ATTENTATI DI BRUXELLES
ABBANDONARE LE SEMPLIFICAZIONI E ATTREZZARSI PER UN LAVORO LUNGO E IMPEGNATIVO
Gli attentati di martedì 22 marzo a Bruxelles fanno ripiombare il Belgio e l’Europa nella paura. Le azioni dei terroristi erano state annunciate da tempo e vanno inquadrate nel conflitto in corso da anni in varie zone del mondo e con forme diverse tra la parte estremista del radicalismo islamico e alcuni paesi occidentali. Questo conflitto si intreccia con lo scontro antico tra sciiti e sunniti che svolge un ruolo decisivo nella collocazione internazionale di molti paesi arabi. Finora l’opinione pubblica ha sottovalutato il fenomeno salvo l’accanita spettacolarizzazione che si verifica puntualmente in occasione di eventi sanguinosi. Allora per qualche giorno televisioni e giornali propongono cronache e ricostruzioni spesso superficiali e prive di profondità analitiche. Poi, finite le emozioni, torna il silenzio. Per prevenire e contrastare sul piano culturale e operativo la radicalizzazione e il terrorismo islamico è necessario studiare con rigore la strategia e le iniziative dei gruppi fondamentalisti e attrezzarsi per svolgere un lavoro lungo e impegnativo nella società. Innanzitutto bisogna abbandonare le semplificazioni, le sottovalutazioni e i tentativi di strumentalizzare le violenze per calcoli elettorali a breve termine. I gruppi terroristi attivi in Europa sono collegati con lo Stato Islamico: le azioni più recenti servono per alleviare la pressione che l’intervento militare di alcuni paesi occidentali sta esercitando in Siria e in Irak. Lo Stato Islamico ha subito in quei territori sconfitte importanti e cerca di portare con il terrorismo il conflitto in Europa per indebolire gli sforzi dei governi impegnati direttamente. Gli attentati si inseriscono nella strategia della guerra asimmetrica per colpire l’Occidente e l’Europa, dimostrare che nonostante i controlli e gli arresti le cellule terroriste sono ancora attive, creare un clima di terrore per scatenare reazioni repressive verso le comunità islamiche e favorire così un clima di odio e di conflitto permanente. Per questo, insieme all’intervento militare contro lo Stato Islamico in Siria e negli altri luoghi dove è presente, all'intensificazione dei controlli di sicurezza, serve un lavoro di analisi e di studio per isolare il radicalismo e le cellule potenzialmente pericolose fermando il proselitismo e il consenso verso lo Stato Islamico. Molti terroristi sono cittadini europei, nati e cresciuti qui in famiglie integrate, che si sono radicalizzati per convinzioni ideologiche e religiose e che inseguono un'utopia totalizzante, una visione antagonista e rivoluzionaria rispetto ai valori dominanti. Le prime ricostruzioni biografiche dei terroristi indicano che il disagio sociale delle comunità islamiche non è la causa dell’adesione ai gruppi violenti ma può diventare un elemento che favorisce e giustifica la propaganda fondamentalista. Deve far riflettere la rete di protezione e complicità verso i terroristi che ha consentito a uno degli attentatori di Parigi (novembre 2015) di evitare la cattura per quattro mesi restando in clandestinità a Bruxelles. Inoltre è decisiva una maggiore collaborazione tra agenzie di intelligence dei Paesi europei per costruire sistemi di integrazione operativa e di scambio permanente di dati. Sarebbe utile la promozione da parte delle istituzioni delle forze sindacali e politiche di iniziative di approfondimento per conoscere meglio il fenomeno e per informare in modo adeguato la popolazione. L’Italia ha fatto molto per prevenire e contrastare il terrorismo. In particolare il Parlamento ha approvato la legge n.43/2015 che ha modificato alcune norme e ha introdotto nuovi reati, e ha aumentato le risorse e gli strumenti per le forze dell’ordine e per l’autorità giudiziaria attraverso la costituzione di procure distrettuali specifiche. Tali decisioni nell’ultimo anno hanno prodotto importanti risultati: 396 arresti, 74 espulsioni, 653 denunce, un’attività costante di prevenzione e controllo.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti
L'Unità 23 Marzo 2016
Il Corriere della Sera 23 Marzo 2016
Il Corriere della Sera 23 Marzo 2016
Il Corriere della Sera 23 marzo 2016
Il Corriere della Sera 24 Marzo 2016
La Stampa 23 Marzo 2016
La Stampa 23 Marzo 2016
La Stampa 23 Marzo 2016

PP1, IL MONITO DI NACCARATO: «C’È IL RISCHIO DI SPECULAZIONI» MATTINO DI PADOVA 24 MARZO 2016
«L’operazione urbanistica varata dalla giunta Destro sull’area tra via Valeri e via Trieste si è tradotta in un disastro senza proporzioni: la Pp1 Spa è stata travolta da 32 milioni di debiti e quasi 22 milioni di perdite. Adesso servono chiarezza e trasparenza». È il deputato del Pd Alessandro Naccarato a tenere alta l’attenzione sull’area, dopo la presentazione di un progetto da parte della Belvedere, che però non è la società proprietaria dell’area. «Gli ultimi movimenti dimostrano che sull’intera vicenda serve la massima vigilanza delle autorità. Le crisi e i fallimenti di numerose imprese coinvolte confermano che l’operazione sull’area può attivare capitali di provenienza sconosciuta per fini speculativi. Il Comune ha anticipato le risorse per la bonifica: ora operi il massimo controllo». Ieri intanto è andata deserta la sesta gara pubblica con cui la Provincia ha tentato di vendere la sua cubatura (44 mila metri cubi) nell’area: la base d’asta era stata abbassata a poco più di 12 milioni di euro. Nessuno è interessato.
PP1, IMPRESE E ACCUSE. NACCARATO TAGLIA CORTO: «PIÙ CONTROLLI A TUTTI» CORRIERE DEL VENETO 23 MARZO 2016
«Sul Pp1, per evitare speculazioni, vanno aumentati i controlli». A far risuonare il campanello d’allarme circa il futuro della grande area tra via Tommaseo, via Trieste, via Valeri e via Gozzi, è il deputato del Pd Alessandro Naccarato: «Gli ultimi sviluppi della vicenda – osserva l’onorevole dem – confermano purtroppo tutte le preoccupazioni già espresse dal mio partito». Chiaro il riferimento all’uscita dell’altro giorno di Flavio Paltrinieri, patron della «nuova» Belvedere Spa di Loreggia, che ha rivolto una pesante accusa all’Autodromo Italia Srl di Stra, cioè la compagine guidata da Romano Pedrina ed Agostino Candeo che, lo scorso ottobre, ha rilevato dal tribunale il terreno del Pp1: «Le fideiussioni che hanno presentato sono sospette e un po’ debolucce», l’attacco di Paltrinieri, convinto che i due non siano in grado di sostenere un investimento del genere. Nell’intervenire, Naccarato parte da lontano: «La scelta di modificare le previsioni urbanistiche e di vendere l’area ad una cordata di imprenditori per 30 milioni, operata nel 2004 dall’allora sindaco di Fi Giustina Destro, fu un grave errore. Tanto che le imprese acquirenti vennero letteralmente travolte da un progetto più grande di loro e alcune di esse fallirono». Quindi, Naccarato sottolinea: «Ad oggi, la Pp1 Spa, di cui peraltro faceva e fa ancora parte la Belvedere, presenta debiti per 32 milioni di euro e perdite per altri 22. Cinque mesi fa – ricorda poi l’onorevole dem – l’Autodromo si è aggiudicata il terreno dal tribunale. Ma, nonostante la presunta entità delle risorse in campo, tutto è rimasto fermo. E il fatto che i lavori non comincino potrebbe nascondere qualche problema di natura finanziaria». Infine, Naccarato ammonisce: «Bisogna prestare molta attenzione. Perché potrebbero essere stati attivati capitali di provenienza sconosciuta per fini speculativi. E poi perché, sempre più spesso, nelle procedure concordatarie (che riguardano la Pp1 ed hanno riguardato la Belvedere, ndr), si annidano interessi illeciti».
LA CAMERA APPROVA LA LEGGE DI RIFORMA DELLE BANCHE COOPERATIVE UN ALTRO PASSO AVANTI PER LA STABILITA' DEL SISTEMA E LA CRESCITA
L'assemblea della Camera ha approvato il decreto legge di riforma della normativa che regola il sistema bancario, con l'obiettivo di rafforzare gli istituti bancari e sostenere più efficacemente l'economia reale e la crescita. Il testo passa ora al Senato per l'approvazione definitiva.
Quattro gli ambiti di intervento:
- la riforma delle Banche di Credito Cooperativo; - la garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze; - le disposizioni fiscali relative alle procedure di crisi - le norme in materia di gestione e di tutela del risparmio.
La riforma ridisegna il sistema del Credito Cooperativo italiano, introducendo forti elementi di innovazione e al tempo stesso mantenendone integra l’identità, lo spirito mutualistico e il rapporto col territorio di appartenenza.
Nodo centrale della riforma - che recepisce largamente il progetto di autoriforma proposto dal sistema del Credito cooperativo - è l'obbligo di aderire ad un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni. La società capogruppo svolgerà attività di direzione e coordinamento sulle singole BCC, in base agli accordi definiti dal "contratto di coesione", che stabilirà anche il complesso delle garanzie solidali. Prevista la possibilità di non adesione al gruppo attraverso la cosiddetta wayout (ovvero la "clausola d'uscita") e di creare sottogruppi territoriali.
Importanti le misure a beneficio dei consumatori:
- disinnescato l’invio di 50mila cartelle esattoriali agli italiani attraverso un emendamento che estende lo sconto del 30% sul pagamento delle multe anche quando vengono pagate in via telematica (home banking, ecc.) alla scadenza dei 5 giorni previsti per il saldo; - per il 2016 si riduce drasticamente l'imposta di registro, ipotecaria e catastale, delle vendite di immobili in esito a procedure esecutive (misura fissa di 200 euro anziché il 9% del valore di assegnazione); - viene definitivamente chiarito il divieto di anatocismo, mettendo fine all'odiosa pratica bancaria che, facendo pagare interessi su interessi, gonfia progressivamente la somma da restituire alla banca in caso di prestiti.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti:
Testo del provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
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