LEGGE DI STABILITA': EMENDAMENTI AL SENATO PER TORNARE ALLA CAMERA ENTRO L'ANNO
Inizia oggi l'esame dei circa 3800 emendamenti alla Commissione Bilancio del Senato con l'obiettivo di portare in aula la legge di Stabilità entro i prossimi otto giorni per consentire l'approvazione definitiva alla Camera entro l'anno. Tra i punti di maggiore interesse oggetto di modifica vi sono le richieste di rafforzare gli ammortizzatori sociali, una minore tassazione sui fondi pensione, la posizione delle Regioni sulla riduzione del taglio al fondo sanitario 2015 e lo spostamento di risorse sul trasporto pubblico locale. C'è poi la vicenda degli investimenti in edilizia sanitaria, oltre alle pensioni e alla norma sui giochi che pesa 900 milioni di euro e che è stata sollecitata dall'Unione europea. Inoltre, molto probabilmente, il testo verrà modificato per consentire la rimodulazione del credito d'imposta per la ricerca, focalizzandolo sugli investimenti da parte delle università e dei centri di ricerca. Infine gli emendamenti e la commissione si concentreranno sul coordinamento delle norme del Jobs act per evitare effetti indesiderati rispetto alla regolazione dei rapporti di lavoro.
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La Repubbllica 11 Dicembre 2014
L'AUTORICICLAGGIO E' LEGGE: PRESCRIZIONE PIU' LUNGA
Il nuovo reato di autoriclaggio, previsto dall'articolo 648-ter del Codice Penale, sanziona il comportamento di chi abbia commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, provvedendo successivamente alla sostituzione, trasferimento, impiego in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, del denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa. La nuova norma, frutto di un lungo lavoro del Partito Democratico, prevede una prescrizione di 8 anni e la previsione più rilavante è relativa al termine a partire dal quale inizia a decorrere la stessa prescrizione: infatti gli otto anni iniziano a decorrere a partire dal momento in cui il soggetto ha reimpiegato il denaro. Così sarà possibile contrastare in modo efficace, anche sotto il profilo della deterrenza, l'ipotesi in cui un soggetto abbia commesso un reato fiscale e dopo molti anni tenti di reimpiegare le somme ottenute per le fattispecie previste dall'articolato. Si tratta di un ottimo risultato che consentirà di perseguire con più forza un comportamento che precedentemente sfuggiva al Codice Penale ma che oggi ha un impatto dalle dimensioni preoccupanti.
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Il Sole 24 Ore - 11 Dicembre 2014
Dossier di approfondimento su rientro capitali dal'estero - Il Sole 24 Ore
COMMISSIONE ANTIMAFIA: LA CAMERA APPROVA LA RELAZIONE SULLA LOTTA ALLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA SU BASE EUROPEA ED EXTRAEUROPEA L'INTERVENTO DI ALESSANDRO NACCARATO PER LA DICHIARAZIONE DI VOTO
La commissione parlamentare antimafia ha approvato all’unanimità il 17 giugno la relazione sul semestre di presidenza italiana del consiglio dell’unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea che è oggi all’esame della Camera. Si tratta di un documento importante che analizza la struttura e l’azione delle organizzazioni criminali in Italia e in Europa e che indica precise iniziative per prevenire e contrastare la criminalità organizzata a livello europeo e internazionale. Nel corso del dibattito in aula, che si è svolto il 17 novembre, la relatrice, onorevole Garavini, i deputati intervenuti e la presidente della commissione bicamerale, On Bindi, hanno illustrato in modo dettagliato il lavoro della commissione antimafia e i contenuti della relazione approvata come contributo all’azione della presidenza italiana del semestre che si sta concludendo. Senza ripercorrere i loro ragionamenti proverò brevemente a riassumere gli argomenti che rendono necessaria e urgente l’introduzione di provvedimenti concreti a livello europeo per combattere le mafie e che richiedono attenzioni e impegno particolari da parte delle istituzioni europee.
Bisogna partire dalla consapevolezza che le organizzazioni criminali di stampo mafioso costituiscono una delle minacce più serie per l’Italia e per l’Europa perché incidono sulla sicurezza dei cittadini, sull’economia, sulla libera concorrenza e sul funzionamento della pubblica amministrazione. Le mafie si stanno imponendo in Europa come soggetti criminali e soprattutto come holding economico-finanziarie profondamente inserite nell’economia legale. La criminalità organizzata ha aumentato il suo ruolo e il suo potere perché ha la capacità di entrare in relazione con le zone grigie dell’economia internazionale, dove si intrecciano i flussi illegali del riciclaggio, dell’evasione fiscale, della corruzione. Ci sono almeno tre vicende recenti che dimostrano le nuove caratteristiche dei fenomeni mafiosi e la presenza stabile della criminalità organizzata nei circuiti internazionali dell’economia legale. La prima è quella del senatore Di Girolamo, eletto per il centrodestra nel collegio europeo degli italiani all’estero nel 2008 e poi arrestato nel 2010 per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio a livello internazionale e di scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso. Di Girolamo aveva costruito le sue fortune grazie alla rete che la ‘ndrangheta gli aveva assicurato tra Calabria, Belgio e Germania ed era diventato il punto di riferimento per affari e operazioni finanziarie illecite. La seconda è l’inchiesta breakfast della DDA di Reggio Calabria che ha portato agli arresti di numerose persone. Le indagini hanno fatto emergere un vasto intreccio criminale per riciclare risorse provenienti da attività illecite della ‘ndrangheta con la partecipazione attiva di uomini politici e rappresentanti istituzionali di primo piano. Tra gli arrestati con diversi capi di imputazione ci sono stati nel 2013 l’ex tesoriere nazionale della Lega Nord, Francesco Belsito, nel 2014 l’ex ministro dell’interno Scajola e l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena. La terza vicenda è la più recente ed è l’inchiesta “mafia capitale” che sta sconvolgendo gli assetti istituzionali di Roma. Qui gli inquirenti hanno accertato l’operatività di una articolata struttura mafiosa, autonoma dalle mafie tradizionali, che, con l’aiuto dell’estrema destra, è riuscita ad inserirsi stabilmente nel tessuto economico e istituzionale per gestire diversi interessi illeciti. Un elemento di particolare allarme è costituito dal fatto che questa organizzazione appare caratterizzata da una struttura gerarchizzata, da un vincolo segreto tra gli associati, dall’assicurazione dell’assistenza legale per i detenuti e i loro familiari, dalla disponibilità di armi e dall’uso di un forte potere intimidatorio. Al di là delle responsabilità penali che sono state o saranno accertate dalla magistratura nei processi, le tre vicende indicano le nuove modalità operative delle mafie che hanno costruito oltre i territori di influenza tradizionale e ormai oltre i confini nazionali un vero e proprio capitale sociale costituito da una rete di relazioni e rapporti stabili con le istituzioni, con l’economia e con la politica. Del resto, come disse con grandi lucidità e precisione Gian Carlo Caselli, un inquirente che ha dato un contributo fondamentale alla comprensione e al contrasto della criminalità organizzata: “La mafia senza collusioni, senza scambi di favore con pezzi della politica, delle istituzioni, dell’economia e dell’imprenditorialità, non sarebbe stata e non sarebbe la mafia”. Le tre vicende appena ricordate dimostrano che la forza delle associazioni mafiose consiste nella capacità di costruire un tessuto fitto che unisce, aggrega e vincola, in un accordo criminale di illeciti, scambi e favori reciproci, professionisti, politici, operatori del credito e del mondo della finanza, imprenditori, amministratori.
La globalizzazione dell’economia, l’aumento delle possibilità di movimento delle persone, delle merci e dei capitali, l’internazionalizzazione degli investimenti hanno rafforzato la criminalità organizzata e ne hanno modificato le caratteristiche e le modalità operative. Nel lavoro approfondito di analisi e nelle numerose audizioni della commissione antimafia in preparazione della relazione in esame è emerso, in particolare sulla base dei dati forniti da Europol, che nell’UE operano 3.600 gruppi criminali con forme crescenti di cooperazione e integrazione costituendo spesso gruppi eterogenei attivi in numerosi paesi, in particolare nel traffico di droga, nella tratta degli esseri umani e nel riciclaggio di denaro. In questo contesto le organizzazioni mafiose italiane hanno allargato i loro interessi criminali all’estero, radicandosi in diversi stati europei. Nel traffico di stupefacenti la ‘ndrangheta calabrese è sul piano internazionale il soggetto più attivo. Le mafie hanno basi operative accertate in Spagna, Germania, Francia e Olanda, utilizzano l’incremento enorme della movimentazione delle merci a livello globale per nascondere i carichi di droga che dalle aree di produzione sono trasportati nelle zone di stoccaggio e nelle diverse piazze di smistamento e di consumo. L’Italia è un paese centrale nella tratta di esseri umani per la posizione geografica al centro del Mediterraneo e per la presenza delle organizzazioni mafiose; ed è centrale sia come destinazione per le vittime sia come luogo di transito. Numerose indagini confermano che molte vittime passate attraverso l’Italia vengono poi sfruttate per la prostituzione soprattutto in Gran Bretagna, Spagna e Olanda, per l’accattonaggio forzato in Bulgaria e Romania e per il lavoro clandestino in numerosi paesi. L’altro ambito di interesse prevalente delle organizzazioni criminali è il reinvestimento di capitali finalizzato al riciclaggio, in particolare nei settori del turismo, della ristorazione e degli investimenti immobiliari. Secondo gli inquirenti l’estero vestizione delle imprese collegate a gruppi criminali italiani è sempre più frequente. Le organizzazioni mafiose ricorrono a questo sistema per non attirare l’attenzione delle autorità italiane nel reimpiego dei proventi illeciti confidando sulla difficoltà di ricostruire la catena di controllo di una società straniera. Ci sono numerose evidenze di estero vestizione di società italiane per il riciclaggio in Austria, Gran Bretagna, Ungheria, Croazia, Lussemburgo e Belgio.
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo ai primi di novembre di quest’anno a un convegno sul contrasto all’economia criminale come precondzione per la crescita economica, ha spiegato che “la criminalità organizzata, la corruzione e l’evasione fiscale non solo indeboliscono la coesione sociale, ma hanno anche effetti deleteri sull’allocazione delle risorse finanziarie e umane e sull’efficacia delle riforme in atto” perché rendono impossibile la costituzione di un ambiente favorevole all’attività d’impresa, e quindi all’occupazione, e riducono le possibilità di crescita dell’economia. Negli ultimi mesi il Parlamento ha risposto a questo allarme approvando due leggi importanti che contribuiscono a contrastare la diffusione delle mafie. Il 17 luglio è stata approvata la legge n. 62 che ha ampliato il perimetro di applicazione dell’articolo 416 ter del codice penale che punisce lo scambio elettorale politico mafioso. Il 4 dicembre è entrato finalmente nel codice penale italiano il reato di autoriciclaggio. Ora, come in quasi tutti i paesi dell’UE, anche in Italia sarà punito con la reclusione da 2 a 8 anni chi, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione del delitto, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa. Se il delitto avviene nell’esercizio di attività bancaria e finanziaria è prevista un’aggravante specifica.
Abbiamo la consapevolezza che le modifiche legislative al codice penale sono importanti e continueremo a lavorare per rendere il nostro ordinamento più efficace ma sappiamo che tali modifiche devono essere accompagnate da un intervento su scala più ampia. Per queste ragioni è necessario realizzare una strategia di prevenzione e contrasto delle mafie a livello internazionale in tre settori: 1. a livello conoscitivo attraverso l’interscambio e la condivisione delle informazioni e delle banche dati esistenti sia con l’accrescimento della fiducia reciproca tra le polizie e le istituzioni delle diverse nazioni sia con idonei strumenti tecnici informatici; 2. a livello operativo mediante il coordinamento delle attività investigative e giudiziarie e creando protocolli di azione condivisi e di centri decisionali riconosciuti; 3.a livello normativo attraverso la condivisione delle regole, la riduzione delle differenze normative tra i vari paesi.
Sul primo punto si propone di far diventare gli Asset recovery office, gli uffici per il recupero dei beni, che sono delle unità costituite di recente nei singoli paesi per lo scambio di informazioni, lo strumento privilegiato nel contrasto dei patrimoni illeciti attraverso la realizzazione di una rete delle diverse banche dati dei singoli paesi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto si devono realizzare i seguenti interventi: procedere alla costituzione dell’ufficio del pubblico ministero europeo; attuare la normativa sulle squadre investigative comuni; potenziare la specializzazione e lo scambio di informazioni tra gli organi inquirenti e tra le polizie dei diversi stati.
Sul piano normativo è necessario rendere omogenea a livello europeo la disciplina sulla responsabilità delle persone giuridiche – società, trust, enti, fondazioni – che partecipano a gravi reati che coinvolgono le organizzazioni criminali. Inoltre bisogna elaborare una proposta legislativa per stabilire una definizione comune a livello europeo di criminalità organizzata, introducendo il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso in ambito internazionale. Infine vanno resi operativi due strumenti fondamentali per le attività di contrasto a livello europeo: come la decisone del consiglio europeo del 22.7.2003 sull’esecuzione nell’UE dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio; e come il principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca, già previsto dalla decisione quadro del 2006, che l’Italia non ha ancora implementato insieme a Estonia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Slovacchia e Gran Bretagna, per agevolare l’esecuzione immediata delle confische per i proventi di reato.
La risoluzione presentata in modo unitario dai gruppi fa propria la relazione della commissione antimafia, impegna il governo ad intraprendere le iniziative appena descritte e propone una strategia efficace di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata. Per questa ragione voteremo a favore.
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Testo del provvedimento
LEGALITA', CERTEZZA DELLA PENA E RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE SIETE INVITATI A PARTECIPARE DOMANI VENERDI' 12 DICEMBRE 2014 ORE 20.45 PRESSO CENTRO UNIVERSITARIO DI PADOVA VIA ZABARELLA 82 (di fronte profumeria Beghin)

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