LA CAMERA APPROVA IMPORTANTI MISURE PER L'OCCUPAZIONE, L'IVA E LA COESIONE SOCIALE
La Camera dei Deputati ha approvato il Decreto n.76 del 28 giugno 2013 che contiene un complesso di misure tese a promuovere l'occupazione, in particolare giovanile, e la coesione sociale, fronteggiare la particolare congiuntura economica, mediante l'adozione di disposizioni in materia di IVA, interventi urgenti per il sistema produttivo e altre misure ritenute idonee a promuovere gli investimenti e, infine, assicurare il rispetto degli impegni assunti in sede internazionale e comunitaria.
Il provvedimento è così suddiviso: al titolo I: norme in materia di incentivi per nuove assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori giovani (articolo 1); misure relative all'apprendistato professionalizzante, ai tirocini formativi e di orientamento, al periodo di utilizzo del credito d'imposta per nuove assunzioni, ai tirocini curricolari e in orario extra-curriculare (articolo 2); stanziamenti per le misure relative all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego, per progetti relativi alle infrastrutture sociali e alla valorizzazione di beni pubblici nel Mezzogiorno, nonché per borse di tirocinio formativo per i giovani delle regioni del Mezzogiorno; l'ampliamento dell'ambito territoriale di applicazione della cosiddetta carta acquisti sperimentale (articolo 3); misure volte a velocizzare le procedure in materia di riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati dai Fondi strutturali e di rimodulazione del Piano di Azione Coesione (articolo 4); l'istituzione di una struttura di missione volta ad attuare il programma comunitario "Garanzia per i Giovani" e la ricollocazione dei lavoratori destinatari dei cosiddetti ammortizzatori sociali in deroga (articolo 5); norme per il raccordo tra i percorsi di istruzione e formazione professionale regionale e quelli degli istituti professionali statali (articolo 6, soppresso dal Senato); al titolo II: modifiche alla disciplina legislativa in materia di contratti di lavoro, tentativo obbligatorio di conciliazione, dimissioni e risoluzione del rapporto, ammortizzatori sociali di settore (articolo 7); la stabilizzazione di associati in partecipazione con apporto di lavoro (articolo 7-bis, introdotto dal Senato); l'istituzione nell'ambito del Ministero del lavoro della Banca dati delle politiche attive e passive (articolo 8); disposizioni relative ai profili di responsabilità per trattamenti retributivi e contributi nello svolgimento degli appalti; norme relative alla disciplina sulla rivalutazione degli importi di ammende e sanzioni in materia di igiene, salute e sicurezza del lavoro; modifiche alla normativa che consente ai contratti collettivi locali di derogare alla legge o ai contratti nazionali; norme relative ai soggetti extracomunitari; norme sulle assunzioni nelle imprese agricole; modifiche alla disciplina della s.r.l. semplificata; modifiche alla disciplina delle start-up innovative (articolo 9); disposizioni in materia di funzionamento della COVIP, competenze dell'INPS, finanziamento e prestazioni dei fondi pensione, requisiti reddituali per la pensione di invalidità (articolo 10); disposizioni sui risparmi di spesa degli enti di previdenza di diritto privato (articolo 10-bis, introdotto dal Senato); al titolo III: disposizioni relative al rinvio al 1° ottobre 2013 dell'applicazione dell'incremento dal 21 al 22 per cento di una aliquota IVA, nonché norme sulla destinazione degli utili dei titoli di Stato greci nel portafoglio Securities Markets Programme attribuibili all'Italia; l'autorizzazione all'erogazione di contributi in favore del Chernobyl Shelter Fund e del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo; modifiche alla disciplina concernente le agevolazioni in favore dei soggetti danneggiati dagli eventi sismici del maggio 2012; norme relative alla rimozione dei materiali contenenti amianto in talune zone colpite da calamità naturali; disposizioni in materia di addizionale regionale all'IRPEF nelle regioni a Statuto speciale; disposizioni sull'accertamento del disavanzo relativo al trasporto ferroviario nella regione Campania; l'anticipazione di finanziamenti alle fondazioni lirico sinfoniche; disposizioni sull'incremento dell'acconto IRPEF e IRES 2013 e sull'incremento dell'acconto sugli interessi maturati su conti correnti e depositi; l'assoggettamento delle sigarette elettroniche all'imposta di consumo (articolo 11); norme sul limite di indebitamento degli enti locali e sul Fondo svalutazione crediti (articolo 11-bis, introdotto dal Senato); la copertura finanziaria del provvedimento (articolo 12). Nel corso dell'esame al Senato sono stati introdotti numerosi commi aggiuntivi all'articolo 11, relativi a vari argomenti, tra i quali: i pagamenti degli stati di avanzamento dei lavori conseguenti al terremoto dell'Abruzzo (comma 11-bis); le bonifiche ambientali nella valle del Belice (comma 11-ter); l'esercizio del credito nei territori colpiti dal sisma del maggio 2012 (comma 11-quater); gli interventi di recupero del borgo storico di Spina del comune di Marsciano (comma 11-quinquies); i piani di rientro regionali dai disavanzi sanitari (comma 12-bis); i debiti delle pubbliche amministrazioni (commi da 12-ter a 12-septies). L'articolo 13 dispone l'entrata in vigore dal giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. LEGGI TUTTO ...
PER SAPERNE DI PIU' LEGGI I SEGUENTI DOCUMENTI Testo del Decreto Dossier di approfondimento
IL DISEGNO DI LEGGE PER LE RIFORME COSTITUZIONALI: INTERVENTO IN AULA DI ALESSANDRO NACCARATO
E' iniziata la discussione sul disegno di legge che istituisce il comitato parlamentare per avviare le riforme costituzionali. Il testo rafforza ed estende le garanzie per le minoranze e consente finalmente di avviare un percorso per discutere di riforme circoscritte e ben definite per rendere più efficiente l'attività del Parlamento. Qui di seguito riportiamo il testo dell'intervento in aula di Alessandro Naccarato.
Il ddl in esame avvia il percorso per esaminare le proposte di riforme costituzionali relative agli articoli di cui ai titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione. Il testo riprende gli indirizzi contenuti nelle mozioni parlamentari approvate a fine maggio dal Senato e dalla Camera e contribuisce a realizzare la volontà – espressa in più occasioni in tempi recenti dalla quasi totalità delle forze politiche – di approvare la riforma necessarie ad assicurare l’effettività delle garanzie dei diritti sanciti nella prima parte della Costituzione. Il percorso e il metodo proposti dal ddl prevedono tre elementi principali di deroga transitoria all’articolo 138 della Costituzione: l’istituzione di un Comitato parlamentare bicamerale per svolgere i lavori istruttori dei ddl di riforma prima dell’esame delle due camere; una riduzione da 90 a 45 giorni del periodo che separa la I e la II votazione dei due rami del parlamento; l’introduzione della facoltà del referendum confermativo anche in caso di approvazione dei ddl di riforma con una maggioranza di due terzi della Camera e del Senato. LEGGI TUTTO ...
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Testo del disegno di legge del Governo
EMERGENZA CARCERI: NUOVE MISURE PER L'ESECUZIONE DELLA PENA
Approvato un importante decreto atteso da tempo sull'esecuzione della pena e per affrontare la situazione di emergenza degli istituti carcerari.
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Testo del Disegno di Legge di conversione del Decreto 78 del 1 luglio 2013 Dossier di approfondimento
ITALCEMENTI CHIUDE: UNA SCONFITTA PER IL TERRITORIO
Quando Italcementi ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Monselice dal 1.1.2014 sono rimasto molto amareggiato perché si determinerà la perdita di numerosi posti di lavoro e di una struttura produttiva importante. La chiusura era annunciata da tempo: infatti è la diretta conseguenza dell’attività di alcuni comitati e dei sindaci di Este e di Baone per bloccare il progetto di revamping. Questo progetto fu proposto dalla proprietà nel 2009 per migliorare l’impatto ambientale e rilanciare lo stabilimento di Monselice. Contro il progetto sono stati presentati diversi ricorsi, alcuni dai 2 comuni prima ricordati, che sono stati tutti bocciati in modo definitivo dal Consiglio di Stato. I ricorsi hanno provocato il blocco del revamping 4 anni. Così Italcementi ha deciso l’anno scorso di spostare l’investimento di 160 milioni di euro da Monselice alla ristrutturazione di un impianto in Lombardia. Negli anni scorsi c’è stato un dibattito acceso sul progetto e io, a differenza della maggioranza dei rappresentanti istituzionali del Pd, sono sempre stato favorevole. Purtroppo, nonostante le sentenze della magistratura, alla fine hanno prevalso i contrari. Un’ostilità ottusa e pregiudiziale contro l’industria ha prodotto un danno enorme. Alcuni politici locali hanno di fatto bloccato un progetto che salvaguardava lavoro e ambiente, assicurava l’occupazione e riduceva emissioni e consumi energetici. Adesso, di fronte ai licenziamenti, con un’ipocrisia senza ritegno, chi ha provocato la chiusura dello stabilimento prova a scaricare le responsabilità altrove e prova a spostare l’attenzione proponendo improbabili e fantasiose riconversioni. Purtroppo il nostro territorio perde un ltro impianto produttivo e con esso professionalità, ricchezza e lavoro.
EPILOGO PARADOSSALE PER L'ITALCEMENTI MATTINO DI PADOVA 26 GENNAIO 2013
Giovedì 24 gennaio 2013 il Consiglio di Stato ha pronunciato due sentenze che chiudono definitivamente il “caso” del revamping Italcementi a Monselice. I giudici amministrativi hanno respinto i ricorsi al Tar dei Comuni di Baone ed Este confermando la regolarità del piano di ammodernamento della cementeria. Dal punto di vista giudiziario finisce così una vicenda iniziata tre anni fa, prolungatasi fino a oggi, non a causa della lentezza della magistratura, ma per l’uso improprio dello strumento del ricorso al Tar. Per la piena comprensione della vicenda è utile ripercorrere le tappe che ci hanno portato fino a qui. Nel 2009 Italcementi propone il revamping, un investimento di circa 150 milioni di euro per garantire un futuro produttivo allo stabilimento di Monselice e consentire la riduzione delle emissioni inquinanti nell’atmosfera. Fin da subito si creano due fronti opposti: i favorevoli al progetto, convinti della necessità e urgenza dell’intervento migliorativo, e i contrari, che contestano le procedure seguite e denunciano che il revamping è finalizzato alla combustione dei rifuti nell’impianto. Al termine di un lungo iter, che coinvolge tutte le istituzioni competenti, a fine 2010 il progetto viene approvato. I Comitati contrari, allora, scelgono la via dell’opposizione amministrativa. A febbraio 2012 il Consiglio di Stato dà ragione a Italcementi dichiarando che il progetto “comporterà un notevole abbattimento delle emissioni” e “un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente” e che il procedimento seguito è corretto. A questo punto, in un Paese “normale”, la vicenda sarebbe conclusa. Ma i Comuni di Baone ed Este presentano due ricorsi al Tar denunciando ulteriori irregolarità amministrative. Trascorrono altri 11 mesi, finchè ieri il Consiglio di Stato ha emesso la sentenza definitiva sulla questione, ribadendo che il progetto è stato approvato a norma di legge e che i ricorrenti avevano torto. Nel frattempo Italcementi, viste le ostilità e i ritardi opposti a livello locale, ha deciso di spostare l’investimento in Lombardia dove gli enti locali hanno sostenuto l’operazione, mentre a Monselice si ridurrà drasticamente l’occupazione perché l’impianto verrà declassato a sito per la macinazione. L’epilogo è paradossale: in tempi di crisi, dove tutti parlano di lavoro e sviluppo, si è persa un’occasione, forse irripetibile, per rilanciare un insediamento produttivo garantendo l’occupazione nel rispetto dell’ambiente. La colpa non è della politica in generale, come qualcuno oggi prova a far credere per fare confusione e auto-assolversi. La responsabilità è di una parte politica ben precisa: quella contraria al progetto che ha fatto di tutto per ostacolarlo, arrivando al punto di sostenere tesi che i giudici hanno bocciato in via definitiva.
Alessandro Naccarato Deputato Gruppo PD
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