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SubjectNewsletter A.Naccarato - 31 Gennaio 2013
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 Alessandro Naccarato

Newsletter 31 Gennaio 2013

 In primo piano

 

Epilogo paradossale per l’Italcementi

MATTINO DI PADOVA 26 GENNAIO 2013

Giovedì 24 gennaio 2013 il Consiglio di Stato ha pronunciato due sentenze che chiudono definitivamente il “caso” del revamping Italcementi a Monselice. I giudici amministrativi hanno respinto i ricorsi al Tar dei Comuni di Baone ed Este confermando la regolarità del piano di ammodernamento della cementeria. Dal punto di vista giudiziario finisce così una vicenda iniziata tre anni fa, prolungatasi fino a oggi, non a causa della lentezza della magistratura, ma per l’uso improprio dello strumento del ricorso al Tar. Per la piena comprensione della vicenda è utile ripercorrere le tappe che ci hanno portato fino a qui. Nel 2009 Italcementi propone il revamping, un investimento di circa 150 milioni di euro per garantire un futuro produttivo allo stabilimento di Monselice e consentire la riduzione delle emissioni inquinanti nell’atmosfera. Fin da subito si creano due fronti opposti: i favorevoli al progetto, convinti della necessità e urgenza dell’intervento migliorativo, e i contrari, che contestano le procedure seguite e denunciano che il revamping è finalizzato alla combustione dei rifuti nell’impianto. Al termine di un lungo iter, che coinvolge tutte le istituzioni competenti, a fine 2010 il progetto viene approvato. I Comitati contrari, allora, scelgono la via dell’opposizione amministrativa. A febbraio 2012 il Consiglio di Stato dà ragione a Italcementi dichiarando che il progetto “comporterà un notevole abbattimento delle emissioni” e “un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente” e che il procedimento seguito è corretto. A questo punto, in un Paese “normale”, la vicenda sarebbe conclusa. Ma i Comuni di Baone ed Este presentano due ricorsi al Tar denunciando ulteriori irregolarità amministrative. Trascorrono altri 11 mesi, finchè ieri il Consiglio di Stato ha emesso la sentenza definitiva sulla questione, ribadendo che il progetto è stato approvato a norma di legge e che i ricorrenti avevano torto. Nel frattempo Italcementi, viste le ostilità e i ritardi opposti a livello locale, ha deciso di spostare l’investimento in Lombardia dove gli enti locali hanno sostenuto l’operazione, mentre a Monselice si ridurrà drasticamente l’occupazione perché l’impianto verrà declassato a sito per la macinazione. L’epilogo è paradossale: in tempi di crisi, dove tutti parlano di lavoro e sviluppo, si è persa un’occasione, forse irripetibile, per rilanciare un insediamento produttivo garantendo l’occupazione nel rispetto dell’ambiente. La colpa non è della politica in generale, come qualcuno oggi prova a far credere per fare confusione e auto-assolversi. La responsabilità è di una parte politica ben precisa: quella contraria al progetto che ha fatto di tutto per ostacolarlo, arrivando al punto di sostenere tesi che i giudici hanno bocciato in via definitiva.

di Alessandro Naccarato

Clicca qui per leggere le sentenze del Consiglio di Stato sul revamping Italcementi

Sentenza 29 febbraio 2012

Sentenza 24 gennaio 2013 Comune di Baone

Sentenza 24 gennaio 2013 Comune di Este                  



 

REVAMPING: UN ANNO FA ERA TUTTO SCRITTO

«Mi auguro che ora cessino le polemiche strumentali»

MATTINO DI PADOVA 1 MARZO 2012

«Mi pare una sentenza molto importante, che pone fine alle polemiche strumentali su questa vicenda». E' questo il commento, a caldo, dell'onorevole Alessandro Naccarato, esponente del Partito democratico da sempre favorevole al revamping, anche in contrasto con la linea dettata a livello provinciale dal Pd. «Ho letto con attenzione la sentenza e la trovo molto importante – sottolinea Naccarato – perché afferma in modo chiarissimo che il progetto consiste nella ristrutturazione dell'attuale impianto e che questa comporterà un notevole miglioramento dell'impatto ambientale. La sentenza afferma che la legge è stata rispettata e mi auguro che questo ponga fine alle polemiche strumentali che ci sono state finora. Molti tra i contrari hanno sostenuto che il progetto fosse in contrasto con le leggi – continua il parlamentare – e ora queste argomentazioni si rivelano del tutto infondate. Un altro aspetto che la sentenza sottolinea è la previsione di un termine per la dismissione dell'impianto, tra 28 anni: finalmente si prevede una data per la chiusura dello stabilimento. Ora l'unico rammarico è perché si sono persi 2 anni che potevano essere impiegati diversamente: mi auguro che ora si possa ragionare più serenamente, sulla base di questa sentenza che ristabilisce la verità».

 


 

Il Consiglio di Stato ha deciso: il progetto di ristrutturazione del cementificio di Monselice ha un impatto ambientale positivo ed è stato approvato con procedure corrette.

1 MARZO 2012

di Alessandro Naccarato, deputato Pd

Il 29 febbraio 2012 il Consiglio di Stato ha finalmente pronunciato la sentenza sul rinnovo dell'impianto di Italcementi a Monselice, noto anche come revamping. Si tratta di una sentenza molto importante che – modificando la decisione del Tar del Veneto del 9 maggio 2011 – riconosce le ragioni dei favorevoli al progetto, e stabilisce che le procedure seguite per ottenere l'autorizzazione alla ristrutturazione sono state corrette. Infatti, secondo la sentenza del Consiglio di Stato, «è stato applicato l’art. 19 comma 3 del piano ambientale che prevede una convenzione con l’azienda interessata per giungere ad una soluzione di adeguamento/ristrutturazione degli impianti, definendo le modalità e i tempi di prosecuzione dell’attività, i tempi di dismissione e i programmi di investimento, coordinando le azioni di contenimento dell’impatto ambientale e paesistico. Quindi il piano ambientale del Parco prescrive due strade per attutire l’impatto ambientale del cementificio: la seconda di queste passa attraverso una convenzione con il soggetto che esercita l’impresa e l’averla seguita non può costituire un’illegittimità da parte delle Amministrazioni interessate, ma è probabilmente la via più semplice per mitigare le condizioni esistenti, soprattutto in presenza di una grave situazione economica come quella attuale, sia per le attività d’impresa sia per i bilanci pubblici». I giudici hanno stabilito che il progetto di Italcementi costituisce «un generale rinnovamento degli impianti con conseguenti miglioramenti dell’impatto ambientale e delle emissioni sicché esso non può essere definito un impianto nuovo».

Sul metodo seguito la sentenza è altrettanto chiara e ribadisce che «Gli articoli 19 e 36 del piano ambientale prevedono progetti di intervento e accordi di programma per migliorare l’inserimento ambientale di questo tipo di opifici, mitigarne l’impatto con la ricomposizione paesistica e l’arredo vegetale e per concertare strategie di adeguamento in eventuale riconversione delle attività; tutti gli interventi eccedenti la manutenzione e l’adeguamento degli impianti delle strutture e le ristrutturazioni interne sono subordinati alla stipula di convenzioni, come appunto quella nel caso di specie, anche per definire le modalità di prosecuzione delle attività e delle eventuali dismissioni. Perciò è altresì errato quanto afferma la sentenza impugnata (quella del Tar, NdT) secondo cui le convenzioni previste dall’art. 19 comma 3 del piano ambientale possano stabilire esclusivamente la riconversione o la rilocalizzazione dell’attività del cementificio».

Il Consiglio di Stato, entrando nel merito del progetto, ha sentenziato che «l’ammodernamento dei processi produttivi comporterà un notevole abbattimento delle emissioni, emissioni che nel caso contrario di permanenza degli impianti attuali, non potrebbero che aumentare andando ad avvicinarsi ai limiti di legge. Ulteriore elemento che assume un rilievo di grande importanza nel lungo termine per la vita del Parco dei Colli Euganei, vi è la previsione dello smantellamento totale dello stabilimento al termine dei 28 anni di produzione previsti».

Infine, i giudici, hanno stabilito che «Nel complesso quindi si può concludere che non vi è la creazione di un nuovo impianto, ma la sostituzione di rilevanti strutture che comporterà un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente, aggiungendo anche un termine per la fine dell’attività industriale e la rinaturalizzazione successiva del sito, il tutto nel rispetto delle norme vigenti».

Con questi argomenti i giudici hanno accolto il ricorso presentato da Italcementi e dato ragione a quanti, nei mesi scorsi, hanno sostenuto la validità del progetto di rinnovamento del cementificio di Monselice.

 

 

AGENDA

Giovedì 31 Gennaio ore 17.30
Presentazione del Libro "Contro Corrente"
di Massimo D'Alema
Centro Culturale San Gaetano
Via Altinate - Padova
Guarda l'invito - clicca qui

Giovedì 31 Gennaio ore 21.00
Iniziativa pubblica: L'Italia Giusta
con Massimo D'Alema
Centro Congressi Papa Luciani
via Forcellini - Padova
Guarda l'invito - clicca qui

Venerdì 1 Febbraio ore 18.00
Incontro con le Categorie economiche

Venerdì 1 Febbraio ore 21.00
Iniziativa pubblica Per l'Italia Giusta
Sala Perlasca - Busa di Vigonza

Sabato 2 Febbraio ore 10.00
Per la legalità conto le mafie
Sala Anziani - Municipio di Padova
incontro con
PIETRO GRASSO
FELICE CASSON
DAVIDE ZOGGIA
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Sabato 2 Febbraio ore 16.00
Iniziativa pubblica Per l'Italia Giusta
Circolo PD Savonarola - Vicolo II Magenta - Padova

Domenica 3 Febbraio ore 10.00
Iniziativa pubblica Per l'Italia Giusta
Sala Consiliare - Cadoneghe

Lunedì 4 Febbraio ore 18.00
Iniziativa pubblica Per l'Italia Giusta
Sala Anziani - Municipio di Padova

Lunedì 4 Febbraio ore 20.00
Iniziativa pubblica Per l'Italia Giusta
Auditorium scuole medie - via Valmarana - Noventa P.

Mercoledì 6 Febbraio ore 21.00
Iniziativa pubblica Per l'Italia Giusta
Museo civico - Piazza Pighin - Stanghella

 


 

Attività parlamentare di Alessandro Naccarato

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Proposte di legge  (clicca qui)

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Interventi dell'on. Naccarato: 

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