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Codice antimafia. Naccarato: "non deve passare il principio che corrompere sia conveniente"

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Sabato, 30 Settembre 2017 09:19

MATTINO DI PADOVA 30 SETTEMBRE 2017

«Nel Padovano con il nuovo codice antimafia i patrimoni di imprese come la Pistorello, la Vittadello e la Guerrato sarebbero sottoposti a sequestro perché alcuni loro amministratori sono coinvolti in indagini per gravi reati contro la pubblica amministrazione». Mercoledì scorso la Camera ha dato il via libera definitivo e già si fanno i conti sugli effetti che la nuova legge potrà avere sul nostro territorio. La "proiezione" è di Alessandro Naccarato, deputato del Pd e componente della commissione antimafia, esperto di infiltrazioni della criminalità organizzata nel Nord Italia. La ratio della legge è quella di velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale per quelle aziende che sono indiziate di associazione a delinquere nei reati di concussione, corruzione, peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, malversazione. Tutti reati contro la pubblica amministrazione.

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Naccarato a Minniti: «Garantite a Padova risorse investigative»

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Martedì, 26 Settembre 2017 12:47

MATTINO DI PADOVA 26 SETTEMBRE 2017

Il deputato padovano del PD Alessandro Naccarato ieri ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Marco Minniti chiedendo se sia a conoscenza dei fatti di Bagnoli e «quali provvedimenti intenda intraprendere per potenziare gli strumenti investigativi delle forze dell'ordine della provincia di Padova e della Direzione Investigativa Antimafia» per «prevenire e contrastare il crimine organizzato in Veneto». Il parlamentare sottolinea che «la vicenda ha sollevato fortissime preoccupazioni nella comunità locale per l'efferatezza e le modalità del delitto, che presentano diversi elementi caratteristici dei delitti commessi dalla criminalità organizzata», rilevando inoltre che «emergono evidenti elementi che rendono necessarie indagini approfondite per comprendere le reali ragioni del fatto e gli eventuali collegamenti con persone legate al crimine organizzato».

INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'INTERNO

Bindi: «Segnale inquietante, il Veneto vigili». La presidente della Commissione Antimafia: «Si può e si deve prevenire il radicamento malavitoso»

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Lunedì, 25 Settembre 2017 11:17

MATTINO DI PADOVA 25 SETTEMBRE 2017

La sparatoria di sabato mattina in una fabbrica del Padovano, a Bagnoli, dove il titolare di origini siciliane ha ucciso un uomo e ne ha ferito un altro, e gli incendi di origine dolosa che da qualche tempo sono più frequenti nel Veronese, sono episodi inquietanti da non sottovalutare». Così la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi ha commentato ieri la tragedia nella fabbrica della Bassa padovana. «Il Veneto non è ancora terra di radicamento mafioso, come altre regioni del Nord», ha precisato la parlamentare Pd, «e sappiamo che prefetture, forze dell'ordine e magistratura fanno la loro parte per contrastare la criminalità organizzata. Ma per evitare che un giorno ci si accorga che le mafie si sono insediate in Veneto come in Lombardia, occorre leggere con attenzione i segnali di possibili intimidazioni e mantenere alta e costante la vigilanza», ha ricordato Bindi.Sono passati solo cinque mesi da quando la presidente dell'Antimafia era intervenuta sugli stessi temi, e sempre a proposito del Veneto, al convegno "Educare alla legalità" alla Camera di commercio di Treviso. «Segnalate subito alla prefettura anche repentini e strani cambi di gestione degli esercizi commerciali», aveva sottolineato con forza Bindi in quell'occasione, «la mafia si può infiltrare anche in questi contesti».

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Naccarato (Commissione Antimafia): «Cambi di sedi e legami con la Sicilia». «Indagare sulle molte anomalie»

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Domenica, 24 Settembre 2017 08:28

MATTINO DI PADOVA 24 SETTEMBRE 2017

«Ci sono diversi elementi anomali che impongono un'attenzione particolare dell'autorità giudiziaria: gravità del fatto, uso di armi da fuoco, provenienza geografica dell'omicida e del morto, dimensioni dell'azienda, precedenti penali del padre dell'omicida». Alessandro Naccarato, Pd, membro della commissione parlamentare antimafia, ci risiamo?«Non voglio trarre conclusione affrettate. Dico solo che per sparare a due persone il movente deve essere molto forte». Nell'ambito delle sue funzioni ha già fatto qualche accertamento?«Ho guardato attentamente le visure camerali delle società, da cui emergono effettivamente molte anomalie». A cosa si riferisce?«L'azienda di Benedetto Allia ha cambiato tre sedi in due anni: prima a Rovigo in via Angeli 47, poi a Bagnoli in via Ottava strada. Conservano anche una sede a Monselice in via del Bosco 3». Sono solo queste le anomalie?«Non solo. Esaminando le carte si può facilmente notare che per un trimestre hanno sette dipendenti, in tutto il resto dell'anno non ci lavora nessuno in questa azienda. Ditta che, va ricordato, conserva ancora legami con la Sicilia». Benedetto Allia è figlio di Salvatore Allia, già arrestato per omicidio.«Un omicidio che conserva ancora molti elementi nebulosi. La Dda di Trieste riaprì il caso, che sembrava legato in qualche modo ad un traffico d'armi con il meridione». Il padre può in qualche modo avere a che fare con questo regolamento di conti?«Tanto per cominciare è titolare di una società con sede sempre a Bagnoli, in via Sesta strada: la S.m.a., con un capitale sociale di soli 900 euro e messa in liquidazione nel corso del 2017. Mi sembra un groviglio societario da decifrare in tempi stretti». Un bel carico di preoccupazioni per un'area come quella di Bagnoli di Sopra. «Pensare che fino a ieri il problema più grave erano i profughi e il campo in cui sono alloggiati».

MATTINO DI PADOVA 24 SETTEMBRE 2017

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APPROVATA LA LEGGE CONTRO LA PROPAGANDA FASCISTA E NAZISTA

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Giovedì, 14 Settembre 2017 08:51

MATTINO DI PADOVA 14 SETTEMBRE 2017

La Camera ha approvato la legge che punisce la propaganda del regime fascista e nazifascista. Si tratta di un provvedimento importante che integra e completa la legislazione attuale rendendo più efficaci e incisive le norme per contrastare comportamenti e azioni che inneggiano alle violenze e alle discriminazioni razziali realizzate durante le dittature fascista e nazista. Nel nostro ordinamento esistono due leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista. La legge 645 del 1952, nota come legge Scelba, punisce l'apologia del fascismo, e la legge 205 del 1993, nota come legge Mancino.Queste leggi, applicate con modalità e rigore differenti nel corso del tempo, hanno contribuito a reprimere la rinascita di gruppi neofascisti, in particolare nella seconda metà degli anni '70 e nei primi anni '90.

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Meno sbarchi, più case. «Così si chiude Bagnoli». Sale a 55 il numero dei comuni del Padovano che accetta l'accoglienza diffusa Il prefetto Franceschelli: «Da mesi un costante alleggerimento dell'ex caserma»

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Mercoledì, 06 Settembre 2017 09:26

MATTINO DI PADOVA 6 SETTEMBRE 2017

Meno sbarchi e più accoglienza diffusa: uguale svuotamento dell'hub di Bagnoli. È la nuova formula della gestione dell'immigrazione, che produce i primi risultati. Tanto da far pensare che, se il trend dovesse restare questo, la chiusura dei grandi centri di accoglienza non è più un miraggio. «La priorità è chiudere Bagnoli e Cona. E le cose stanno andando in quella direzione», spiega il deputato Pd Alessandro Naccarato, il più vicino (politicamente parlando) al ministro dell'Interno Marco Minniti.Più cauto ovviamente il prefetto Renato Franceschelli: «Incrociamo le dita che duri così - commenta - Abbiamo avuto un periodo di calo degli sbarchi che ci ha consentito di continuare a cercare sul territorio soluzioni diverse e in questo modo alleggeriamo Bagnoli». Nell'ex caserma al momento ci sono meno di 700 migranti.Sempre più comuni, anche se lentamente, si convincono dell'accoglienza diffusa. Nell'aprile scorso, la data dell'ultimo bando della Prefettura, il numero che comuni che non accoglievano nessun migrante era di 54. Adesso è sceso a 49 su 104. La maggioranza dei sindaci padovani dunque «governa» il fenomeno. Da aprile questo ha permesso di portare a 2.700 il numero di richiedenti asilo sistemati con l'accoglienza diffusa. E inizia a funzionare anche il sistema di "ricollocamento" in altri paesi europei: a Bagnoli 40 eritrei sono in attesa di trasferimento. I numeri della situazione.

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