Il PD: "VOGLIONO NASCONDERE LE CAUSE DEI MORTI DA TUMORE"
MATTINO DI PADOVA 19 GENNAIO 2013
Un altro colpo all’eccellenza della sanità. Il registro veneto dei tumori è stato spostato dallo Iov di Padova alla Ulss 4 dell'Alto Vicentino. Una decisione che cozza con il buon senso, perché lo Iov è stato riconosciuto come Ircs e chi fa ricerca non può prendere l’auto e fare 60 km per spostarsi da Padova a Thiene: così le analisi epidemiologiche si bloccano. «La sensazione è che si sia voluto intervenire per non far funzionare bene questa macchina» spiega il senatore Pd Felice Casson, «forse il timore è che si scoprano i nessi di causa delle morti da tumore». Le parole di Casson nascono dall'esperienza maturata negli anni dall'ex magistrato. «Quando, in passato, ho avuto contatti con il registro tumori ho appurato che funzionava molto bene. Fino al 2006 i dati raccolti erano molto ampi e la gestione del registro era soddisfacente tanto che il Veneto era tra le migliori regioni a livelli nazionale. Il registro aveva raccolto dati ed elaborazioni molto interessanti e per certi versi pericolose: fornivano infatti indicazioni abbastanza precise». Cosa fare con queste informazioni? Due le strade: utilizzarle in ottica preventiva o accertare cosa era successo, anche in vista di responsabilità civili e penali. «Quando abbiamo cercato notizie più approfondite sui focolai di questi processi tumorali è stata alzata una barriera avanzando la scusa, assolutamente infondata, della privacy. Ma forse i dati sull'inceneritore di Venezia e su Ca' Bue a Verona contrastavano con alcuni desideri della gestione politica. Non si capisce davvero perché una cosa che funziona venga messa a repentaglio». E che funzioni lo dimostrano i dati esposti dal deputato Alessandro Naccarato: «Il Veneto vanta una struttura di primo ordine con due milioni e 300mila abitanti coperti» spiega, «a fronte di un rapporto tra operatori e abitanti di uno a 200mila, mentre nelle altre regioni scende a uno a centomila. Nonostante questo siamo un'eccellenza e non possiamo perdere questo fiore all'occhiello». Il Partito Democratico ha schierato a difesa dello Iov e del suo registro tumori tutti i big veneti. Compresa la parlamentare Margherita Miotto che ricorda come da pochi mesi i registri tumori italiani abbiano un riconoscimento giuridico del loro valore grazie alla conversione del decreto legge 179 del 18 ottobre 2012. «Come sempre come Pd facciamo da stampella all'incapacità del governo. Senza contare che lo studio e la prevenzione dei tumori, la seconda causa di morte in Italia, possono essere un volano per la ricerca e di conseguenza per l'economia. Bene fanno i consiglieri regionali a sollevare la questione in regione». E proprio ieri i consiglieri Piero Ruzzante e Claudio Sinigaglia hanno ribadito il loro impegno per contrastare il trasferimento del registro dallo Iov. «Non è il registro che non funziona, è la filiera» spiega Ruzzante, «e con il trasferimento rischiamo che si perdano l'autonomia delle strutture o addirittura personale qualificato, che non si sposta da Padova all'Alto vicentino». «Il registro tumori è anche ricerca scientifica» conclude Sinigaglia, «che porta a termine proprio lo Iov. Da parte nostra c'è una forte preoccupazione: il registro tumori deve restare a Padova, dove ha sede lo Iov che si occupa solo di malati oncologici».
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NACCARATO E MIOTTO: "CANTIERI, ATTENZIONE ALLE INFILTRAZIONI CRIMINALI"
GAZZETTINO 24 GENNAIO 2013
Il Partito Democratico padovano lancia l'allarme: i lavori della direttissima per Abano sarebbero a rischio infiltrazione criminale. Martedì pomeriggio i deputati del Partito democratico Alessandro Naccarato e Margherita Miotto hanno depositato alla Camera un'interrogazione a risposta scritta al ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. Nell'interpellanza, i due parlamentari padovani ricordano al governo che la Prefettura di Roma ha recentemente inviato a "Veneto Strade" (stazione appaltante della “bretella” stradale Padova-Abano Terme) un' informativa antimafia interdittiva nei confronti della società “Sigma Sas di Piromallo Stefania” a cui l'azienda “Castaldo Spa” avrebbe subappaltato parte dei lavori dell'opera. In particolare, gli On. Naccarato e Miotto chiedono al ministro Cancellieri quali concrete misure di Sua competenza intenda assumere per prevenire e contrastare la presenza negli appalti di opere pubbliche di soggetti e imprese destinatari di provvedimenti interdittivi, o comunque coinvolti in attività criminali di tipo economico e finanziario. «Sigma Sas di Piromallo Stefania» è una società costituita il 2 marzo 1992 con sede legale in via Catalani n. 31 a Roma e capitale sociale di 51.645 euro così suddiviso: Giuseppe Sodano (25.822 euro, di cui il 10 per cento con pegno di proprietà a favore di Raffaele Iossa), Carolina Trocchia (25.306 euro) e Stefania Piromallo (516,46 euro)» si legge nell'interrogazione che poi prosegue: dagli organi di stampa («La Repubblica», edizione dell'11 maggio 2010) si apprende dell'esecuzione da parte della Guardia di finanza di quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per «bancarotta fraudolenta» nei confronti di «Giuseppe Sodano e Francesco Beneduce, amministratore di fatto e legale rappresentante dell'Isola Costruzioni generali Srl [con sede in via del Ristoro n. 15 a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) NdT.], Carlo Solari, amministratore della Socome Società costruzioni meridionali Srl, e Domenico Maurielli, amministratore unico della Costruzioni generali Socome Italia Spa. L'indagine ha preso avvio dalla sentenza di fallimento emessa nell'aprile del 2008 (...) tutti i beni della Socome, con passivo per 14 milioni di euro, erano stati trasferiti alla società L'Isola»; Giuseppe Sodano, socio della «Sigma sas», e destinatario dei provvedimenti di cui sopra, risulta socio al 98 per cento della srl «L'isola costruzioni generali», con sede a San Giuseppe Vesuviano (Napoli), società sottoposta a sequestro preventivo da parte del tribunale di Napoli e da anni soggetta ad amministrazione giudiziaria» si legge ancora nel dispositivo presentato da Naccarato e Miotto.
ECCO IL TESTO COMPLETO DELL'INTERROGAZIONE
Interrogazione a risposta scritta presentata da Alessandro Naccarato il 22 settembre 2010
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il 24 febbraio 2010 l'ex ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia con atto di protocollo n. 001731 ha assegnato al Comando carabinieri politiche agricole e alimentari con sede in via Torino a Roma il mandato di effettuare accertamenti sullo splafonamento delle quote latte affidate all'Italia dall'Unione europea;
il 15 aprile 2010 il sopra citato Comando carabinieri ha trasmesso al Mipaaf la relazione conclusiva sulle quote latte (numero di protocollo 73/7). Secondo tale rapporto i dati sulla produzione di latte italiano utilizzati dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura e dalle regioni per il calcolo delle sanzioni comminate dall'Unione europea risulterebbero superiori alla realtà. In particolare, la relazione dei carabinieri giunge alla conclusione secondo cui «raffrontando il numero di capi nelle diverse banche dati con la media produttiva provinciale dell'Associazione italiana allevatori, pur aumentata del 10 per cento in via prudenziale, risulta una differenza produttiva media rispetto alla produzione totale italiana dichiarata talmente significativa da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello stato italiano e quindi il prelievo supplementare imputato ai produttori a partire dal 1995-96 fino al 2008-09»;
a giugno 2010, la Direzione generale delle politiche comunitarie e internazionali del Ministero ha trasmesso all'attuale Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan il «Documento di approfondimento sui dati utilizzati per il calcolo del prelievo supplementare», ovvero i risultati dell'indagine sullo sforamento delle quote latte ordinata dallo stesso ministro Galan. Secondo gli accertamenti svolti dal Dipartimento delle politiche europee del Mipaaf non sussisterebbe alcuna sovrastima della produzione di latte;
nel dettaglio, la relazione del Mipaaf giunge alle seguenti conclusioni: «Per quanto concerne l'ipotesi di sovradimensionamento della produzione dichiarata rispetto a quella reale allo stato si ritiene di poter concludere che gli elementi esaminati non confortano tale ipotesi. L'assunto di considerare insussistente o quanto meno sospetta tutta la produzione dichiarata in esubero rispetto alla resa media dell'Aia aumentata del 10 per cento non appare fondato. Anche per tale aspetto, pertanto, nessun elemento oggettivo contenuto nella relazione può supportare l'ipotesi che negli anni scorsi si sia verificata, nel quadro di applicazione del regime delle quote latte, un errata quantificazione della produzione nazionale». Di conseguenza, secondo la relazione ministeriale, «Applicando la normativa comunitaria (Reg. CE N.3950/92) risulta che per tutte le campagne dal 1995-96 al 2003- 04 e per la campagna 2006-07, l'Italia ha pagato il prelievo sulla base del quantitativo consegnato, in quanto il quantitativo rettificato risulta essere inferiore al consegnato. Ciò, secondo la relazione dei carabinieri, avrebbe comportato "un aumento del prelievo dovuto". Quest'ultima affermazione non risulta fondata»;
il 30 ottobre 2009 l'ex ministro delle Politiche agricole Zaia ha inviato una lettera ufficiale al commissario europeo per l'agricoltura Mariann Fischer Boel, lamentando la crisi del settore lattiero e che «in aggiunta alle difficoltà generali talune aziende italiane devono fare fronte agli impegni connessi all'applicazione della decisione del Consiglio sulla compatibilità con il mercato comune di un aiuto della Repubblica italiana ai produttori di latte». Nella sopra citata missiva il ministro Zaia sosteneva che «sarebbe giusto concedere ai produttori la sospensione del pagamento della sesta rata», indicando due possibili alternative: «il relativo importo verrebbe ripartito in parti uguali sulle restanti annualità applicando gli interessi dovuti per il rinvio del pagamento. In via subordinata potrebbe essere previsto uno slittamento del versamento della sesta rata che potrebbe essere rinviato al secondo semestre 2010»;
il 20 novembre 2009 il commissario europeo all'agricoltura Fischer-Boel ha risposto ufficialmente alla richiesta del Ministro Zaia dichiarando, a nome dell'UE, di comprendere le difficoltà degli allevatori italiani, ma rammentando, tuttavia, come sia «incontestabile che il debito deve essere interamente rimborsato», prima di concludere la risposta al Ministro Zaia precisando «di non poter accedere alla Sua richiesta» -:
se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra esposti e quale delle due relazioni conoscitive sulla produzione lattiera italiana risulti attendibile al fine di verificare la misura dello splafonamento delle quote latte assegnate dall'Unione europea all'Italia. (4-08694)
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