ITALICUM: LA CAMERA VOTA LA FIDUCIA
L'Assemblea della Camera ha avviato l'esame del progetto di legge di riforma del sistema di elezione della Camera dei Deputati, già approvato in prima lettura dalla Camera e modificato dal Senato. Il Governo ha posto la fiducia e la Camera ha votato la fiducia.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti:
Dossier di approfondimento del Gruppo PD
Dossier di approfondimento Servizio Studi della Camera
Sole 24 Ore 30 Aprile 2015
Corriere della sera 30 Aprile 2015
La Stampa 29 Aprile 2015
Repubblica 28 Aprile 2015
LEGGE ELETTORALE: PERCHÉ DIREMO SÌ ALL'ITALICUM
Il confronto sulla legge elettorale, che anima il dibattito politico da molti mesi, sta divenendo, in queste ore, teatro di polemiche e divisioni. Noi voteremo a favore della nuova legge elettorale. Siamo consapevoli di quanto sia rilevante e delicato il tema, ma siamo anche convinti che non esista nel concreto una legge elettorale perfetta che possa andare bene a tutti. Avremmo preferito, ad esempio, un modello simile al Mattarellum, che fu certamente una formula capace di introdurre innovazioni profonde nel sistema politico italiano. La modifica della legge elettorale rappresenta una priorità per la politica. Un Parlamento che vuole davvero essere credibile non può voltarsi dall'altra parte rispetto, da un lato, alla stortura rappresentata per anni dal Porcellum, e, dall'altro, alla sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2014 che ha dichiarato illegittime alcune parti di quella stessa legge. Ecco perché, fin dal primo giorno della legislatura, il Partito Democratico si è impegnato seriamente nel percorso politico per la modifica della legge elettorale, un percorso cominciato proprio alla Camera dei Deputati nel marzo 2014.
Il testo uscito da quel primo passaggio parlamentare era profondamente diverso da quello che ritorna oggi in Aula: si prevedeva un premio di maggioranza alla coalizione vincente, da assegnare al raggiungimento del 37% al primo turno oppure dopo l'esito del ballottaggio, una soglia di sbarramento all'8%, le liste corte e bloccate.Il Partito Democratico ha, fin da subito, evidenziato alcune criticità, e, in particolare, abbiamo chiesto che, nel passaggio al Senato, si intervenisse, in primo luogo, per aumentare la soglia per l'ottenimento del premio di maggioranza, per evitare una evidente sproporzione tra il principio della governabilità e quello della rappresentanza; in secondo luogo, per definire che tale premio fosse assegnato alla lista invece che alla coalizione, per scongiurare il ripetersi delle famose coalizioni che implodono all'indomani del voto; in terzo luogo, per alzare la soglia di sbarramento, in virtù del diritto di tribuna; e, infine, perché fossero definiti criteri più democratici per la scelta degli eletti. Tutte queste richieste sono state accolte al Senato, che ha modificato, a gennaio di quest'anno, la legge: alzando la soglia per il premio di maggioranza al 40%, assegnato alla lista anziché alla coalizione, riducendo al 3% lo sbarramento e definendo un diverso sistema per le liste, con la previsione dell'unico posto bloccato del capolista, scritto sulla scheda, e introducendo la scelta su preferenze per i restanti seggi, con la fondamentale previsione del doppio voto di genere. È utile ricordare che al Senato, come era già avvenuto alla Camera in prima lettura, la legge è stata votata da tutte le forze di Governo e da Forza Italia, con una larga convergenza. È quindi incomprensibile che il partito di Berlusconi, che ieri ha votato questa stessa legge, oggi si opponga, accusando il PD di stravolgere la democrazia. Nasce così, dal confronto parlamentare il cosiddetto "Italicum 2.0", un provvedimento di riforma della legge elettorale che deve, peraltro, essere letto in parallelo all'altra grande azione di cambiamento portata avanti dal PD e dal suo Governo: la riforma costituzionale, con il superamento del bicameralismo paritario e la definizione del nuovo senato delle autonomie.
Per tutte queste ragioni riteniamo fondamentale approvare il prima possibile le riforme, con un profondo rispetto per il dibattito che dura da oltre un anno ma anche con la piena consapevolezza che in una democrazia decidente arriva il tempo delle scelte. E con queste motivazioni il Governo ha deciso di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale, per evitare un improduttivo ostruzionismo e per non sottoporre un passaggio così delicato alle trappole dei voti segreti. Avremmo preferito una soluzione diversa, senza il ricorso alla fiducia su un tema così sensibile, ma non possiamo correre il rischio che il percorso di riforma si fermi. Fin dall'inizio questo Governo ha indicato le riforme come ragione fondante della propria esistenza. Senza riforme il Parlamento e la legislatura, come hanno indicato i Presidenti Napolitano e Mattarella, perderebbero parte significativa della propria funzione. Votare si alla fiducia e alla legge elettorale significa ribadire, ancora una volta, che il Partito Democratico non intende sottrarsi alla sfida del cambiamento.
IL COMUNE DI PADOVA VIOLA LA LEGGE SEVERINO: IL PD FA UNA SEGNALAZIONE ALL'ANAC
«LA DOPPIA NOMINA DI PAOLO ROSSI È ILLEGITTIMA» MATTINO DI PADOVA 28 APRILE 2015
«Dopo la denuncia di Andrea Micalizzi e Alessandro Naccarato, rispettivamente consigliere comunale del Pd cittadino il primo, deputato Pp alla Camera il secondo, è di dominio pubblico che a Padova, con la doppia nomina di Paolo Rossi a Telerete e Aps Holding siamo di fronte a una palese violazione della normativa nazionale anticorruzione, conosciuta come Legge Severino che vieta l’accumulo di cariche di amministratore delegato in due società controllate direttamente o indirettamente dal Comune e che svolgono anche servizi pubblici locali (esattamente il caso di queste due società). Alla luce di ciò ho presentato una interrogazione a risposta immediata al Presidente della Regione Zaia, dove si chiede che cosa il Governatore intenda fare per ripristinare a Padova legalità e trasparenza». Questa l’azione intrapresa dal consigliere regionale e vicepresidente della commissione Bilancio, Piero Ruzzante che aggiunge: «È una questione, dietro alla quale si nascondono delle gravi implicazioni secondo una duplice direzione: sia sul piano economico, visto il rischio concreto che tutti gli atti (contratti, decisioni aziendali, compensi) emessi da Telerete, da luglio a oggi, siano ritenuti illegittimi e quindi passibili di nullità (causando un danno incalcolabile), sia sotto il profilo politico, laddove si evidenzia per l’ennesima volta, la disinvoltura del sindaco Bitonci nel trattare la “cosa pubblica” come se fosse “cosa propria”».
VERGOGNOSA PROPAGANDA DELLA LEGA SULL'EMERGENZA PROFUGHI
L'attacco del segretario della Lega contro il Prefetto di Padova è totalmente strumentale e dimostra che la Lega non vuole trovare soluzioni all'emergenza umanitaria che il governo e sindaci stanno tentando di fronteggiare. L'atteggiamento di Salvini è intenzionalmente negativo e non porta da nessuna parte: infatti dalle sue parole si comprende che, oggi, la linea del suo partito rifiuta l'accoglienza dei profughi nelle strutture dei comuni, nelle caserme, presso i privati e si scaglia contro governo, prefetti e sindaci.
Occorre ricordare che l’Italia, e l’Unione europea hanno costruito un sistema di norme e di trattati per assicurare alle persone in fuga dai conflitti, dalla miseria e dalle persecuzioni il diritto all’asilo. Quindi l'accoglienza è per le istituzioni italiane un dovere che deriva dal nostro ordinamento. È utile, inoltre, tenere presente che l'accoglienza non pesa sulle casse degli enti locali e si dispiega senza oneri per i comuni e per i privati perché è interamente finanziata dallo Stato.
Di fronte ad un'emergenza di questa portata, una forza politica dovrebbe intervenire per risolvere e non certo per alimentare i problemi e le tensioni come dimostra di voler fare Salvini. Infatti lo stesso segretario della Lega forse ha dimenticato che quando il suo partito era al governo del Paese e doveva affrontare l'emergenza Nord Africa accolse 60.000 profughi dell'Africa centrosettentrionale e 25.000 cittadini tunisini con le stesse modalità adottate in queste settimane, senza proteste da parte dei sindaci leghisti. L'unica differenza sta nel fatto che allora, con la Lega al governo, per ogni profugo venivano spesi 45 euro al giorno mentre oggi se ne spendono 35.
Quell'esperienza dimostra che Salvini e la Lega stanno approfittando dell'emergenza umanitaria per soffiare sul fuoco delle paure, per utilizzare la terribile vicenda dei profughi ai fini della campagna elettorale, dimostrando ancora una volta un atteggiamento irresponsabile e indegno di un paese civile.
PD ALL'ATTACCO: «SOLO PROPAGANDA» MATTINO DI PADOVA 19 APRILE 2015
«Un attacco al prefetto totalmente strumentale. È la dimostrazione che la Lega non vuole trovare soluzioni ma resta sulla linea di rifiuto di qualsiasi accoglienza». È duro il commento di Alessandro Naccarato, deputato democratico, alla richiesta di dimissioni del prefetto Impresa avanzata dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini. «Di fronte a un’emergenza la politica dovrebbe intervenire per risolvere i problemi non certo per alimentare le tensioni come dimostra di voler fare Salvini», conclude. «Il segretario della Lega non trascini i prefetti nella polemica politica in un maldestro tentativo di fare campagna elettorale nel Veneto», avverte il senatore “democratico” Giorgio Santini: «Il governo e l’Europa sono impegnati per limitare il flusso di clandestini e contrastare le organizzazioni criminali dei mercanti di morte». «Esprimo la mia solidarietà al prefetto che sta cercando soluzioni praticabili dopo essere stata lasciata sola dalla Regione e da Zaia, il quale, invece di affrontare il problema se ne lava le mani come nella tradizione pilatesca leghista lepenista», è l’intervento di Claudio Sinigaglia, consigliere regionale nella lista del Pd alle elezioni del 31 maggio prossimo. Va all’attacco del primo cittadino invece il segretario provinciale del Pd Massimo Bettin: «Bitonci è un gendarme di Salvini in costante campagna elettorale. Il capo oggi ha fatto un fischio e il sottoposto si è subito allineato sull'attenti, agitando il polverone di giornata che guarda più ai decimali della Lega alle regionali che all'interesse dei padovani. Stavolta però la sua sparata è particolarmente rischiosa per i cittadini e le cittadine e rischia di consegnare Padova a un caos ingestibile». «Bitonci sta diventando la caricatura di sè stesso: un sindaco ossessionato dall'annuncio mediatico», aggiunge il giovane consigliere Enrico Beda. «È davvero bizzarra la retorica leghista per raccogliere consenso. Prima ci spiegano che bisogna aiutarli a casa loro, poi se succede qualcosa ti dicono che te la sei cercata. Ti rispondono ''metteteli a casa vostra'' e quando anche questo accade raccolgono firme e ti accusano di portare degrado in città».
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Documento della Direzione provinciale PD
CAPORALATO AGRICOLO: INTERROGAZIONE PD MATTINO DI PADOVA 29 APRILE 2015
È finita sul tavolo del Governo la vicenda degli operai indiani sfruttati da un’azienda di Correzzola. Il deputato Alessandro Naccarato ha depositato una interrogazione ai ministri dell’Interno, dell’Agricoltura e del Lavoro. Dalle indagini è emerso un tipico caso di caporalato, in cui quattro cittadini indiani avrebbero costruito un sistema di sfruttamento di circa trenta connazionali, per lo più clandestini, addetti dell’impresa agricola dei fratelli Faverato. I responsabili della ditta, che respingono con decisione tutte le accuse, sono chiamati a rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e occupazione illegale di lavoratori immigrati clandestini. «Il fenomeno del caporalato» ha dichiarato il parlamentare Pd «riduce in schiavitù persone giunte nel nostro paese per trovare lavoro e costituisce un pericolo per le aziende sane che soffrono la concorrenza».
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Interrogazione al Governo
RIFORMA DELLA SCUOLA
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Corriere della sera 28 Aprile 2015
ECONOMIA E FINANZA
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Corriere della sera 28 Aprile 2015
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