RIFORMA DELLA COSTITUZIONE: MAGGIORI GARANZIE, EFFICIENZA E RISPARMI MATTINO DI PADOVA 19 AGOSTO 2016
Dopo il via libera della Cassazione, in autunno si svolgerà il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. La proposta, approvata dopo due anni di discussione e sei passaggi parlamentari, costituisce una risposta alla crisi della democrazia e rafforza i principi costituzionali, che non vengono modificati, rendendo più efficiente e più semplice il funzionamento delle istituzioni. Chi prova a trasformare il referendum in un giudizio sul governo vuole distrarre l’opinione pubblica dall’oggetto della consultazione per lasciare le cose come stanno favorendo la crescita della demagogia e delle pulsioni populiste. Per sostenere le ragioni del sì è necessario conoscere e spiegare bene i contenuti della legge. Ci sono sei rilevanti argomenti di merito per votare a favore della riforma. 1.La rappresentanza si qualifica. Il Parlamento sarà composto da una Camera legislativa, eletta a suffragio universale, unica titolare del rapporto di fiducia con il Governo, e da un Senato delle autonomie locali, eletto dai consigli regionali e formato da sindaci e rappresentanti delle regioni indicati dai cittadini. 2.Il superamento del bicameralismo paritario rende più efficaci e più rapide le decisioni. Le leggi ordinarie saranno di competenza della Camera e il Senato avrà titolo di proposta; quelle costituzionali, elettorali, sugli enti locali e sui trattati europei saranno votate dalle due Camere. Il ricorso ai decreti legge sarà limitato alle situazioni effettive di necessità e urgenza. 3.Le garanzie costituzionali aumentano. Le leggi elettorali, compresa quella che sarà in vigore dalle prossime elezioni politiche, saranno sottoposte al vaglio preventivo della Corte costituzionale. Il quorum per eleggere il Presidente della Repubblica salirà dalla maggioranza assoluta dei votanti prevista oggi alla maggioranza dei tre quinti. In questo modo la forza vincitrice delle elezioni non potrà scegliere da sola il Presidente. 4.La partecipazione e la democrazia diretta si rafforzano. Per i referendum abrogativi sarà ridotto il quorum. All’attuale 50% degli aventi diritto previsto oggi si aggiungerà un quorum ridotto se le firme saranno 800 mila: il 50% dei votanti alle ultime elezioni politiche. In pratica con 500 mila firme serviranno 25 milioni di votanti, come accade ora; con 800 mila firme serviranno, in base alle ultime consultazioni, 18 milioni di votanti. Inoltre saranno introdotti i referendum propositivi e di indirizzo e sarà garantito l’esame parlamentare delle leggi di iniziativa popolare. 5.I costi della politica e delle istituzioni sono ridotti. Diminuiranno i senatori, da 315 a 100, e i costi per il funzionamento del Senato, che avrà minori funzioni. I conti delle Regioni saranno sottoposti al controllo della Corte dei conti e saranno eliminati i costi dei gruppi politici regionali. Il Cnel sarà soppresso. Con l’eliminazione delle Province si completerà la riforma degli enti di area vasta. 6.L’assetto della Repubblica viene riorganizzato. Le questioni strategiche, come l’energia, le infrastrutture, il turismo, la ricerca, diventeranno di competenza esclusiva statale, superando i limiti e le confusioni introdotte con le modifiche del titolo V del 2001. Le Regioni avranno un ruolo più chiaro e, se avranno il bilancio in ordine, potranno svolgere in autonomia maggiori funzioni. Si afferma così il principio di responsabilità delle autonomie locali che finora è stato assente in molte Regioni. La vittoria del sì rafforza la democrazia parlamentare e consente alle istituzioni democratiche statali e locali di funzionare meglio.
ABANO TERME: FINALMENTE E' STATO SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUNALE
MATTARELLA FIRMA IL DECRETO CONSIGLIO COMUNALE SCIOLTO MATTINO 19 AGOSTO 2016
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del Ministero dell'Interno, ha sciolto il consiglio comunale di Abano Terme e ha nominato Pasquale Aversa quale commissario straordinario del comune aponense. «Considerato che il consiglio comunale di Abano è stato rinnovato nelle consultazioni elettorali del 5 giugno con l'elezione del sindaco e di sedici membri», si legge come motivazione nel decreto del presidente della Repubblica, «considerato altresì che nell'Ente non può essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi a causa della riduzione dell'organo assembleare, per impossibilità di surroga a meno della metà dei componenti del consiglio», il presidente Sergio Mattarella ha «ritenuto pertanto che ricorrano gli estremi per dar luogo allo scioglimento della rappresentanza». Il decreto del Presidente della Repubblica arriva in seguito alla relazione del Ministero degli Interni, che di fatto ha preso atto dell'arresto del sindaco Luca Claudio, della sua relativa sospensione, della successiva nomina (da parte del Prefetto di Padova Patrizia Impresa) a commissario prefettizio di Pasquale Aversa e infine delle dimissioni di tutti i consiglieri di maggioranza. «Nel Comune si è venuta a determinare una grave situazione di crisi a causa della riduzione dell'organo assembleare a meno della metà dei componenti, per effetto delle dimissioni rassegnate con atti separati da dieci consiglieri, acquisite al protocollo dell'Ente nei giorni 7 e 8 luglio», spiega il ministro dell'Interno Angelino Alfano. «Conseguentemente il consiglio comunale si è ridotto a sei componenti, determinando l'ipotesi dissolutoria dell'organo elettivo, impossibilitato, per mancanza del quorum legale, ad assumere alcuna delibera. Il Prefetto di Padova pertanto ha proposto lo scioglimento disponendo con provvedimento del 13 luglio scorso la sospensione con la conseguente nomina del commissario per la provvisoria gestione del Comune». Confermato quindi alla guida del Comune il commissario Pasquale Aversa, che diventa da prefettizio a straordinario. Confermati per Aversa i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale da qui fino alla prossima tornata elettorale utile, che presumibilmente dovrebbe essere messa in calendario dal Governo nel maggio 2017. Per Luca Claudio, che era stato sospeso il 24 giugno scorso, dopo il suo arresto avvenuto il giorno prima per vicende legate alla questione tangentopoli delle terme, viene quindi a cadere la possibilità di tornare a fare il sindaco nel caso di una sua scarcerazione. Claudio aveva ottenuto la rielezione a primo cittadino di Abano imponendosi al ballottaggio del 19 giugno scorso contro Monica Lazzaretto, candidata del centrosinistra. Claudio ebbe la meglio con uno scarto di circa 400 voti. Era convinto di governare altri cinque anni il Comune di Abano, ma i suoi guai giudiziari hanno determinato un brusco cambiamento di rotta. Lui è ancora detenuto nel carcere Due Palazzi di Padova.
UFFICIALMENTE SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUNALE GAZZETTINO 19 AGOSTO 2016
Sciolto il consiglio comunale di Abano Terme. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto di scioglimento lo scorso 4 agosto ed ha nominato il vice prefetto Pasquale Aversa commissario straordinario fino all'insediamento degli organi ordinari. Le elezioni amministrative per l'elezione del nuovo sindaco e del consiglio comunale si svolgeranno tra maggio e giugno 2017. Lo scioglimento, auspicato da tutte le forze politiche della ex minoranza e in fondo anche dalla ex maggioranza che pure non lo aveva determinato automaticamente con le proprie dimissioni in massa, è motivato dall'impossibilità di «normale funzionamento degli organi e dei servizi a causa della riduzione dell'organo assembleare, per impossibilità di surroga, a meno della metà dei componenti del consiglio». La relazione del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che ha proposto al Presidente Mattarella lo scioglimento fa una cronistoria dei fatti che hanno portato a decretarlo. Dopo le elezioni del 5 e 19 giugno scorsi il giorno 24 dello stesso mese un decreto del prefetto di Padova, Patrizia Impresa, ha sospeso il sindaco eletto Luca Claudio che il giorno prima è stato arrestato nell'ambito dell'indagine sulla cosiddetta Tangetopoli delle Terme. Con lo stesso atto il Prefetto nominò Pasquale Aversa commissario con poteri di sindaco e giunta. Il 5 luglio si riunì il consiglio comunale a ranghi completi dei consiglieri, ma non elesse il proprio presidente. Una nuova convocazione divenne impossibile perché tra il 7 e l'8 luglio vennero protocollate le dimissioni di tutti i 10 consiglieri di maggioranza. «Conseguentemente il consiglio comunale si è ridotto a sei componenti, determinando l'ipotesi dissolutoria dell'organo elettivo impossibilitato, per mancanza del quorum legale, ad assumere alcuna delibera», nota la relazione del ministro Alfano. Il 13 luglio il prefetto Patrizia Impresa ha proposto lo scioglimento del consiglio comunale disponendone nel frattempo la sospensione e attribuendo i suoi poteri al commissario Aversa. Lo scioglimento del parlamentino aponense fa si che venendo meno la sospensione dovuta alla carcerazione, Luca Claudio non potrà assumere la carica di sindaco.
ABANO ANDRÀ A NUOVE ELEZIONI LA PROSSIMA PRIMAVERA CORRIERE VENETO 19 AGOSTO 2016
Alla fine è arrivato anche il sigillo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha firmato lo scioglimento del consiglio comunale di Abano Terme nominando il viceprefetto vicario Pasquale Aversa commissario straordinario fino alla primavera prossima, quando si presenterà la prima data utile per tornare di nuovo alle urne. Si tratta di un atto formale che poco cambia rispetto alle ultime settimane ma che aumenta poteri del commissario, che prima aveva un ambito di operatività ristretta, mentre ora si tratta di mettere mano al bilancio e ai conti per il 2017. «Il ruolo del commissario ora è più definito – spiega Vanessa Camani, parlamentare del partito democratico – speriamo di avere con Aversa un dialogo costruttivo sugli obiettivi nei prossimi mesi, oggi Abano terme ha bisogno di scelte coraggiose e di trasparenza». Sono passati quasi due mesi dall’arresto di Luca Claudio, che aveva appena vinto le elezioni, ma non sapeva che la Guardia di Finanza aveva tutte le carte pronte in mano per andare ad arrestarlo il 23 giugno con l’accusa di aver preso tangenti da imprenditori per i lavori pubblici nella città termale. Un «sistema» come lo ha definito anche il procuratore capo di Padova Matteo Stuccilli, che ha piegato l’economia dell’area termale, «inquinando la libera concorrenza» piegando la legge alla volontà di un uomo solo. Claudio dal 2008 al 2015 ha gestito appalti e tangenti con la collaborazione di alcuni funzionari del suo Comune, con la complicità dell’ex sindaco di Montegrotto Massimo Bordin, e di imprenditori che hanno oliato il sistema per ottenere vantaggi. Mentre le indagini della Finanza continuano per scoprire il numero esatto degli imprenditori coinvolti nel giro delle tangenti e la procura porta avanti diversi filoni di inchiesta (raccolta rifiuti concessioni edilizie, bonifiche di aree dismesse) il Comune deve andare avanti. Dopo la calma Ferragostana ora è il momento di guardare avanti. «Speriamo che il commissario Aversa dedichi al Comune più di due giorni alla settimana - continua Vanessa Camani – sappiamo che è molto occupato anche con la gestione profughi ed è davvero un bizzarro scherzo del destino che proprio Claudio, che con tanta forza si era opposto all’ospitalità, sia stato sostituito da una delle massime autorità in tema di accoglienza».
SERVIZI AFFIDATI CON GARE E RIDUZIONE DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE MATTINO DI PADOVA 22 AGOSTO 2015
«L’obiettivo della riforma è quello di aprire il mercato alla concorrenza, in modo da avere meno costi per il pubblico e più efficienza». Così il deputato dem Alessandro Naccarato spiega gli effetti della legge Madia sul riordino delle società partecipate. La delega al governo è arrivata un anno fa, quando il parlamento ha licenziato la legge 124 del 2015. Ora arrivano i decreti legislativi, il primo è stato approvato lo scorso 8 agosto mentre il secondo è in fase di approvazione. Il principio è chiaro: la modalità prevalente di affidamento dei servizi pubblici è la procedura a evidenza pubblica. Perciò «le amministrazioni pubbliche non possono, direttamente o indirettamente, costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali società». Via tutte le partecipazioni pubbliche, dunque. Anche se la dismissione avverrà gradualmente. «Ogni anno le amministrazioni dovranno produrre un piano di razionalizzazione, fusione o soppressione delle partecipate – spiega Naccarato – La quote vanno dismesse, poi se gli eventuali bandi non trovano compratori si dovrà dimostrare che quei servizi non interessano al mercato». L’altro principio essenziale della legge è quello di tagliare le poltrone inutili: «L’organo amministrativo è costituito, di norma, da un’amministratore unico». Ci sarà anche un rafforzamento della legge Severino che stabilisce eventuali incompatibilità e inconferibilità. «Si va verso un modello in cui il pubblico affida la gestione dei servizi attraverso degli appalti. E si intesta il compito di controllore sui capitolati», sottolinea il deputato dem. Dalla “tagliola” sono però state escluse le società di trasporto pubblico locale e quelle che gestiscono spazi fieristici. Inoltre, su richiesta della conferenza delle regioni, sono state escluse anche le società finanziarie regionali, come Veneto Sviluppo.
TAGLI ALLE PARTECIPATE. A RISCHIO ZIP E MAAP MATTINO DI PADOVA 22 AGOSTO 2015

Perché una società pubblica deve occuparsi di telemarketing, reti wi-fi, fotovoltaico o gestione del forno crematorio? È la domanda che sottende la riforma Madia sulle partecipate, approvata dal governo nel 2015, e che nei prossimi mesi entrerà in vigore con l’applicazione dei decreti legislativi. Una sforbiciata alle società pubbliche che spesso diventano “poltronifici” della politica. Una situazione che ha forse maggiore rilevanza nel Sud Italia ma che interessa, per larga parte, anche il Padova. È stato il deputato Pd Alessandro Naccarato a passare ai raggi X tutte le società padovane con partecipazioni pubbliche. Alla luce della riforma per Palazzo Moroni sarà necessario riformare completamente la galassia Aps (un indirizzo già annunciato dal sindaco), dovrà disfarsi di Telerete e delle partecipazioni nel Maap, in Zip e Interporto. A rischio c’è anche Fiera Immobiliare. La Provincia dovrà vendere Padova Attiva, mentre anche i piccoli comuni dovranno liquidare le loro partecipazioni, come Cittadella con Zitac e Este con Sesa. «Entro i primi mesi del 2017 le amministrazioni dovranno produrre un atto di indirizzo sulle proprie partecipazioni, atto che sarà vagliato dalla Corte dei conti. E quindi iniziare le dismissioni», spiega Naccarato. Ecco dunque l’analisi dell’applicazione della legge Madia alle società padovane. Aps Holding. Il servizio di trasporto pubblico e quelli collegati, come la gestione dei parcheggi, sono esclusi dalla riforma. Tutti gli altri servizi, invece, dovranno essere messi in gara: si tratta soprattutto dell’advertising con le affissioni pubblicitarie. La società, interamente di proprietà comunale, ha un cda di tre componenti (Paolo Rossi, Gregorio Cavalla e Silvia Greguolo), mentre la riforma impone un amministratore unico. Aps Opere e servizi. Si occupa di parcheggi, car-sharing, fotovoltaico e gestione del forno crematorio. I servizi sono simili a quelli di Aps Holding e la società ha già un amministratore unico. Ma questo non la salverà: si va verso una fusione con Aps Holding e dovranno essere ceduti i servizi non essenziali. Finanziaria Aps. Si occupa della gestione finanziaria di patrimonio pubblico: un servizio che non è ritenuto «strettamente necessario per il perseguimento delle finalità istituzionali comunali». Verrà fusa con Aps Holding ma il servizio dovrà tornare in capo al Comune. Ne-t Telerete. Si occupa di telecomunicazione, call center, telemarketing, telelavoro e formazione. È per il 66,54% di Aps Holding, per il 13,67% di Padova Attiva, per il 10% di Etra, per il 5,98% di Cvs e per il 3,7% della Camera di commercio. Ha un cda di tre membri: Roberto Rolle, Veronica Fioretto e Paolo Rossi. Le partecipazioni pubbliche dovranno essere cedute. Aps e Padova Attiva hanno già messo in vendita le loro quote. Padova Attiva. È una società al 100% della Provincia. Si occupa di riscaldamento con la manutenzione delle caldaie e di informatica, con alcuni servizi per i piccoli comuni. Compiti che la riforma non ritiene “propri” di un ente pubblico, perciò la società dovrà sparire. Mercato agroalimentare. Il Maap è per il 38,16% del Comune, per il 12,3% della Camera di commercio e per il 48,43% dei grossisti. La partecipazione pubblica è maggioritaria mentre la riforma Madia imporrà la cessione delle quote. Oggi la società ha un cda di 9 componenti di cui 5 nominati dal Comune: si tratta di Fausto Dorio, Filippo Frattina, Franco Montinaro, Paolo Del Bello e Alessandra Bottazzo. Poltrone destinate a scomparire. Farmacie comunali. È la società che gestisce sei farmacie a Padova. Per il 75% è di Pharmacoop Adriatica, mentre il 24,98% è ancora del Comune di Padova. La legge Madia impone a Palazzo Moroni di cedere anche questa quota minoritaria, perdendo così anche una nomina nel cda (oggi il componente pubblico è Andrea Turato). Interporto. La società è di proprietà del Comune (19,49%), di Aps Holding (10,65%), Zip (6,99%), Provincia (15,79%) e Camera di commercio (26,32%). È in atto però un processo di fusione con la Zip e l’Interporto di Rovigo. In ogni caso i servizi di gestione della logistica non sono ritenuti «strettamente necessari al perseguimento delle finalità istituzionali». Quindi la partecipazione comunale dovrà essere ceduta, perdendo così i 3 membri su 10 del cda nominati dal Comune: oggi sono Alberto Cartia, Fiorella Rigon e Barbara Bettella. Consorzio Zip. La società è divisa in tre parti uguali tra Comune, Provincia e Camera di commercio. Come per l’Interporto, una volta realizzata la zona industriale gli altri servizi gestionali non rientrano tra quelli ammessi dalla legge Madia. Anche qui la partecipazione pubblica dovrà essere ceduta. Palazzo Moroni nomina uno dei tre componenti del cda: a rischio c’è la poltrona di Luca Deiana. Fiera Immobiliare. La società proprietaria dei padiglioni di via Tommaseo è per il 47,93% del Comune, un altro 47,93% della Camera di commercio e il 4,1% della Provincia. La legge Madia salva le società che si occupano di «gestione di spazi fieristici». «Questo può essere rilevante per Padova Fiere (la società di gestione all’80% dei francesi di Gl Events e al 20% di Fiera Immobiliare, ndr) ma non per la società che esercita attività immobiliare. Motivo per cui la partecipazione pubblica dovrà essere ceduta», spiega Naccarato. A rischio dunque c’è il posto di presidente di Massimiliano Pellizzari. Parco scientifico Galileo. Anche le attività del parco tecnologico non sono ritenute rilevanti dalla legge. Ragion per cui il Comune potrebbe essere obbligato a cedere la sua quota dell’11,75%. Le società in provincia. Il Comune di Cittadella ha una partecipazione del 58,75% in Zitac spa. Una società con un cda (Guido Beghetto, Andrea Bertollo, Vittorio Casarin e Raffaele Zordanazzo) e senza nessun dipendente. Un motivi per cui la partecipazione dovrà essere ceduta. A rischio obbligo di cessione anche le partecipazioni del 51% del Comune di Este in Sesa spa e del 25% in Pianificazione Euganea Este-Monselice srl (Peem). Anche Monselice dovrà cedere il suo 25,5% in Peem e il 33% di società Rocca di Monselice.
MULTE RISCOSSE DA GEFIL. IL CASO FINISCE ALL’ANAC MATTINO DI PADOVA 14 AGOSTO 2016
Un affidamento da 381 mila euro senza alcuna gara pubblica, date che stranamente combaciano e un pizzico di “veleno” politico. Nel mirino del Pd padovano, a partire dal deputato Alessandro Naccarato fino al segretario provinciale Massimo Bettin, finisce l’incarico dato da Palazzo Moroni alla Gefil-Megasp per la riscossione delle multe non pagate. Un caso che finisce dritto all’Anac, per «violazione del principio di concorrenza». Ma su cui non mancano gli strascichi politici: «Non è che quando l’ex assessore Grigoletto parlava di gestione privata dei soldi pubblici si riferiva proprio a questo caso? Non è che la sua “cacciata” è legata anche a questa vicenda? – provoca Bettin – Chiediamo l’immediata convocazione di un consiglio comunale e spiegazioni alla città». Nel mirino dei dem padovani finisce in particolare il comandante della polizia locale Antonio Paolocci, che nel suo ruolo di caposettore è colui che “confeziona” e firma la determina che il 31 luglio del 2015 decide di assegnare il «servizio di riscossione coattiva mediante ingiunzione fiscale dei mancati pagamenti delle sanzioni per violazione delle norme del codice della strada». Si tratta di 381 mila euro assegnati a un gruppo di imprese: la padovana Megasp, controllata dalla Gefil, assieme alla società pubblica Ne-t Telerete. «Affidamento diretto fatto sulla base di una gara vinta nel 2012 e in scadenza a fine 2016 per la gestione delle sanzioni amministrative. Ma sono due cose diverse, serviva una gara», sottolinea Naccarato. Per fare un esempio è come se all’azienda vincitrice dell’appalto per una nuova piazza venisse affidato anche l’appalto per le panchine e l’arredo urbano. La legge, secondo i dem, prevede la necessità di un’altra gara. «In più negli atti manca una valutazione della congruità dell’offerta, una carenza da Corte dei conti – sottolinea Bettin – Una gara pubblica, lo spieghiamo a Paolocci e al sindaco per il caso Fiera, non è un inutile aggravio burocratico. È il mezzo per spendere meglio i soldi dei cittadini, evitando gli sprechi». C’è anche una coincidenza di date che balza agli occhi: «Il preventivo della Gefil-Megasp è del 18 giugno 2015, ma protocollato dal Comune solo il 31 luglio. Guarda caso la stessa data della determina di affidamento diretto», rileva Naccarato. Il servizio di riscossione affidato ai privati era sperimentale per un anno. È in scadenza e finora non c’è traccia di rinnovo: «Questa è materia di consiglio comunale che deve valutare la sperimentazione e decidere cosa fare. Bitonci riferisca in aula», chiude Bettin
SISMA AL CENTRO ITALIA
Dopo il tragico terremoto che ha colpito il centro Italia suggeriamo di seguito alcuni spunti di riflessione sui fatti e sulle conseguenze del sisma.
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti
L'UNITA' 30 AGOSTO 2016
AGENDA
SABATO 10 SETTEMBRE ORE 17.00 SALA FORNACE CAROTTA - VIA SIRACUSA - PADOVA REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016 C'E' UN'ITALIA CHE DICE SI'

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