REPORT SULLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: «LA MAFIA E GLI IMPRENDITORI VENETI, RAPPORTI DI RECIPROCO INTERESSE» CORRIERE VENETO 16 LUGLIO 2016
Riciclaggio di denaro con l’immissione di capitali nelle aziende locali, soprattutto quelle in crisi. È questa l’attività principale, in Veneto, delle organizzazioni criminali di tipo mafioso. Emerge dalla relazione dell’onorevole Alessandro Naccarato sulla criminalità organizzata presentata al Forum per la sicurezza del Partito Democratico. «I clan camorristici, le ‘ndrine calabresi, le cosche mafiose sono molto ben radicate in Veneto – spiega -. Ormai si sono specializzati nell’acquisizione di attività imprenditoriali in difficoltà. Il rapporto che i gruppi criminali hanno stretto con le aziende venete è molto diverso da quello che hanno con imprenditori del Sud Italia. Qui da noi non c’è l’imposizione del pizzo, l’usura o le minacce fisiche. Le cosche in Veneto non svolgono alcun controllo militare, semplicemente il rapporto con i titolari delle società è basato sulla reciprocità: per le organizzazioni criminali è un’opportunità per riciclare denaro sporco, mentre per gli imprenditori è un modo per reperire denaro e dare una boccata d’aria fresca alle loro attività». Ad accrescere il loro potere, però, non sono solo le organizzazioni criminali provenienti dal sud Italia, ma anche quelle autoctone. Prima fra tutte, la mafia del Brenta. «Erroneamente parliamo ancora di Mala – continua Naccarato - ma si tratta di una vera e propria mafia. Ricordiamo che è stata la prima organizzazione criminale ad essere condannata per associazione mafiosa fuori dal Meridione. Oggi molti suoi esponenti sono usciti di prigione e sono tornati in attività, dedicandosi soprattutto alle rapine a mano armata oppure alla gestione dei capitali accumulati nei primi anni Novanta e da allora rimasti segreti». È nel settore dei reati finanziari, però, che cresce l’allarme. «Il Veneto è la quarta regione d’Italia per segnalazioni di operazioni bancarie sospette, e la seconda per bonifici provenienti o indirizzati ai paradisi fiscali. Il che significa che siamo di fronte a un altissimo tasso di evasione fiscale». È Verona la provincia del Veneto con il più alto numero di segnalazioni di operazioni sospette (ben 1.323 nel 2015), seguita da Padova (1.305) e Vicenza (1.103).
Per saperne di più leggi i seguenti documenti:
Scarica la Relazione di Alessandro Naccarato - Forum Sicurezza PD Veneto
Leggi la Relazione sul sito del Mattino di Padova
MAFIA: NEL 2015 DAL VENETO 7,8 MILIARDI DI EURO VERSO PARADISI FISCALI MATTINO DI PADOVA 16 LUGLIO 2016
BONIFICI NEI PARADISI FISCALI IL VENETO AL SECONDO POSTO GAZZETTINO 16 LUGLIO 2016
ABANO. ROSY BINDI: «CLAUDIO, VARCO IDEALE PER IL MALAFFARE» MATTINO DI PADOVA 24 LUGLIO 2016
«Non si può parlare di mafia, perché mancano le organizzazioni criminali, ma il comportamento che ha provocato l’intervento ad Abano della magistratura è molto simile alla mafia». Ha commentato così venerdì sera alla Festa dell’Unità, Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex sindaco Luca Claudio. «Claudio è stato per qualcuno il varco perfetto per impossessarsi dell’economia del paese» ha detto Rosy Bindi di fronte a centinaia di persone, «è stato il prototipo ideale per stabilire relazioni e rapporti. Si è dimostrato una di quelle persone con le quali non c’era bisogno di usare violenza e intimidazioni, perché era disponibile. Disinvolto e cinico. Luca Claudio per la sua capacità di catturare il consenso è un personaggio da studiare e capire» ha aggiunto la Bindi, «ha preso il potere con i voti e il consenso dei cittadini e mi viene da dire che i politici cattivi derivano dagli elettori cattivi. Guai ai politici che sbagliano, ma quanto piacciono alla gente quelli che sbagliano un po’, quelli più allegri?». La presidente della Commissione Antimafia ha poi puntato il dito contro la pubblica amministrazione. «Al di là delle persone coinvolte, mi ha stupito molto la mancanza di consapevolezza da parte di alcuni nel ruolo di funzionari della pubblica amministrazione. Non può un sindaco fare tutto lui e tutto quello che vuole. Le responsabilità sono quindi del politico, ma anche dell’amministrativo che deve mettere la firma. E qualcuno la firma l’ha messa su certe cose. Non ci possono essere persone compiacenti. Qualcuno avrebbe dovuto dire si fa così, perché la legge dice di fare così. E qualcuno avrebbe dovuto trovare il coraggio di denunciare prima certe situazioni. Bastava fare da sponda a chi le elezioni le ha perse». Rosy Bindi, dopo aver criticato la scelta di Claudio di affidarsi a un legale come Bonon già condannato per il reato di associazione mafiosa, ha aperto a un’ipotesi: «Non può essere così facile creare società per riciclare denaro e incassare tangenti. Claudio tutte queste cose non può averle fatte da solo. Intorno a Claudio c’era una rete troppo solida». Infine il duro attacco agli imprenditori: «C’è una grossa responsabilità da parte loro, che si lamentano della tassazione, ma poi accettano la regola della tangente. I veri avversari dei sani imprenditori sono quelli che accettano la corruzione. Questo è il varco perfetto per le mafie». «Come è stato possibile che questo sistema sia andato avanti per tanti anni con attorno consenso e omertà?» si è chiesto il deputato del Pd Alessandro Naccarato. «Nessuno si è mai chiesto se dietro alla crescita della città ci fosse il fenomeno del riciclaggio del denaro sporco? Tutta la ricchezza del territorio è smisurata rispetto alle dichiarazioni dei redditi presentate».
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti:
MATTINO DI PADOVA 24 LUGLIO 2016
«ROGHI SOSPETTI, È RACKET DEI RIFIUTI» GAZZETTINO 27 LUGLIO 2016
«Infiltrazioni mafiose nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in Veneto». Dopo l’incendio doloso all’azienda Nuova ecologica 2000 di Fossò arriva il grido di allarme contenuto in una interrogazione indirizzata al ministro dell’Interno Angelino Alfano firmata dai parlamentari del Partito democratico, tra i quali spiccano i nomi di molti veneti. Troppi i roghi nelle aziende che si occupano del ciclo dei rifiuti tra Veneto e Friuli, almeno una ventina quelli contati dagli onorevoli che avevano inviato una prima interrogazione sullo stesso tema lo scorso 29 marzo. Ma dopo il devastante incendio a Fossò della notte tra il 17 e il 18 luglio sono tornati alla carica. «In Veneto questo episodio è soltanto l’ultimo di una lunghissima serie per questo chiediamo al Ministro di avviare tutte le azioni necessarie a chiarire l’eventuale coinvolgimento di gruppi criminali», scrivono nell’interrogazione con risposta scritta di cui il primo firmatario è Alessandro Naccarato della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali. Nell’interrogazione seguono le firme dei parlamentari veneti Michele Mognato, Andrea Martella, Sara Moretto, Delia Murer, Davide Zoggia oltre a Vincenzo D’Arienzo. Sul fatto che l’incendio alla "Nuova ecologica 2000 srl" di via Settima Strada 9 di Fossò sia doloso non ci sono dubbi. A riprendere quanto successo le telecamere del sistema di videosorveglianza che alle tre di notte hanno filmato due uomini incappucciati e con una tanica di benzina mentre accendevano il fuoco. Alla fine sono stati distrutti quattro autocarri e una catasta di legna, per 400mila euro di danni. Eppure all’indomani della notte di fiamme e fumo il titolare aveva detto: «Non abbiamo ricevuto alcuna minaccia o richiesta di pizzo. Se ciò fosse accaduto o se mi dovesse succedere in futuro, la prima cosa che farei sarebbe quella di andare dalle forze dell’ordine a denunciare l'accaduto». Era stato categorico Lorenzino Candian, che assieme ai figli Luca e Marco gestisce l'azienda nella zona industriale del paese della Riviera del Brenta e che il giorno seguente si era rimboccato le maniche ed aveva cominciato subito a lavorare. Eppure i parlamentari del Pd non ci stanno. «È un fatto inquietante, è necessario assolutamente un approfondimento da parte del Ministro - dice l’onorevole Michele Mognato - questi episodi delineano una situazione delicata, troppi i casi che potrebbero essere segnali di infiltrazione delle organizzazioni criminali in un tessuto delicato come quello della città metropolitana». «È noto che il settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti è, ormai da molto tempo, oggetto di forti interessi da parte della criminalità organizzata - recita l’interrogazione - e questi eventi devono sollecitare l’attenzione delle autorità per le modalità tipiche degli atti intimidatori propri dei sodalizi criminali». Ora i parlamentari attendono una risposta scritta e alla luce dell’ennesimo episodio auspicano che non si replichi quanto risposto alla precedente interrogazione del 29 marzo, in cui avevano fatto un elenco dettagliano di tutti i roghi sospetti tra le province di Pordenone, Treviso, Verona e Padova. All’epoca il ministro scrisse: «Le indagini di polizia giudiziaria hanno consentito di escludere, al momento, la sussistenza di dinamiche o moventi legati alla criminalità organizzata, essendo essi riconducibili piuttosto alla malavita comune o a diatribe di natura privata». Ma gli onorevoli veneti non sono convinti.
Per saperne di più leggi l'interrogazione al Ministro dell'Interno
PROROGA DEL PROCESSO TELEMATICO CONCORSO PER 1000 AMMINISTRATIVI NELLA GIUSTIZIA
Proprio in questi giorni ha compiuto due anni l’introduzione della telematica nel processo civile, intrapresa il 30 giugno 2014. Anche il processo amministrativo è a pieno titolo coinvolto in questo percorso di innovazione, che è destinato ad accorciare le distanze tra il giudice amministrativo e i suoi utenti, che sono tutti i cittadini. Le ragioni della proroga del termine per l’affermazione del processo amministrativo telematico risiedono nelle necessità successive alla predisposizione in corso delle regole tecnico-operative per tale processo, non potendosi prescindere – come è accaduto per il processo civile e per quello penale – dalla gradualità dell’introduzione ed dell’aggiornamento dei meccanismi di recepimento di questo nuovo modello. Il decreto-legge introduce inoltre disposizioni relative alle assunzioni di personale amministrativo da parte del Ministero della giustizia che avranno effetti positivi sia sul processo di digitalizzazione della giustizia che sull'intero comparto giustizia. Si tratta del primo concorso pubblico per il personale della giustizia dopo circa 20 anni di blocco di assunzioni, e l’inserimento del provvedimento in forma di emendamento di un decreto-legge già in discussione dimostra la volontà di voler arrivare nel più breve tempo possibile alla pubblicazione dei bandi di concorso per l’assunzione di 1.000 nuove figure che dovranno contribuire a risolvere il problema della carenza di personale organizzativo degli uffici giudiziari, carenza evidenziata dal Consiglio Superiore della Magistratura, e che è comune praticamente a tutti gli uffici giudiziari italiani, provocando spesso riduzioni di orari di apertura delle cancellerie e perfino la sospensione delle udienze penali.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti
TESTO DEL PROVVEDIMENTO
DOSSIER DEL GRUPPO PD
LA DECIMA LEGGE PER L'ILVA
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti:
SOLE24 ORE 28 LUGLIO 2016
TERRORISMO INTERNAZIONALE
Di fronte alle minacce del terrorismo internazionale offriamo qui alcuni spunti utili per riflettere su questo fenomeno e sulle sue implicazioni.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti:
LA STAMPA 28 LUGLIO 2016
REPUBBLICA 27 LUGLIO 2016
LA STAMPA 27 LUGLIO 2016
|