APPROVATE LE RIFORME COSTITUZIONALI
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva, in seconda deliberazione e a maggioranza assoluta dei suoi componenti, il disegno di legge costituzionale che contiene disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione
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DOSSIER GRUPPO PD
SOLE 24 ORE13 APRILE 2016
L'UNITA' 13 APRILE 2016
IL MESSAGGERO 13 APRILE 2016
NACCARATO (PD): «UN RIBASSO ANOMALO E UN GRAVE RITARDO DA PARTE DEGLI UFFICI» MATTINO DI PADOVA 13 APRILE 2016
«È un caso di scuola di come la criminalità organizzata entra negli appalti pubblici: sfruttano un ribasso sotto soglia e i pochi controlli». Alessandro Naccarato, parlamentare del Pd e componente della commissione anti-mafia, non ha paura ad affermare che un rischio di infiltrazioni mafiose esiste ed è reale anche a Padova. Da anni infatti monitora il fenomeno e chiede maggiori controlli. «L’interdittiva alla Pi.Ca. Holding è del 26 ottobre 2015. La notizia è pubblica da dicembre: in Emilia subito gli vengono interrotti tutti i contratti in essere. Perché a Padova ad aprile? – chiede il deputato dem – Questa vicenda dimostra che la criminalità organizzata prova a entrare nelle imprese e negli appalti del Nord Italia. È una conferma. Ma esistono già le leggi per prevenire questo fenomeno. Se però si interviene male e in ritardo avvengono queste cose». Naccarato punta il dito sui pochi controlli nei ribassi: «Quando i ribassi sono eccessivi nascondono cose poco trasparenti – accusa – In più c’è stato un ritardo grave della struttura amministrativa che si è accorta tardi della situazione».
NACCARATO: «E DOPO IL RIBASSO HANNO PURE OTTENUTO PIÙ SOLDI» GAZZETTINO 13 APRILE 2016
Lo stop ai cantieri dell'asilo nido di via Del Commissario indigna ma non sorprende il deputato del Partito democratico Alessandro Naccarato. «Purtroppo la notizia non giunge inaspettata - commenta Naccarato - L'appalto è stato aggiudicato con un ribasso anomalo e nessuno, come sempre, si è chiesto il perché». «Mi chiedo poi come la struttura amministrativa del Comune abbia potuto concedere, all'inizio di dicembre, una variante da oltre 30 mila euro - conclude l'esponente dem - quando l'interdittiva di Milano è stata emessa il 26 ottobre e quella di Modena è arrivata due giorni dopo. Nei confronti di questa azienda in Emilia Romagna sono stati presi dei provvedimenti già ad ottobre. Mi chiedo come mai a Padova si agisca solo ora».
BLOCCATO L’APPALTO DELL’ASILO NIDO. L’AZIENDA È IN ODORE DI CAMORRA CORRIERE DEL VENETO 13 APRILE 2016
Cantiere in odore di camorra all’ombra del Santo. Tanto che Palazzo Moroni, con una determina firmata ieri dal caposettore Edilizia Pubblica Luigino Gennaro, ha deciso di bloccare i lavori per la costruzione del nuovo asilo nido comunale di via del Commissario, zona Crocefisso, e di revocare l’appalto alla Pica Holding Srl (sede legale a Milano e operativa a Nonantola, in provincia di Modena), che circa due anni fa si era aggiudicata l’apposita gara offrendo un ribasso del 23,3% rispetto al prezzo fissato come base d’asta (1,1 milioni di euro contro 1,4). Per quale motivo? Perché all’azienda in questione, su ordine dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) nonché delle prefetture di Milano e Modena, è stato tolto il certificato antimafia. I vertici della società, il 39enne Francesco Piccolo (originario di Aversa, in provincia di Caserta) e il coetaneo Raffale Cantile (nato a Santa Maria Capua Vetere, sempre in provincia di Caserta), sarebbero legati al clan camorristico dei casalesi. La vicenda è emersa dopo che otto anni fa gli stessi Piccolo e Cantile avevano denunciato di aver subito minacce e intimidazioni da parte di alcuni esponenti della criminalità organizzata campana. I due erano finiti sotto scorta ed erano diventati un simbolo della lotta alla mafia. Con il proseguire delle indagini però gli inquirenti si sono convinti che la denuncia dei titolari della Pica sarebbe stata architettata per distogliere l’attenzione degli investigatori dalla loro azienda. Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo a Padova nel marzo del 2014. Quel mese, mentre governa il democratico Ivo Rossi, viene indetta la gara per la costruzione dell’asilo di via del Commissario che una volta pronto dovrebbe ospitare circa una sessantina di bimbi. LEGGI TUTTO...
NACCARATO: «QUEI TRE MESSAGGI SEGRETI CONTENUTI NELLE PAROLE DI SALVUCCIO» CORRIERE VENETO 10 APRILE 2016
C’è chi l’intervista di Giuseppe Salvatore Riina a Porta a Porta non l’ha neppure voluta vedere. Come il capo dell’Antimafia di Venezia, il procuratore aggiunto Adelghi d’Ippolito, che ieri è intervenuto così: «Pur sforzandomi di capire in questo caso le esigenze dell’informazione, non ho condiviso che si sia dato tanto risalto e tanto clamore a chi è mafioso e appartiene a una famiglia che ha fatto scorrere tanto sangue innocente nelle nostre strade. Io ho protestato nell’unico modo che mi era possibile: non ho guardato la trasmissione e ho invece rivisto una vecchia intervista di Borsellino rilasciata due giorni prima della strage di Capaci». Ma c’è chi invece quelle dichiarazioni del figlio di Totò «u curtu» le ha ascoltate con attenzione e anche molta preoccupazione. Come il deputato Alessandro Naccarato, componente della Commissione parlamentare antimafia. «Riina Jr ha messo in pratica ciò che la mafia sta facendo negli ultimi tempi: costruire rapporti di reciproca convenienza con persone del mondo dell’imprenditoria, delle istituzioni e dell’informazione. Lui ha contribuito ad aumentare gli ascolti di una trasmissione televisiva e gli affari di una casa editrice, ma in cambio ha ottenuto la possibilità di inviare tre messaggi ben precisi. Il primo: Riina, rivendicando ciò che fece il padre, in pratica ha detto che non ci deve essere spazio per il pentimento, che invece è uno dei capisaldi della lotta tra Stato e criminalità organizzata. Il secondo: si è presentato mostrando agli italiani una faccia “pulita”, come un “ragazzo qualsiasi”. E questo perché la mafia vuole mimetizzarsi, apparendo diversa da ciò che è in realtà. Il terzo messaggio è rivolto alle gerarchie interne di Cosa nostra: “Eccomi, sono qui, pronto ad assumere un ruolo crescente”. Per questo motivo, ciò che sta accadendo è sbagliato». L’ultima riflessione, Naccarato la riserva alle centinaia di fan che scrivono sulla pagina Facebook di Riina Jr. «Sono messaggi preoccupanti, indicativi di un Paese che non ha memoria, che non conosce la propria storia o che l’ha rimossa».
IL REATO OMICIDIO STRADALE
Pubblichiamo un interessante approfondimento de Il Sole 24 ore sul reato di omicidio stradale
SOLE 24 ORE 13 APRILE 2016
REFERENDUM TRIVELLE: UNA CONSULTAZIONE INUTILE
Domenica 17 Aprile è convocato il referendum popolare per le Trivellazioni in mare. Si tratta di una consultazione inutile perchè i quesiti referendari sono stati superati dalla Legge di Stabilità 2016.
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DOSSIER DEL DIPARTIMENTO NAZIONALE AMBIENTE
SOLE 24 ORE 13 APRILE 2016
INTERROGAZIONE AL MINISTRO ALFANO DI SEI PARLAMENTARI PADOVANI DEL PD: «REGIONE VENETO DIFFONDE UN MESSAGGIO INGANNEVOLE». «SPESI SOLDI PUBBLICI PER INFLUENZARE GLI ELETTORI AD ANDARE A VOTARE SÌ» MATTINO DI PADOVA 12 APRILE 2016
«Utilizzando risorse pubbliche e il simbolo istituzionale, la Regione Veneto diffonde un messaggio ingannevole, impreciso e in parte omissivo per sostenere le ragioni del sì all’abrogazione del provvedimento sottoposto al referendum». A cinque giorni dal voto di domenica sulle trivellazioni i mare, lo sostengono, in un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano, sei parlamentari padovani del Partito democratico: Alessandro Naccarato, Vanessa Camani, Margherita Miotto, Giulia Narduolo, Gessica Rostellato e Alessandro Zan. Che presentano pure un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: «È altrettanto grave che ciò accada nel silenzio degli organi preposti al controllo della propaganda istituzionale, come il Corecom e il Consiglio regionale». «La Regione Veneto - puntano il dito i sei deputati democratici - ha acquistato spazi a pagamento sui quotidiani locali per fare propaganda sul referendum». E fin qui nulla quaestio. Il problema sorge - come sostengono i sei parlamentari - nel momento in cui «il contenuto del messaggio non si limita a informare i cittadini sulla data, l’oggetto e le modalità della consultazione, ma diffonde un messaggio ingannevole. Infatti nel testo del messaggio si legge: “Con il referendum del 17 aprile si chiede di cancellare la norma che consente di cercare e di estrarre gas e petrolio anche entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo”». Orbene, per Naccarato «questa formulazione del messaggio omette di specificare che la norma che verrebbe cancellata riguarda la proroga per la durata della vita dei giacimenti, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale, delle concessioni già rilasciate nel raggio delle 12 miglia e che tali concessioni sono 21». Ricapitolando: «Il referendum non riguarda le generiche ricerca ed estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia marine senza limiti di tempo, ma la proroga, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale, delle 21 concessioni già rilasciate». Insomma, per i sei parlamentari del Pd, «la Regione, utilizzando fondi pubblici, ha divulgato messaggi ingannevoli e imprecisi con l’intenzione di influenzare l’orientamento degli elettori. Le modalità della campagna referendaria adottate dalla Regione Veneto sono scorrette, gravi e lesive delle norme sulla propaganda istituzionale».(...)
Leggi l'interrogazione al Ministro dell'Interno
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