DOMENICA 30 NOVEMBRE LA CAMERA APPROVA LA LEGGE DI STABILITA' 2015
Ieri la Camera dei Deputati ha dato il via libera alla Legge di Stabilità 2015 approvando molte modifiche al testo originale con l’obiettivo di rilanciare la crescita e di affrontare problemi cronici come quello del costo del lavoro, con risorse limitate ma con misure qualitativamente efficaci, e tenendo comunque in ordine i conti pubblici.
Si tratta di una manovra anticiclica concretamente orientata allo sviluppo, nata dalla volontà di far uscire al più presto il nostro Paese dalla situazione di recessione innescata dalla crisi. Nel provvedimento sono previste la conferma del bonus Irpef di 80 euro, l’esclusione della componente lavoro dall’Irap, la totale decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, la temporanea possibilità per i lavoratori del privato di scegliere di avere in busta paga un anticipo del Tfr, una riduzione di tasse e contributi su imprese e famiglie che nessun governo ha mai fatto in queste dimensioni, le misure di “spending review”, il rafforzamento della lotta all’evasione fiscale.
La Legge di Stabilità è stata sensibilmente migliorata dal lavoro svolto in Commissione e grazie al ruolo svolto dai deputati del Pd: oggi è possibile affermare che la manovra presenta un chiaro carattere espansivo. Complessivamente, gli interventi previsti dalla manovra ammontano a circa 32,4 miliardi di euro per il primo anno, a 45,8 miliardi nel 2016 e a 46,3 miliardi nel 2017. A copertura delle misure espansive, la manovra reperisce nuove risorse per circa 26,5 miliardi di euro nel 2015, di cui oltre 16 miliardi tramite riduzione della spesa e circa 10 miliardi da aumenti delle entrate. Delle misure contenute nella Legge di Stabilità beneficeranno innanzitutto i cittadini e le famiglie italiane, così come le imprese e dunque la nostra economia. Di seguito presentiamo le principali previsioni della manovra:
UNA MANOVRA RIVOLTA ALLA CRESCITA - Spostamento del pareggio strutturale di bilancio dal 2016 al 2017 - Indebitamento netto non del 2,2% ma del 2,6% (ridotto rispetto alla Nota aggiornamento al DEF che lo fissava al 2,9%) e coerente con quanto stabilito nella Relazione trasmessa al Parlamento a seguito delle osservazioni della Commissione Europea. - La modifica in Commissione all’articolo 1, per l’approvazione di un emendamento del Governo che recepisce gli effetti della Relazione, riduce l’espansività della manovra di 4,5 miliardi, di cui 730 milioni per maggiori entrate derivanti dall’estensione del reverse charge alla grande distribuzione.
IL COLLEGAMENTO TRA STABILITA' E RIFORME
A) Riforma Fiscale riduzione su lavoro e imprese, semplificazione, lotta ad evasione fiscale, più entrate da rendite - 80 Euro strutturali → riduzione carico fiscale sul lavoro. - Riduzione IRAP: 5 miliardi per deduzione integrale costo lavoro a tempo indeterminato. - Sgravi contributivi per nuove assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 per 3 anni; - Espansione del regime forfettario per autonomi (quasi 1 miliardo); - Credito d’imposta per la ricerca; - Eco bonus; - Reverse charge e split payment; - Adempimento spontaneo (tax compliance); - Fondi pensione (rendite); - Giochi; - Rendite finanziarie polizze vita più TFR in busta paga (possibilità) - Annuncio della local tax (riforma catasto).
B) Jobs Act - Ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive: 2 miliardi dal 2015. - Lavoro a tempo indeterminato che costa meno del lavoro a tempo determinato: IRAP, sgravi contributi per nuove assunzioni.
C) La Buona Scuola - 1 miliardo sul 2015 - 3 miliardi dal 2016
D) Pacchetto Giustizia - 50 milioni in legge Stabilità per efficienza sistema giudiziario; - 10 milioni in Tabella A per le prossime riforme.
E) Patto di stabilità interno - Superamento del Patto di stabilità interno per le Regioni dal 2015; - Forte riduzione (quasi del 70%) del Patto di stabilità interno per province e Comuni.
LE MISURE DI CARATTERE FINANZIARIO Risorse: lotta all’evasione fiscale, rendite finanziarie, spending review e tagli (es. patronati, terme, gpl zone svantaggiate) All’interno di questo capitolo la questione più problematica della legge di stabilità: tagli alle regioni (4 miliardi), alle province (1 miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016, 3 miliardi dal 2017) ai comuni (1,2 miliardi).
ALTRE MISURE SIGNIFICATIVE
- 2 miliardi in più per la Sanità (rapporto con i 4 in meno alle Regioni) - 500 milioni per famiglia.
Se l’impianto viene confermato le modifiche principali sono: a) 200 milioni in più per 2015 e 2016 su ammortizzatori sociali e politiche del lavoro; b) Recepimento intesa Governo – ANCI che rende meno dura la manovra di 1,2 miliardi. c) Riorganizzazione delle politiche per la famiglia: resta bonus bebè ma non per ISEE superiore a 25.000 euro raddoppiato per reddito ISEE inferiore a 7.000 euro; 298 milioni restanti: 150 milioni per non autosufficienza e SLA (va a 400 milioni) 100 milioni per sevizi infanzia 45 milioni per bonus famiglie con ISEE inferiore a 8.500 euro e 4 o più figli (povertà) 5 milioni per fondo banco alimentari (dal Ministero agricoltura) 4) Rifinanziamento legge Sabatini. 5) Dimezzamento taglio Patronati e nuovi criteri. 6) fondo per la tutela del patrimonio culturale (100 milioni fino al 2020). 7) passa da 5,29 euro a 7 la quota buoni pasto in formato elettronico non sottoposta a tassazione (dal 1° luglio 2015) 8) Deducibilità IRAP anche in agricoltura per lavoratori con almeno 150 giornate. 9) Estensione tipologie eco bonus e ripristino misure zone sismiche 1 e 2 come 2014 10) 60 milioni in più (da 140 a 200) per emergenze da calamità naturali. 11) Modifiche su costi notifiche con entrate per ufficio esecuzione penale esterna (pene alternative al carcere) 12) Piccola mobilità 13) Disapplicazione penalizzazioni pensioni. 14) Misure per lavoratori amianto (con impegno ad estenderle al Senato) 15) Interventi sulle finalità dei 50 milioni del FSN destinati a ludopatia 16) 60 milioni nel 2016 e 170 nel 2017 per partecipazione italiana a programmi Agenzia spaziale europea. 17) IVA al 4% per gli ebook. 18) 20 milioni 2015/16/17 per emittenti televisive locali. 19) Finanziamento piano made in Italy 130 milioni nel 2015, 50 nel 2016, 40 nel 2017. 20) Modifiche normative per Agenzia del Demanio 21) Obblighi di comunicazione all’Anagrafe Tributaria da parte di operatori finanziari. 22) Aumento di 5 milioni per cooperazione allo sviluppo. 23) 3,5 milioni per azioni contro violenza sulle donne. 24) Disposizioni a favore delle unioni e fusioni di comuni. 25) No Patto di stabilità interno per comuni fusi a decorrere dal 2011 per 5 anni. 26) interventi nelle norme sui Comuni per quelli con eventi sismici. 27) Norme sul commercio dei medicinali omeopatici e interventi relativi ad Ebola. 28) Norme per Fondi SIE e per utilizzo per occupazione femminile nel Mezzogiorno. 29) Nuove norme sul funzionamento del fondo di sviluppo e coesione. 30) Limiti ai trattamenti pensionistici: non possibilità di trattamento più favorevole pre Fornero.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
Dossier di approfondimento Gruppo PD
Quadro di Sintesi Camera dei Deputati
Sintesi emendamenti presentati al testo originale
DELEGA LAVORO: PERCHE' IL SI DEL PD
Il dibattito sulla legge delega sul lavoro, impropriamente chiamata jobs act, ha assunto toni esagerati che prescindono dal merito del provvedimento. Provo in estrema sintesi a illustrare le ragioni che hanno convinto il PD ad approvarlo. Innanzitutto la Camera ha modificato il testo, arrivato dal Senato con numerose lacune, e ha precisato e migliorato i principi della delega. Il primo obiettivo è l’estensione dei diritti ai lavoratori che oggi sono esclusi dalle tutele vigenti, in particolare ai giovani assunti negli ultimi anni sulla base delle normative approvate dalla metà degli anni ‘90 sul lavoro flessibile e a tempo determinato. La principale novità è l'introduzione del “Contratto di lavoro a tutele crescenti”, che sostituisce i contratti flessibili. Questa scelta è stata criticata perché cancellerebbe le norme sui licenziamenti previste dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. In realtà la previsione vale solo per le nuove assunzioni e non modifica i contratti in essere. E' fatta salva dunque la disciplina dei sei milioni di contratti a tempo indeterminato già stipulati. Il contratto a tutele crescenti garantisce il diritto al reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi nulli e discriminatori, e anche per alcuni casi specifici di quelli disciplinari che saranno stabiliti dai decreti legislativi. In tutti gli altri licenziamenti disciplinari e per quelli per motivi economici giudicati ingiustificati sarà previsto l’indennizzo che dovrebbe essere pari ad una somma compresa tra le 24 e le 36 mensilità. Qualcuno ha sostenuto che il testo approvato riduce i diritti dei lavoratori: se fosse vero perché Epifani e Damiano, che sono stati due autorevoli dirigenti sindacali della Cgil, da sempre in prima fila nella difesa dei lavoratori, avrebbero votato a favore della legge? Sono previsti il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative e il riordino delle forme contrattuali e dei rapporti di lavoro con la redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali. Un impulso fondamentale in questo senso giunge dai forti incentivi fiscali e contributivi contenuti nella legge di stabilità che comporteranno l'azzeramento per i primi tre anni dei contributi per le nuove assunzioni e l'eliminazione del costo del lavoro dall'imposta Irap. Inoltre il provvedimento affronta alcune questioni aperte da anni introducendo maggiori tutele e risorse per la maternità e la paternità, norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, per facilitare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, per contrastare il fenomeno delle cosiddette dimissioni in bianco. La delega prevede anche l’estensione della maternità alle lavoratrici parasubordinate e un credito d’imposta per le lavoratrici con figli minori o disabili non autosufficienti. Infine la delega rivede il sistema degli ammortizzatori sociali con l'obiettivo di renderlo universale ed estenderlo anche agli esclusi dalla cassa integrazione guadagni: diventa impossibile autorizzare la cassa integrazione in caso di cessazione di attività dell’azienda; vengono rivisti i limiti di durata dell’indennità e aumenta la partecipazione economica delle aziende che la utilizzano. Si introduce inoltre il compenso orario minimo e la possibilità di acquisire le aziende in crisi da parte dei dipendenti. Nel dibattito di queste settimane alcuni hanno sostenuto che il provvedimento ridurrebbe i diritti dei lavoratori al punto daindurli a convocare uno sciopero generale. Altri, da sempre schierati per le privatizzazioni e per introdurre maggiori elementi di flessibiltà nel mondo del lavoro, come l'editorialista Giavazzi, criticano la Delega Lavoro perché contiene norme troppo conservatrici che nella sostanza non modificano l'articolo 18. Naturalmente le due posizioni sono in contraddizione tra loro. Forse vale la pena di leggere con attenzione il provvedimento e comprendere fino in fondo il contenuto.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
Testo del provvedimento
Scheda sintetica del Gruppo PD
Dossier di approfondimento Gruppo PD
Dossier di approfondimento Camera dei Deputati
Giavazzi - Corriere della Sera - 30 Novembre 2014
|