L'ITALICUM E' LEGGE MATTINO DI PADOVA 5 MAGGIO 2015
La legge elettorale appena approvata costituisce un punto di mediazione tra diverse posizioni politiche e rappresenta un passo in avanti nel processo di riforme per risolvere la crisi istituzionale. Il Parlamento ha affrontato la materia elettorale partendo da tre dati di fatto: non esiste la legge elettorale perfetta; non esiste una legge elettorale capace di mettere d’accordo tutti; in assenza di una nuova legge, la sentenza della Corte costituzionale del gennaio 2014 ha introdotto un sistema proporzionale puro. Dopo quella sentenza, il dibattito parlamentare è ripreso: la Camera ha approvato a larga maggioranza nel marzo del 2014 una legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza ed eventuale doppio turno; il Senato ha introdotto importanti modifiche nel gennaio 2015 e la Camera le ha confermate in via definitiva. Le caratteristiche fondamentali della nuova legge sono queste. Il testo vale solo per la Camera perché è coordinato con la riforma costituzionale che supera il bicameralismo perfetto e trasforma il Senato in un ente eletto dai consigli regionali. La lista che raccoglie più del 40% dei voti ottiene un premio di maggioranza ed elegge 340 deputati su 630. Se nessuna lista raggiunge il consenso sufficiente si svolge un ballottaggio tra le prime due. I seggi rimanenti sono attribuiti con il sistema proporzionale alle liste che hanno avuto più del 3%. L’Italia è divisa in 100 collegi. In ogni collegio le liste presentano un capolista: il suo nome è stampato sulla scheda elettorale a fianco al simbolo della lista. L’elettore ha a disposizione un voto per la lista e uno o due di preferenza: se esprime due voti devono essere rivolti a candidati di sesso diverso. In questo modo il capolista è “bloccato” ma, a differenza di quanto avveniva con il porcellum, il suo cognome è stampato sulla scheda, come accadeva nei collegi uninominali, e l’elettore può scegliere i propri candidati. Il sistema adottato è un punto di equilibrio tra preferenze, liste bloccate e maggioritario ed è il risultato di un lungo lavoro parlamentare durato 14 mesi. E’ utile ricordare che il Senato ha accolto numerose critiche emerse alla Camera e ha migliorato la legge. Infatti il testo originale prevedeva il premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista, la soglia del 37% per accedere al premio di maggioranza, lo sbarramento all’8%, liste bloccate senza preferenze. Per questo molte critiche alla nuova legge sono infondate nel merito. Mi soffermo sulla contestazione più pesante che ha spinto diversi deputati a non partecipare al voto: la legge sarebbe antidemocratica e in contrasto con la Costituzione; alcuni hanno addirittura evocato il fascismo. Queste accuse gravissime sono smentite da un fatto che stranamente quasi nessuno ricorda: molti degli attuali detrattori hanno approvato la legge in prima lettura nel marzo dello scorso anno quando, peraltro, presentava numerosi difetti che sono stati poi corretti al Senato. In particolare Forza Italia, che oggi parla di dittatura, ha votato a favore della legge alla Camera in prima lettura e al Senato. Anche i deputati del Pd, che oggi criticano con parole durissime il testo, hanno votato a favore della legge nel marzo dello scorso anno. Non si comprende allora il voto contrario oggi, dopo che la legge è migliorata e ha accolto molte delle critiche emerse in precedenza. Certo, visto che non esiste la legge elettorale perfetta, anche questa presenta diversi limiti, in particolare quello dei capilista bloccati, ma rappresenta comunque un miglioramento rispetto al rischio dell’ennesimo fallimento e del pericolo di tornare a votare con il proporzionale puro. Tale sistema produrrebbe instabilità e assicurerebbe un potere di ricatto e di veto alle forze minori con la certezza di ripetere i disastri degli anni scorsi. La nuova legge ha l’obiettivo di superare la paralisi e le incertezze del passato, di garantire agli elettori la scelta dei deputati e di dare una maggioranza sufficiente e non eccessiva alla lista vincente in modo da assicurare la formazione di governi stabili.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti:
Dossier di approfondimento del Gruppo PD
Intervista Mirabelli - Corriere 7 Maggio 2015
Il Sole 24 Ore 5 Maggio 2015
Il Sole 24 Ore 5 Maggio 2015
La Stampa 4 Maggio 2015
NUOVE NORME CONTRO I REATI AMBIENTALI
La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge che innova il Codice dell'Ambiente: L'introduzione di nuovi delitti a salvaguardia dell'ambiente costituisce il principale oggetto del testo unificato, che introduce pene più gravi rispetto al sistema sanzionatorio che attualmente punisce la lesione dell'ambiente, prevalentemente, attraverso contravvenzioni e sanzioni amministrative. Il quadro normativo individua reati di pericolo astratto, prevalentemente collegati al superamento di valori soglia, puniti a titolo di contravvenzione. Il testo del provvedimento conferma le contravvenzioni previste dal Codice, ma aggiunge - con un nuovo Titolo VI-bis del codice penale - ulteriori fattispecie, aventi natura di delitto, incentrate sulla produzione di un danno all'ambiente. In particolare vengono introdotte cinque fattispecie: inquinamento ambientale (art. 452-bis), disastro ambientale (art. 452-quater), traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (art. 452-sexies), impedimento del controllo (articolo 452-septies) e omessa bonifica (art. 452-terdecies).
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Testo del provvedimento
Dossier del Grupp PD
Dossier Servizio Studi Camera dei Deputati
Scheda riassuntiva
SPERIMENTAZIONE SUGLI ANIMALI
Leggi il seguente approfondimento:
Elena Cattaneo - La Repubblica 5 Maggio 2015
MIGRANTI: «IL VENETO HA RICEVUTO 19 MILIONI». ZAIA NEGA MA LA RISPOSTA ALL’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE CONFERMA GLI IMPEGNI DELLA REGIONE
«Il Veneto ha ricevuto 19 milioni di euro per ospitare il 7% dei profughi ma poi ne ha accolto solo il 4%, l'intesa Stato-Regioni è stata firmata il 10 luglio 2014». A lanciare la polemica è stata l’onorevole Alessia Rotta, della segreteria nazionale Pd, e ieri il sottosegretario agli Interni Domenico Manzione ha risposto, nel question time di Montecitorio, all'interrogazione presentata da Alessandro Naccarato e firmata da 10 deputati veneti Pd (Rubinato, Sbrollini, Rotta Casellato, D'Arienzo, Murer, Martella, Crivellari, Moretto, Narduolo e Fiano) che hanno voluto chiarire quali siano i rapporti istituzionali tra Luca Zaia e Angelino Alfano, su un tema che sta avvelenando il test elettorale del 31 maggio. Per evitare polveroni occorre una premessa: non stiamo parlando dei 35 euro procapite per il vitto e l'alloggio che il governo assegna alle cooperative che ospitano i profughi accolti a Lampedusa e poi smistati dai prefetti in tutt’Italia. No. In questo caso si tratta delle somme previste dal Fondo Sociale Ue e destinate ai 28 Paesi sulla base del numero di immigrati accolti con progetti di integrazione: ad esempio corsi di lingua italiana, di informatica e di avviamento a lavori socialmente utili. Zaia sostiene che di questi 19 milioni di euro non ha visto nemmeno un centesimo e che sia lui che l’assessore Luca Coletto non hanno mai firmato alcun patto con Alfano. Ieri Manzione ha invece spiegato, nella sua risposta a Naccarato, che il «governo gestisce la distribuzione degli immigrati sul territorio secondo una logica di partenariato con le Regioni e il sistema degli enti locali. Ne è prova il fatto che nella seduta della Conferenza unificata del 10 luglio 2014, alla quale ha partecipato anche un assessore della Regione Veneto, è stato approvato, con la piena condivisione dei vari livelli di governo. In quella sede» ha spiegato il sottosegretario Manzione, «è stato condiviso, su proposta delle Regioni, che l'accoglienza fosse ripartita in modo diffuso su tutto il territorio nazionale, distribuendo i migranti in proporzione alle quote del fondo sociale assegnate alle regioni, quota che nel caso del Veneto è di circa il 7%. Invece attualmente, secondo i dati forniti al ministero dell'Interno» nelle sette province «sono accolte 2.590 persone straniere: il 3% del totale nazionale, rispetto, ad esempio, al 22% della Sicilia, al 13% del Lazio, al 9% della Puglia e della Campania». Il sottosegretario ha quindi annunciato che domani pomeriggio il ministro dell’Interno Alfano incontrerà i rappresentanti delle Regioni, il presidente dell’Anci e i sindaci dei territori maggiormente interessati proprio per individuare le nuove proposte operative in considerazione dei nuovi sbarchi. «La Regione Veneto è stata quindi invitata a rispettare gli impegni presi e a collaborare nell'individuare le soluzioni più sostenibili sul territorio» concludono gli onorevoli Naccarato e Rubinato.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
Interrogazione al Ministro dell'Interno
Risposta del Ministro
RIFORMA DELLA SCUOLA
Leggi il seguente approfondimento
La Stampa 6 Maggio 2015
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