LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE
L'Assemblea della Camera ha approvato martedì scorso il disegno di legge di riforma costituzionale, già approvato dal Senato, che dispone, in particolare, il superamento dell'attuale sistema di bicameralismo paritario, riformando il Senato che diviene organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali. Al contempo, il progetto di riforma modifica la disciplina del procedimento legislativo e interviene sul Titolo V della Parte seconda della Costituzione, eliminando la competenza legislativa concorrente e sopprimendo ogni riferimento costituzionale alle province nella Costituzione.
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Dossier di approfondimento Gruppo PD
Sintesi del contenuto
Testo della Riforma
La Repubblica - 11 Marzo 2015
RIFORMA DELLA COSTITUZIONE MOLTI RISULTATI MATTINO DI PADOVA 19 FEBBRAIO 2015
Si è concluso la scorsa settimana, nella notte tra venerdì e sabato, l’esame alla Camera della riforma della Costituzione: nonostante le polemiche aspre e spesso immotivate delle opposizioni e l’assurda volontà di bloccare il testo attraverso l’ostruzionismo, grazie alla determinazione del Pd, la volontà di proseguire nel cammino delle riforme ha avuto la meglio sull’atteggiamento strumentale assunto dalle minoranze in aula. Di fronte ad un cambiamento così importante è utile accantonare quelle polemiche ed esaminare il merito della riforma che affronta temi irrisolti da anni con l’obiettivo di rendere più efficace il procedimento legislativo, correggere l'eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza e superare i molti limiti presenti nel titolo V sui rapporti tra Stato e autonomie locali. In particolare il Ddl supera il bicameralismo perfetto e disegna un sistema legislativo monocamerale. Il Senato diventa un organo di secondo grado con 100 senatori, eletto dai consigli regionali, che rappresenta le istituzioni territoriali. Il Senato è escluso dalla compartecipazione all’indirizzo politico e dalla relazione fiduciaria con il Governo che è assegnata alla sola Camera dei deputati. Sul piano politico il nuovo Senato richiama l’impianto programmatico del Senato delle autonomie al centro della proposta della coalizione dell’Ulivo del 1996. La riforma, inoltre, migliora il procedimento legislativo che resta bicamerale paritario solo per i disegni di legge costituzionali. Le altre leggi sono approvate dalla Camera. Per i disegni di legge non costituzionali il Senato è esclusivamente organo di seconda lettura, di proposta eventuale di modifiche. Rispetto al procedimento legislativo inoltre vengono costituzionalizzate le previsioni introdotte dalla legge n. 400 del 1988 sulla decretazione d’urgenza. Così il decreto legge non potrà intervenire nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma, della Costituzione e cioè non sarà possibile reiterare disposizioni di decreti legge non convertiti o regolare rapporti giuridici sorti sulla loro base, né ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale per vizi non attinenti al procedimento. La riforma rafforza il ruolo del Governo nel procedimento legislativo, riconoscendogli una duplice potestà di richiesta, sui disegni di legge, di iscrizione con priorità all’ordine del giorno della Camera e di esame e voto finale entro un termine determinato. Infine la riforma del titolo V. Alla luce della riforma del 2001 è necessario correggere i limiti profondi emersi in 14 anni d’esperienza che hanno rallentato e in alcuni casi bloccato importanti decisioni. Tre gli aspetti principali. Primo, la confusione nell'attribuzione delle funzioni e delle materie tra Stato e regioni e i conseguenti ricorsi alla Corte costituzionale aumentati dal 7,6 al 45,7% dei giudizi in via principale. Tale confusione ha prodotto la moltiplicazione delle leggi regionali in diverse materie, generando costi crescenti, incertezze e ostacoli per le attività economiche. In secondo luogo è bene intervenire per evitare i risultati economici negativi di molte regioni e delle autonomie locali. Sul punto l’analisi della Corte dei Conti ha evidenziato che, dal 2001, i bilanci delle regioni presentano difficoltà crescenti e un ricorso eccessivo all'indebitamento. Ancora, il ddl intende superare la paralisi nell’assunzione di decisioni strategiche su materie fondamentali come la politica energetica e le infrastrutture, dove i veti incrociati delle regioni e degli enti locali hanno bloccato la realizzazione di opere decisive per lo sviluppo del Paese. La riforma risponde all’esigenza di affidare allo Stato temi fondamentali per lo sviluppo economico e sociale e, dunque, assegna alla competenza esclusiva dello Stato le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione, i porti e gli aeroporti, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell'energia. Inoltre la riforma affronta in modo risolutivo la questione delle province, che scompaiono dalla Costituzione, cancella la legislazione concorrente e introduce una clausola di supremazia statale. Si supera finalmente l’impostazione propagandistica sin qui affidata al federalismo che è stato realizzato male e in modo superficiale. Il provvedimento contiene gli elementi per riprendere con coraggio il percorso verso uno Stato composto da un sistema di autonomie che cooperano e collaborano tra loro, rafforzando le regioni con competenze ben definite e attraverso il superamento della finanza derivata, con effettive entrate proprie e controlli più incisivi in un quadro di maggiori responsabilità. Questa riforma assicura maggiore capacità di intervento, adegua la velocità nelle decisioni e riduce la conflittualità tra istituzioni.
RIFORMA COSTITUZIONALE: IL FATTO QUOTIDIANO
Sull'approvazione della riforma costituzionale si riportano di seguito due articoli pubblicati dal Fatto Quotidiano indicativi degli argomenti e dei metodi che hanno caratterizzato alcune posizioni contrarie. Il primo è un intervento di Stefano Rodotà - che definisce la riforma una via di mezzo tra democrazie e dittatura: Democratura - che spiega le ragioni per cui il Movimento 5 Stelle lo candidò alla Presidenza della Repubblica. E' utile ricordare, per ragioni di chiarezza politica e per prevenire in futuro il ripetersi di simili errori, che anche tra i parlamentari del PD qualcuno votò per Rodotà, facendo fallire prima la candidatura di Franco Marini e aprendo la strada poi al disastro della bocciatura di Prodi. Il secondo articolo del Fatto Quotidiano è l'elenco dei deputati che hanno votato la riforma. Quest'ultimo assomiglia molto ad una lista di proscrizione nella quale vengono individuati i colpevoli di un grave misfatto contro la democrazia. Il metodo ricorda da vicino sistemi usati in passato per trasformare avversari politici in nemici da individuare, sanzionare e colpire. Per altro l'articolo svela una segreto inesistente: infatti come è noto i voti dei parlamentari sulle leggi sono pubblici e facilmente consultabili sui siti web della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
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Fatto Quotidiano - 11 Marzo 2015
Fatto Quotidiano - 11 Marzo 2015
APPROVATO IL DECRETO LEGGE SULLE BANCHE POPOLARI
E' stato approvato il Decreto Legge di riforma delle banche popolari: riportiamo di seguito il testo dell'audizione tenuta da Banca d'Italia in Commissioni Finanze e Attività produttive sulla riforma insieme ai Dossier di approfondimento sul tema.
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Dossier di approfondimento Gruppo PD
Testo dell'audizione del Direttore della Banca d'Italia
Dossier di approfondimento Servizio Studi Camera Deputati
Testo del provvedimento
DELEGA LAVORO: I PRIMI DECRETI ATTUATIVI
Il Governo ha pubblicato i primi due decreti legislativi di attuazione della Delega Lavoro "Jobs Act"
Dossier di approfondimento del Gruppo PD
LA RIFORMA DELLA SCUOLA
In attesa del Decreto legislativo di riforma della scuola pubblichiamo due interessanti approfondimenti su questo tema
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La Stampa - 12 Marzo 2015
Corriere della Sera 10 marzo 2015
NO TAV: ANCORA INTIMIDAZIONI E PREVARICAZIONI
Riportiamo di seguito alcuni articoli apparsi sulla stampa di questi giorni sull'ennesimo grave atto di intimidazione da parte dei gruppi No Tav e disobbedienti contro Giancarlo Caselli a cui è stato impedito di intervenire ad un incontro
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La Repubblica - 12 Marzo 2015
La Repubblica - 12 Marzo 2015
La Stampa - 11 Marzo 2015
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