EMERGENZA PROFUGHI: IL GOVERNO RENZI ALLA CAMERA
Il Presidente del Consiglio ha riferito alla Camera dei Deputati sulla strage del Canale di Sicilia in vista del Consiglio Europeo straordinario convocato per l'emergenza profughi. Riportiamo di seguito il discorso del Presidente Renzi.
Signora Presidente, onorevoli deputate, onorevoli deputati, vi sono vari modi per affrontare una riflessione su ciò che è accaduto nei giorni scorsi nel nostro Mare Mediterraneo: vi è un aspetto emozionale, emotivo, molto forte; vi è un aspetto tecnico, di provvedimenti da prendere, di decisioni da eseguire; vi è un aspetto diplomatico, di relazioni: le iniziative, gli incontri, dal Segretario generale delle Nazioni Unite al più piccolo dei Paesi dell'Unione europea, che è quello che si è mostrato con il cuore più grande, Malta. Ma credo che sia rispettoso del vostro ruolo e della consapevolezza dell'importanza del Parlamento, della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, partire da un approccio totalmente, integralmente, radicalmente politico. Mi spiego: non voglio minimamente mettere da parte l'importanza di riconoscere, anche in quest'Aula, innanzitutto, il tributo alle vittime; lo ha fatto la Presidente e tutti noi abbiamo unito il nostro cordoglio al suo e il pensiero alle famiglie. LEGGI TUTTO...
LA CAMERA APPROVA LA RISOLUZIONE IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO STRAORDINARIO
La Camera dei Deputati ha approvato il testo di una risoluzione sui provvedimenti da adottare rispetto all'emergenza profughi in vista del Consiglio Europeo di oggi di cui riportiamo il testo.
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Testo della Risoluzione
LA RIVOLTA DEI SINDACI PD IN VENETO: «DISERTIAMO L’INCONTRO SUI PROFUGHI» CORRIERE DEL VENETO 19 APRILE 2015
Settecento profughi in viaggio verso il Veneto. Sindaci sul piede di guerra. E un partito, il Pd, che rischia di andare in corto circuito. Il primo cittadino di Vicenza, il dem Achille Variati, ha già fatto sapere che lunedì non parteciperà al vertice in prefettura a Venezia sul tema dell’immigrazione. Il suo collega di Belluno, Jacopo Massaro, pure lui di centrosinistra, si limiterà a mandare un assessore. E quello di Treviso, il pd Giovanni Manildo, sta valutando il da farsi. La rivolta monta nel partito di Renzi, complice anche il clima elettorale delle Regionali con una Lega che non perde occasione per soffiare sul fuoco dell’emergenza immigrazione e solidarizza con la sollevazione dei sindaci pd. Alle prefetture viene rivolta l’accusa di non coinvolgere i primi cittadini, imponendo soluzioni dall’alto in assenza di adeguati processi d’integrazione. Un malessere che rischia di arrivare ai vertici del Pd: i parlamentari veneti hanno chiesto la convocazione di una direzione nazionale per fissare una linea comune, paventando «pericoli» in una campagna elettorale che vede impegnata la renziana Alessandra Moretti in una complicata sfida con il governatore uscente leghista, Luca Zaia, e il sindaco di Verona, Flavio Tosi. E che la pratica sia delicata, lo ha ammesso lo stesso segretario regionale pd, Roger De Menech, che ha fatto sapere di voler sottoporre la questione direttamente al premier. La scintilla che ha riacceso un malessere peraltro presente da tempo in Veneto è stata l’annuncio del sindaco pd di Vigodarzere (Padova), Francesco Vezzaro, di rinunciare alla fascia tricolore per protestare contro la prefettura che giovedì scorso, «senza il minimo coinvolgimento», aveva individuato in una caserma dismessa dell’Aeronautica un potenziale centro di accoglienza per un centinaio di profughi. La minaccia di dimissioni di Vezzaro, poi rientrata dopo una serie di chiarimenti e sollecitazioni giunti dal Pd veneto, è stata colta al volo dalla Lega: Zaia ha parlato di «sindaco coraggioso» e il primo cittadino di Padova, Massimo Bitonci, di «monito per Renzi e Alfano». Per il Pd, una ferita aperta. Variati, sindaco di Vicenza, da tempo fortemente critico sulle politiche governative in materia di distribuzione dei profughi, ha motivato la sua assenza al vertice di domani a Venezia, riproponendo una lettera scritta nel febbraio scorso al prefetto nella quale si diceva «contrario a un modus operandi che non affronta i problemi e non tiene conto del disagio sociale dei cittadini: nessun progetto d’integrazione, solo una mera accoglienza a carico dello Stato, che poi si trasforma in clandestinità con tutte le conseguenze che questo comporta». Altrettanto perentorio il sindaco di Treviso Manildo: «Questa volta siamo intenzionati a dire no, basta. Abbiamo fatto di tutto per fronteggiare l’emergenza, non possiamo continuare a svolgere un ruolo di supplenza nei confronti dello Stato e dell’Europa. Ci mancano strutture e mezzi». Il tema è esplosivo e il Pd cerca un punto d’equilibrio. Lo chiedono ai vertici nazionali i parlamentari veneti (il senatore Santini e i deputati Naccarato, Camani, Miotto e Narduolo) secondo i quali il problema non è tanto il numero dei profughi («Estremamente ridotto –— scrivono —: 380 in provincia di Padova e circa 2.800 in tutto il Veneto») quanto «il clima di ingiustificata paura e di strumentalizzazione messa in atto dalla Lega». Che non molla la presa. Il governatore Zaia ha ribadito il suo no «a flussi selvaggi», aggiungendo: «In Veneto ci sono 511 mila immigrati, di cui 42 mila senza lavoro: non siamo in grado di accoglierne altri». In salita il compito della candidata pd, Alessandra Moretti, stretta tra i malumori della base e le esigenze di governo: «I profughi? Pronta ad accoglierli se da Roma garantiscono adeguate risorse: altrimenti, direi di no anche a Renzi…».
«SI TRATTA DI PREOCCUPAZIONI INFONDATE» IL PD SMORZA I TONI E CONVOCA IL DIRETTIVO MATTINO DI PADOVA 19 APRILE 2015
Di fronte alle annunciate dimissioni (poi rientrate) del sindaco di Vigodarzere per protestare contro il presunto invio di profughi nella caserma dismessa situata in quel Comune e alle reazioni di numerosi amministratori, il senatore Santini e i deputati Naccarato, Camani, Miotto e Narduolo hanno chiesto alla segreteria provinciale Pd un incontro della direzione provinciale per discutere la vicenda. La notizia sull’arrivo dei profughi a Vigodarzere si è rivelata del tutto infondata e frutto, nella migliore delle ipotesi, di una ingiustificata paura, nella peggiore, di una strumentalizzazione elettorale identica a quelle messe in atto dai sindaci della Lega. I parlamentari Pd hanno manifestato grande preoccupazione per il diffondersi di simili metodi di gestione dei problemi. Si tenga sempre presente che il numero dei profughi arrivati nel nostro territorio è estremamente ridotto (380 in provincia di Padova e circa 2.800 in Veneto) e che finora la presenza dei profughi non ha provocato alcun problema. Per queste ragioni è stato richiesto un momento di confronto all'interno del Pd per cercare di assumere un orientamento, il più condiviso possibile, per affrontare la situazione prima di commettere errori che potrebbero indebolire il lavoro del Governo.
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Corriere della Sera 21 Aprile 2015
Il Sole 24 Ore 23 Aprile 2015
La Repubblica 23 Aprile 2015
LA QUARTA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA APPROVATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
La relazione della Commissione di inchiesta sulle mafie e sulle associazioni criminali anche straniere riguardante il sistema di protezione dei testimoni di giustizia segue le prime tre relazioni presentate dalla commissione bicamerale e approvate dal Parlamento: la relazione sulla riforma dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, la relazione sul semestre di presidenza italiana dell’unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea, e la relazione sulla formazione delle liste delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali. La relazione che affrontiamo oggi è il risultato, come nei casi precedenti, di un metodo di lavoro preciso e produttivo, impostato dalla presidente Bindi. La Commissione infatti non elabora le relazioni perché rimangano documenti a futura memoria, ma sottopone le relazioni all’esame e al voto del Parlamento per sollecitarlo a intervenire con provvedimenti di legge con l’obiettivo di migliorare la legislazione antimafia in un’ottica di prevenzione dei fenomeni criminali. LEGGI TUTTO...
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Relazione della Commissione Antimafia sui testimoni di giustizia
APPROVATO IL DIVORZIO BREVE
Il 22 Aprile la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi.
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Dossier di approfondimento del Gruppo PD
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