NACCARATO: «ECCO PERCHÉ È MEGLIO VOTARE CUPERLO»
MATTINO DI PADOVA 26 NOVEMBRE 2013
Il Pd è l’unico partito italiano che fa ancora i congressi e dove si confrontano in modo democratico idee diverse. Da mesi è in corso una campagna mediatica di tv e giornali a sostegno di Renzi che descrive la nostra esperienza come un fallimento e i nostri dirigenti come vecchi incapaci, attaccati alle poltrone. Così si sta indebolendo il governo Letta e alimentando la demagogia di Grillo. Chi sostiene Cuperlo deve iniziare a rispondere con argomenti concreti a questa campagna. Renzi attacca ogni giorno il governo con lo scopo di farlo cadere e andare ad elezioni anticipate. Del resto questo governo non piace a nessuno e parlarne male aumenta i consensi. Eppure l’emergenza economica è stata affrontata seriamente e secondo l’Unione Europea dal 2014 le cose miglioreranno. Lo Stato ha iniziato a pagare i debiti con le imprese. La lotta all’evasione fiscale è sempre più incisiva ed efficace. Per la prima volta dopo 6 anni il Parlamento ha approvato una legge che aumenta le risorse per la scuola e la ricerca.
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8 DICEMBRE: PERCHÈ VOTARE CUPERLO
I RISULTATI DEI CONGRESSI DI CIRCOLO IN PROVINCIA DI PADOVA (PDF)
Dopo i congressi tra gli iscritti per eleggere i dirigenti locali si è conclusa anche la II fase del congresso del PD: Renzi ha vinto con il 46,7%; Cuperlo ha raccolto il 38,4%; Civati il 9,2% e Pittella il 5,7%. L’otto dicembre ci saranno le primarie dove potranno votare tutti i cittadini. Il dibattito e i dati dei congressi consentono di valutare con attenzione il nostro stato di salute e di fare alcune prime considerazioni. Renzi, a differenza di un anno fa, ha vinto a livello nazionale e nella maggioranza dei circoli. Nel congresso sono presenti idee diverse che devono confrontarsi in modo aperto e trasparente. L’importante è evitare ipocrisie o falsi unanimismi di facciata. Per queste ragioni penso che chi sostiene Cuperlo ed è preoccupato dalle proposte di Renzi debba reagire e iniziare a rispondere con argomenti concreti alla campagna mediatica in atto da mesi a sostengo del sindaco di Firenze. Tale campagna di disinformazione descrive la nostra esperienza come un fallimento, causa di tutti i mali italiani e raffigura i nostri dirigenti come una massa di vecchi incapaci, attaccati alle poltrone. Così si sta indebolendo il governo Letta e alimentando la demagogia di Grillo.
Perché Renzi vince. Gli argomenti più frequenti e più convincenti usati dai sostenitori di Renzi sono: 1. Da 20 anni va tutto male. La colpa è dei vecchi dirigenti, in particolare di D’Alema - che viene evocato come una specie di diavolo causa delle peggiori schifezze accadute in Italia - e da chi proviene dal PCI-PDS-DS. Bisogna cambiare tutto e tutti. Devono essere tutti “rottamati” (alcuni usano anche termini più espliciti come “seppelliti” o “eliminati”). 2. Il PD è in crisi per colpa dei 101 parlamentari che non hanno votato Prodi come Presidente della Repubblica. Devono essere individuati e puniti. 3. Serve un ricambio generazionale: avanti i giovani. 4. Con Renzi si vince.
Questi argomenti sono veicolati da giornali e televisioni dove è in corso una vera e propria campagna di opinione per sostenerli e divulgarli in modo ossessivo e senza contraddittorio. Basta pensare allo spazio dedicato su televisioni e giornali a Renzi e Cuperlo. Altro che par condicio! Il primo ha avuto e continua ad avere almeno 5 volte lo spazio del secondo. Gli argomenti sono semplici e individuano i colpevoli degli insuccessi e dei problemi del PD nel gruppo dirigente. E’ tutto così facile? Penso di no.
Il nuovo miracolo italiano: rottamare e cambiare verso. La soluzione proposta da Renzi è immediata: rottamare, seppellire, eliminare gli attuali gruppi dirigenti, cambiare tutto, cambiare verso. Renzi vincerà di sicuro le prossime elezioni e tutto cambierà in meglio. Il messaggio è di tipo messianico e ricorda molto la discesa in campo di Berlusconi nel 1994. Ricordate? I politici cattivi e ladri avevano portato l’Italia nel baratro (crisi economica del 1992, uscita dell’Italia dal sistema monetario europeo, tangentopoli). Bisognava mandare via tutti e cambiare tutto. Per uscire bisognava cacciare “il vecchio” e scegliere “il nuovo”: la stessa proposta di oggi!!! Arrivò Berlusconi con il suo “nuovo miracolo italiano” e vinse. Abbiamo visto come è andata a finire… Se esaminati con attenzione gli argomenti sono superficiali, consentono di sfogare la rabbia e la delusione dei nostri militanti ma non offrono soluzioni e risposte vere. Proviamo a riflettere in modo autonomo dai condizionamenti e dai luoghi comuni e interroghiamoci sugli argomenti pro Renzi. 1.Se da 20 anni va tutto male è colpa solo di D’Alema e degli ex comunisti? Alcuni attuali sostenitori di Renzi sono esenti da responsabilità? Tra chi oggi invoca Renzi ci sono molti che hanno diretto a vario titolo il PD con Veltroni, Franceschini e Bersani: non c’entrano nulla con le nostre difficoltà? 2.Siamo così sicuri che tra i nostri parlamentari che non hanno votato Prodi non ci sia nessun sostenitore di Renzi? I 101 erano tutti “dalemiani” ed ex comunisti cattivi? La scelta di Renzi di non far votare Marini, nonostante la decisione a maggioranza dei gruppi parlamentari del PD, non ha influito sul successivo disastro dei 101? Ricordate? I parlamentari “renziani” – ma Renzi non vuole abolire le correnti? – abbandonarono la riunione dei gruppi prima del voto perché il sindaco di Firenze in diretta televisiva aveva annunciato che votare Marini o Finocchiaro era “un’offesa agli italiani”. Chi non ha votato Marini senza rispettare le decisioni dei gruppi non c’entra nulla con i 101? Inoltre c’è un aspetto logico-temporale da considerare. Le colpe dei 101 sono gravi ed evidenti ma non c’entrano nulla con l’insuccesso elettorale e la crisi del PD. Infatti prima abbiamo perso ( o non vinto) le elezioni politiche nel mese di febbraio e poi, nel mese di aprile, c’è stato l’episodio dei 101. Dopo ci sono state molte elezioni amministrative: centinaia di Comuni, tra cui Roma, Treviso, Vicenza e tanti altri, le Province autonome di Trento e di Bolzano, le Regioni Friuli Venezia Giulia e la Basilicata. Il PD ha vinto quasi ovunque. A parte in Friuli, dove, secondo la nuova presidente, si è vinto nonostante il PD, le elezioni sono andate bene e abbiamo dato segni di ripresa. 3. Abbiamo scelto il 70% di deputati e senatori del PD con le primarie; molti di questi sono giovani con meno di 30 anni e sono entrati per la prima volta in Parlamento. Perché questo radicale rinnovamento non va bene? Forse chi ha perso le primarie per i parlamentari agita il tema del rinnovamento per sostituirsi agli attuali deputati e senatori? 4. Con Renzi si vince. Come? E, soprattutto, per fare cosa? Senza scomodare i classici del pensiero politico per così poco (il fine giustifica ancora i mezzi? Tutti?) dobbiamo interrogarci e discutere sui programmi e sugli strumenti da utilizzare per realizzarli. La vittoria fine a se stessa non può giustificare tutto. Dopo le primarie, a un certo punto, dovremo affrontare le elezioni vere. Per vincere non basterà dire che si è vincenti, nuovi, giovani.
Se vince Renzi. Se vince Renzi cambierà tutto ma, a leggere con attenzione il suo documento congressuale, non si dice come. Un esempio su un tema importante: il lavoro. Premesso che finora – come sempre e in tutte le materie – si è sbagliato tutto la proposta di Renzi è quella di cambiare i centri per l’impiego. Come? Non si sa. La formazione professionale non funziona e va cambiata. Come? Come i centri per l’impiego. C’è un “numero di sindacati e di sindacalisti che non ha eguali nei paesi occidentali” e quindi serve una legge sulla rappresentanza. Quale? Non è scritto. La stessa cosa vale per la scuola. Da gennaio 2014 – propone Renzi - ci sarà “la più grande campagna d’ascolto a livello europeo” che coinvolgerà insegnanti, assessori, circoli, ragazzi del PD. Su cosa saranno ascoltati? Quali proposte si avanzano? Saranno decise con la campagna d’ascolto? Sono solo alcuni esempi. Renzi dice quello che le persone vogliono sentirsi dire: va tutto male e deve essere cambiato; se vince Renzi sarà la gente a decidere cosa fare. Renzi si colloca così nel solco del populismo e della demagogia già visti con Berlusconi e Grillo.
Un partito di governo? Uno degli effetti delle proposte di Renzi è l’attacco continuo al governo Letta con l’evidente scopo di farlo cadere e andare ad elezioni anticipate al più presto. Così Renzi potrebbe raggiungere il suo vero obiettivo: candidarsi a premier e, secondo lui e molti fedeli, vincere le elezioni. Per questo Renzi inonda ogni giorno tv e giornali di dichiarazioni critiche sui vari provvedimenti del governo e non parla mai delle tante cose positive realizzate finora. Del resto questo governo non piace a nessuno e parlarne male aumenta i consensi. L’emergenza economica è stata affrontata seriamente e secondo l’Unione Europea dal 2014 le cose dovrebbero iniziare a migliorare. Lo Stato ha iniziato a pagare i debiti con le imprese. La lotta all’evasione fiscale è sempre più incisiva ed efficace. Dopo 6 anni per la prima volta il Parlamento ha approvato una legge che aumenta le risorse per la scuola e la ricerca, in particolare per contrastare l’abbandono e potenziare le nuove tecnologie. Con grande rigore è stata avviata la bonifica, continuando la produzione, all’Ilva di Taranto, da cui dipende il futuro della siderurgia italiana. Gli ammortizzatori sociali, a partire dalla cassa integrazione, sono stati prorogati. E’ partito il piano di sostegno alle assunzioni dei giovani. I primi successi e la tenuta del governo stanno provocando la crisi del centro destra e di scelta civica; ed è evidente che la divisione del centrodestra apre uno scenario nuovo e aumenta la forza del governo. La legge contro la corruzione è entrata in vigore e viene applicata con la giusta severità: tra pochi giorni, nonostante i tentativi di ricatto, Berlusconi decadrà da senatore e sarà ineleggibile per i prossimi 6 anni. Questo elenco sintetico dimostra che il governo Letta sta operando bene e che se il PD lo sosterrà con convinzione si possono raggiungere risultati importanti. Ma Renzi non è convinto. Basta pensare ai recenti casi Cancellieri e De Luca.
Cancellieri o De Luca? Il ministro della giustizia Cancellieri è al centro di polemiche per avere telefonato a membri della famiglia Ligresti dicendo che si sarebbe interessata della sorte dei parenti detenuti; non è indagata e la procura di Torino ha dichiarato pubblicamente che il suo comportamento è stato corretto e non sono state violate leggi. Renzi, Cuperlo e Civati hanno chiesto le dimissioni del ministro per ragioni di opportunità politica. Il movimento 5 stelle ha presentato una mozione di sfiducia contro la Cancellieri. Letta ha riunito i gruppi parlamentari e ha spiegato che le dimissioni – oltre ad essere prive di ragioni – avrebbero provocato la caduta del governo. Tutti i deputati hanno accolto la richiesta di Letta e hanno votato contro la mozione di sfiducia. Perché dopo il voto Renzi e Civati sostengono che la Cancellieri è stata salvata da Letta e Cuperlo? Per indebolire il governo e lucrare qualche voto. Qualche giorno dopo il viceministro dei trasporti e sindaco di Salerno del PD, De Luca, è stato indagato per un’operazione edilizia decisa nella sua città. Il movimento 5 stelle ha annunciato che presenterà una mozione di sfiducia. Renzi ha dichiarato (agenzie 22.11.2013): “Le dimissioni si chiedono ai condannati, non agli indagati” e che un avviso di garanzia non è una condanna. Perché il Sindaco di Firenze ha cambiato idea? La Cancellieri, che non era indagata, doveva dimettersi De Luca, che lo è, no. Perché? Perché De Luca ha sostenuto Renzi e rappresenta bene il trasformismo di tanti ex sostenitori di Bersani che ora passano con il vincitore annunciato.
Trasformismo: dal giaguaro al gattopardo. Un aspetto sorprendente del congresso è il numero di ex sostenitori di Franceschini e di Letta che, dopo aver sostenuto Bersani, adesso sostengono Renzi. Certo ogni scelta è legittima e se si vuole il cambiamento la prima cosa da fare è cambiare la propria opinione. Si sa: gli ex comunisti sono ottusi e tetragoni per definizione ma un po’ di coerenza non guasterebbe. Come è possibile avere sostenuto Bersani 10 mesi fa contro Renzi e adesso sostenere Renzi? Forse per istinto di sopravvivenza? Azzardando una metafora zoologica si passa dal “giaguaro da smacchiare” di Bersani a “Il Gattopardo”. Infatti molti di quanti sono passati velocemente da Bersani a Renzi ricordano uno dei protagonisti del romanzo di Tomasi di Lampedusa quando diceva: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”. Penso che molti che hanno paura di essere rottamati siano passati con il vincitore annunciato sperando di restare a galla e di trasformarsi così da rottamati in rottamatori. Alcuni esempi. Fatico a comprendere sindacalisti ed ex sindacalisti che scelgono Renzi perché dice che ci sono troppi sindacalisti e che ai sindacati serve una “bella cura dimagrante”. Non capisco persone che hanno diretto o dirigono associazioni che vivono di formazione professionale, come le Acli, che scelgono Renzi perché dice che la formazione professionale in Italia fa schifo e serve solo a mantenere i formatori. Per non parlare di dirigenti politici e rappresentanti istituzionali che da diversi anni ricoprono incarichi importanti che sostengono Renzi perché dice di mandare via tutti perché hanno combinato disastri. Temo che dietro alle numerose conversioni sulla via di Firenze ci sia un’operazione di trasformismo per salvare destini e carriere personali e non cambiare nulla: l’esatto contrario di quanto propone Renzi.
L’alternativa. La confusione e l’ambiguità delle proposte politiche del PD per affrontare la crisi sono una delle cause delle nostre difficoltà. L’Italia è ancora un paese industriale e la base elettorale del PD, soprattutto quella proveniente dalle forze di sinistra, è costituita da occupati ed ex occupati dell’industria. Queste persone hanno maturato una coscienza e un orientamento politico basati su un’idea di sviluppo produttivo e di crescita economica legati all’industria. Attorno a quella idea si sono formati una cultura del lavoro e un insieme di diritti e tutele basati sulla solidarietà e sulla giustizia sociale. Questo sistema di idee e di valori è stato per lungo tempo il patrimonio fondamentale e un tratto identitario della sinistra. La crisi ha messo in difficoltà tutto ciò e la risposta del PD, almeno finora, è stata debole e contraddittoria. Bisogna riprendere con forza il programma del I governo dell’Ulivo (Prodi era presidente del consiglio e Bersani ministro dell’industria) per riavviare una politica industriale. In estrema sintesi bisogna difendere alcuni settori strategici della nostra industria (chimica, siderurgia, meccanica, farmaceutica); abbassare i costi dell’energia costruendo finalmente i rigassificatori previsti e riducendo l’impatto delle rinnovabili sulle bollette; sostenere l’edilizia per un piano di investimenti sulla sicurezza idrogeologica del territorio e dell’edilizia scolastica; realizzare infrastrutture strategiche come la linea alta velocità Torino-Lione. Attorno alla politica industriale è possibile rilanciare la ricerca scientifica applicata e il sistema dell’indotto gestito dalle piccole e medie imprese. Il PD deve uscire dalle ambiguità che lo hanno contraddistinto finora, affrontare in modo chiaro questi nodi e parlare con una sola voce. Se non lo fa e continua a rincorrere per calcoli di convenienza posizioni populiste e ideologiche come la “decrescita felice” o, peggio, a inseguire, come hanno fatto alcune organizzazioni sindacali e alcuni nostri dirigenti, i movimenti antieuropei e gli estremisti violenti “no tav” della val di Susa, è destinato a perdere ancora consensi e militanti. Il documento che sostiene la candidatura di Cuperlo a segretario ha il grande merito di evitare il facile populismo e di presentare una proposta politica seria sul lavoro, sull’integrazione europea e sul partito. Sul lavoro si propone di puntare su crescita e sviluppo rilanciando le politiche industriali nei settori strategici e nell’innovazione. Si sostiene con chiarezza che l’Italia può uscire dalla crisi solo insieme all’Europa e riprendendo il processo di integrazione da attuare mediante la cessione di sovranità in materie fondamentali come fisco, immigrazione e difesa. Ci sono 10 proposte concrete per ricostruire il partito come soggetto autonomo e strumento di partecipazione democratica. L’esatto contrario della proposta di Renzi: un comitato elettorale per il segretario che organizza primarie permanenti su tutto. Gli interventi principali sono: il ruolo degli iscritti che va aumentato per evitare quanto è successo con i casi di tesseramento gonfiato causati da regole assurde; il segretario deve essere scelto dagli iscritti e non da tutti, compresi quanti non ci votano; eliminazione dei doppi e tripli incarichi (Renzi farà contemporaneamente il segretario e il sindaco di Firenze?); rotazione delle funzioni con tempi certi; maggiore formazione degli iscritti e dei gruppi dirigenti.
Per questi motivi l’8 dicembre sosterrò Cuperlo come segretario nazionale del PD.
IL SENATO DICHIARA DECADUTO BERLUSCONI: LE BUGIE CONTRO IL PD HANNO LE GAMBE CORTE
Ieri il Senato della Repubblica ha preso atto della decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. In sostanza questo ramo del Parlamento ha applicato la legge Severino che stabilisce che chi riceve una condanna superiore ai 2 anni di reclusione non può candidarsi in Parlamento o, se è già stato eletto, deve lasciare le Camere e che l'incandidabilità dura per 6 anni. Quando la causa di incandidabilità si presenta o è accertata nel corso del mandato, la Camera di appartenenza delibera la decadenza ai sensi dell'art. 66 della Costituzione. I fatti di ieri al di là dei diversi accenti con i quali sono stati accolti dalle forze politiche, sono importanti perché avviano la chiusura di un ciclo nella politica italiana, ma anche perchè fanno cadere le tre critiche che in questi mesi sono state rivolte al Partito Democratico. La prima osservazione è che la Legge Severino, è sempre utile ricordarlo, votata quasi all'unanimità è una buona legge che ha prodotto le conseguenze volute dal legislatore, perché impedisce che i condannati con sentenza definitiva per gravi reati siedano in Parlamento. il 1° Agosto la Corte di Cassazione ha condannato Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Ed oggi esattamente come capiterebbe ad ogni altro cittadino nelle sue condizioni Silvio Berlusconi non è più parte del Senato. La seconda evidenza è che le critiche alle larghe intese fondate sulla presunta volontà di salvare Berlusconi si sono dimostrate del tutto infondate. Infatti, proprio grazie al PD, ieri si è prodotto il risultato che Berlusconi sia fuori dal Parlamento e debba rispondere, privo delle prerogative di senatore, dei fatti che gli vengono addebitati da sentenze definitive. Il terzo punto sul quale è utile chiarire le conseguenze dei fatti di ieri è che l'elezione di Giorgio Napolitano alla carica di Presidente della Repubblica non è mai stata condizionata da alcun accordo con Berlusconi. In questi mesi alcune forze politiche e anche qualche anima bella nelle nostre fila ha usato questo argomento falso per provare ad indebolire l'azione del PD, arrivando anche a sostenere che Presidente della Repubblica avrebbe concesso la grazia a Berlusconi: con la decadenza diventa manifesta la totale strumentalità di queste fantasiose ricostruzioni. La realtà, al contrario è semplice e chiara: il Governo Letta è nato con l'obiettivo di dare risposte urgenti alle difficili condizioni economiche e finanziarie del Paese e di iniziare le riforme istituzionali a partire dalla Legge elettorale. Ogni altra ricostruzione usata per indebolire il Partito Democratico che sostiene questo governo è semplicemente falsa.
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