L’ALLARME DEL DEPUTATO PD ALESSANDRO NACCARATO «CAPITALI PER NULLA CHIARI SERVONO PIÙ CONTROLLI» MATTINO DI PADOVA 13 AGOSTO 2015
«Bisogna essere chiari: una speculazione edilizia c’è già stata. Nel momento in cui la società proprietaria delle aree viene venduta vuol dire che qualcuno ha realizzato» . Alessandro Naccarato, deputato del Pd, naviga da anni nelle pieghe dei rapporti tra il mondo della finanza, gli speculatori e le infiltrazioni della criminalità organizzata. E da componente della commissione antimafia ha acceso la luce sulle situazione più “a rischio” del nostro territorio, come il caso del fallimento EdilBasso. Che idea si è fatto della compravendita attorno ai terreni di San Lazzaro? «Perché un privato acquisti quella società, con un debito così importante, deve avere una garanzia e delle certezze. Evidentemente qualcuno gli ha dato questa sicurezza. Chi può essere stato? Ci sono tre possibilità: la Regione, il Comune oppure i privati si sono inventati tutto. Resta il fatto però che quella società è stata venduta. E che i valori della San Lazzaro properties si sono modificati determinando così un facile guadagno per chi l’ha venduta». Non potrebbe essere avvenuto tutto passando in qualche modo “dietro le spalle” di chi amministra? «La decisione sull’area del nuovo ospedale spetta al Comune. Si può non essere d’accordo con la scelta della precedente amministrazione. Ma bisogna andare in consiglio comunale e procedere con atti pubblici. L’idea che possa arrivare un privato, in particolare qualcuno che ha depositato capitali in Lussemburgo, a decidere dove si fa l’ospedale per me è inquietante». Che consiglio darebbe all’amministrazione? «Chiedo che venga alzata l’asticella dell’attenzione su quello che sta accadendo. Va evitato che qualsiasi decisione possa favorire delle speculazioni finanziarie». Sono stati fatti degli errori? «Il fatto di continuare a cambiare idea sul posizionamento del polo sanitario ha prodotto due risultati: una perdita di tempo che rischia di vanificare la possibilità di realizzare l’ospedale ma anche l’aumento di appetiti dei privati. Speculatori che nell’indecisione dell’amministrazione provano a farsi i fatti propri». Ci sono società di capitali olandesi e lussemburghesi che controllano le grandi aree della città. Cosa è successo alla nostra economia? «Questa vicenda conferma che, come abbiamo più volte denunciato, nel mondo della finanza e dell’impresa veneta sono in attività capitali di dubbia provenienza, con società che sfruttano i paradisi fiscali. Di solito in questi casi si nascondono fenomeni di riciclaggio e di evasione fiscale. Su questo come Pd chiederemo una vigilanza attenta da parte degli organi inquirenti».

OSPEDALE, L’ACCORDO SEGRETO SULL’AREA DI SAN LAZZARO. I PRIVATI A LUGLIO 2014 SAPEVANO GIÀ DELL’IPOTESI DI COSTRUIRE IL NUOVO POLO SANITARIO PRIMA CHE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ANNUNCIASSE LA SCELTA QUATTRO MESI DOPO
Che i terreni di Padova Est sarebbero stati scelti per ospitare il nuovo ospedale di Padova qualcuno lo sapeva con ben quattro mesi di anticipo rispetto all’annuncio ufficiale del sindaco Massimo Bitonci. O quanto meno ci sperava. Tanto da dare l’ok a un investimento ad alto rischio come l’acquisto di una società su cui gravano 74 milioni di euro di debiti. Il documento. Che qualcuno sapesse lo dicono i documenti, lo dice il bilancio della Bdp property development srl, società che il 31 luglio 2014 ha comprato da Dh residencia il 70% delle quote della San Lazzaro properties srl, giustificando l’investimento con la «realizzazione della stazione ad alta velocità e l’ipotesi della costruzione del nuovo ospedale di Padova». D’altra parte che sull’area in questione si concentrino gli investimenti di gruppi immobiliari e investitori che si schermano dietro finanziarie olandesi e lussemburghesi è noto da tempo a chi ha seguito la vicenda dell’area Ir2, dove avrebbe dovuto sorgere la «nuova San Lazzaro», disegnata dall’architetto svizzero Aurelio Galfetti. Un progetto naufragato malamente con una montagna di debiti e il fallimento della Edilbasso. Ma l’arrivo del nuovo ospedale ha nuovamente trasformato quel terreno in oro. Le società. Quell’area infatti è necessaria a completare il dimensionamento richiesto per il nuovo ospedale. Appartiene al Consorzio di urbanizzazione Quadrante Nord Est, che ha sede a Loreggia in via dell’Artigianato 9 (stessa sede della Edilbasso). Il consorzio è per il 94% della società via San Lazzaro properties, società in liquidazione con sede in via Cesare Battisti 54 a Padova (dove ha lo studio uno dei “sindaci revisori” Antonio Sbalchiero). La San Lazzaro è controllata al 70% da una società olandese: la Bdp capital Bv, con sede a Amsterdam. Il restante 30% è della So.Im.Cos., società riconducibile al gruppo Edilbasso. Serve un altro passaggio per arrivare ai veri padroni dell’area: la società olandese è controllata dalla Bdp property develpment srl, società in liquidazione con sede a Vittorio Veneto. Società che è divisa in cinque: la quota di maggioranza (26%) appartiene a Napoleone & partners srl, società milanese che fa riferimento al finanziere Antonio Napoleone. Il resto è diviso tra quattro società trevigiane. La compravendita. Il punto nodale in questa storia è una compravendita. Ma bisogna fare un passo indietro: la Via San Lazzaro properties è stata costituita nel 2007 dalla Dh residencia, società del finanziere Doughty Hanson con sede in Lussemburgo, che ha subito venduto il 30% alla San Lazzaro srl, società che poi ha ceduto la sua quota alla So.Im.Cos. La compravendita avviene il 31 luglio 2014: Dh residencia vende la sua quota del 70% alla Dbp capital bv. Non sappiamo quale prezzo venga pagato per la transazione. Ma c’è una domanda da farsi: perché Dbp capital Bv acquista il 70% di una società con 74 milioni di euro di debiti e più di 14 milioni di perdite negli ultimi tre bilanci? La risposta è scritta nero su bianco nel bilancio: perché ipotizzano che sul terreno di San Lazzaro potrebbe sorgere il nuovo ospedale. Con ben quattro mesi di anticipo rispetto all’annuncio di Bitonci. I personaggi. Nell’affare sono coinvolti alcune persone che hanno legami tra loro. Simone Salata, il liquidatore della Via San Lazzaro properties lavora nello stesso studio (Ares Consulting & partners di Sarmeola di Rubano) dell’amministratore unico del Consorzio Quadrante Nord Est. Chi firma l’ultimo bilancio della società Bpd property development è il liquidatore Ilario Fantuzzi, che negli anni ’90 è stato direttore dell’associazione artigiani di Treviso, coinvolto in un’indagine per truffa per una serie di corsi di formazione realizzati con fondi europei. Infine c’è Antonio Napoleone, il finanziere italo-australiano, che come amministratore di EuropaRisorse sgr, su quei terreni ha tentato di costruire già con il piano Ir2 che non è mai andato a buon fine. Napoleone, manager che ha condotto operazioni immobiliari in Arabia Saudita e nell’Est Europa, è finito al centro delle polemiche per le speculazioni edilizie che hanno accompagnato la ricostruzione post terremoto all’Aquila.

IL PROGETTO DEI PRIVATI. TRE GRATTACIELI PER OSPITARE STUDI MEDICI, UFFICI E UN ALBERGO MATTINO DI PADOVA 13 AGOSTO 2015
Il progetto è di quelli destinati a cambiare lo skyline della città. Prevede 3 grattaciali “duali” (cioè con una doppia altezza): il primo alto 75 e 63 metri, gli altri 55 e 45 metri. Edifici destinati ad ospitare un albergo a servizio del nuovo ospedale (che si andrebbe ad aggiungere alla struttura già presente al Net Center) ma anche centri polifunzionali, studi medici privati, centri di ortopedia e fisioterapia. Tutte le attività in qualche modo connesse con il nuovo polo sanitario. In più c’è anche una media struttura di vendita, quindi al massimo 2.500 metri quadri (per interderci, come l’Interspar all’ex Saimp all’Arcella). Il pre accordo tra privati e amministrazione è stato approvato dalla giunta lo scorso 3 agosto, ma deve ancora passare il voto del consiglio comunale. Il consorzio privato si è impegnato a presentare entro 12 mesi un nuovo piano urbanistico in modo da localizzare l’urbanizzazione tutta nella zona più vicina a via Madonna della Salute, così da cedere il resto dell’area per la realizzazione del nuovo ospedale. Il pre accordo prevede la cessione del 50% delle aree (95mila mq) come previsto dalla convenzione precedente del 2009, più altri 20mila. In tutto, parliamo di 115mila metri quadrati concessi gratuitamente dai privati. Così si potrà realizzare anche il campus universitario accanto all’ospedale. In cambio i privati otterranno nuove destinazioni d’uso, cosiddette “miste”, sulla parte rimanente. Sarà lì che sorgeranno i tre grattacieli attaccati.
È UN’AREA DA 30 MILIONI DI EURO. L’IR2 È PASSATA DALLA CURIA ALLA FINPE, FINO A EDILBASSO E AL PROGETTO DI GALFETTI MATTINO DI PADOVA 13 AGOSTO 2015
È un appezzamento grande 250 mila metri quadri quello compreso tra via Madonna della Salute, via Galante, via Einaudi e la ferrovia per Venezia. Tecnicamente in sigla è stato chiamato IR2. Un tempo di proprietà della curia, che poi lo vendette alla Finpe (quelli di «Padova 2000»). Passò poi di mano al gruppo Edilbasso, che si imbarcò nell’odissea del progetto della «nuova San Lazzaro», disegnata da Aurelio Galfetti. Un nuovo rione residenziale con negozi, servizi e un centro civico, a due passi dal Net Center, grattacielo iniziato nel 2004 e terminato nel 2007 sorto sull’area chiamata IR1, cioè l’ex Sidercomit. Ma il nuovo rione è naufragato assieme alla EdilBasso, società dei costruttori Mauro Bertani e Bruno Basso. Nel 2007 il valore dell’area, con in portafoglio 200 mila metri cubi in un misto di residenziale, direzionale e commerciale, viene stimato in 50 milioni di euro. Nell’operazione entra anche Banca Unicredit che concede alla società un mutuo ipotecario sull’area. Il piano di lottizzazione per l’area viene approvato dal consiglio comunale, dopo molte polemiche e discussioni, il 22 aprile 2009. Pochi mesi però la San Lazzaro srl (società del gruppo Edilbasso) abbandona il progetto. E a fine 2010 la Via San Lazzaro properties, proprietaria dell’area, viene messa in liquidazione. Nel frattempo il debito nei confronti della banca sale a 63 milioni di euro. Nell’aprile 2011 c’è una nuova perizia che stima il valore dell’area in 30 milioni di euro. Una perdita di valore consistente. Nel 2012 inizia il fallimento del gruppo EdilBasso che ha ottenuto dal tribunale il concordato preventivo lasciando più di 50 milioni di euro di debiti (di cui 14 tributari e 3,5 verso gli enti previdenziali), assieme a un patrimonio negativo di 33 milioni. Nella procedura di scioglimento e liquidazione di EdilBasso ha avuto un ruolo (come socio in una delle società del gruppo) anche Giovanni Barone, coinvolto nelle indagini della procura di Milano e della Dda di Bologna sulle attività della criminalità organizzata in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
EFFETTO BUONA SCUOLA IL POSTO FISSO, 450 IN FILA PER UNA CATTEDRA DI RUOLO
MATTINO DI PADOVA 26 AGOSTO 2015
Ieri mattina, all’Istituto Ruzza, a guidare le operazioni per l’assegnazione della cattedra per l’immissione in ruolo dei docenti della scuola primaria c’era lo stesso provveditore agli studi Andrea Bergamo. In totale a Padova, tra ieri e oggi, verranno assegnati 450 posti di ruolo. Posti di lavoro che nella maggior parte dei casi vanno a sanare situazioni di precariato che si sono protratte per decenni. Nonostante le assunzioni, tuttavia, la legge la Buona Scuola continua ad alimentare molte critiche. Dottor Bergamo, a che punto sono le operazioni burocratiche nella scuola padovana a venti giorni dall’inizio dell’anno scolastico? «Tutto sta procedendo per il meglio. Dopo aver terminato le assegnazioni delle cattedre ai docenti che hanno ottenuto il ruolo, procederemo con le operazioni delle assegnazioni delle supplenze annuali. Queste ultime non saranno settecento, come ha suggerito ai giornali qualche sindacalista, ma dovrebbero essere poco più di duecento, a cui, naturalmente, vanno aggiunti tutti gli spezzoni (incarichi a tempo determinato con meno di 18 ore settimanali)». Il 16 settembre, primo giorno di scuola, in cattedra avremo già tutti gli insegnanti che servono oppure no? «L’avvio dell’anno scolastico sarà regolare. Sia i miei colleghi dell’Ufficio scolastico provinciale sia quelli dell’Ufficio regionale guidato da Daniela Beltrame, hanno lavorato a luglio e agosto per assicurare una partenza tranquilla ed efficiente delle lezioni in tutte le scuole padovane. Tra pochi giorni avremo completato le cosiddette fasi 0, A e B e ci resterà da affrontare soltanto la fase C delle operazioni, previste dalla riforma, approvata dal parlamento, chiamata la Buona Scuola». A proposito, lei cosa pensa anche come ex preside ed ex docente di scuola media, della Legge 107, pesantemente criticata dai sindacati? «Molti giudizi sulla Buona Scuola non sono fondati e totalmente ingenerosi. Il ministro dell’Istruzione e il premier hanno effettuato un’operazione importante e hanno fatto compiere alla scuola pubblica italiana una svolta che noi addetti ai lavori attendevamo da decenni. In passato, non si era mai visto un’immissione in ruolo così massiccia». Tra pochi giorni si provvederà anche alle nomine in ruolo attraverso l’iscrizione on line alla graduatoria nazionale, alla quale si sono iscritti 71.000 docenti precari di tutta Italia, compresi 3.600 veneti. Ci sarà o no quello che alcuni sindacati hanno definito esodo di massa da sud a nord? «Anche qui sono convinto di essere davanti a una pesante esagerazione. Lo spostamento dei docenti da sud a nord c’è sempre stata. Quando insegnavo, tanti miei colleghi insegnanti erano immigrati dal sud. Per il prossimo anno scolastico la migrazione sarà contenuta dalla possibilità che i docenti interessati hanno di prendere possesso della sede di ruolo nella provincia scelta dal Ministero dell’Istruzione tra un anno, ossia a partire dal primo settembre 2016, mentre per l’anno scolastico 2015 - 2016 potranno optare per una supplenza annuale». Torniamo alla politica scolastica padovana. Tutte le classi delle classi avranno un’aula dove andare a lezione oppure ci sono ancora affrontate alcune criticità? «La collaborazione, che stiamo ricevendo sul fronte dell’edilizia scolastica dai Comuni e dalla nuova Provincia, funziona benissimo. Al momento, in questo settore, non si registrano problemi».
BUONA SCUOLA: PIÙ RISORSE, PIÙ QUALITÀ, PIÙ AUTONOMIA, PIÙ RESPONSABILITÀ

Il Parlamento ha approvato la riforma dell'istruzione: pubblichiamo di seguito alcuni approfondimenti utili per comprenderne il contenuto e i vari aspetti.
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
DOMANDE - AUTONOMIA E DIRIGENTI - RIFORMA IN SINTESI - EDILIZIA - NUMERI
LE PRINCIPALI NOVITA' DELLA LEGGE 107 - BUONA SCUOLA
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