LA CAMERA APPROVA LA LEGGE SUL DEPISTAGGIO
La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge che introduce nel nostro ordinamento il delitto di inquinamento processuale e depistaggio, riscrivendo l'art. 375 del codice penale. Ad oggi, infatti, questo reato specifico non è previsto mentre una serie di altre disposizioni puniscono in vario modo la condotta di colui che intralcia la giustizia, indirizzando su una falsa pista le indagini penali svolte dall'autorità giudiziaria: si pensi alla falsa testimonianza, alla calunnia e all'autocalunnia, al favoreggiamento, al falso ideologico, alle false informazioni al pubblico ministero, alla frode processuale. Si tratta - analogamente al depistaggio - di comportamenti, anche omissivi, volti con diverse modalità a ostacolare l'acquisizione della prova o l'accertamento dei fatti nel processo penale. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Testo del provvedimento
Approfondimento del Gruppo PD
Dossier di approfondimento della Camera dei Deputati
LA COMMISSIONE ANTIMAFIA APPROVA IL CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LE CANDIDATURE
La legge n. 87 del 2013 istitutiva della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali affida alla Commissione stessa il compito di “indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio e negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo alle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso”. La stessa legge ha, altresì, affidato alla Commissione il compito di “svolgere il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e proporre misure idonee a prevenire e a contrastare tali fenomeni”. La Commissione ha ritenuto opportuno ritornare sulla materia, proponendo, da un lato, che vi sia un sistema unificato valevole per tutti i casi di elezione di organi rappresentativi; dall’altro, che la soglia di autotutela da parte delle forze politiche contro il rischio di inquinamento delle liste elettorali possa essere ulteriormente elevata aderendo alle previsioni del presente codice di autoregolamentazione.
Per saperne di più scarica i seguenti documenti
Approfondimento e testo del provvedimento
UN CODICE ETICO PER BANDIRE LA MAFIA DENTRO I PARTITI CORRIERE DELLA SERA 25 SETTEMBRE 2014
Già alle ultime elezioni regionali, la commissione parlamentare antimafia avviò un monitoraggio — con scarsa collaborazione delle prefetture, a dire il vero — sui «carichi pendenti» dei candidati. Ora, alla vigilia della consultazione che chiama alle urne la Calabria e l’Emilia, ci riprova la commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi (Pd) che ha fissato i paletti per un codice etico utilizzabile dai partiti: si invita a non candidare chi è stato rinviato a giudizio e chi ha fatto parte di una giunta o di una amministrazione sciolta per mafia. Perché ogni partito, in forza della legge Severino che fissa la decadenza al momento della sentenza passata in giudicato, può sempre candidare anche chi è stato rinviato a giudizio. Il codice etico, sottolinea la presidente Bindi, «non è sanzionatorio», non è quindi vincolante ma «la commissione monitorerà la formazione delle liste e dirà se le forze politiche sono in regola». Il codice è stato approvato all’unanimità ma Forza Italia non lo ha ancora «sciolto la riserva» per sottoscriverlo formalmente.
IL PD INTERROGA IL GOVERNO SUL CASO LUVATA
Ai Ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro
Per sapere - premesso che
- la Luvata s.r.l. che ha sede a Torreglia in provincia di Padova è specializzata nella produzione di tubi di qualità in alluminio; - l'azienda è parte dell'omonimo colosso internazionale, con sede centrale a Soderkoping, in Svezia e filiali in tutto il mondo, tra cui in Cina, Brasile, Messico, Malesia, Austria-Carinzia e siti italiani a Pocenia, Amaro e San Vito al Tagliamento; - la sede di Torreglia risponde ad una precisa nicchia di mercato, ha un importante portafoglio clienti costituito da industrie che utilizzano i prodotti fabbricati su misura, ha un alto livello di professionalità e di tecnologia e, nonostante le difficoltà economiche dovute alla crisi di questi anni, è riuscita a produrre utili e a rimanere sul mercato proprio per questa caratteristica di rispondere alla domanda di soggetti interessati a prodotti di precisione; - durante l'estate la sede ha ricevuto la visita dell'amministratore delegato del gruppo che ha parlato ai lavoratori dell'andamento dell'azienda e ha specificato che la produzione di Torreglia rappresenta una delle eccellenze del gruppo; - questa settimana la proprietà ha comunicato la volontà di chiudere lo stabilimento in provincia di Padova e di trasferire la produzione nella sede di Pocenia in Friuli Venezia Giulia, dove sono occupati ottocento dipendenti; - contestualmente la direzione ha manifestato la disponibilità a trasferire i cinquanta lavoratori di Torreglia in quest'ultimo stabilimento che, tuttavia, si trova a 150 chilometri dall'attuale sede padovana; - queste notizie hanno gettato allarme tra le rappresentanze sindacali e i lavoratori che hanno convocato lo stato di agitazione e hanno incontrato il Sindaco del Comune di Torreglia per chiedere un tavolo di concertazione con il gruppo nel tentativo di bloccare questo tentativo di delocalizzazione; - il progetto sembrerebbe incomprensibile dati i valori di mercato dell'azienda, il portafoglio ordini e gli utili prodotti in questi anni; - lo spostamento a Pocenia dei lavoratori è stato giudicato incompatibile con il mantenimento dei livelli occupazionali poiché troppo gravoso per la maggioranza dei lavoratori; - il territorio del Comune di Torreglia e il tessuto produttivo della zona collinare è già stato colpito in modo significativo, negli scorsi anni, dalla chiusura di grosse sedi industriali e rischia di subire un ulteriore impoverimento; - anche per queste ragioni le istituzioni locali hanno chiesto alla Provincia di Padova di convocare un tavolo di concertazione per comprendere i termini della decisione e per favorire soluzioni alternative;
- se i Ministri siano al corrente dei fatti fin qui esposti; - quali misure concrete intendano adottare per favorire una tempestiva risoluzione della vicenda che riguarda lo stabilimento di Torreglia, mediante l’attivazione degli strumenti e dei percorsi istituzionali previsti in simili casi utili a salvaguardare il tessuto produttivo e i livelli occupazionali della zona;
OPERAI IN MUNICIPIO PER FERMARE LA CHIUSURA DI LUVATA MATTINO DI PADOVA 24 SETTEMBRE 2014
Far cambiare decisione al management della multinazionale che ha sede a Soderkoping (Svezia). È questo il primo obiettivo dei 50 lavoratori della Luvata di Torreglia, che stando ai piani aziendali per poter continuare a lavorare dovrebbero trasferirsi in blocco entro fine anno nel sito produttivo di Pocenia, nella Bassa Friulana. Ieri mattina gli operai, soprattutto giovani con famiglia, figli e mutuo a carico, accompagnati dal segretario della Fim/Cisl di Padova e Rovigo Gianni Castellan, sono stati ricevuti nella sala consiliare del comune di Torreglia dal sindaco Filippo Legnaro e dagli assessori alle Attività produttive Alberto Bettin e agli Affari legali Lorenzo Marenesi. Il primo cittadino si è impegnato a chiedere un incontro con l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison, per tentare di risolvere la questione. Nel contempo la parlamentare padovana del Pd Vanessa Camani presenterà un’interrogazione parlamentare supportata dalle firme dei colleghi di partito Margherita Miotto, Alessandro Naccarato e Giulia Narduolo. «La cosa assurda» dicono i lavoratori «è che l’azienda è sana e ha un importante portafoglio ordinativi. Non più di un mese fa l’amministratore delegato è venuto a dirci che il sito di Torreglia era un’isola felice e che non c’erano problemi di alcun tipo». I dipendenti disposti ad andare a lavorare a 150 chilometri di distanza sono pochissimi. «Chi ha famiglia si trova in una situazione di grande disagio» commenta il sindaco «Ritengo che questa sia una lotta giusta. Purtroppo in Italia manovre di questo genere sono tollerate. Siamo a fianco dei lavoratori per cercare una soluzione che non li penalizzi». «Se non riusciremo a far cambiare idea alla dirigenza di Luvata cercheremo di percorrere altre strade che in qualche modo riconoscano ai lavoratori dei bonus» spiega Castellan «La proposta dell’azienda è quella del trasferimento con contratto a tempo indeterminato e i benefici del contratto integrativo locale. È evidente che la decisione di chiudere Torreglia senza lasciare a casa i dipendenti ha altre finalità non certo nobili. È un modo per ridurre il personale senza licenziarlo. Questo è inaccettabile».
|