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Una storia nella storia. Il Pci di Padova 1921-1991
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- Domenica, 20 Dicembre 2020 12:31
La mostra e il catalogo "Una storia nella storia. Il Pci di Padova (1921-1991)" ricostruiscono le principali vicende del Partito comunista di Padova attraverso una significativa raccolta iconografica e intendono contribuire all’approfondimento e alla divulgazione della storia del Pci padovano. (Vai al sito web)
Il racconto per immagini si svolge secondo una scansione cronologica divisa in quattro sezioni: dalla fondazione del Partito comunista al crollo del regime fascista (1921-1943), il Pci di Padova nella Resistenza (1943-1945), dal dopo-guerra alle mobilitazioni operaie e giovanili (1945-1970), dal compromesso storico alla fine del Pci (1971-1991).
Ogni periodo si apre con una breve introduzione storica per descrivere contesto, protagonisti e principali vicende del Partito di Padova e del Pci nazionale.
Conquistare la libertà, organizzare la democrazia. Storia del Pci di Padova (1921-1991)
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- Venerdì, 10 Luglio 2020 11:21
La storia del Partito comunista di Padova è la storia di migliaia di persone che si sono impegnate per migliorare le condizioni di vita delle classi più deboli, per affermare i diritti dei lavoratori, per costruire una società democratica.
Le principali fasi della vita del partito padovano sono qui ripercorse dalla sua fondazione, nel 1921, fino allo scioglimento nel 1991, attraverso la testimonianza diretta dei documenti d’archivio. Una vicenda che si snoda dalle origini alle persecuzioni durante il regime fascista, dalla clandestinità alla Resistenza e alla nascita della democrazia. Il Pci di Padova si batte per i diritti sociali e per l’emancipazione delle donne, organizza campagne per la pace e a favore dei popoli oppressi, combatte contro l’eversione neofascista e contro il terrorismo rosso, per la difesa della Costituzione e contro la corruzione.
In questo articolato percorso, le vicende locali si intrecciano con quelle nazionali: vengono esaminati i dibattiti interni al partito, i congressi come momenti di discussione e di elaborazione politica, gli scontri e le divisioni, i rapporti con la città e con il territorio, con i sindacati e con il mondo economico, la formazione dei gruppi dirigenti, le iniziative di propaganda e di conquista del consenso come le campagne elettorali, quelle per il tesseramento e per l’autofinanziamento, in particolare con le Feste de l’Unità.
L’approfondita analisi di Naccarato mette in luce il ruolo determinante del Partito a Padova, puntando l’attenzione sulle importanti azioni svolte per combattere il fascismo e liberare l’Italia durante la Resistenza, per favorire la partecipazione dei cittadini all’attività politica e per rafforzare le istituzioni democratiche.
Il libro di Naccarato: Mafie in Veneto, i numeri del sistema. «Le istituzioni hanno sottovalutato»
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- Sabato, 16 Dicembre 2017 08:12
CORRIERE VENETO 16 DICEMBRE 2017
Sulla presenza delle mafie in Veneto si percepisce ancora una grande disattenzione. A tutti i livelli. Prendiamo, per esempio, le ultime elezioni amministrative: ricordate un qualche candidato che nel proprio programma elettorale abbia fatto cenno alla questione? Eppure a leggere il documentatissimo saggio di Alessandro Naccarato «Le mafie in Veneto. Presenza e attività della criminalità organizzata », fresco di stampa per i tipi de «Il Poligrafo», ci sarebbe da essere assai preoccupati. Dai boss rifugiati al riciclaggio di denaro, dal traffico di droga ai reati economici e fiscali, fino agli incendi. Le mafie insomma ci sono, eccome. E prolificano; ma non sono considerate ancora cosa nostra. Rispetto a questa «rimozione», Naccarato (foto sopra), classe 1969, deputato Pd e membro della commissione parlamentare Antimafia, che da anni rappresenta uno dei (rari) riferimenti sul territorio riguardo lo studio e il contrasto del fenomeno mafioso, è impietoso. «Il processo di infiltrazione è stato favorito dalla sottovalutazione delle istituzioni — scrive — dalle complicità di alcuni imprenditori, professionisti, istituti di credito e dall’assenza per molti anni di un’efficacie iniziativa di prevenzione e di contrasto da parte delle autorità competenti». L’onorevole va nello specifico: «Per molti anni è stato sottovalutato l’ingresso di ingenti risorse di provenienza ignota, in particolare nel settore del turismo, nelle zone del Garda, delle Terme euganee e del litorale veneziano e non è stata indagata a fondo la presenza in Veneto di importanti latitanti». Ieri, presentando il volume, che si avvale di un interessante studio del professor Antonio Parbonetti, economista dell’Università di Padova, che ha studiato i bilanci delle società «criminali» e dell’impatto che queste hanno sul territorio, l’autore ha pure rilanciato: «L’esistenza della mafia è stata negata nel Veneto orientale e a Verona di fronte alle prime evidenze dell’attività di camorra e ‘ndrangheta». E oggi? «Ci sono i segnali di una prima risposta delle istituzioni — sottolinea Naccarato — specie per quanto riguarda l’uso delle interdittive antimafia da parte delle prefetture. Finalmente c’è un sistema: si incrociano i dati e si fanno ricerche. E questo, sono sicuro, contribuirà a portare alla luce molte cose».
Fallimento Padova Tre, il racconto nel libro di Alessandro Naccarato "RIFIUTI SPORCHI"
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- Domenica, 02 Luglio 2017 17:44
MATTINO DI PADOVA 2 LUGLIO 2017
"Rifiuti sporchi. Il fallimento della gestione del servizio rifiuti nella Bassa padovana": lascia poco all'immaginazione il titolo del libro edito da Cleup scritto dal deputato del Pd Alessandro Naccarato con i contributi del sindaco di Piove di Sacco Davide Gianella, il professore di Economia dell'Università Ca' Foscari di Venezia Giacomo Pasini, il consigliere comunale del Comune di Stanghella Matteo Poretti e l'introduzione di Umberto Zampieri, presidente della Fondazione Nuova Società. Poca immaginazione, si diceva. E infatti il libro segue il filo rosso dell'inchiesta giornalistica del mattino di Padova - riportandone numerosi articoli - per ricostruire genesi e sviluppi, fino ai più recenti, della società pubblica per il servizio rifiuti Padova Tre srl, controllata dal Consorzio dei Comuni Padova Sud (Piovese, Estense, Monselicense e Conselvano), su cui grava un buco che potrebbe superare i 50 milioni di euro. Numerose - anche queste riportate nel libro - le interrogazioni parlamentari firmate da Naccarato per tentare di alzare il velo su una mala gestio che vede nella gara per affidare il servizio rifiuti per l'ambito del Padova Sud il primo germe del male che verrà. Conflitto di interessi fra controllori e controllati, amministratori incapaci, politici conniventi: sono questi gli ingredienti di una storia che rischia di concludersi nel peggiore dei modi, ovvero con una valanga di debiti che saranno chiamati a pagare i cittadini. Naccarato parte dalla nascita di Padova Tre srl nel 2004, ricostruisce le governance che si sono susseguite, il conflitto di interessi con il Consorzio Padova Sud, l'assenza totale di controllo da parte dei sindaci dei Comuni.
DIFENDERE LA DEMOCRAZIA
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- Giovedì, 06 Agosto 2015 13:10
L'Unità 6 Agosto 2015
Oggi L'Unità dedica un importante approfondimento a firma di Vladimiro Frulletti
al mio libro sulla lotta del PCI contro il terrorismo in difesa della democrazia.
L'UNITA' in PDF
Dall’ambiguità al coraggio. Il Pci contro la lotta armata
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- Martedì, 23 Giugno 2015 08:59
CORRIERE DEL VENETO 23 GIUGNO 2015
Naccarato ricostruisce la politica del Partito Comunista negli anni Settanta. Il ritardo nel recidere simboli e retorica della rivoluzione. Il caso padovano, dove il conflitto con la sinistra extraparlamentare è stato duro. È uscito il libro di Alessandro Naccarato, Difendere la democrazia. Il PCI contro la lotta armata (Carocci), che cerca di fare luce su alcuni passaggi molto delicati della storia politica italiana, legati ai turbolenti anni Settanta. Un pregio del libro risiede nella scelta di non limitarsi a ricostruire il contributo del Partito comunista nella repressione della lotta armata, bensì di cercare di comprendere il contesto in cui il PCI incontra nuovi interlocutori/antagonisti alla sua sinistra. Si tratta di un contesto molto complesso. Tuttavia, si tratta di un passaggio in cui, nelle molteplici soggettività che vanno gemmando nella società, si possono trovare spinte pacifiche ed innovative accanto ai sostenitori della lotta armata e di improbabilissime rivoluzioni. In tutte le democrazie occidentali negli anni Sessanta affiorano movimenti giovanili che difficilmente possono essere incanalati nei meccanismi di rappresentanza e nei sistemi di partito del Dopoguerra. Anzi, il loro affiorare sulla pubblica ribalta annuncia che il Dopoguerra è finito. Il PCI, di fronte al nuovo, è meno chiuso e passatista di altri partiti, come ad esempio il Partito comunista francese. Tuttavia, è proprio in Italia che lo scontro diviene particolarmente grave e prolungato. Perché? L’Italia è un Paese nel quale il consolidamento della democrazia è stato reso possibile dalla presenza di partiti di massa forti e organizzati in grado di socializzare alla democrazia milioni di persone. Ebbene, l’emersione dei movimenti di fine anni Sessanta, da un lato, dimostra che i partiti hanno meno influenza sulla società italiana.