1000 GIORNI PER CAMBIARE L'ITALIA: IL DISCORSO DEL PRESIDENTE RENZI ALLA CAMERA
Signora Presidente, onorevoli membri della Camera dei deputati, vorrei esprimere la gratitudine mia e del Governo per aver consentito la parlamentarizzazione della discussione sul percorso dei «mille giorni». Qualcuno ha dipinto la scelta dei «mille giorni» che il Governo e la maggioranza hanno fatto come un tentativo di dilazionare, di perdere tempo. Mai una lettura come questa può essere considerata grottesca e, per alcuni aspetti, persino ridicola. Noi siamo assolutamente convinti che i «mille giorni» siano l'ultima chance per recuperare il tempo perduto; sono il cartellone di recupero che si espone alla fine della partita. Dopo aver perso tanto tempo negli anni passati, ora abbiamo l'ultima chance per pareggiare i conti e, se perdiamo, non perde il Governo, perde l'Italia. Ecco perché la gravità e la responsabilità del nostro approccio nasce dalla consapevolezza forte e diffusa che, al termine di questo percorso dei «mille giorni», riusciremo non soltanto a capovolgere la storia di questa legislatura, ma riusciremo soprattutto a rimettere in corsa e in pista l'Italia. Dico capovolgere la storia di questa legislatura, perché non v’è chi non veda come il percorso dal quale siamo partiti è un percorso che vedeva, appena diciotto mesi fa, nessun vincitore, nessuna maggioranza, nessuna capacità di eleggere il Capo dello Stato, uno stallo per il quale la legislatura sembrava aver finito, nei primi due mesi, tutto il futuro che aveva davanti.
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TIFO VIOLENTO: NUOVE MISURE PER AUMENTARE LA SICUREZZA NEGLI STADI
La Camera sta esaminando un decreto legge molto importante per migliorare la sicurezza negli stadi e per rispondere al ripetersi di gravi episodi di violenza in occasione delle partite di calcio dentro e fuori dagli impianti. Si tratta di proseguire e perfezionare la strategia avviata di recente. Infatti bisogna partire dal dato oggettivo che le violenze negli stadi sono in diminuzione netta da quando nel 2007, in seguito all’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti durante gli scontri in occasione della partita di calcio tra Catania e Palermo, governo e parlamento hanno varato misure importanti che si sono rivelate efficaci: l’arresto in flagranza differita, un generale inasprimento del Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) e, dal 2009, la tessera del tifoso. I risultati di tali interventi hanno determinato una netta diminuzione della violenza in occasione delle manifestazioni sportive come indica un confronto tra i dati delle stagioni 2006/2007 e 2013/2014: calo del 60,1% degli incontri con feriti (da 148 a 59); riduzione del 85% dei feriti tra le forze di polizia (da 414 a 62); aumento del 40% delle persone denunciate (da 716 a 1003); inoltre il personale di polizia impiegato durante le partite è diminuito del 36,5% (da 243.315 a 154.410). Solo nell’ultimo anno, dopo continui dati positivi, c’è stato un peggioramento della situazione: gli incontri con feriti sono aumentati da 43 a 59, il numero dei denunciati è cresciuto da 829 a 1003; i feriti tra le forze dell’ordine sono saliti da 33 a 62. Certo non siamo tornati ai numeri disastrosi del 2007 ma è evidente che è necessario procedere a un adeguamento e a un rafforzamento del quadro sanzionatorio e degli strumenti di prevenzione con l’obiettivo di unire ad un maggiore rigore repressivo il coinvolgimento delle società e la responsabilizzazione dei tifosi nella prevenzione della violenza. Inoltre il sacrificio di Raciti e le conseguenti indagini hanno fatto emergere con evidenza i rapporti tra alcune tifoserie e società e la criminalità organizzata e hanno aumentato l’attenzione delle istituzioni verso il fenomeno. Per queste ragioni il decreto del governo prevede l’estensione dell’ambito di applicazione dell’arresto in flagranza differita durante o in occasione di manifestazioni sportive, aumenta le pene per il reato di frode in competizioni sportive, introduce il divieto per le società sportive di corrispondere agevolazioni e contributi o di distribuire titoli d’accesso a soggetti condannati per la contraffazione e la vendita abusiva degli stessi titoli e a soggetti destinatari del Daspo. Inoltre il decreto dispone l’ampliamento delle ipotesi del reato di violazione del divieto di introdurre negli stadi striscioni o immagini incitanti alla violenza e la possibilità per il ministro dell’interno, in caso di gravi pericoli per l’ordine pubblico, di chiudere il settore ospiti degli stadi e di vietare la vendita dei biglietti per i residenti nella provincia della squadra ospite. Infine la norma inasprisce la disciplina del Daspo aumentandone la durata per i recidivi ed estendendolo anche per le condotte di gruppo, in Italia e all’estero, finalizzate alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione, tali da creare turbativa per l’ordine pubblico. Le nuove misure consentono di proseguire il lavoro avviato dal 2007 per migliorare la sicurezza negli stadi e per prevenire e contrastare la violenza in occasione delle manifestazioni sportive.
SI DELLA CAMERA ALLA PROROGA DELLE MISSIONI INTERNAZIONALI
La Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge conversione in legge del decreto n. 109/2014 che contiene disposizioni che assicurano, per il secondo semestre 2014, la proroga della partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali, nonché la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
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Dossier di approfondimento del Gruppo PD
STALLO DEL PARLAMENTO SULL'ELEZIONE DEI GIUDICI COSTITUZIONALI E DEL CSM
Ormai da giorni il Parlamento tenta senza successo di eleggere i due giudici della Corte Costituzionale e gli ultimi due membri laici del CSM. Questa paralisi sta riproponendo i problemi emersi all'inizio della legislatura in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica poichè le forze presenti in Parlamento non riescono a trovare l'accordo su figure condivise di alto profilo per ricoprire questi incarichi. La nostra Costituzione richiede, come forma di garanzia, un quorum qualificato per l'elezione di questi giudici: la norma il voto dei tre quinti dei membri del Parlamento per eleggere i giudici della Corte Costituzionale e dei tre quinti dei votanti per il CSM. E' necessario dunque raggiungere un intesa, mentre, al contrario, alcuni partiti continuano a tenere un atteggiamento parziale e settario con la volontà di scegliere da soli i propri rappresentanti. Per queste ragioni il Partito Democratico ha indicato il nome di Luciano Violante, già magistrato e professore universitario, persona di grande e quilibrio e competenza. Nemmeno di fronte ad una proposta così autorevole è stato trovato un accordo. Questo comportamento rischia di logorare l'immagine delle istituzioni democratiche che vengono paralizzate da veti incrociati e logiche di parte. Dopo la dodicesima votazione senza risultati, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è intervenuto correttamente per censurare l'atteggiamento delle forze politiche che impediscono di trovare una soluzione segnalando il pericolo rappresentato da questa impasse istituzionale.
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Articolo Corriere della Sera 18 Settembre 2014
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