PROFUGHI: I DEPUTATI PD DEL VENETO INTERROGANO IL GOVERNO
I deputati veneti del PD intendono fare chiarezza sulla vicenda dei richiedenti asilo e hanno chiesto al Governo di accelerare sulle misure da adottare per fronteggiare al meglio il fenomeno. Anzitutto occorre inquadrare con serietà la situazione: al 20 luglio 2015 sono sbarcati in Italia 83.912 migranti mentre lo stesso giorno del 2014 ne erano arrivati 83.777. E' utile fornire questo dato perché conferma che non siamo di fronte ad una emergenza. Gli allarmi e le preoccupazioni diffusi in queste settimane devono essere letti alla luce di questi numeri che sono il frutto delle politiche italiane ed europee per contrastare la tratta degli esseri umani nel Mediterraneo con le operazioni Mare Nostrum e Triton. Queste operazioni hanno prodotto risultati e hanno salvato molte vite umane. Certamente non vogliamo sottovalutare il fenomeno, ma siamo di fronte a numeri assolutamente gestibili. Al momento in Italia sono presenti circa 84 mila migranti richiedenti asilo: in Veneto sono 5.190 pari al 6% del totale mentre la regione che ne ospita di più è la Sicilia con 15.165 pari al 18%. Questi i numeri con cui confrontarsi per capire che non siamo di fronte ad alcuna invasione come vanno dicendo gli esponenti della Lega per alimentare le paure dei cittadini a fini elettorali.
La situazione, invece, non giustifica gli atteggiamenti di rifiuto e di ostilità dimostrati da alcuni sindaci dei territori. Soffiare sul fuoco e nutrire le paure è dannoso, mentre occorre fronteggiare il fenomeno che deve essere gestito con la collaborazione tra istituzioni. La strategia messa in campo dal Governo si fonda proprio su questa collaborazione in base all'accordo siglato tra Governo, Regioni e Comuni che prevede la ripartizione dei migranti nelle varie regioni in base alla popolazione. Il primo passo è avere in ogni regione un HUB o Centro di accoglienza temporaneo per garantire i controlli e l'assistenza. Una volta che i migranti avranno superato i controlli e fatto domanda di asilo saranno presi in carico dal volontariato e dalla cooperazione sociale sotto il controllo delle prefetture.
La questione centrale è che se tutti i soggetti in campo collaborano il fenomeno può essere gestito serenamente come accade nella maggioranza delle regioni italiane. Se al contrario prevale l'atteggiamento di contrarietà il problema si amplifica perché al rifiuto del singolo comune corrisponderà l'elevata concentrazione di migranti in un altro sito con la conseguenza di creare tensioni che si potrebbero evitare.
La situazione in Veneto è proprio questa: in alcuni luoghi si sono concentrati troppi profughi perché alcuni amministratori irresponsabili hanno rifiutato di offrire ospitalità. I casi più gravi sono quelli di Quinto di Treviso, che ha portato alla rimozione del Prefetto, ed Eraclea mentre vanno citati come esempi virtuosi i casi delle prefetture di Padova e Verona dove i migranti sono stati ospitati in strutture temporanee in aree demaniali. Nella costruzione dei progetti di accoglienza occorre guardare agli esempi positivi come quelli dei Comuni di Este e Dolo dove i migranti sono stati impiegati per attività socialmente utili su base volontaria a titolo gratuito. Infine in questi giorni sono allo studio del Governo due provvedimenti importanti per aumentare le risorse per i minori non accompagnati e per introdurre meccanismi di sostegno ai comuni che attivano progetti di accoglienza.
La Regione Veneto deve affrontare la realtà e costruire un piano insieme agli amministratori dei comuni individuando in ogni provincia un centro di accoglienza temporaneo. Queste strutture servono ad accogliere i richiedenti asilo e a eseguire i controlli per distinguere i profughi da chi deve essere espulso. In secondo luogo serve potenziare le commissioni che giudicano sulle domande: a gennaio di quest'anno le commissioni sono state raddoppiate e oggi è in approvazione un decreto che potenzia il personale in dotazione a quelle commissioni per accelerare il processo di controllo.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Testo dell'interrogazione
La Repubblica 20 luglio 2015
La Repubblica 23 luglio 2015
LA DELEGA PER LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
La Camera ha approvato in seconda lettura il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione, presentato dal Governo. Il provvedimento è tornato all'esame del Senato. Il testo contiene prevalentemente deleghe legislative da esercitare nei dodici mesi successivi all'approvazione della legge, volte a riorganizzare l'amministrazione statale e la dirigenza pubblica; proseguire e migliorare l'opera di digitalizzazione della pubblica amministrazione; riordinare gli strumenti di semplificazione dei procedimenti amministrativi; elaborare testi unici delle disposizioni in materie oggetto di stratificazioni normative.
UNA RIFORMA PER I CITTADINI GAZZETTINO 18 LUGLIO 2015
La Camera ha approvato oggi la legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Si tratta di un provvedimento che contiene importanti novità e ha l’obiettivo di rendere più efficiente, più semplice e meno costosa l’amministrazione statale e locale. Il testo delega il Governo ad adottare decreti legislativi per assicurare la accessibilità on line ai documenti delle amministrazioni pubbliche, ai pagamenti nei loro confronti, e all'erogazione dei servizi, per semplificare i procedimenti in favore dei cittadini e delle imprese con il nuovo istituto generale del silenzio assenso tra amministrazioni pubbliche e tra queste e i gestori di pubblici servizi. Il provvedimento stabilisce i criteri per la riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato: riduzione di uffici e personale e preferenza per modelli di gestione unitaria dei servizi, riordino o soppressione di uffici e organismi con disfunzioni organizzative o funzionali. Una specifica delega riguarda la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato, che sarà assorbito nell’arma dei carabinieri. Si prevedono la riduzione delle Prefetture, la razionalizzazione e il potenziamento dell'efficacia delle funzioni di polizia al fine di una migliore cooperazione sul territorio e il riordino della polizia provinciale, in coerenza con la riforma delle province, la riorganizzazione delle forze operanti in mare, l’istituzione del numero unico 112 su tutto il territorio nazionale, la riduzione delle Prefetture. Inoltre la legge riduce il numero delle Camere di commercio e ne modifica i meccanismi di finanziamento riducendo le spese per le imprese. Viene istituito il sistema della dirigenza pubblica, articolato in ruoli unificati e coordinati, con requisiti omogenei di accesso e procedure analoghe di reclutamento basato su merito, aggiornamento, formazione continua, valutazione. I dirigenti saranno ricompresi in tre ruoli unici: dei dirigenti dello Stato, delle Regioni e degli enti locali. L'accesso alla dirigenza sarà consentito per corso-concorso o per concorso, con il possesso di un titolo di studio non inferiore alla laurea magistrale, svolti con cadenza annuale e senza graduatorie di idonei. Viene inoltre semplificata la mobilità della dirigenza tra amministrazioni pubbliche e tra queste e i privati; gli incarichi dirigenziali avranno durata quadriennale e saranno rinnovabili previa partecipazione ad una procedura di avviso pubblico. Il governo infine è delegato a riformare i servizi pubblici locali stabilendo modalità di regolazione e organizzazione in base ai princìpi di concorrenza e proporzionalità e favorendo l'aggregazione delle attività e delle gestioni. Vengono stabilite norme più severe per l’incompatibilità e l'inconferibilità di incarichi e per la revisione della disciplina dei regimi di proprietà e gestione delle reti. Le società con gli enti locali saranno riviste con i seguenti criteri: adeguatezza della forma societaria, razionalizzazione delle partecipazioni, trasparenza dei dati economico patrimoniali. La riforma costituisce un passaggio fondamentale per avvicinare Stato e cittadini, ridurre la spesa pubblica e migliorare i servizi.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento del Gruppo PD
La Stampa 23 luglio 2015
«AZIONE CHE RICORDA LE INTIMIDAZIONI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA» MATTINO DI PADOVA 14 LUGLIO 2015
Più che un vandalismo a opera di qualche fanatico ambientalista, quello toccato ai Mangimi Veronesi ricalca le intimidazioni tipiche della criminalità organizzata. Ne è convinto il deputato democratico Alessandro Naccarato, che con le colleghe padovane Margherita Miotto, Giulia Narduolo e Vanessa Camani ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Angelino Alfano: «L’attentato alla Veronesi assume caratteristiche inquietanti e desta forte preoccupazione» denuncia Naccarato «È un episodio gravissimo che non deve essere sottovalutato perché è stato effettuato con modalità che ricordano le intimidazioni tipiche della criminalità organizzata». Con l’interrogazione si chiede ad Alfano che gli uffici territoriali si attivino «per prevenire il rischio che tali episodi possano determinare un clima di intimidazione e minaccia contro le imprese». La stessa posizione è stata espressa dal deputato veronese Vincenzo D’Arienzo. Sempre in casa Pd, l’onorevole Gessica Rostellato prende per buona la matrice ambientalista: «Ognuno può avere una propria opinione sull’utilizzo o meno di organismi geneticamente modificati, ma arrivare a incendiare un’azienda che produce mangimi è davvero troppo! Qui non si tratta più di persone che vogliono esprimere la loro opinione ma di vandali che non pensano neppure alle gravi conseguenze delle loro azioni». Entra nel merito anche Federalimentare: «A episodi del genere non si era mai arrivati. Certi ambienti, dopo aver animato per anni campagne antiindustriali imbevute di visioni vetero-bucoliche, in barba alle più elementari esigenze di sviluppo, hanno finito col generare questi frutti avvelenati» è la condanna del presidente nazionale Luigi Scordamaglia. Alla valutazione si accoda Carlo Giovanardi, senatore Ap-Ncd ed ex ministro: «L’ecoterrorismo, alimentato dai settori animalisti più oltranzisti, è un attentato all'economia nazionale che, come negli Stati Uniti, prima che ci scappi il morto, deve essere seriamente combattuto con norme specifiche, mentre da noi chi distrugge e rovina troppo spesso viene rappresentato come una specie di eroe». La senatrice a vita Elena Cattaneo afferma che «l'attentato solleva questioni di sicurezza oltre che di libertà imprenditoriali garantite dalla Costituzione. Qualunque siano le ragioni che spingono queste persone a realizzare queste condotte,nessuna condiscendenza e approvazione può essere loro riconosciuta. Senza la mangimistica Ogm l’intera filiera del comparto zootecnico andrebbe in pochi giorni in crisi, con gravissimi danni anche a chi predica un irrealizzabile ritorno alla dimensione bucolica dell'agricoltura». Confagricoltura Veneto, con il presidente Lorenzo Nicoli, ha espresso vicinanza all’azienda: «Ci auguriamo che sia solo un caso deprecabile e isolato e che non sia frutto di una radicalizzazione di un confronto su temi che meritano una attenta e pacata discussione». Solidarietà è arrivata anche da Alberto Allodi, presidente dell'Associazione dei produttori di alimenti zootecnici.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
Testo dell'interrogazione
FINALMENTE E' STATA FATTA GIUSTIZIA SULLA STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA
Pubblichiamo due articoli di approfondimento sulla sentenza per la strage di piazza della Loggia
Corriere della Sera 23 luglio 2015
Corriere della Sera 23 luglio 2015
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