando, predisposto da Aps holding, assegnava grande peso all’offerta economica con il risultato che alla gara hanno partecipato soltanto due raggruppamenti di imprese con un evidente riduzione della concorrenza. Inoltre dai controlli effettuati a posteriori sono emerse delle omissioni nelle dichiarazioni di alcune aziende vincitrici. Il caso è già stato oggetto di una pronuncia del Tar e sono molto probabili contenziosi legali e rallentamenti.
Il terzo caso riguarda il nuovo ospedale di Padova, definito con un preaccordo di programma del dicembre del 2017. Dopo quattro anni e mezzo non c’è ancora il progetto. Infatti l’esito dell’appalto per la progettazione preliminare è stato pubblicato nel novembre dello scorso anno e da allora non è stato aggiudicato per le verifiche determinate da segnalazioni relative a procedimenti giudiziari in corso nei confronti dei vertici di alcune aziende coinvolte.
Il quarto caso riguarda la professionista assunta dalla Regione e inviata presso il Comune di Padova come elemento di supporto per la gestione dei fondi del PNRR. L’architetta si è dimessa dall’incarico perché è emerso che è stata rinviata a giudizio in un’indagine della Dda di Catanzaro.
I quattro casi evidenziano errori e ritardi, che, oltre ad aumentare i costi e a rallentare i tempi di realizzazione delle opere, danneggiano la concorrenza e possono favorire così la diffusione di irregolarità e di reati.
La legislazione sugli appalti è rigorosa e, se ben applicata, assicura tempi e costi adeguati. I problemi derivano dall’incapacità delle amministrazioni di predisporre i bandi di gara in modo efficace e, spesso, di eseguire i controlli, e dalla volontà di numerose imprese di evitare la concorrenza per speculare sulle risorse pubbliche.
Per queste ragioni servono più controlli e l’applicazione delle norme che prevedono l’esclusione dagli appalti delle imprese coinvolte in procedimenti giudiziari o in presenza di situazioni anomale o sintomatiche di condotte illecite.
Alessandro Naccarato, ex deputato e componente della Commissione antimafia