L'ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI E L'ISOLAMENTO DI PADOVA
MATTINO DI PADOVA 26 LUGLIO 2014
L’annuncio del nuovo sindaco di Padova, Massimo Bitonci, di non mettere a disposizione immobili per l'accoglienza dei profughi che hanno raggiunto l'Italia isola la città e non produce alcun risultato concreto. Il sindaco leghista continua la campagna elettorale, e, per compiacere le paure contro l'immigrazione, proclama di non volere profughi a Padova. In questo modo trasmette un messaggio chiaro: la nuova amministrazione non accoglierà più cittadini stranieri e la città sarà più sicura. Addirittura il sindaco polemizza con il prefetto, che, in quanto rappresentate del governo, sta facendo il proprio mestiere per trovare soluzioni possibili. Tralascio considerazioni umanitarie che non mi competono, ma non si può tacere di fronte all'ipocrisia di forze politiche che strumentalizzano il crocefisso per ragioni elettorali e poi rifiutano l'accoglienza a persone disperate. So che a molte persone questo messaggio piace e che, anche per tale ragione, Bitonci ha vinto le elezioni ma il messaggio è falso e l'annuncio del sindaco è inutile. I profughi non c'entrano nulla con la sicurezza e agitare il problema serve solo per nascondere i problemi e le promesse non mantenute. I reati predatori e violenti sono commessi non dai profughi ma da bande di criminali, italiani e stranieri, che continuano a delinquere a prescindere da chi amministra e dal numero degli accattoni o dei poveri. I profughi vengono accolti per ragioni umanitarie e nel segno dei fondamentali principi di solidarietà e di civiltà, e per rispettare accordi e trattati internazionali e dell'Unione europea. Per questo l'Italia è impegnata ad affrontare una drammatica emergenza umanitaria: la migrazione di migliaia di profughi disperati che fuggono dalla miseria e dalle guerre. La migrazione continuerà a lungo finché non miglioreranno le condizioni di vita dell'Africa centro settentrionale e non si fermerà con i proclami leghisti, né lasciando affondare i barconi nel Mediterraneo. L'Italia è particolarmente esposta per ragioni geografiche che ci rendono il più vicino e il primo luogo di approdo per gli sbarchi. Per questo il governo ha deciso l'operazione "mare nostrum" che sta salvando migliaia di vite e sta dimostrando il lato migliore della solidarietà e dell'umanità italiane. Chi invoca la chiusura delle frontiere e il respingimento dei profughi raccoglie consenso ma promette una cosa impraticabile. E infatti nel 2011, quando finirono i regimi in Tunisia e in Libia, durante i governi della destra, ai tempi del leghista Maroni ministro dell'interno, decine di migliaia di profughi sbarcarono in Italia e furono accolti nei centri di assistenza promossi dai Comuni. Ma come? Se la Lega è al governo i profughi possono arrivare, se è all'opposizione no? Infine c'è un aspetto pratico da considerare. I profughi sbarcano in Italia e vengono ospitati in piccole quantità nei Comuni disponibili. Se i profughi non arriveranno a Padova andranno probabilmente nei comuni vicini e quindi graviteranno comunque nell'area urbana e frequenteranno anche la città. Cosa cambia allora per Padova? Niente sul piano della presenza dei profughi molto sul piano dei rapporti con le altre istituzioni. Il sindaco e la Lega rischiano di isolare Padova nel panorama nazionale, di rendere la città meno accogliente e di rovesciare a proprio svantaggio il rapporto con gli altri comuni. Infatti il comune capoluogo dovrebbe avere la forza di dare l'esempio e di coordinare e aiutare i comuni più piccoli costruendo una rete per gestire l'accoglienza.
LA CAMERA APPROVA LE NUOVE NORME PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA TRASPARENZA
La Camera dei Deputati ha approvato, con 346 voti favorevoli, 176 contrari e 10 astenuti, il disegno di legge di conversione del decreto 24 giugno 2014, n. 90, che contiene misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari. Si tratta di un provvedimento molto importante in primo luogo perchè si occupa di garantire concretamente un ricambio generazionale all'interno della pubblica amministrazione favorendo il turn over non più procrastinabile, ma di fronte al quale si erano manifestate diverse resistenze nelle passate legislature. Il testo si occupa degli strumenti per raggiungere questo risultato e di specificare il funzionamento per molte categorie interessate. Inoltre è prevista una nuova disciplina della mobilità insieme al divieto di incarichi di studio e di consulenza, incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a soggetti già lavoratori pubblici e privati collocati in quiescenza, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito. La legge si occupa anche di dare impulso all'Agenda Digitale, ridefinire le competenze dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), razionalizzare le Autorità indipendenti e aggiornare gli obblighi di trasparenza per la pubblica amministrazione. Entro il 31 ottobre, infine, il Consiglio dei Ministri emanerà l'Agenda per la semplificazione per il triennio 2015-2017, che contiene le linee di indirizzo in materia di semplificazione amministrativa comuni a Stato, regioni e autonomie locali e il cronoprogramma per l'attuazione delle relative misure.
Per saperne di più scarica i seguenti documenti
Dossier di approfondimento Servizio studi della Camera
Articolo de Il Sole 24 ore 31 luglio 2014
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