I BENEFICI DALL’ACCORDO FISCALE CON SVIZZERA E LIECHTENSTEIN MATTINO DI PADOVA 4 FEBBRAIO 2015
Gli accordi tra Italia, Svizzera e Liechtenstein per porre fine al segreto bancario rappresentano un importantissimo risultato nella lotta all'evasione fiscale e al riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Gli accordi sono la conseguenza del trattato europeo noto come “fiscal compact”, approvato dal Parlamento durante il governo Monti, che ha impegnato i Paesi dell’Unione a intraprendere azioni comuni contro l’evasione e per la trasparenza economica. I nuovi patti appena redatti favoriscono l’applicazione della legge sulla “Voluntary disclosure” che accorda condizioni favorevoli agli italiani che intendono volontariamente far rientrare i capitali detenuti all’estero. Così si determina la certezza su sanzioni, termini e procedura nel caso di conti esteri, titoli e partecipazioni in società e semplifica la soluzione dei casi nei quali i patrimoni sono costituiti da immobili. Inoltre, dagli accordi nasce la possibilità per il fisco italiano di reperire e incrociare le informazioni relative a patrimoni e redditi in modo da comprendere in modo rapido ove sussistano sproporzioni degne di approfondimento: è questo l'aspetto più rilevante in relazione alla lotta all'evasione fiscale e al riciclaggio che da sempre rappresenta per l'Italia un buco nero che vale quasi 91 miliardi di euro. Si tratta di un risultato atteso da molti anni che rappresenta una vera e propria svolta per aggredire una parte rilevante dell’evasione totale. Nei patti è entrata anche la disciplina delle tasse dei lavoratori transfrontalieri con la Svizzera, che verseranno al massimo il 30% nel paese di residenza e il 70 % in quello di lavoro. Svizzera e Liechtenstein escono così dalla “lista nera” dei Paesi che non collaboravano per la trasparenza fiscale. A questi importanti traguardi sul piano internazionale vanno aggiunte le misure all’esame delle Camere sulla tracciabilità degli adempimenti fiscali: le fatture e gli scontrini digitali aumenteranno in modo sensibile la trasparenza dei flussi di denaro agevolando gli operatori economici nella tenuta dei conti delle proprie imprese. L'informatizzazione del fisco garantirà maggiori strumenti contro l'evasione riducendo sensibilmente la circolazione di denaro cosiddetto “nero”. I risultati di questi giorni rappresentano un decisivo avanzamento e sono la dimostrazione che il Parlamento ha intenzione di proseguire il cammino della trasparenza e della lotta all'evasione per costruire condizioni più eque per i contribuenti e rafforzare il bilancio dello Stato.
TRAGEDIA DEL MARE: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUL CASO DEI CONIUGI SALPIETRO IL GAZZETTINO 27 FEBBRAIO 2015
Il deputato del Pd Alessandro Naccarato ha depositato una interrogazione parlamentare sul caso dei coniugi Salpietro, deceduti in un incidente in mare il 16 agosto del 2011 vicino all’isola di Barilac in Croazia. L’interrogazione ha lo scopo di sollecitare la giustizia croata, che ancora una volta ha rallentato il processo. "...Dopo la dodicesima udienza, del 27 maggio 2013, vi è stata una lunga sospensione e la successiva udienza è stata convocata addirittura per il 7 novembre 2014, poi ulteriormente rinviata al 19 dicembre 2014; la conduzione del processo è apparsa, anche per questi motivi, anomala e ha alimentato la preoccupazione nell'opinione pubblica italiana che sussista la volontà di allungarne ulteriormente i tempi allontanando, senza obiettive giustificazioni, la pronuncia definitiva dell'autorità giudiziaria; infatti, nel corso della tredicesima udienza del 19 dicembre 2014, è stato consentito alla difesa del cittadino croato di depositare nuove perizie tecniche di parte che in sostanza, dopo oltre 3 anni, riaprono la trattazione di merito, su argomenti che erano già stati approfonditamente trattati e superati in un'udienza del dicembre 2012...".
INTERROGAZIONE AL MINISTRO DEGLI ESTERI
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Per sapere – premesso che: il 16 agosto 2011, in prossimità dell'isola di Barilac, nelle acque di fronte al comune di Primosten, regione di Sebenico, in Croazia, si è verificato un gravissimo incidente tra due imbarcazioni, nel quale hanno perso la vita i coniugi Francesco Salpietro e Marinelda Patella, entrambi di nazionalità italiana; la barca a vela delle vittime è stata colpita e divelta dal motoscafo pilotato da Tome Horvatincic, di nazionalità croata, a carico del quale si è aperto un procedimento penale avanti al giudice ritenuto competente presso il tribunale di Sebenico; si sono già tenute tredici udienze nel corso delle quali le parti hanno potuto fornire tutte le informazioni e le controdeduzioni necessarie per giungere a sentenza e, ciò nonostante, il processo è tuttora in corso; il procedimento, infatti, ha subito una serie di rinvii, che ne hanno allungato la durata in modo preoccupante e talvolta incomprensibile; dopo la dodicesima udienza, del 27 maggio 2013, vi è stata una lunga sospensione e la successiva udienza è stata convocata addirittura per il 7 novembre 2014, poi ulteriormente rinviata al 19 dicembre 2014; la conduzione del processo è apparsa, anche per questi motivi, anomala e ha alimentato la preoccupazione nell'opinione pubblica italiana che sussista la volontà di allungarne ulteriormente i tempi allontanando, senza obiettive giustificazioni, la pronuncia definitiva dell'autorità giudiziaria; infatti, nel corso della tredicesima udienza del 19 dicembre 2014, è stato consentito alla difesa del cittadino croato di depositare nuove perizie tecniche di parte che in sostanza, dopo oltre 3 anni, riaprono la trattazione di merito, su argomenti che erano già stati approfonditamente trattati e superati in un'udienza del dicembre 2012; nel corso di quell'udienza, legittimamente, i parenti e i difensori delle vittime si aspettavano che fossero fissate le date per le conclusioni e per la sentenza; al contrario, con questa nuova manovra dilatoria l'effetto ottenuto sembrerebbe, effettivamente, quello di allungare ulteriormente i tempi del procedimento e di allontanare il momento in cui i nostri connazionali otterranno giustizia; occorre rilevare che, nonostante le tragiche conseguenze dell'evento, si tratta pur sempre di un processo per un incidente, che, in circostanze normali, si sarebbe potuto svolgere in un numero limitato di udienze che avrebbero consentito di chiarire i contorni dell'accaduto, di attribuire responsabilità e giungere alla pronuncia della sentenza; nel caso in questione, inoltre, si registrano ulteriori elementi che hanno sollevato forti inquietudini tra i parenti delle vittime, in relazione ad esempio alla deposizione di un testimone chiave che ha ritrattato la disposizione in modo del tutto incomprensibile; di fronte a questi particolari i legali delle vittime hanno contattato l'ambasciata italiana che ha fatto quanto in suo potere per assistere e offrire tutto il sostegno possibile ai parenti delle vittime; tuttavia, come è noto, non vi sono poteri in capo all'ambasciatore italiano per far sì che un processo giunga in tempi ragionevoli a conclusione, né, ovviamente, la stessa ambasciata intende interferire con l'amministrazione della giustizia, pur comprendendo le giuste preoccupazioni della famiglia Salpietro; la vicenda ha generato particolare sconcerto nell'opinione pubblica italiana e nelle istituzioni per i numerosi rinvii che hanno provocato l'inammissibile ritardo nella risposta alla domanda di giustizia dei familiari delle vittime; a ciò si aggiunga un generale allarme per un evento che ha colpito in modo così efferato una famiglia che stava trascorrendo le proprie vacanze nel Paese croato, abitudine molto diffusa tra gli italiani, che, oggi, guardano con timore alla Croazia la per l'inefficienza del sistema giudiziario e per l'evidente incapacità di offrire giustizia in tempi ragionevoli, perfino di fronte ad un evento così tragico –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa; come il Ministro intenda attivarsi sul piano politico-diplomatico per quanto di competenza in relazione alla vicenda di cui in premessa, posto che la famiglia Salpietro attende giustizia da oltre tre anni. (5-04771)
DECRETO ILVA
Il decreto-legge sull'Ilva costituisce un passaggio ulteriore, dopo quelli degli ultimi tre anni, per mettere in sicurezza l’attività produttiva e l’occupazione negli stabilimenti Ilva oltre che per convogliare consistenti risorse sul più grande polo siderurgico europeo. Il provvedimento fissa le linee guida per il futuro dell'Ilva e per il risanamento ambientale dell’area. Il Commissario di ILVA S.p.A. è autorizzato a contrarre finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato. Per la tutela dell'indotto sono previste diverse misure in favore delle piccole e medie imprese, tra cui quelle dell'autotrasporto, come la sospensione dei termini per i versamenti dei tributi erariali o delle procedure esecutive e cautelari relative a tali tributi. L'urgenza che ha spinto il Governo a intervenire di nuovo a favore dell’Ilva e della città di Taranto non dipende solo dalla esigenza di risolvere i problemi creati dalla gestione passata dello stabilimento ma anche dalla necessità di creare le condizioni che permettano la ripresa economica di Taranto, il suo rilancio turistico, nel rispetto del benessere e della salute dei suoi cittadini.
Dossier di approfondimento Gruppo PD
La Stampa 4 marzo 2015
Corriere della Sera 4 Marzo 2015
LA BUONA SCUOLA
Per saperne di più leggi il seguente approfondimento
Corriere della Sera 4 marzo 2015
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