APPROVATO IL PROTOCOLLO ITALIA SVIZZERA: UN PROVVEDIMENTO CONCRETO CONTRO L'EVASIONE FISCALE
La Camera dei Deputati ha approvato il Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. Il provvedimento si compone di tre articoli che modificano la disciplina della previgente convenzione tra i due paesi per ampliare la possibilità di scambio di informazione e superare il segreto bancario.
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Testo del provvedimento
Approfondimento Sole24Ore 5 Novembre 2015
EDILIZIA SCOLASTICA, LAVORO SOCIALMENTE UTILE, IMPRESE E INTERVENTI PER I TERRITORI COLPITI DA CALAMITA'
L'Assemblea della Camera ha approvato la conversione in legge del decreto che contiene quattro distinti interventi, relativi rispettivamente all' edilizia scolastica, all'utilizzo di lavoratori in attività socialmente utili, all'amministrazione straordinaria delle imprese e, infine, ad alcuni territori colpiti da eccezionali eventi meteorologici .
In particolare, per quanto concerne il settore dell'edilizia scolastica, è stato disposto uno stanziamento di 110 milioni di euro volto alla prosecuzione del piano straordinario per il ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici scolastici. Tali risorse vengono reperite in parte (60 milioni) a carico del Fondo per lo sviluppo e la coesione e per la parte restante (50 milioni) a valere sul Fondo sociale per l'occupazione (articolo 1). Va rammentato che tale programma prevede un finanziamento complessivo di 450 milioni di euro (di cui 280 milioni di euro già stanziati) per il periodo 1° luglio 2014 - 1° aprile 2016.
In materia di attività socialmente utili, l'articolo 1-bis dispone che la possibilità, per le pubbliche amministrazioni, di utilizzare per lo svolgimento di tali attività lavoratori titolari di ammortizzatori sociali in costanza di lavoro, continui a valere non più soltanto per i progetti in corso al 24 settembre 2015, bensì anche per quelli iniziati fino alla data di adozione della convenzione-quadro con cui dovranno essere definiti i nuovi principi in materia (ai sensi dell'articolo 26 del decreto legislativo n. 150 del 2015 - cd. jobs act). Poiché tale convenzione non risulta ancora intervenuta, la disposizione in esame sembra comportare la estensione della possibilità di utilizzo dei lavoratori in questione fino alla sua adozione.
Un ulteriore intervento viene operato dall'articolo 2 sulla disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza per le quali si dispone la proroga del programma di cessione dei complessi aziendali, contenuta nel D.Lgs. n. 270/1999, consentendo una proroga del termine di esecuzione del programma di cessione dei complessi aziendali. La proroga – che può cumularsi alla proroga trimestrale eventualmente accordata dall'autorità giudiziaria ai sensi della disciplina già vigente (articolo 66 del medesimo D.Lgs.) – opera per un periodo non superiore a dodici mesi e per una sola volta, qualora venga accertato, sulla base di una specifica relazione predisposta dal commissario straordinario, sentito il comitato di sorveglianza, che l'attuazione del programma richiede la prosecuzione dell'esercizio dell'impresa e che ciò non reca pregiudizio ai creditori. L'obiettivo perseguito con tale proroga è quello di evitare alle grandi imprese commerciali che versano in stato di insolvenza e che non hanno concluso l'attuazione dei programmi previsti per l'amministrazione straordinaria nei termini vigenti (dodici mesi, che possono risultare insufficienti in presenza di realtà produttive complesse e di particolari contingenze di mercato), l'automatica conversione della procedura conservativa in fallimento. Inoltre, con una disposizione introdotta durante l'esame in commissione si agevola per talune tipologie delle imprese il possesso dei requisiti giuridici per il riconoscimento di condizioni tariffarie agevolate sull'energia elettrica.
Quanto, infine, alle misure in tema di calamità naturali, l'articolo 3 è volto a stabilire una riduzione degli obiettivi finanziari del patto di stabilità interno per l'anno 2015 in favore degli enti locali interessati dagli eccezionali eventi meteorologici del 13 e 14 settembre 2015, che ha colpito i territori delle province di Piacenza e Parma. Ciò al fine di consentire agli enti locali interessati dalle alluvioni del settembre 2015 nelle province suddette di utilizzare le risorse necessarie agli interventi da effettuare. La riduzione dell'obiettivo del patto viene stabilita per un importo complessivo di 14,179 milioni di euro, di cui 4 milioni per la provincia di Parma, 6,5 milioni per la provincia di Piacenza e 3,679 milioni da ripartirsi tra i comuni interessati dall'evento.
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Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento
«LA ‘NDRANGHETA NON INVESTE A CASO. NEL VERONESE HA TROVATO TERRENO FERTILE». NACCARATO E D’ARIENZO (PD): «SONO QUI PERCHÉ SI SENTONO SICURI. BASTA SOTTOVALUTAZIONI E SILENZI».
CORRIERE DI VERONA 1 NOVEMBRE 2015
«Perché delle persone di uno spessore criminale elevato decidono di spostare le loro attività e di portarle nel Veronese?». Eccola la domanda che per molti, che in questa città e in questa provincia hanno sempre catalogato come «fantasiosa» quella che ormai è la conclamata presenza della criminalità organizzata, è a dir poco pruriginosa. E a porla, dandosi anche quella risposta che sempre quei molti vorrebbero non sentire, è un membro della commissione parlamentare antimafia, Alessandro Naccarato. «Perché qui - è la sentenza sancita dal deputato Pd ma anche dagli ultimi sequestri del Ros e dalle indagini emiliane - queste persone si sentono sicure. Perché all’epoca in cui hanno spostato le loro attività sapevano di poter contare su meno controlli, ma soprattutto che c’era una bassa attenzione dell’opinione pubblica sull’argomento». Non lascia alibi, l’analisi che Naccarato ha fatto con l’onorevole Vincenzo D’Arienzo, sugli ultimi sequestri nel Veronese legati all’inchiesta emiliana sul clan Grande Aracri. «Si conferma - ha spiegato il deputato veronese - che qui non si parla più di “infiltrazioni”, ma di radicamento. Evidentemente c’è un tessuto ricettivo favorevole, con punti di rifermento che aiutano questi insediamenti. E non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale, professionale e politico». Chiedono, Naccarato e D’Arienzo, «allo Stato di agire fino in fondo. Cosa che il nuovo prefetto Mulas sta facendo. Ma ci stupisce anche il silenzio della politica locale». Quel silenzio che ha avuto i rimbombi sminuenti del sindaco Tosi. Ed è per lui, la scudisciata. «Il giubbotto antiproiettile dopo le denunce di Bertucco, gli insulti alla presidente dell’Antimafia Bindi quando è venuta a Verona, il “fango” con cui ha catalogato l’indagine dei carabinieri. Sono tutti atteggiamenti che non solo sviliscono la realtà, ma elevano il livello di tolleranza verso certi atteggiamenti». Che il Veronese fosse scelta prediletta per chi, inseguito dalla legge, voleva continuare le proprie attività facendo il gioco delle tre carte sulle proprietà, in realtà è cosa che avviene da tempo. Lo raccontato i sequestri fatti a Nogarole Rocca, quelli a carico di Domenico Multari. «Qui - ha spiegato Naccarato - c’è una rete di relazioni criminali, con soggetti attivi nel mondo delle imprese che servono da riciclaggio». L’utilizzo di «teste di legno» che una volta venivano cercate tra parenti ed affiliati ma che sempre più spesso - e lo dimostrano le visure camerali - sono veronesi assolutamente autoctoni e consci di quanto fanno, lo dimostrano decine d’indagini, da quella denominata Aspide sull’usura fino alle ultime. «I fratelli Vertinelli hanno spostato le loro attività nel Veronese quando erano già in carcere. In passato si sarebbero ritirati o sarebbero andati in aree più “dinamiche” dal punto di vista imprenditoriale. Il fatto - dicono i due deputati che hanno chiesto al ministro dell’Interno Alfano di venire a Verona - che a maggio scorso abbiano deciso di portare qui parte dei loro affari, dimostra che si sentivano sicuri. I controlli che adesso ci sono, il lavoro che sta facendo il nuovo prefetto, deve proseguire con fermezza. Come con fermezza deve esserci una reazione politica e culturale». Ma di quella, al momento, non c’è traccia.
ARENA DI VERONA 1 NOVEMBRE 2015
CORRIERE DI VERONA 1 NOVEMBRE 2015

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