CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: SERVONO PIÙ CONTROLLI NEL SETTORE DEI RIFIUTI. IL CASO ROSSATO: COME LA MAFIA È ENTRATA NEL CICLO DEI RIFIUTI ATTRAVERSO UN’IMPRESA PADOVANA.
Il 22 luglio 2014 la procura antimafia di Reggio Calabria ha disposto l’arresto di 24 persone tra cui Sandro Rossato, imprenditore padovano nel settore dei rifiuti, ed esponenti della ‘ndrangheta legati alle cosche Libri e Condello. Gli arrestati sono indagati a vario titolo per associazione mafiosa (articolo 416 bis codice penale), turbativa della libertà degli incanti, aggravata dalla finalità di agevolare associazioni mafiose, intestazione fittizia di beni, sottrazione di beni sottoposti a sequestro, truffa aggravata. Gli arresti seguono un’inchiesta avviata già nel 2001 sulle infiltrazioni mafiose nella gestione delle discariche e del ciclo dei rifiuti in Calabria che nel marzo 2006 aveva portato all’arresto dello stesso Rossato e di altre numerose persone appartenenti alla ‘ndrangheta. Il Rossato nel corso degli anni ha costituito una vasta rete di società operanti nel settore della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti in Veneto e in Calabria, attraverso rapporti con imprese private e pubbliche che, alla luce dei procedimenti giudiziari in corso, devono essere approfonditi e analizzati con attenzione per prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali, e assicurare la concorrenza e la trasparenza nell’affidamento e nella gestione dei servizi di igiene ambientale.
La vicenda Rossato rappresenta un altro esempio di come la criminalità organizzata, attraverso la collaborazione attiva di imprenditori e professionisti settentrionali, apparentemente esterni ai gruppi mafiosi, è riuscita a inserirsi nel tessuto economico legale. Per questo servono una maggiore attenzione dell’opinione pubblica e maggiori controlli da parte delle istituzioni locali titolari dei servizi pubblici sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Per evitare facili strumentalizzazioni che creano confusioni e polemiche inutili, è necessario precisare che non tutte le persone e le imprese che hanno avuto rapporti con Rossato sono coinvolte nei procedimenti giudiziari. Pertanto devono essere distinti ruoli e responsabilità dei soggetti protagonisti della vicenda. Questo vale in particolare per due importanti società operanti nei servizi di pubblica utilità nel territorio padovano e veneto: SESA ed ETRA, che non risultano coinvolte nei procedimenti giudiziari in corso. Nella costituzione e gestione della prima Rossato ha avuto un ruolo decisivo fino al 2005; la seconda, dopo avere stabilito relazioni imprenditoriali, ha acquistato un ramo d’azienda di una società controllata dalla famiglia Rossato nei primi mesi del 2014.
Per comprendere le dinamiche delle infiltrazioni criminali, basate sulla capacità di attivare e mantenere relazioni con imprese legali operanti in territori distanti dai luoghi di provenienza, risulta utile ricostruire in sintesi le attività di Rossato.
Sandro Rossato ha per anni promosso, gestito e amministrato un insieme di società in Veneto. Dal 1988 è stato socio e amministratore con altri familiari della Rossato Fortunato srl, con sede a Pianga (Ve), società per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La famiglia Rossato ha partecipato come socio di minoranza alla costituzione della Società Estense Servizi Ambientali (SESA spa), controllata (51%) dal comune di Este (Pd), che gestisce il ciclo dei rifiuti in numerosi comuni della bassa padovana e della provincia di Treviso, una discarica nel comune di Este e un impianto per il trattamento della frazione umida. Sandro Rossato è stato vicepresidente di SESA dal 1995 al 2004, quando la famiglia Rossato è stata sostituita nella proprietà da società controllate dall’attuale consigliere di SESA Angelo Mandato e da alcuni suoi familiari. In questi anni Rossato e Mandato hanno intrattenuto diverse relazioni societarie. Tra il 2002 e il 2004 Rossato e Mandato, direttamente e tramite la controllata Eco tecno plans srl, sono stati soci della Rossato Fortunato srl e hanno collaborato attivamente. Proprio in quel periodo la Rossato Fortunato srl ha partecipato alla costituzione della Rossato sud srl e del Consorzio stabile airone sud. Sandro Rossato è stato amministratore unico della Rossato Fortunato srl fino al 2005. In base al bilancio consuntivo 2012 la società risulta di proprietà al 50% di Gianni e al 50% di Sandro Rossato. Nel 2001 la famiglia Rossato ha costituito la Rossato group, una spa di servizi alle imprese per la gestione del ciclo dei rifiuti con sede in piazza Garibaldi a Padova, che è stata amministrata fino al 2004 da un consiglio d’amministrazione composto da Gianni e Sandro Rossato e da Angelo Mandato. Il 20 maggio di quell’anno la società è stata assorbita dalla Finam group spa, società finanziaria controllata dalla famiglia Mandato, con sede a Mirano. Finam detiene la quota di minoranza di SESA spa. Rossato e Mandato hanno collaborato anche in Airone srl, società costituita tra l’azienda consorzio del mirese (51%), SESA (10%) e Rossato Fortunato srl (39%) per la raccolta dei rifiuti. Nel 2004 Rossato Fortunato srl ha ceduto la propria quota alla Finam controllata da Mandato.
Rossato Fortunato srl possiede RAMM srl, con sede a Pianga (Ve), amministratore unico Sandro Rossato e avente per oggetto i servizi per la gestione del ciclo dei rifiuti. Il ramo d’azienda di RAMM relativo alla gestione dell’impianto di cogenerazione da biogas nella discarica di via Pontifuri a Campodarsego (Pd) è stato venduto nel febbraio 2014 a ETRA spa, società pubblica di servizi composta da 77 comuni delle province di Padova e Vicenza. Inoltre RAMM srl è affidataria di servizi, in particolare per il comune di Mirano da parte di Veritas spa, importante multiutility operante nella provincia di Venezia.
Nel gennaio 2013 nel deposito di rifiuti della Rossato Fortunato srl in via Marinoni a Pianiga (Ve) si è sviluppato un incendio di notevoli proporzioni.
Rossato Fortunato srl ha iniziato a costituire società in Calabria nel 2000. Rossato sud srl, con oggetto sociale la raccolta e il trattamento dei rifiuti e sede a Reggio Calabria e capitale sociale di 118.000 euro, è stata costituita nel 2000 da Edilprimavera srl (50%) e da Rossato Fortunato srl (50%). Sandro Rossato è stato amministratore unico fino al 2004 e procuratore speciale fino al 2006. Dal 21.2. 2006 la società è sotto sequestro giudiziario in seguito a un’indagine per associazione di stampo mafioso. Edilprimavera srl è una società di costruzioni costituita nel 1988 con sede e a Reggio Calabria e capitale sociale di 118.800 euro. Edilprimavera è di proprietà di Giuseppe Siclari, di Giovanna e di Giuseppe Alampi ed è stata a lungo amministrata da Matteo Alampi, arrestato il 22.7.2014 nell’ambito dell’indagine sulle infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti. In precedenza il tribunale di Reggio Calabria il 21.2.2006 aveva disposto il sequestro preventivo della società che è stata definitivamente confiscata nel 2012 con sentenza della Corte di Cassazione. Nel 2003 Rossato sud srl, Rossato Fortunato srl ed Edilprimavera srl hanno costituito il Consorzio stabile Airone sud, con sede a Reggio Calabria, con oggetto sociale la gestione del ciclo dei rifiuti e di impianti di discarica e di trattamento. Sandro Rossato è stato consigliere del consorzio fino al 21.2.2006, quando il tribunale di Reggio ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo delle quote del consorzio in seguito a un’indagine per associazione di stampo mafioso. Nel luglio 2014 lo stesso tribunale ha stabilito l’amministrazione giudiziaria del consorzio.
Nel 2005 Edilprimavera srl, Rossato Fortunato group srl e Biotecongas srl hanno costituito a Milano il Consorzio stabile Globus. Dal 2005 al 2007 sono stati consiglieri d’amministrazione Sandro Rossato e Matteo Alampi. Nel 2007 il tribunale di Reggio Calabria ha sequestrato le quote di Edilprimavera srl.
Sui rapporti tra Rossato e la criminalità organizzata è intervenuta la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che nella sua relazione sulla regione Calabria del maggio 2011 ha spiegato che alcune cosche della ‘ndrangheta hanno costituito con Rossato società per entrare nella gestione ciclo dei rifiuti: “dal quadro probatorio – quale acclarato da una sentenza del tribunale di Reggio Calabria che, nel dicembre 2008, ha condannato tutti gli imputati per associazione mafiosa – risulta l’inserimento mafioso negli appalti dei comuni del territorio reggino. Invero, alcuni imprenditori, gli Alampi, specializzati nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, in collegamento con la cosca mafiosa dei Libri, avevano costituito delle società ad hoc (la Edilprimavera, la Rossato Fortunato ed altre ancora) per effettuare tali attività” (pag.112, Relazione Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti maggio 2011). La relazione proseguiva spiegando che “Le discariche di Motta San Giovanni (Rc) e di Gioia Tauro (Rc) venivano gestite da un’ATI appositamente costituita nel settembre del 1999, composta dalla capogruppo “Rossato Fortunato srl”, società con sede in Pianga (Ve) operante nel settore dello smaltimento di rifiuti solidi, anch’essa in possesso dell’iscrizione all’Albo nazionale degli smaltitoti e dalla Edilprimavera srl, con sede in Reggio Calabria, società impegnata nel settore dell’edilizia e riconducibile alla famiglia Alampi”. (pag.115 della citata relazione).
Desta particolari allarme e preoccupazione un aspetto della vicenda che manifesta i limiti e le insufficienze dei controlli basati sulle certificazioni antimafia e le forme concrete della presenza delle mafie nell’Italia settentrionale. Infatti Rossato, sottoposto a indagini per gravi reati dal 2001, arrestato nell’ottobre 2005 per traffico illecito di rifiuti e poi nel marzo 2006 per associazione di stampo mafioso, ha svolto nel frattempo attività imprenditoriali sia con soggetti estranei alle indagini giudiziarie sia con soggetti mafiosi, costituendo con questi consorzi e società, e svolgendo così il ruolo di collegamento tra economia legale ed economia criminale che ha consentito alle organizzazioni mafiose di inserirsi nel tessuto economico per accedere alla gestione dei servizi e riciclare risorse illecite. E’ grave che Rossato, nonostante le indagini in corso e i procedimenti a suo carico, abbia avuto la possibilità di continuare ad operare per lungo tempo. Per queste ragioni presenterò un’interrogazione al ministro dell’interno per sapere se Rossato sia ancora in possesso della certificazione antimafia e cosa intenda fare per prevenire e contrastare le infiltrazioni della mafia nel settore del ciclo dei rifiuti in Veneto.
RIFIUTI E MAFIA, NACCARATO AL MINISTRO: «CHIARISCA SU ROSSATO» CORRIERE DEL VENETO 3 SETTEMBRE 2014
«E’ grave che Rossato, nonostante le indagini in corso e i procedimenti a suo carico, abbia avuto la possibilità di continuare ad operare per lungo tempo. Per queste ragioni presenterò un’interrogazione al ministro dell’Interno per sapere se l’imprenditore padovano sia ancora in possesso della certificazione antimafia e cosa intenda fare per prevenire e contrastare le infiltrazioni della mafia nel settore del ciclo dei rifiuti in Veneto». Le parole sono di Alessandro Naccarato, deputato del Pd e membro della commissione antimafia, in merito all’arresto, il 22 luglio scorso, di Sandro Rossato, imprenditore padovano nel settore dei rifiuti legato, secondo quanto sostiene la Dda di Reggio Calabria, ad esponenti della ‘ndrangheta legati alle cosche Libri e Condello. Rossato è finito nei guai in seguito a un’indagine che lo ha visto coinvolto, insieme ad altri, per associazione mafiosa turbativa della libertà degli incanti, aggravata dalla finalità di agevolare associazioni mafiose, intestazione fittizia di beni, sottrazione di beni sottoposti a sequestro, truffa aggravata. Gli arresti seguono un’inchiesta avviata nel 2001 sulle infiltrazioni mafiose nella gestione delle discariche e del ciclo dei rifiuti in Calabria, che a marzo 2006 aveva portato all’arresto dello stesso Rossato e di altre persone appartenenti alla ‘ndrangheta. «La vicenda Rossato rappresenta un esempio di come la criminalità organizzata, attraverso la collaborazione attiva di imprenditori e professionisti settentrionali è riuscita a inserirsi nel tessuto economico legale – scrive Naccarato in una nota - Per evitare facili strumentalizzazioni è necessario precisare che non tutte le persone e le imprese che hanno avuto rapporti con Rossato sono coinvolte nei procedimenti giudiziari. Pertanto devono essere distinti ruoli e responsabilità dei... protagonisti della vicenda». Il riferimento è a Sesa ed Etra, non coinvolte nei procedimenti giudiziari in corso. Nella costituzione e gestione della prima Rossato ha avuto un ruolo decisivo fino al 2005; la seconda, dopo avere stabilito relazioni imprenditoriali, ha acquistato un ramo d’azienda di una società controllata dalla famiglia Rossato nei primi mesi del 2014. «L’imprenditore – continua Naccarato - ha per anni promosso, gestito e amministrato un insieme di società in Veneto. Dal 1988 è stato socio e amministratore con altri familiari della Rossato Fortunato srl, con sede a Pianga (Ve), società per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La famiglia Rossato ha partecipato come socio di minoranza alla costituzione della Società Estense Servizi Ambientali (SESA spa), controllata (51%) dal comune di Este (Pd), che gestisce il ciclo dei rifiuti in numerosi comuni della bassa padovana e della provincia di Treviso, una discarica nel comune di Este e un impianto per il trattamento della frazione umida. Sandro Rossato è stato vicepresidente di SESA dal 1995 al 2004, quando la famiglia Rossato è stata sostituita nella proprietà da società controllate dall’attuale consigliere di SESA Angelo Mandato e da alcuni suoi familiari». Dalle visure camerali risulta che Rossato ha un intreccio societario che porta a imprese finite in indagini per ‘ndrangheta in Calabria.
SBLOCCA ITALIA IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL DECRETO
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha approvato il decreto legge contenente misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
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Sintesi del contenuto del provvedimento
LA BUONA SCUOLA FACCIAMO CRESCERE IL PAESE
AL VIA LA RIFORMA DELLA SCUOLA: INIZIA IL PERIODO DI CONFRONTO CON I CITTADINI E LE PARTI SOCIALI
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Linee guida della riforma
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