IL PD ATTACCA BITONCI: «LA CITTÀ È PEGGIORATA»
MATTINO DI PADOVA 29 MARZO 2015
«Tra poco sarà passato un anno dagli annunci sulla sicurezza di Bitonci e Saia, ma il quadro di Padova non è affatto cambiato. Troppe promesse non mantenute». Il capogruppo del Pd Umberto Zampieri, attacca i due sceriffi di centrodestra sul loro terreno, quello su cui hanno basato un’intera campagna elettorale, e costruito la vittoria di giugno. Non è mancata la dura replica dell’assessore Maurizio Saia (articolo nella pagina accanto) che ha accusato il centrosinistra di aver ridotto male questa città e ha annunciato un’operazione di sgombero in via Confalonieri, vicino a via Anelli. Ma vediamo lo sviluppo di questo scontro politico sulla sicurezza, tema sempre caldissimo. Ieri, l’opposizione di marca Pd si è scagliata contro l’amministrazione Bitonci, accusandola di proseguire oltre i limiti della pazienza e della tolleranza con la propaganda politica, venendo meno agli impegni presi con i padovani sul tema della sicurezza. CONTINUA L'ARTICOLO (clicca qui)
NACCARATO: «ZAIA SI ERA IMPEGNATO AD OSPITARE PIÙ IMMIGRATI» MATTINO DI PADOVA 29 MARZO 2015
«L'operazione "Strade sicure" non è mai stata messa in discussione. Chi ha provato a strumentalizzarla quando è stata sospesa, non sa di cosa parla». Il deputato del Pd Alessandro Naccarato, è tornato sul tema delle pattuglie di militari dell'Esercito che presidiano la città. Il 18 marzo è ripreso il servizio, interrotto il 31 dicembre, che vede in strada 31 soldati in servizio 24 ore su 24. Appena il servizio venne interrotto, anche il sindaco Massimo Bitonci aveva subito lanciato forti accuse nei confronti del premier Matteo Renzi. «Non solo non è mai stato in discussione, ma ora è ripartito con la differenza che non saranno più pattuglie miste, con polizia e carabinieri, spesso solo scenografiche, ma saranno presenze e controlli statici nei punti sensibili della città» chiarisce Naccarato. CONTINUA L'ARTICOLO (clicca qui)
"SICUREZZA? SOLO PAROLE" IL RAPPORTO: IL PD HA TRACCIATO LA MAPPA DELLE ZONE DELLA CITTA' PIU' A RISCHIO
GAZZETTINO 29 MARZO 2015
A nove mesi dall'insediamento del sindaco Massimo Bitonci a palazzo Moroni, il Partito democratico disegna la mappa del degrado in città. Lo spaccio? Soprattutto in via Valeri, via Avanzo, in piazzale Stazione, in piazzetta Gasparotto, nelle piazze e al parco Santa Rita. La prostituzione? In via Annibale da Bassano, in via Avanzo e in via Venezia. «Quello che abbiamo fatto è molto semplice - spiega il deputato democratico Alessandro Naccarato - abbiamo fatto una "foto" alla città e questo è il risultato». «Con questo non vogliamo demonizzare Padova, tutt'altro. È giusto evidenziare però che, sul fronte della sicurezza, la situazione in questi mesi non ci pare cambiata anzi - continua Naccarato - Quando però a governare era il centrosinistra, per Bitonci e i suoi la colpa era sempre di Zanonato prima e di Rossi poi. Ora invece l'unico responsabile è il governo». «Anche su questo è giusto fare chiarezza - conclude l'esponente democratico - Nel 2011 per la sicurezza il governo Berlusconi ha stanziato 6,664 miliardi di euro, quest'anno il governo Renzi ne ha messi a disposizione 7,225 miliardi. In compenso tra il 2011 e il 2015 la giunta Zaia ha diminuito di 64 milioni di euro, gli stanziamenti in favore di questo comparto. Sempre Zaia si è sempre opposto all'unico strumento che garantisce le espulsioni: la realizzazione anche in Veneto di un Cie». CONTINUA L'ARTICOLO (clicca qui)
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La mappa dello spaccio e della prostituzione in città
ANTIMAFIA: «VERONA FRAGILE. QUI LE MAFIE SOTTOVALUTATE»
L'ARENA DI VERONA 1 APRILE 2015
Verona il punto fragile del Veneto per la presenza della criminalità organizzata. E un colpo durissimo per Prefettura e Procura. La Commissione nazionale antimafia, che per tutta la giornata di ieri ha fatto tappa in Prefettura con una serie di audizioni dei rappresentanti delle forze dell'ordine, della Procura, di enti, categorie e associazioni, ha lanciato una sferzata decisa alla nostra città, che arriva proprio nel pieno della campagna elettorale, con le inevitabili ripercussioni sulla scena politica. E nell'ultimo giorno di lavoro del prefetto Perla Stancari, da oggi in pensione, ma gli accertamenti della Prefettura non si fermeranno: infatti alla luce delle ultime informative dei Ros di gennaio e febbraio su rischi di infiltrazioni, si sono già svolte in Prefettura due riunioni operative con conseguenti provvedimenti. «Verona rappresenta sicuramente il punto più fragile del Veneto», ha detto la presidente della commissione Rosy Bindi. «Apprezziamo il fatto che questa Prefettura abbia emesso quattro interdittive, ma riteniamo che la consapevolezza sul fenomeno della 'ndrangheta sia ancora insufficiente. Per il momento possiamo parlare ancora di infiltrazioni della criminalità organizzata, e non di un vero insediamento, ma perchè questo non accada è necessario che il fenomeno non venga sottovalutato. Non si faccia in Veneto quello che è stato fatto in Lombardia, diventata la quarta regione 'ndranghetista d'Italia. Il Veneto può ancora riscattarsi, ma a patto che la consapevolezza del pericolo si rafforzi». COMMISSIONE DI ACCESSO. Ed ecco la stoccata: «Riteniamo che la Prefettura possa rivalutare di chiedere una commissione di accesso al Comune di Verona (e forse anche per altri Comuni della Provincia). Alla luce dell'inchiesta Emilia alcuni episodi in passato sottovalutati possono essere riletti in una nuova luce, ben più preoccupante. La commissione di accesso non presuppone un atto di scioglimento dell'Amministrazione, è però uno strumento indispensabile per fare luce. Il prefetto ne aveva già valutato l'opportunità, mapoi non era stata ritenuta necessaria. Alla luce delle nuove inchieste però riteniamo lo sia diventata». Verona sarebbe dunque la prima città capoluogo del Nord Italia con una commissione di accesso al Comune, e dunque con l'ipotesi, neanche tanto remota, di commissariamento. Ma dalla Commissione antimafia un richiamo arriva alla Procura di Verona. PROCURE. «Crediamo sia necessario un maggiore collegamento tra le Procure circondariali e la Distrettuale antimafia di Venezia», ha aggiunto la Bindi. «Sappiamo che oggi le mafie sparano meno ma corrompono di più: ci sono alcuni comportamenti ripetuti, sintomatici di una presenza mafiosa che le Procure possono rilevare ma la Distrettuale riesce a collegare». L'onorevole Bindi ha citato anche alcuni episodi avvenuti a Isola della Scala, Affi e Nogarole Rocca che «riguardano aspetti sociali, incendi, ma anche scambi elettorali. Diciamo che il sistema qui esiste, è c'è anche un problema di capitali oltre che di appalti. Serve una vigilanza molto forte: sì alle interdittive e alla confisca dei beni». SOTTOVALUTAZIONE. «Qualsiasi altra amministrazione comunale nelle condizioni di quella di Verona avrebbe visto la proposta di scioglimento per infiltrazioni mafiose. A Verona la Prefettura ha deciso invece, con grave sottovalutazione, di non procedere nemmeno con la commissione di accesso», è la posizione molto dura del vicepresidente della commissione Claudio Fava che ha fatto riferimento all'arresto di Giacino e della moglie, alle informative dei carabinieri e dei Ros sui summit di 'ndrangheta che si sono tenuti in provincia, alle intercettazioni tra esponenti dei clan e alcuni veronesi. «Un vicesindaco condannato a cinque anni per corruzione», ha proseguito Fava, «un'impresa collegata a famiglie mafiose calabresi presente nei più importanti appalti gestiti dall'amministrazione comunale, decine di inequivocabili reati spia, rapporti investigativi altrettanto inequivocabili dei Ros di Catanzaro: il rischio di un condizionamento dell'attività amministrativa in questi anni è stato grave. Ci preoccupa la superficialità con cui molti di questi elementi sono stati sottovalutati da chi aveva il dovere e gli strumenti per intervenire».
«LE QUATTRO INTERDITTIVE? POCHE» ACCESSO AGLI ATTI PER ALTRI COMUNI CORRIERE DEL VENETO 2 APRILE 2015
Cinque amministrazioni (oltre a Verona) nel mirino dell‘antimafia. Mica solo quell’inchiesta Aemilia che l’altro giorno la commissione parlamentare antimafia ha citato ogni tre per due. L’inchiesta della Dda di Brescia, Bologna e Catanzaro sul tentativo d’insediamento, tramite l’acquisizione delle aree del fallimento Rizzi, del clan ‘ndranghetista di Nicolino Grande Aracri nel Veronese. Con il boss che tramite il suo referente in terra scaligera Antonio Gualtieri cercava di espandersi. Con quel Moreno Nicolis, patron della Nico.Fer, che lo avrebbe dovuto mettere in contatto con il sindaco Tosi, tanto da presentarglielo a un pranzo. «l’Ho incontrato, Tosi e coso e stanno ancora mangiando lì da Moreno, sotto n taverna», dice in un’intercettazione». È in galera, Gualtieri. Per lui il 416, associazione di stampo mafioso. E il pm Giuseppe Ziroldi che nell’0rdinanza della Dda di Bologna scrive: «Nessuna rilevanza penale. Ma il fatto dimostra la capacità di penetrazione (del clan Grande Aracri ndr) anche in contesti diversi da quello emiliano, come quello veronese, coinvolgendo settori dell’imprenditoria come Nicolis Moreno, che dispone di contatti anche con l’amministrazione scaligera». No, mica solo quello. Che non è poca cosa. Ci sono anche quelle quattro interdittive antimafia. Quelle che martedì la presidente della commissione Rosy Bindi ha spiegato che sono state emesse dalla prefettura di Verona. E che sono state «convalidate» dalla magistratura, «dimostrando il buon lavoro fatto». Chi riguardano quelle interdittive? Una era per la Soveco, azienda che avrebbe dovuto realizzare il traforo delle Torricelle e che era in stretti rapporti con il vicensindaco Vito Giacino. E altre tre aziende, tutte riconducibili a Vito Nicastri, definito dalle indagini della procura di Trapani e Catania come «referente» del boss di Cosa Nostra Matteo Mesina Denaro. Nicastri opera nel settore dell’energia eolica. E quelle tre ditte, con soci veronesi che venivano fatti risultare come titolari, hanno sede proprio in Riva all’Adige. «In realtà - spiega Alessandro Naccarato, deputato Pd membro della commissione antimafia - per una realtà come quella che è emersa a Verona sono anche poche. È uno dei mezzi di prevenzione per le infiltrazioni più efficace e per il quale bastano “sospetti” e non servono prove accertate. Con il sequestro preventivo dei beni è uno dei sistemi che possono evitare il radicamento». E l’antimafia parlamentare martedì non si è limitata a chiedere la «commissione d’accesso» per il Comune di Verona. L’ha chiesta anche per delle amministrazioni della provincia. Rivoli, Isola della Scala, Arcole, Nogarole Rocca. Ma l’elenco è destinato ad allungarsi per tutte quelle realtà in cui si sono verificati quei «reati spia» che testimoniano la presenza della criminalità organizzata. E se l’ormai ex prefetto Perla Stancari, da ieri in pensione, ha trascorso il suo ultimo giorno di lavoro con l’accusa di aver sottovalutato la situazione, è stata ricostruita la vicenda che ha portato, a maggio, al diniego di insediare la commissione d’accesso. Il tutto era nato dopo l’inchiesta di Report sull’ex assessore Marco Giorlo e sui viaggi calabresi del sindaco Tosi. Invece che il comitato di sicurezza, a cui siede anche il sindaco , venne convocata una «riunione tecnica di coordinamento» a cui presero parte, oltre alla Stancari, il procuratore Schinaia il questore, il comandante dei carabinieri, quello della Finanza e il capo sezione della Dia. In quella sede si valutò che non era il caso di procedere con la commissione d’accesso. «Allora - ha ribadito la Bindi - probabilmente non c’erano le basi. Ma dopo quanto emerso dall’inchiesta Aemilia, gli elementi ci sono tutti». E toccherà al prossimo prefetto decidere come muoversi per quella che, con l’insediamento della commissione, sarebbe la pagina più buia nella storia del Comune di Verona.
COMMISISONE ANTIMAFIA IN VENETO: “SERVE MAGGIORE ATTENZIONE”. REPLICA DI ALESSANDRO NACCARATO A FLAVIO TOSI
Le due giornate di missione in Veneto sono stati utili alla Commissione Antimafia per approfondire la situazione della presenza criminale nella nostra regione e per confermare gli allarmi più volte lanciati sul fenomeno mafioso. Per difendere il nostro territorio dalle aggressioni delle organizzazioni criminali la strada migliore da percorrere resta quella di prevenzione. Sulla base delle inchieste delle dda di Bologna, Brescia e Catanzaro e delle indagini delle forze dell'ordine appare necessario utilizzare tutti gli strumenti previsti dalla normativa antimafia: in particolare per le prefetture l'emissione di misure interdittive verso le imprese e, per quanto riguarda l'autorità giudiziaria, i sequestri patrimoniali. Rispetto ai reati spia serve un'attenzione specifica verso il traffico di stupefacenti, il riciclaggio, la bancarotta fraudolenta, le false fatturazioni e le truffe. Alla luce delle elementi raccolti dalla Commissione suonano ancora più stonate le parole usate dal Sindaco di Verona per screditare l'operato della Commissione stessa. La reazione scomposta del signor Tosi conferma il fatto che l'attenzione della Commissione Antimafia su Verona è assolutamente fondata e opportuna. La richiesta della presidente Bindi, a nome della Commissione, di valutare l'opportunità di istituire la Commissione d'accesso presso il Comune di Verona è motivata dalle rilevanti novità investigative emerse negli ultimi mesi dalle indagini delle DDA di Bologna, Brescia e Catanzaro. La Commissione non rivolge la richiesta al Prefetto come persona, che, come è noto, ha terminato oggi il suo incarico, ma, come previsto dalla normativa, alla Prefettura come istituzione, che ha una continuità di funzione a prescindere dal singolo funzionario. La Commissione Antimafia, il suo presidente e i suoi componenti non sono in campagna elettorale a differenza del Sindaco di Verona che, proprio per questa ragione, appare molto nervoso e preoccupato.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
Corriere del Veneto - 31 Marzo 2015
Gazzettino - 31 Marzo 2015
Mattino di Padova - 31 Marzo 2015
L'Arena di Verona - 1 Aprile 2015
Corriere del Veneto 1 Aprile 2015
Corriere del Veneto 1 Aprile 2015
NUOVE MISURE PER CONTRASTARE IL TERRORISMO
La Camera ha approvato le nuove norme per contrastare il terrorismo.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Dossier di approfondimento del gruppo PD
LE PROPOSTE DEL PD PER LA SICUREZZA
Il Forum sicurezza provinciale del PD di Padova vi invita apartecipare ai due incontri pubblici con
EMANUELE FIANO Responsabile nazionale Sicurezza PD
IMMIGRAZIONE
Giovedì 2 Aprile 2015 ore 18.45
Hotel Blue Dream - via Orti - Monselice
SICUREZZA
Giovedì 2 Aprile 2015 ore 20.45
Sala Paladin - Municipio di Padova

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