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Rassegna Stampa 2012

Il Pd prenda posizione contro il referendum pretestuoso

Dettagli
Sabato, 29 Luglio 2017 08:45

MATTINO DI PADOVA 29 LUGLIO 2017

La Lega ha promosso i referendum sull'autonomia in Veneto e Lombardia per nascondere il fallimento del centrodestra al governo dal 1995 e per avviare la campagna per le elezioni politiche della prossima primavera.I promotori hanno respinto la disponibilità del governo ad aprire una trattativa, propongono quesiti vuoti e generici senza indicare materie e risorse da attribuire alle Regioni e utilizzano slogan come "Il nemico è Roma".In realtà i referendum aumentano il conflitto con lo Stato e contrastano con l'ordinamento costituzionale. L'articolo 116 della Costituzione prevede che "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" possano essere attribuite alle Regioni ordinarie in materie specifiche al termine di una trattativa e di un accordo con lo Stato e non di referendum basati sullo scontro.I sostenitori del referendum sostengono di volere l'autonomia in tutte le materie e che le risorse si troveranno trattenendo le tasse raccolte nelle due Regioni. E' la questione del cosiddetto residuo fiscale, oggetto misterioso che varia a seconda di chi e come lo calcola. Il residuo si fonda sul dato che in tutte le regioni del centro nord, non solo in Veneto e in Lombardia, si raccolgono più tasse di quante se ne spendono in determinati servizi; la differenza viene utilizzata per le aree più povere e per interventi straordinari.

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NACCARATO (PD) RILANCIA SULLA NECESSITÀ DI BANDIRE UNA NUOVA GARA PER IL SERVIZIO RIFIUTI NELLA BASSA. «PER FAR LUCE SULLE RESPONSABILITÀ SERVE IL FALLIMENTO DI PADOVA TRE»

Dettagli
Venerdì, 28 Luglio 2017 08:57

MATTINO DI PADOVA 28 LUGLIO 2017

Sembra che la montagna abbia partorito il topolino. Non avrebbe nulla di straordinario l'accordo siglato mercoledì pomeriggio tra Consorzio Padova Sud e le aziende dell'Ati cui è affidato il servizio rifiuti per la Bassa padovana e il Piovese - Sesa spa, De Vizia Spa e Abaco spa - e determinato dalla necessità di trovare una nuova capo-mandataria al posto dell'estromessa Padova Tre avviata ormai al capolinea. Sesa, non è mai stato un mistero, ambiva a diventare la nuova capo-mandataria. E così è stato. Alla società di Este (il Comune la controlla per il 51% delle quote, mentre per il restante 49% è privato) va quindi il timone dell'associazione temporanea d'impresa che ha la concessione del servizio rifiuti fino al 2025. Un business da 30 milioni di euro l'anno. La fatturazione delle bollette, anche questo già previsto e, anzi, da tutti auspicato, sarà tolta al Consorzio, che a sua volta l'aveva tolta a Padova Tre con un'operazione quanto meno "anomala", e sarà affidata in prima battuta alla stessa Sesa e in un secondo tempo a una nuova micro società consortile composta da Sesa, De Vizia e Abaco sempre nell'ambito dell'Ati. I 24 netturbini di Padova Tre saranno assorbiti dalle altre aziende: ma anche questo lo prevede il loro contratto di lavoro: oggi alle 16 è convocata la riunione con i sindacati per avviare il passaggio dei lavoratori.L'unico vero nodo che premeva, quello dei trenta milioni di euro di debiti fra capo e collo dei Comuni, resta irrisolto. «È vero» conferma il presidente del Consorzio Alessandro Baldin, «nell'accordo manca la risoluzione complessiva delle posizioni debitorie, anche se è un punto solo rinviato. A settembre, infatti, sarà stilato il piano di rientro pluriennale. Nel frattempo c'è l'impegno scritto sia di Sesa che di De Vizia a non attaccare ulteriormente il Consorzio con decreti ingiuntivi, oltre a una moratoria su quelli già emessi. È necessario un conteggio preciso del costo del servizio, una volta "ripulite" le banche dati di Padova Tre e quantificato con esattezza il risparmio annuo sul servizio. Posto che non sono previsti aumenti in bolletta» sottolinea Baldin, «una parte della marginalità sarà destinata al piano di rientro dei debiti da spalmare da qui al 2015». Operazione che dovrebbe mettere al riparo i bilanci comunali. Ma che non convince tutti. A partire dall'onorevole Alessandro Naccarato, deputato del Pd da sempre critico con la gestione del servizio rifiuti targata Padova Tre e Consorzio Padova Sud.

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Referendum dannoso

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Mercoledì, 19 Luglio 2017 06:34

MATTINO DI PADOVA 19 LUGLIO 2017

Il referendum sull'autonomia è dannoso e inutile.Il referendum regionale sull'autonomia è dannoso perché stravolge l'ordinamento costituzionale e apre un conflitto permanente tra Regione e Stato. Infatti l'articolo 116 della Costituzione stabilisce che "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" possono essere attribuite in materie precise alle Regioni ordinarie attraverso una trattativa e un'intesa con lo Stato. Per la Costituzione l'autonomia speciale è il risultato di un accordo e non di uno scontro tra Regioni e Stato. L'accordo deve individuare le materie "ulteriori" che vengono assegnate alle Regioni e le relative risorse. La Regione Veneto, nonostante la disponibilità e le aperture del governo, ha scelto la strada referendaria per evitare la trattativa e continuare a utilizzare la consultazione con gli obiettivi di nascondere il fallimento del centrodestra al governo della Regione dal 1995 e di agitare il tema dell'indipendenza. Per questo i sostenitori del referendum non parlano delle materie ulteriori che vorrebbero gestire e di come trovare le risorse per farlo e utilizzano slogan come "Paroni a casa nostra" e "Il nemico è Roma". Con le stesse finalità è stata scelta la data del 22 ottobre, per richiamare il plebiscito del 22 ottobre del 1866.

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BANCHE DISSESTATE. Per fortuna c'è lo Stato

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Martedì, 11 Luglio 2017 23:15

MATTINO DI PADOVA 11 LUGLIO 2017

Il decreto legge che salva Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca dimostra la necessità e l'utilità dello Stato nazionale e dell'Unione Europea. In Veneto questo aspetto dovrebbe far riflettere i sostenitori dell'autonomia e dell'indipendenza regionale in vista del prossimo referendum farsa. Per anni i vertici della Regione, insieme alle associazioni di impresa e alle istituzioni vicentine e trevigiane, hanno indicato le due banche come modelli di gestione del credito; poi, di fronte al disastro, hanno promesso aiuti aleatori attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo, hanno criticato il governo per la presunta inerzia, hanno costituito ridicole commissioni d'inchiesta. In realtà la Regione ha fatto molto poco e senza l'intervento dello Stato in accordo con l'Unione Europea le due banche sarebbero fallite senza reti di protezione e senza la possibilità di tutelare i risparmiatori.Il decreto infatti è il risultato di un intervento senza precedenti dello Stato centrale a favore di due istituti di credito, che si fonda sulla tempestiva riforma delle banche popolari voluta dal governo nel 2015 e sul sostegno decisivo della Banca centrale europea. Mai prima d'ora lo Stato aveva messo a disposizione risorse così ingenti, 16 miliardi e 800 milioni di euro, per delle banche fallite: un'iniezione di liquidità di 4 miliardi e 800 milioni e la concessione di garanzie statali per 12 miliardi. In pratica il governo ha varato un provvedimento dell'entità di una manovra straordinaria di bilancio per soccorrere i 200 mila soci delle due banche in liquidazione, quasi tutti veneti, in prevalenza residenti tra le province di Vicenza e di Treviso.

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«Deve rimanere dov'è». E così è il voto a spostarsi

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Venerdì, 30 Giugno 2017 09:29

GAZZETTINO 30 GIUGNO 2017

L'annuncio, tre giorni prima del voto, di mantenere l'ospedale in via Giustiniani ha premiato elettoralmente il tandem Giordani-Lorenzoni. Numeri alla mano, chi abita nell'area attorno all'attuale polo ospedaliera, premia sempre chi è contrario allo spostamento dell'attuale. È accaduto 3 anni fa ed è successo anche domenica scorsa. Nel 2014, infatti, buona parte della campagna elettorale di Massimo Bitonci era basata sul no al nuovo ospedale a Padova ovest. Una strategia che, elettoralmente, si era rivelata vincente. Ora, a parti invertite, è successa la stessa cosa. Nei rioni attorno all'ospedale, al ballottaggio Giordani ha guadagnato 901 voti in più rispetto a Rossi tre anni fa, passando da 6757 voti a 7658. In caduta libera invece il consenso del candidato del centrodestra che passa da 7049 a 5771 (1278 voti in meno). Un caso? Sembra proprio di no. Tre anni fa, infatti, Bitonci aveva concentrato molte delle sue iniziative elettorali nelle strade attorno all'ospedale dove aveva incontrato residenti e commercianti. Tutti elettori che, evidentemente, non hanno per nulla apprezzato la sua svolta in favore di Padova est. Elettori che, invece, pare abbiano gradito il progetto del nuovo su vecchio lanciato la settimana scorsa dal tandem GiordaniLorenzoni.

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Allungare la prescrizione aumenta le tutele delle vittime

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Mercoledì, 28 Giugno 2017 08:53

MATTINO DI PADOVA 28 GIUGNO 2017

La Camera ha approvato in via definitiva la legge di riforma del processo penale che è suddivisa in due parti: una delega al governo e l'introduzione di nuove norme per rendere più efficiente il sistema giudiziario. La delega riguarda la pubblicazione delle intercettazioni irrilevanti, le misure alternative al carcere, l'estensione della procedibilità a querela per alcuni reati minori contro persona e patrimonio. Le norme in vigore da subito affrontano finalmente il tema della prescrizione dei reati con l'obiettivo di tutelare le vittime dei reati e di fissare tempi più lunghi rispetto ad oggi per consentire la conclusione dei processi senza eccessive limitazioni o condizionamenti. Negli ultimi 10 anni, da quando nel 2005 il centro destra approvò la legge, nota anche come ex Cirielli, che ridusse notevolmente i tempi per arrivare a sentenza, sono stati dichiarati estinti 1 milione e mezzo di processi penali per intervenuta prescrizione. Da allora la difesa nel processo è stata sostituita spesso dalla difesa dal processo. Infatti molti imputati hanno cercato di allungare i tempi dei processi per raggiungere la prescrizione.

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