NACCARATO: «IL GOVERNO LETTA HA LAVORATO BENE. PERCHÉ CAMBIARLO?»
MATTINO DI PADOVA 15 FEBBRAIO 2014
La fine del governo Letta e il tentativo di sostituirlo con Renzi rischiano di determinare fratture profonde tra il partito democratico e i suoi iscritti ed elettori. La vicenda presenta aspetti problematici e numerosi limiti sul piano istituzionale e politico. In primo luogo non c’è un motivo istituzionale per cambiare un governo che gode ancora della fiducia di un’ampia maggioranza parlamentare e che non è stato battuto né alla Camera né al Senato. Letta ha deciso di dimettersi per un voto negativo della direzione di un partito, il suo, che, fino a prova contraria, non ha il potere di decidere le sorti degli esecutivi che dipendono dal voto delle Camere. Il gruppo dirigente del Pd ripropone così una pratica diffusa ai tempi dei governi di coalizione a guida democristiana anni ’60, ’70 e ’80 che era stata giustamente abbandonata dal 1994. E’ un grave errore ridare ai partiti un ruolo (far cadere e far nascere i governi), che la Costituzione non attribuisce loro. Dopo aver parlato di rottamazione e di rinnovamento Renzi torna ad usare i peggiori metodi democristiani del passato, quando i partiti determinavano la vita e la morte dei governi. L’Ulivo ha già fatto un errore simile, quando nel 1998 D’Alema sostituì Prodi alla guida del governo senza aver vinto le elezioni. Quella volta Prodi giustamente pretese un voto della Camera che lo sfiduciò; oggi Letta ha ancora la piena fiducia del Parlamento. Qualcuno, dimostrando grande confusione istituzionale, sostiene che Renzi è legittimato per aver vinto le primarie del Pd ma dimentica che quelle consultazioni servivano a scegliere il segretario di un partito e non il presidente del consiglio.
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Nonostante la crisi di Governo la Camera dei Deputati ha approvato alcuni importanti provvedimenti in discussione da tempo come l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e più recnti come il Decreto Destinazione Italia. Di seguito gli approfondimenti per ciascuno dei due atti.
ABOLIZIONE DEL FINANZIAMENTO AI PARTITI
La Camera dei Deputati ha convertito in legge il decreto-legge n. 149 del 2013 che abroga il finanziamento pubblico diretto dei partiti politici e lo sostituisce con un sistema di finanziamento basato sulle detrazioni fiscali delle donazioni private e sulla destinazione volontaria del due per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche. Nonostante l'incomprensibile ostruzionismo del Movimento 5 Stelle dopo mesi di dibattito il provvedimento emanato dal Governo Letta a fine dicembre è oggi legge dello Stato.
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Testo della Legge
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LA CAMERA APPROVA IL DECRETO DESTINAZIONE ITALIA
La Camera dei Deputati ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge di conversione del decreto legge 145/2013, denominato "Destinazione Italia", che contiene misure per il rilancio della competitività delle imprese. In particolare il provvedimento si occupa di energia, credito, microimpresa, ricerca e sviluppo, bonifica di aree industriali dismesse, internazionalizzazione e digitalizzazione, lavoro sommerso, EXPO e altre infrastrutture.
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Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento
AGENDA
VENERDI' 21 FEBBRAIO ORE 18.30 FORUM SICUREZZA PD SEDE PROVINCIALE PD - VIA B.PELLEGRINO 16 - PADOVA
SABATO 22 FEBBRAIO ORE 15.00 LE NORME E IL NUOVO GOVERNO LOCALE BIBLIOTECA COMUNALE - MEGLIADINO SAN VITALE
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