PRIMARIE PD PER I PARLAMENTARI: GRANDE DIMOSTRAZIONE DI DEMOCRAZIA.
Tutti i risultati ufficiali sono disponibili sul sito www.primarieparlamentaripd.it
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MATTINO DI PADOVA 31 DICEMBRE 2012
«Abbiamo restituito un senso alla parola “politica”. Il merito è delle migliaia di volontari che hanno animato queste primarie. Il Pd è un partito fatto di persone in carne e ossa: è la dimostrazione che siamo diversi». Onorevole Naccarato, non può negare che il suo è stato un grande successo personale: oltre 5 mila preferenze su 12 mila votanti. Quasi uno su due. È soddisfatto? «La considerazione più importante di queste primarie è la grande volontà di rinnovamento positivo data dai nostri elettori. Non la banale «rottamazione», ma la richiesta da parte dei cittadini di una classe dirigente fatta di persone nuove, convincenti e credibili. Dal mio punto di vista posso considerarlo un riconoscimento per l’attività e il lavoro svolto in questi anni. Un dato che contiene anche un’enorme dose di responsabilità». Lei è deputato dal 2006, non temeva di restare travolto dall’ondata di antipolitica? «Io ho una passione per la politica da quando avevo 14 anni. Ho sempre vissuto in maniera attiva, occupandomi di associazioni o del partito. Oggi tutto questo rischiava di essere controproducente, ma gli elettori del Pd hanno capito che così non è. Il nostro partito è l’unico, assieme a Sel, che ha scelto di selezionare i parlamentari in questo modo. E questo dimostra che la politica non è tutta uguale, che siamo diversi. Diversi anche dalle primarie farsa di Beppe Grillo». Perché farsa? «Il pericolo di questa fase di antipolitica è che anzichè riformare la politica ci sia il tentativo di trovare scorciatoie come quella di affidare a un comico il governo del Paese. Noi stiamo dimostrando che è possibile far funzionare la politica, che non è affatto una brutta parola. E lo può fare solo un partito fatto di persone, di migliaia di volontari che hanno messo in piedi 9 mila seggi il 30 dicembre. Non lo fanno i partiti virtuali o quelli personali. Anzi, sono curioso di sapere come comporrà le liste questo nuovo centro che fa riferimento a Mario Monti». È questo il primo messaggio della vostra campagna elettorale? «Il tratto distintivo con cui il centrosinistra si presenta alle elezioni è che si è confrontato in modo serio con questa legge elettorale. Anche in questo l’alleanza tra Pd e Sel è solida, molto diversa dalle esperienze precedenti. Abbiamo sottoscritto un accordo programmatico, siglato anche dai 3 milioni di cittadini delle primarie del 25 novembre. E abbiamo condiviso il metodo di selezione dei parlamentari. Ora concentriamoci sul voto del 24 e 25 febbraio»
Un sincero ringraziamento alle centinaia di volontari che hanno reso possibile l'oranizzazione delle Primarie e alle migliaia di cittadini che hanno partecipato al voto.
Alessandro Naccarato
Ciclone Pd: solo 5 su 17 i parlamentari promossi
MATTINO DI PADOVA 2 DICEMBRE 2013
Primarie: un ciclone che ha rivoluzionato il Pd. Fatti e rifatti i conti, il verdetto è chiaro: solo cinque parlamentari sui 17 in carica sono stati riconfermati nel segreto dell’urna che ha regalato la vittoria alle donne e ai giovani. Hanno superato l’esame Casson, Naccarato,Murer, Rubinato e Sbrollini. Certo, molti big si sono ritirati con eleganza come il senatore Paolo Giaretta, che ha alzato bandiera bianca e rifiutato persino la proposta di candidatura offertagli dallo staff di Mario Monti tramite il segretario particolare Federico Toniato. Altri, come Maria Pia Garavaglia, hanno accettato la sfida consapevoli di finire nella polvere perché senza apparato e struttura di consenso: l’ex presidente della Croce Rossa voluta da Veltroni a Verona nel 2008, a Montecitorio tornerà in visita ma come ex deputata, sempre accolta tra le autorità. Insomma, le primarie del Pd hanno sconvolto gli antichi equilibri delle correnti tanto che la segretaria veneta Rosanna Filippin, tra il serio e il faceto, spiega: «Il rinnovamento è stato così ampio che ho serie difficoltà a trovare 24 persone ultraquarantenni da mettere in lista al Senato: il vincolo delle quote femminili dovrà essere osservato alla lettera e in queste ore sto avviando la consultazione con i candidati che hanno vinto le primarie per capire la loro disponibilità ad entrare nelle liste della Camera o del Senato. Le sorprese non sono mancate e provo delusione e rammarico per le bocciature di Margherita Miotto e Marco Stradiotto, verso cui nutro grande stima, rispetto e amicizia», dice la Filippin. Ma il rinnovamento è quindi un pericolo? «Certo che no, ma la Miotto ha il record di efficienza e produttività alla Camera e altrettanto buoni sono i risultati di Stradiotto al Senato: la competenza non si improvvisa. Sabato prossimo poterà in direzione regionale la mia proposta che dovrà essere poi approvata a Roma martedì 8 gennaio: temo che sarà una corsa contro il tempo». Il «ciclone primarie» con la regola della doppia preferenza di genere ha favorito il ricambio dei parlamentari Pd ben oltre le aspettative del «rottamatore» Matteo Renzi, che in parlamento porterà due sindaci: Roger De Menech e Giancarlo Piva. Annullato il peso delle correnti, la Filippin ha introdotto la regola della rappresentanza territoriale e quindi anche Rovigo e Belluno avranno un loro parlamentare, dopo lunghi anni di assenza. Resta da trovare un punto di equilibrio tra i big nazionali e la società civile: rettori, docenti e ricercatori delle università tra i più corteggiati, mentre il Pd procede con i piedi di piombo con gli imprenditori dopo la delusione Calearo. Rosanna Filippin fino a sabato non avrà un attimo di pace: nella sua agenda non solo i vincitori delle primarie ma anche gli esponenti della società civile. «È da un mese che il Pd è impegnato a organizzare le primarie vere e non il bluff on line, unico strumento di partecipazione democratica, nel pieno rispetto delle prerogative costituzionali. Bersani ha scelto due slogan: lavoro e moralità. E in Veneto la sfida è una sola: far ripartire l’economia, dare un futuro al tessuto di piccole e medie imprese travolte da una crisi pesantissima per la stretta al credito», spiega Alessandro Naccarato, deputato uscente e vincitore della sfida a Padova con oltre 5400 voti . «Il leaderdel Pd, quando ha svolto l’incarico di ministro dell’Industria, ha lanciato un piano di investimenti più attuale che mai. Si tratta di riprenderlo in mano, di far ripartire il settore chimico, il tessile e tutto il manifatturiero e poi di avviare le grandi opere infrastrutturali. Lavoro e moralità sono i due presupposti per far ripartire l’Italia e chiudere per sempre il ciclo di Berlusconi: basta con le leggi ad personam e con la guerra alla magistratura per modificare i processi ed evitare le sentenze di condanna. Se un magistrato come Piero Grasso ha scelto di entrare nelle liste Pd significa che il nostro progetto di riforma della giustizia è l’unico credibile e non c’è Antonio Ingroia che tenga. In Veneto il nemico da battere si chiama Pdl-Lega», conclude Naccarato.
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