PADOVA CAPITALE DEL RICICLAGGIO CON 1.375 “OPERAZIONI SOSPETTE” MATTINO DI PADOVA 9 NOVEMBRE 2015
È Padova la prima provincia del Veneto per quanto riguarda il riciclaggio. Con 1.375 segnalazioni di operazioni sospette nel 2014 la nostra città si è aggiudicata il triste primato. Dopo aver ottenuto il primo scalino del podio per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti, Padova per la prima volta nel 2014 è diventata capolista togliendo il posto a Verona sul tema del riciclaggio. Il dato arriva dalla relazione sulla criminalità organizzata in Veneto redatta dal deputato del Pd Alessandro Naccarato per il forum sicurezza del Partito Democratico. Relazione che esce due volte all’anno in concomitanza con l’uscita dei dati della Direzione Investigativa Antimafia. E ciò che emerge è sconcertante. Le mafie al giorno d’oggi sono quantomai presenti in Veneto, e non si tratta più di sole infiltrazioni, ma di una vera e propria presenza, costante e radicata. Prevalentemente si parla di riciclaggio di denaro, quasi mai di violenza, estorsioni, ricatti, che si verificano solo in casi eccezionali. Guardando i grafici sulle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio in Veneto si nota come dal 2009 l’andamento sia in crescita costante. Per quanto riguarda Padova, ad esempio, da 281 segnalazioni registrate nel 2009, si passa a 1375 segnalazioni registrate nel 2014. Per quanto riguarda il 2015 per ora è disponibile il dato numerico del primo semestre: 660 segnalazioni. Quale sia il motivo di questo progressivo aumento di casi di riciclaggio lo spiega la relazione di Naccarato: «La presunta ostentata assenza e la conseguente sottovalutazione delle mafie hanno favorito l’iniziativa dei gruppi criminali e hanno determinato un ritardo nella prevenzione e nel contrasto dei reati». E ancora: «Il Veneto presenta caratteristiche economiche e sociali che hanno consentito alla criminalità organizzata di entrare in relazione con numerosi imprenditori e professionisti: è diventata una regione dove i gruppi mafiosi ripuliscono e riciclano i proventi delle attività illegali investendoli per conquistare nuovi mercati». Ovviamente a favorire le attività già in atto dei gruppi criminali la crisi economica: diversi imprenditori hanno accettato più o meno consapevolmente le risorse dei gruppi criminali, ma anche diversi istituti di credito hanno sostenuto operazioni finanziarie di soggetti vicini alla criminalità. «Le inchieste della Banca d’Italia e dell’autorità giudiziaria su numerosi istituti di credito cooperativo e banche popolari della regione indicano cattiva gestione e fragilità e costituiscono segnali da non sottovalutare sul pericolo che il sistema creditizio possa essere utilizzato dalle mafie per riciclare risorse di provenienza illecita», si legge sempre nella relazione.
«RICICLAGGIO, A PADOVA 5 MILA SEGNALAZIONI» NACCARATO: IN SEI MESI 660 MOVIMENTI SOSPETTI CORRIERE DEL VENETO 9 NOVEMBRE 2015
«La criminalità organizzata a Padova? Certo che esiste». L’onorevole del Pd Alessandro Naccarato, membro della commissione parlamentare antimafia, ne è fermamente convinto. E, per persuadere chi gli sta di fronte, snocciola dati su dati. Come questi. Negli ultimi sei anni e mezzo, provenienti da città e provincia, la Banca d’Italia ha ricevuto ben 4.901 segnalazioni di presunte operazioni di riciclaggio, pari al 20% di tutte quelle registrate in Veneto (349.889 dal 2009 a metà 2015). Inoltre, soltanto nel primo semestre di quest’anno, i giri di denaro sospetti certificati nel Padovano sono stati 660. Ma non finisce qui. Perché, secondo il deputato democratico, un’altra circostanza allarmante è quella relativa alla percentuale di movimenti bancari (versamenti e prelievi) in contanti sul totale di quelli fatti: un valore compreso, sempre tra città e provincia, tra il 2,5% e il 3,4%. Una quota che sale tra il 6,4% e il 7,5%, riferendoci ai bonifici da Paesi a fiscalità privilegiata tra tutti quelli compiuti dall’estero. Una dote, infine, che si attesta tra il 9,1% e l’11,3%, relativamente ai bonifici verso Paesi a fiscalità privilegiata tra tutti quelli girati all’estero. «La presenza stabile della criminalità organizzata in Veneto e nel Padovano – scandisce Naccarato – è dimostrata con evidenza da numerose indagini. Si tratta di una presenza economica e finanziaria, che non esercita il controllo militare del territorio. Il suo obiettivo prevalente, infatti, è quello del riciclaggio del denaro proveniente da diversi reati attraverso l’inserimento in attività commerciali e d’impresa». Quindi, l’onorevole del Pd ricorda: «Per almeno vent’anni, gran parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica ha escluso la presenza delle mafie nel nostro territorio perché cercava segnali di estorsioni o di azioni violente e non si interrogava sulla provenienza oscura di ingenti risorse che hanno sostenuto operazioni immobiliari ed imprenditoriali improbabili e prive di solide basi economiche». Chiude Naccarato: «La criminalità organizzata è entrata in Veneto e nel Padovano senza violenza, senza imposizioni e senza minacce, costruendo relazioni solide con imprenditori, professionisti ed operatori finanziari locali con l’obiettivo condiviso di assicurare guadagni reciproci».
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: RICICLAGGIO, PADOVA CAPITALE DEL VENETO. L’ON. NACCARATO (PD) HA PRESENTATO LA RELAZIONE SU DATI BANKITALIA E DIA GAZZETTINO 9 NOVEMBRE 2015
Padova si aggiudica il non invidiabile primato della provincia con il maggior numero di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. A dirlo è la "Relazione sulla criminalità organizzata in Veneto" presentata dal parlamentare democratico Alessandro Naccarato (in foto) al Forum sicurezza del Pd. «I dati analizzati - spiega Naccarato - riguardano le segnalazioni di operazioni sospette, quindi in odore di riciclaggio, che banche e professionisti sono tenuti a fare all'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia». «Gli ultimi dati su base annua disponibili, relativi al 2014, dicono che tra Padova e provincia l'anno scorso le segnalazioni sono state 1.375. Verona si piazza invece al secondo posto con 1.082 casi; al terzo posto c'è Treviso con 923 segnalazioni. Per quel che riguarda i dati del primo semestre 2015, Padova e Verona sono più o meno alla pari. La prima ha registrato 660 casi, la seconda 664». «La presenza stabile della criminalità organizzata in Veneto è dimostrata con evidenza da numerose indagini. Si tratta di una presenza economica e finanziaria che non esercita il controllo militare del territorio. L'obiettivo prevalente dei gruppi criminali è il riciclaggio di denaro, proveniente da diversi reati, attraverso l'inserimento in attività commerciali e d'impresa» continua Naccarato. «Per quel che riguarda la mafia siciliana in Veneto, come spiega la relazione del secondo semestre 2014 della Dia, esiste una cointeressenza della criminalità organizzata di origine siciliana con il mondo dell'imprenditoria veneta, soprattutto nel settore delle energie rinnovabili». Nella relazione di Naccarato si spiega poi che la 'ndrangheta in Veneto sarebbe invece interessata all'edilizia, all'usura, al riciclaggio e ad altri reati legati alla pubblica amministrazione. «Per quanto riguarda la camorra - conclude Naccaro - sempre secondo la Dia, il suo interesse prevalente consiste nella costituzione di agenzie per il recupero crediti, nell'acquisizione con metodi fraudolenti di imprese in crisi, nella distribuzione di generi alimentari per organizzare truffe a clienti e fornitori e nella produzione e nella commercializzazione di prodotti con marchi contraffatti»
RELAZIONE CRIMINALITA' ORGANIZZATA FORUM SICUREZZA PD VENETO di ALESSANDRO NACCARATO SCARICA LA RELAZIONE IN PDF
LA CAMERA APPROVA LE NUOVE NORME ANTIMAFIA
L'Assemblea della Camera ha approvato, l'11 novembre 2015, un testo unificato delle proposte di legge elaborato dalla Commissione Giustizia e diretto a modificare in più parti il Codice antimafia. Il provvedimento si compone di 30 articoli, suddivisi in 7 capi, con le seguenti finalità :
- modificare la disciplina delle misure di prevenzione personali, in particolare attraverso: l'inserimento degli indiziati dei reati contro la pubblica amministrazione (dal peculato alla concussione, alle varie forme di corruzione) tra i soggetti destinatari di tali misure; - rendere più efficace e tempestiva l'adozione delle misure di prevenzione patrimoniale: il sequestro, con la possibilità dell'amministrazione giudiziaria e del controllo giudiziario delle aziende e la modifica del procedimento di esecuzione; la confisca, di cui è in particolare modificato il procedimento; il procedimento di prevenzione patrimoniale deve avere trattazione prioritaria; è prevista una disciplina sulle misure di prevenzione patrimoniale relative a partecipazioni sociali; - garantire una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee allo svolgimento dell'incarico e di rotazione negli incarichi; in particolare è modificato il procedimento di nomina e revoca dell'amministratore giudiziario, il regime delle sue responsabilità gestionali, gli obblighi di relazione; il Governo è delegato a disciplinare le incompatibilità dell'amministratore giudiziario e del curatore nelle procedure concorsuali; - favorire la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro, in particolare con la previsione di uno specifico stanziamento per il credito alle aziende sequestrate e con ulteriori misure dirette a sostenere la prosecuzione delle attività e la conseguente salvaguardia dei livelli occupazionali; a tali fini, presso le prefetture sono istituiti tavoli permanenti sulle aziende sequestrate e confiscate, è aggiornata la disciplina sulla gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati ed è delegato il Governo a disciplinare misure di sostegno in favore delle aziende sequestrate e confiscate; - modificare il regime della tutela dei terzi e i rapporti con le procedure concorsuali (es. fallimento) già in corso al momento del sequestro; - riorganizzare l'Agenzia nazionale per i beni confiscati, ponendola sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio, e rivedendone i compiti; - estendere i casi già previsti di confisca allargata, disposta – pur in mancanza di un nesso tra bene e reato - quando viene accertato che il patrimonio dell'autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito e quando il condannato non è in grado giustificare la provenienza di tali beni; - introdurre misure di contrasto al "caporalato": confisca obbligatoria (compresa la possibilità di confisca allargata) delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; inserimento di tale reato tra quelli in relazione ai quali viene adottata l'informazione antimafia interdittiva e tra i reati per i quali sussiste responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (alle persone giuridiche si applicheranno anche sanzioni per delitti in materia di immigrazione clandestina); - istituire presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d'appello sezioni o collegi specializzati chiamati a trattare in via esclusiva i procedimenti previsti dal Codice antimafia.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti
TESTO DEL PROVVEDIMENTO
DOSSIER DI APPROFONDIMENTO
CORRIERE DELLA SERA 12 NOVEMBRE 2015
CORRIERE DELLA SERA 12 NOVEMBRE 2015
LA STAMPA 12 NOVEMBRE 2015
SCUOLA: PROSEGUE L'ITER DELLA RIFORMA
Procede la riforma della scuola e appare interessante offrire alcuni spunti di approfondimento sui contenuti del provvedimento:
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
CORRIERE DELLA SERA 11 NOVEMBRE 2015
L'UNITA' 12 NOVEMBRE 2015
L'UNITA' 12 NOVEMBRE 2015
DATI INCORAGGIANTI PER L'OCCUPAZIONE
Per saperne di più leggi i seguenti documenti
SOLE24ORE 11 NOVEMBRE 2015
HELMUT SCHMIDT: IL CANCELLIERE SPD CHE AIUTO' LA NASCITA DELLA MONETA UNICA
E' MANCATO HELMUT SCHMIDT AUTORITA' MORALE DELLA SINISTRA EUROPEA. LO RICORDA IN QUESTO ARTICOLO ALESSANDRO MERLI PER IL SOLE 24 ORE
SOLE24ORE 11 NOVEMBRE 2015
DOMANI VENERDI' 13 NOVEMBRE ORE 20.45 SALA PALADIN - MUNICIPIO DI PADOVA SIETE INVITATI ALL'INCONTRO
ISCRITTI, CIRCOLI E PRIMARIE QUALE PARTITO PER CAMBIARE L'ITALIA

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