ANTIMAFIA, HA RAGIONE LA BINDI MATTINO DI PADOVA 14 GIUGNO 2015
Le polemiche contro la decisione della Commissione antimafia di pubblicare l’elenco dei candidati alle elezioni regionali condannati o rinviati a giudizio per reati di mafia, corruzione o concussione sono infondate e hanno l’evidente obiettivo di delegittimare la Commissione. Sono state scritte e dette cose inesatte per disinformare l’opinione pubblica sulla vicenda ed è utile ricostruire in sintesi le ragioni alla base della scelta dell’Antimafia. La legge istitutiva della Commissione, legge n.87 del 19 luglio 2013, le ha assegnato, tra gli altri, i compiti di indagare sul rapporto tra mafia e politica, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, e di svolgere il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali. Il lavoro della Commissione, come previsto dalla Costituzione, ha la finalità di mettere a disposizione del Parlamento tutti gli elementi utili per legiferare e per invitare il Governo ad adottare provvedimenti di propria competenza. In attuazione di tali compiti la Commissione ha approvato il 23 settembre 2014 un codice di autoregolamentazione in materia di formazione delle liste della candidature per tutte le elezioni. Il codice è stato esaminato dal Senato il 29 ottobre 2014 e dalla Camera il 27 aprile 2015. In queste occasioni nessuna forza politica ha manifestato contrarietà. In passato la Commissione antimafia ha adottato analoghi codici di autoregolamentazione nel 1991, nel 2007 e nel 2010. In particolare la Commissione, presieduta dal senatore Gerardo Chiaromonte, nel 1992 applicò il codice rendendo pubblico l’elenco dei candidati in situazioni di contrasto con il medesimo codice tre giorni prima delle elezioni politiche del 1992. All’epoca infuriarono feroci polemiche contro il presidente e la sua forza politica, Pds, e i partiti “laici” lo difesero con forza. L’attuale testo di autoregolamentazione si richiama all’articolo 54 della Costituzione che ha ispirato il Dlgs. 235/2012 in attuazione della Legge “Severino” che richiede a chi si candida a ricoprire cariche pubbliche una situazione particolare: il prerequisito di non avere condanne per gravi reati contro le istituzioni. Il Codice elenca precise condizioni collegate a situazioni giudiziarie non coperte da segreto, a partire dal rinvio a giudizio, considerate ostative alla candidatura. Il documento assegna alla Commissione il compito di controllare le liste ed è uno strumento politico, e non giuridico. Sulla base di queste disposizioni, più volte elogiate dalle forze politiche, la Commissione si è mossa nell’ambito delle proprie competenze, nel rispetto dei compiti ed dei poteri assegnati dalla Costituzione. La Presidente e la Commissione hanno applicato la legge e il codice e hanno riportato in modo corretto e completo dati pubblici. I politici devono interrogarsi non tanto sulla Commissione ma sulla presenza nelle liste di candidati condannati o rinviati a giudizio.
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Comunicazioni della Presidente Bindi in Commissione Antimafia
Di seguito riportiamo gli articoli apparsi su l'Unità relativi alla vicenda citata: il Presidente della Commissione Antimafia, senatore Chiaromonte, nel 1992 applicò il codice rendendo pubblico l’elenco dei candidati in situazioni di contrasto con il medesimo codice tre giorni prima delle elezioni politiche del 1992.
L'Unità 1 aprile 1992
L'Unità 2 aprile 1992
L'Uintà 3 aprile 1992
AGRICOLTURA: UN PACCHETTO DI MISURE PER I COMPARTI IN DIFFICOLTA'
La Camera ha approvato questa settimana il decreto-legge n. 51 che contiene un pacchetto di disposizioni urgenti per il rilancio dei comparti strategici del latte, dell’olio e della pesca. Inoltre, vi sono misure per aiutare i conduttori agricoli colpiti dalle alluvioni del 2014-2015 e per razionalizzare la macchina amministrativa destinata al sostegno del settore primario. In particolare, per il settore dell'olio, si dà il via al piano nazionale olivicolo con lo stanziamento di 32 milioni di euro che verranno accompagnati anche dalle risorse dei Piani di sviluppo rurali (Psr) delle Regioni interessate, con l'obiettivo di arrivare a una crescita del 25 per cento della produzione italiana nei prossimi anni. Tra le altre misure più rilevanti anche la gestione della fine del regime delle quote latte.
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Testo del provvedimento
Dossier Gruppo PD
LA CAMERA AFFRONTA LE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ACCESSO DEL FIGLIO ADOTTATO ALLE INFORMAZIONI SULLE PROPRIE ORIGINI E SULLA PROPRIA IDENTITÀ
L'Assemblea della Camera sta affrontando l'esame di un testo unificato finalizzato ad ampliare la possibilità del figlio adottato o non riconosciuto alla nascita di conoscere le proprie origini biologiche. In particolare, per dare seguito a una sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità della disciplina vigente, è prevista la possibilità di chiedere alla madre se intenda revocare la volontà di anonimato, manifestata alla nascita del figlio.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
Testo del Provvedimento
Dossier del Gruppo PD
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