«LA MAFIA? NON UCCIDE PIÙ OFFRE SERVIZI ALLE IMPRESE». LA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA A VENEZIA E VERONA. NACCARATO: «CONTROLLARE LA ZONA GRIGIA DEL RICICLAGGIO DEL DENARO SPORCO»
MATTINO DI PADOVA 25 MARZO 2015
La mafia? «Non uccide più, ma è diventata silente e offre servizi alle imprese con la gestione dei flussi finanziari legati al riciclaggio, che diventano risorse fresche per le aziende in crisi». A lanciare l’allarme è Giovanni Russo, cui il Csm ha affidato il ruolo di consulente dell’Antimafia e il suo giudizio coincide con quello di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Il Veneto, come dimostrano le inchieste di queste ultime settimane, è terra di conquista non tanto di Cosa Nostra che qui inviò in soggiorno i boss negli anni Ottanta quando regnava Felice Maniero, ma della camorra e della ’ndrangheta, che hanno scalato le vette del business criminale. Lunedì 30 e martedì 31 marzo, la commissione parlamentare Antimafia guidata da Rosy Bindi sarà tappa prima a Venezia e poi a Verona, sorvegliata speciale dopo l’inchiesta della Dia di Bologna e della procura di Reggio Emilia, con oltre 100 arresti alcuni dei quali portano in Veneto. Il calendario delle audizioni prevedono, in Prefettura a Venezia, l’audizione delle massime autorità istituzionali e delle categorie economiche. Lunedì saranno convocati i prefetti di Venezia, Padova, Rovigo, Treviso e Rovigo che presiedono i comitati della sicurezza e dell’ordine pubblico, al loro fianco i questori delle rispettive città. Poi sarà il turno del Procuratore antimafia di Venezia e dei Procuratori della repubblica delle cinque città. In serata saranno di scena le categorie economiche, da Confindustria agli artigiani e commercianti per raccogliere indicazioni precise sulle infiltrazioni del crimine nell’economia. Martedì 31 marzo, l’Antimafia sarà a Verona con la stessa agenda allargata a Vicenza: i due prefetti, i due procuratori e questori saranno ricevuti dal parlamentari assieme al Gico della Guardia di Finanza. Poi sarà il turno degli imprenditori, messi in ginocchio dalla concorrenza sleale di chi ottiene i «servizi» dalle raffinate holding del crimine organizzato. «Nel dossier della Dna sono venti le pagine dedicate al Veneto e dopo le audizioni in Lombardia, Emilia Romagna e nelle regioni del Mezzogiorno abbiamo deciso di fare tappa a Venezia per capire quali iniziative si possono mettere in campo per salvare l’economia pulita, che lotta per uscire dalla crisi», spiega l’onorevole Alessandro Naccarato. «Credo sia nostro dovere raccogliere tutte le informazioni utili a prevenire l’infiltrazione criminale, non basta solo la doverosa repressione delle forze dell’ordine: l’autoriciclaggio è legge come pure la promessa di procurare voti con modalità mafiose in cambio di denaro». Senza scorrere l’elenco degli arresti e delle inchieste clamorose degli ultimi anni, a pagina 723 del dossier c’è la chiave interpretativa: «L’osmosi tra la zona grigia e la criminalità organizzata è così forte da favorire l’assorbimento da parte dei professionisti delle modalità di linguaggio, di comportamento e della stessa mentalità mafiosa, tanto di divenire i veri tessitori delle strategie a più alti livelli, con attenzione al riciclaggio» scrive Giovanni Russo. A rischio non è solo l’edilizia, ma i trasporti e i servizi di ristorazione. Il denaro arriva dal traffico di sostanze stupefacenti, con il grande crimine di Droga SpA che ha arruolato le bande di spacciatori stranieri divise per etnie. I vecchi boss del clan Maniero sono usciti di scena, anche se nel Veneziano restano alcune gang che danno l’assalto alle banche con gli esplosivi. Settore a rischio è quello dello smaltimento dei rifiuti, con la camorra entrata con prepotenza negli affari. L’operazione Serpe, conclusa con 25 condanne su 26 imputati, ha fatto scattare l’allarme ma ci sono nomi più autorevoli a partire da Franco Caccaro con la sua Tpa, per finire con Giovanni Barone legato al fallimento Rizzi di Verona. Galliera veneta è stata segnata dalla vicenda Bolognino, nei guai nel blitz di Reggio Emilia, mentre con Mafia Capitale la procura di Roma ha sequestrato la Terni e la Bellolampo di Limena, riconducibili a Riccardo Mancini. Ultima puntata quella del 30 gennaio scorso con la Dda di Venezia che sequestra il tesoro di Francesco Manzo: 130 milioni di beni, vale a dire 350 unità immobiliari e 40 appartamenti nel grattacielo Belvedere di Padova. Il business è business: sparare fa solo danni.
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Relazione sulla presenza di criminalità organizzata in Veneto
Interrogazione al Ministro dell'Interno
PRESCRIZIONE PIU' LUNGA CONTRO LA CORRUZIONE
L'Assemblea della Camera dei deputati ha approvato, il 24 marzo, un provvedimento di modifica del Codice Penale rispetto alla disciplina della prescrizione: in particolare la normativa determina un aumento del termine di prescrizione per i reati di corruzione; prevede che la decorrenza della prescrizione per taluni reati concernenti i minori decorra dal raggiungimento della maggiore età della vittima; introduce nuove ipotesi di sospensione dei termini di prescrizione, tra cui quelle conseguenti a condanna non definitiva; precisa che anche l'interrogatorio reso alla polizia giudiziaria, su delega del Pubblico Ministero, determina l'interruzione del corso della prescrizione; stabilisce che la sospensione ha effetto solo per gli imputati nei cui confronti si sta procedendo.
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Dossier di approfondimento del Servizio Studi della Camera dei Deputati
Dossier di approfondimento Gruppo PD
NUOVE MISURE PER CONTRASTARE IL TERRORISMO
La Camera sta discutendo il decreto legge contro il terrorismo. Il provvedimento contiene norme per rispondere alle tensioni e alle violenze che si stanno manifestando in Europa e in diverse parti del mondo. L’offensiva dell’Isis in Libia e in Tunisia, rende necessaria e urgente un’iniziativa dell’Unione europea e dell’Italia per prevenire e reprimere la diffusione del terrorismo nel nostro paese. La strage di Parigi, le azioni di “lupi solitari” dell’Isis a Bruxelles, gli arresti di militanti dell’organizzazione in diversi paesi europei indicano la presenza di una rete terrorista in Europa. Questi terroristi si sono formati con processi di radicalizzazione jihadista individuali, provengono da famiglie residenti in Europa da anni e sono apparentemente integrati: gli attentatori di Parigi erano cittadini francesi. Di fronte al terrorismo non servono la demagogia e l’allarmismo contro l’immigrazione; servono interventi seri e mirati per combattere un fenomeno nuovo che va affrontato senza cedere a timori irrazionali, magari alimentati per ragioni elettorali. Se le risposte al terrorismo fossero la paura, la restrizione delle libertà e la chiusura delle frontiere i terroristi avrebbero raggiunto il loro obiettivo di condizionare in senso autoritario le democrazie occidentali. I rischi sono aumentati con l’instabilità dilagante in alcune aree del nord Africa, dove, come dimostrano l’attentato di Tunisi e le vicende libiche, l’Isis sta cercando di insediarsi stabilmente. L’Italia è molto esposta per la sua posizione geografica strategica nel Mediterraneo e deve adeguare il suo sistema di difesa. Per questo il governo ha deciso di intervenire con un decreto legge. Gli strumenti di prevenzione e repressione sono potenziati attraverso nuovi reati, pene più severe, contrasto dell’uso di internet per scopi terroristici, estensione delle misure di prevenzione penali ai sospetti terroristi. Il decreto introduce tre modifiche al codice penale relative ai delitti di terrorismo: reclusione da 3 a 6 anni per il soggetto reclutato e arruolato (i foreign fighters) con finalità di terrorismo, reclusione da 3 a 6 anni per chi organizzi, finanzi o propagandi viaggi finalizzati a condotte terroristiche; reclusione da 5 a 10 anni per chi, dopo essersi auto addestrato (i lupi solitari) ponga in essere azioni terroristiche. Vengono inasprite le norme sull’uso e sulla circolazione delle sostanze che possono essere utilizzate per costruire ordigni esplosivi. Il decreto estende gli strumenti di prevenzione e introduce la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ai potenziali foreign fighters e la facoltà del questore di ritirare il passaporto ai soggetti indiziati di terrorismo. E’ prevista l’espulsione amministrativa da parte del prefetto degli stranieri che svolgono atti a sostegno di organizzazioni terroristiche. Al procuratore nazionale antimafia vengono attribuite anche le funzioni in materia di antiterrorismo per costituire il coordinamento nazionale delle indagini per i delitti di terrorismo. Infine sono aumentati i controlli e le pene per l’apologia e l’istigazione al terrorismo attraverso gli strumenti telematici. Si tratta di misure concrete e adeguate che aumentano gli interventi per la sicurezza e consentono di prevenire e contrastare il terrorismo in modo efficace.
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Dossier di approfondimento
Testo del provvedimento
Il Sole 24 Ore - 26 marzo 2015
La Stampa - 26 marzo 2015
La Stampa - 26 marzo 2015
LE PROPOSTE DEL PD PER LA SICUREZZA
Il Forum sicurezza provinciale del PD di Padova vi invita apartecipare all'incontro pubblico con
EMANUELE FIANO Responsabile nazionale Sicurezza PD
Giovedì 2 Aprile 2015 ore 20.45
Sala Paladin - Municipio di Padova

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