INTANTO IL GOVERNO PROTEGGE LA PIANURA Dissesto e alluvioni, stanziati 150 milioni per Vicenza, Padova e Venezia. Esultano Variati e i piccoli sindaci: «Ora subito i cantieri». E il Pd punge Zaia: «Ora meno luoghi comuni» CORRIERE DEL VENETO 7 AGOSTO 2015
Al tempo della politica del tweet, il piano non poteva che chiamarsi come un hashtag: «#italiasicura». Ma non sono soldi virtuali, è moneta sonante quella che ieri il ministro Gian Luca Galletti ha annunciato anche (e soprattutto) per il Veneto, che da solo si è aggiudicato un sesto dei fondi immediatamente spendibili nel contrasto al dissesto idrogeologico. Si tratta dei primi 104 dei 155 milioni complessivamente assegnati alla nostra regione e riguardano tre progetti per le province di Venezia, Padova e Vicenza. «Premiamo quei Comuni e quelle Regioni che hanno i progetti in stato avanzato di realizzazione, perché non ci possiamo più permettere di lasciare progetti nei cassetti», ha ribadito il titolare dell’Ambiente, dopo l’anticipazione di mercoledì a San Vito di Cadore. Arrotondando le cifre inizialmente stimate, il ministro Galletti ha puntualizzato che in totale il programma nazionale ammonta a 1,3 miliardi di euro, di cui 650 già disponibili, a favore di interventi ritenuti prioritari in quanto destinati a mitigare alti indici di rischio e giunti ad un avanzato stato di progettazione: «Presentiamo un piano vero, con soldi veri, spendibili immediatamente. Ora ci aspettiamo un impegno concreto da parte delle Regioni, perché queste risorse diventino subito cantieri». Palazzo Balbi non aspettava altro: 61,8 milioni di euro serviranno per i lavori sulla rete idraulica del bacino Lusore nel Veneziano, mentre al Vicentino ne andranno 31,3 per l’invaso sul torrente Astico nei Comuni di Sandrigo e Breganze e ulteriori 11 per l’invaso sul torrente Orolo nei territori di Costabissara e Isola Vicentina (con la possibilità che il Cipe possa liquidare pure i cinquantuno chiesti a Montebello per l’ampliamento del bacino esistente). Opere, queste ultime, particolarmente attese anche nel Padovano, per scongiurare le ripercussioni a valle della mancata infrastrutturazione a monte, come risultò drammaticamente evidente in occasione dell’alluvione del 2010. Non a caso il deputato di zona Alessandro Naccarato, del Partito Democratico, ha esultato all’illustrazione dell’operazione: «Si tratta di un risultato importantissimo, frutto dell’impegno dei parlamentari veneti e padovani del Pd che hanno lavorato in modo unitario nelle commissioni. È la prova della serietà e dell’affidabilità del governo che ha presentato un piano organico che affronta il problema del dissesto idrogeologico in modo sistematico con la volontà di produrre risultati concreti e duraturi per il Paese». Dal centrosinistra è quindi arrivata una stoccata al governatore leghista del Veneto Luca Zaia: «Di fronte a questa notizia vengono meno i luoghi comuni triti e ritriti del governatore Zaia che ha tentato per anni di scaricare la responsabilità dei suoi ritardi su Roma. Il governo vuole collaborare con le altre istituzioni e purtroppo non sempre questo messaggio positivo viene raccolto, specialmente nella nostra regione. Mi auguro che queste importanti risorse facciano cessare le polemiche e che anche il Veneto sappia cogliere l’opportunità per difendere davvero il nostro territorio facendo le opere nel più breve tempo possibile». Ad augurarsi «che ora non passi troppo tempo per appaltare le opere» anche il presidente della Provincia di Vicenza, Achille Variati, che ha accolto con soddisfazione la notizia dell’assegnazione dei fondi per i due invasi previsti. «Buone notizie, che aspettavo da tempo, ora speriamo nelle procedure - commenta Achille Variati - è la direzione giusta, bisogna investire in queste infrastrutture essenziali per prevenire i guai che si sono registrati in passato. Guai da cui bisogna sempre trarre insegnamento». Variati spiega la necessità di queste opere: «L’Astico e l’Orolo sono fiumi torrentizi che per loro natura hanno momenti con portata enorme e pericolosa, e in quei momenti gravi bisogna avere un’area, un bacino, in cui “parcheggiare” milioni di metri cubi di acqua. Si tratta di investimenti importanti - insiste ancora il presidente della Provincia di Vicenza - di infrastrutture essenziali assieme ad un sistema di allarme intelligente ed efficace per preavvisare i cittadini». Piacevolmente sorpresa anche Maria Cristina Franco, sindaco di Costabissara, comune interessato dall’invaso sull’Orolo. «Ottima notizia, abbiamo a cuore quest’opera perchè mette in sicurezza il territorio - fa sapere - ora basta andare avanti e proseguire con la realizzazione in tempi ragionevoli». Ad auspicare un immediato avvio ai lavori per l’invaso sull’Astico, ma anche «ulteriori accertamenti e controlli assicurati dalla Regione Veneto e dal Genio civile» il sindaco di Breganze, Piera Campana: «E’ un’opera con un impatto notevole ma necessaria per evitare disastri».
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
PIANO ITALIA SICURA
PIANO ANTI ALLUVIONI DEL GOVERNO: 93 MILIONI PER LA SICUREZZA IDROGEOLOGICA DI PADOVA GAZZETTINO 7 AGOSTO 2015
Sono 93,3 i milioni di euro per lavori che riguardano la sicurezza idrogeologica di Padova, previsti dal governo nel piano contro le alluvioni nelle principali città. Ad essere precisi riguardano bacini di laminazione che sono in corso di realizzazione nell’alto vicentino per "fermare" l’acqua del Bacchiglione e impedirgli di tracimare a Vicenza e, dopo sette ore, di invadere Padova arrivando da Selvazzano al ponte del Bassanello. I lavori, già finanziati dal Cipe per 42,3 milioni, riguardano l’invaso sul torrente Astico nei comuni di Sandrigo e Braganze per 31,3 milioni. L’invaso sul torrente Orolo nei comuni di Costabissara e Isola vicentina. E l’estensione dell’invaso Montebello, per un progetto da 51 milioni di euro. Il Piano pluriennale nazionale contro il dissesto idrogeologico andrà in approvazione oggi, dotato di 153 milioni per il Veneto, 103 dei quali immediatamente spendibili. Il presidente Zaia è soddisfato ma non dimentica di aver presentato il Piano D’Alpaos (dal nome del luminare padovano dell’idrodinamica) che prevede 3 miliardi per la messa in sicurezza dell’intero Veneto. Intanto a Padova proseguono i lavori per la realizzazione del tanto atteso scolmatore Limenella-Fossetta, atteso dal 2006. Una condotta capace di portare 10 metri cubi di acqua al secondo e che assorbirà tutta l’acqua che si riversa da Limena sul canale Fossetta, sotto l’Arcella. I lavori costano 25 milioni e dovrebbero essere completati nella primavera del 2016. Ma l’opera che risolverebbe definitivamente il problema è il completamento dell’idrovia verso il Brenta per usarla come canale scolmatore. Costo almeno 150 milioni di euro. La Regione ha stanziato 1,2 milioni per fare il progetto. «Il Governo mantiene le promesse - commenta il deputato del Pd Alessandro Naccarato - I soldi che arrivano a Padova sono frutto dell'impegno dei parlamentari veneti e padovani del Pd che hanno lavorato in modo unitario nelle commissioni. È la prova della serietà e dell'affidabilità del Governo che ha presentato un piano organico che affronta il problema del dissesto idrogeologico in modo sistematico con la volontà di produrre risultati concreti e duraturi per il Paese».
L'ASCESA DELLE MAFIE IN VENETO MATTINO DI PADOVA 4 AGOSTO 2015
La presenza delle mafie in Veneto è ormai dimostrata da numerose indagini. In particolare sono sempre più diffusi i casi di imprese controllate da persone collegate ai gruppi criminali che provano ad alterare la concorrenza e a condizionare l’economia per riciclare denaro proveniente da attività illecite, acquisire mercati e produrre utili. L’ingresso dei capitali mafiosi è stato richiesto e incentivato da imprenditori, avvocati, commercialisti, intermediari e istituti finanziari che, più o meno consapevolmente, hanno promosso contatti e relazioni, hanno costituito società di copertura e hanno favorito l’accesso al credito. Dietro a molti fallimenti e alle relative procedure di concordato si annidano gli interessi di organizzazioni criminali che utilizzano prestanome per rafforzare la propria attività. Nell’anno in corso l’attività di contrasto delle mafie ha raggiunto, in Veneto, risultati importanti. L’indagine “Aemilia” della Dda di Bologna ha portato all’arresto di diversi veneti accusati di appartenere alla ’ndrangheta. Tra questi ci sono gli esponenti della famiglia Bolognino che si erano inseriti in un’azienda di Galliera veneta, imprese coinvolte nella ricostruzione post terremoto in Emilia, nella realizzazione di opere pubbliche in provincia di Padova e nel fallimento della Rizzi costruzioni di Verona. A Padova due avvocati sono al centro di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sul riciclaggio di denaro di provenienza illecita per conto di alcuni gruppi associati alla ‘ndrangheta. A Verona sono stati svelati i collegamenti tra importanti imprese e la criminalità organizzata portando a ingenti sequestri di beni. In Veneto sono in aumento le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio e Padova detiene il primato regionale negativo di ben 1375 segnalazioni nel 2014. La presenza delle mafie in Veneto è una realtà almeno dalla metà degli anni 90 quando la relazione della commissione parlamentare antimafia avvertiva di un ingente ingresso di capitali di origine criminale nel tessuto economico. Le operazioni della magistratura e delle forze dell'ordine hanno consentito di far luce su diverse trame criminali ma quanto tempo è stato necessario perché venissero fermati i responsabili di questa penetrazione mafiosa? E quanto ancora non si conosce di questa pericolosa colonizzazione criminale? Interrogativi a cui è difficile offrire risposte certe mentre è sicuro che le mafie hanno scelto il Veneto come lavatrice di soldi sporchi con il concorso di operatori economici compiacenti, innamorati dei guadagni facili e disponibili a frodare l'ordinamento giuridico. Di fronte a questa realtà così ramificata da non poter essere più sottovalutata occorre utilizzare meglio gli strumenti di prevenzione vigenti: le interdittive verso le imprese coinvolte in inchieste per mafia e il sequestro di beni di provenienza sospetta. Magistratura e forze dell’ordine svolgono un lavoro importante per contrastare e reprimere il crimine organizzato ma tale azione deve essere accompagnata da un impegno maggiore sul versante della prevenzione. Per questo è necessario potenziare la collaborazione tra istituzioni per bloccare sul nascere l’infiltrazione nelle imprese ed è urgente avviare una campagna di sensibilizzazione per ripristinare la cultura della legalità.
LA PROPOSTA DEI DEPUTATI PD: «PREMI AI COMUNI DISPONIBILI» MATTINO DI PADOVA 3 AGOSTO 2015
Meccanismi premiali per i comun che collaborano con l’accoglienza. È forse la proposta più importante che i parlamentari padovani del Pd mettono in campo per gestire l’emergenza profughi. A firmare il documento sono Vanessa Camani, Giampiero Dalla Zuanna, Margherita Miotto, Alessandro Naccarato, Giulia Narduolo, Gessica Rostellato, Giorgio Santini e Alessandro Zan. Accusano di irresponsabilità la Lega Nord e si schierano con i sindaci che vogliono risolvere i problemi e non crearli «per lucrare consenso elettorale». Perciò propongono una soluzione in quattro punti: la riduzione dei tempi delle commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato e dei ricorsi, assieme alla certezza dei rimpatri per chi non ne ha diritto. Poi la necessità di far funzionare i Cie, per fermare quegli immigrati che hanno «caratteristiche di pericolosità». E ancora: la possibilità di realizzare protocolli per il lavoro volontario dei profughi, come quelli già firmati da quattro comuni del Padovano. Infine la proposta più importante: la possibilità di avere contributi importanti e lo sforamento del patto di stabilità per quei comuni che collaborano con le gestione dell’accoglienza.
Per saperne di più leggi il seguente documento
DOCUMENTO DEI PARLAMENTARI PD (PDF)
IL DOSSIER: SPACCIO DI DROGA, PADOVA E PROVINCIA PRIME NEL VENETO. NACCARATO, COMPONENTE PD DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, HA ILLUSTRATO I DATI
GAZZETTINO 1 AGOSTO 2015
Padova conferma il non invidiabile primato in traffico di sostanze stupefacenti e di consumatori. Delle operazioni antidroga svolte sul territorio regionale ben il 41% riguarda il territorio padovano, così come sono più di un terzo le persone segnalate per il consumo. Sono i dati resi noti dall'onorevole Alessandro Naccarato, del Pd, in base alle statistiche redatte dalla Direzione Centrale del Servizio Antidroga del Ministero dell'Interno. «La lotta alla droga va affrontata andando alla radice. Siamo abituati a vedere in strada spacciatori stranieri ma sono quelli che vendono al dettaglio. A gestire il traffico di cocaina è l'ndrangheta mentre quello dell'eroina è appannaggio della mafia - spiega Naccarato, componente della commissione antimafia - A valle ci sono i clienti italiani. Possiamo dare la colpa agli stranieri, come fa ad esempio la Lega, ma se si arrestano gli spacciatori al dettaglio questi vengono subito sostituiti. Le due azioni indispensabili sono quindi il contrasto alle mafie e l’opera di prevenzione sui clienti». Naccarato sottolinea inoltre come sia uno sbaglio classificare le sostanze stupefacenti in modo tradizionale in quanto ora sul mercato vengono immesse continuamente sostanze alterate. «Le droghe leggere, hascisc e marijuana, non esistono più perché anch'esse sono alterate come tutti i tipi di pasticche che portano anche alla morte - continua l'onorevole - Ad esempio sta tornando alto il consumo di eroina ma spesso dalla siringa si è passati ad altri tipi di assunzione che vengono percepiti come meno pericolosi ma sono letali. Padova è tornata capitale dell'eroina mentre a Venezia spetta il primato della cocaina, posizione dovuta anche al fatto che Venezia è un porto. A Padova spetta anche il primato degli stranieri segnalati a causa della presenza della mafia nord africana e di quella albanese». In tutta la regione nel 2010 erano stati sequestrati 690 chili di sostanze stupefacenti, lo scorso anno erano saliti a 1663. Lo scorso anno nel padovano sono state messe in atto 551 operazioni antidroga che hanno portato al sequestro di 296 chilogrammi di sostanza stupefacente, dall'hashish alla marijuana passando dalle droghe sintetiche fino alla cocaina e all'eroina. Sono state segnalate per traffico illecito 616 persone delle quali 176 italiani e 440 cittadini stranieri di diverse nazionalità. Da segnalare tra i dati più eclatanti, i 100 chili di marijuana sequestrati nel 2013. «È un tema che va velocemente tolto dalla polemica politica se qualcuno crede di raccattare voti tramite il fatto che gli spacciatori sono stranieri - afferma Naccarato - Ribadisco che si deve lavorare molto sulla prevenzione ma il Governo ha effettuato pesanti tagli, la Regione ha azzerato i fondi ed il Comune non fa nulla. Servono invece risorse sopratutto per sensibilizzare i giovani contro l'uso di qualsiasi sostanza stupefacente, anche quelle sulle quali si è costruita l'idea di leggerezza».
LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il Parlamento ha approvato la riforma della pubblica amministrazione: pubblichiamo di seguito gli approfondimenti utili per comprenderne il contenuto e i vari aspetti.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Dossier di approfondimento Gruppo PD
Dossier ITALIA SEMPLICE - Governo
|