IL TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI
IN PARLAMENTO IL DOSSIER SUI RIFIUTI «NEL PADOVANO CONNIVENZE E ILLECITI» CORRIERE VENETO 4 SETTEMBRE 2016
Forse non c’è la mafia a gestire il traffico della monnezza in Veneto e a Padova, ma, secondo la Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti, c’è qualcosa di peggio: «La connivenza e l’omertà di imprenditori che si arricchiscono sui traffici, sugli interramenti e sull’utilizzo di rifiuti pericolosi», dice il parlamentare del Pd Alessandro Naccarato, che ieri ha presentato la relazione. La commissione speciale alza il velo su una regione in cui a più livelli si è violentato il territorio, lasciando alle prossime generazioni un’eredità di inquinamento e malaffare difficilmente sradicabile. Nella documentazione raccolta, che verrà presentata al Parlamento il prossimo 12 settembre, si accendono i riflettori su Padova citando i nomi di aziende già noti alle cronache e riportando inchieste che i quotidiani raccontano ogni giorno. Come quella del Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Padova, che sta indagando sulla gestione dei rifiuti della società Padova Tre srl: un «poltronificio», o «un ufficio di collocamento», come in molti la definiscono , aggiudicatrice di un affidamento di 15 anni per la raccolta di rifiuti e bollette nella Bassa, e ora nella bufera per un buco da 30milioni in 5 anni. Due giorni fa le Fiamme Gialle erano nel comune di Cartura (ma andranno in tutti i comuni del Consorzio Padova sud) ad acquisire la documentazione dei Piani Economico Finanziari, ovvero i rendiconti che la società Padova Tre ha fornito ogni anno ai comuni della Bassa per elencare spese da sostenere. Ebbene sembra che pochi sindaci abbiano fatto controlli su quei conti, molti hanno semplicemente «recepito» e trasformato i numeri in tasse per i cittadini. Sulla gestione dei rifiuti nella Bassa padovana, in cui controllati e controllori si sovrappongono, sta indagando anche la Corte dei Conti e sul caso interviene anche la Commissione parlamentare, richiamando l’attenzione sulle società in associazione temporanea d’impresa con Padova Tre srl che, grazie a quest’ultima, sono entrate nel business dei rifiuti senza alcuna gara. Si tratta della De Vizia Transfer sulla quale si usano parole dure. «De Vizia risulta coinvolta nelle indagini svolte dalla Finanza di Formia, per uno smaltimento irregolare nell’isola di Ponza, la società ha inoltre quote sequestrate per oltre un milione dal Tribunale di Latina, mentre i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Treviso hanno fermato alcuni camion di rifiuti pericolosi contenenti amianto che dalla bonifica di Bagnoli (Napoli) erano destinati alla Germania, fatto per cui è stato denunciato l’amministratore delegato di De Vizia». La commissione parla inoltre di Sesa, uno dei più grandi impianti di compostaggio d’Italia con sede ad Este (partecipata dal Comune), controllata tre volte, dietro compenso, dall’ex dirigente regionale Fabio Fior, condannato per reati contro la pubblica amministrazione, e costruita sull’eredità del gruppo Rossato di Padova, «grazie» al quale la ‘ndrangheta era riuscita a trovare la strada per inserirsi nel business dei rifiuti al nord. Ce n’è, infine, anche per Etra, che, scaduta la gara per raccolta e trasporto rifiuti a fine 2015,da allora non ha più emesso alcun bando, consentendo alla sopracitata De Vizia di lavorare in proroga, senza alcuna gara.
«RIFIUTI SMALTITI IN MODO ILLECITO». ALESSANDRO NACCARATO (PD) ILLUSTRA LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA GAZZETTINO 4 SETTEMBRE 2016
"Il ciclo illecito dei rifiuti in Veneto" è il tema della relazione stilata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illegali ad esso connesse e sui conseguenti illeciti ambientali. «La Commissione è stata istituita negli anni '90, ma si tratta della prima volta che redige un rapporto così dettagliato sul Veneto - spiega l'onorevole Alessandro Naccarato Pd, che ieri nella sede di via Beato Pellegrino ha illustrato il documento. - Nella nostra regione esiste una gestione industriale dei rifiuti illecita, consolidata ed alternativa a quella legale. Le "scoasse" vengono smaltite in modo illegale e i rifiuti speciali, pericolosi e non, diventano oggetto di traffici nazionali ed internazionali». A Padova nel 2014 sono state prodotte 424.359 tonnellate di rifiuti urbani (453 kg ad abitante), la raccolta differenziata è pari al 62,2 del totale, i rifiuti speciali assommano a 2.000.000 di tonnellate. La nostra è una delle 2 città venete dove esiste un impianto di incenerimento, per il recupero dei materiali; sono 85 gli impianti a regime ordinario e 108 a regime semplificato. Per il trattamento dei rifiuti ci sono 6 impianti in AIA (Autorizzazione Integrata ambientale) e 4 ordinari e 3 di biotrattamento, per una potenzialità complessiva di 417.000 tonnellate. Il sistema industriale illecito, come fa notare Naccarato, non vede protagoniste in prima persona associazioni di stampo mafioso, ma evidenzia un "meccanismo" illecito del trattamento dei rifiuti che coinvolge gli impianti e le aziende che conferiscono: il tutto, quindi, è in alternativa a quello legale. Sempre stando al documento riportato da Naccarato, all'illecito parteciperebbero alcuni amministratori e funzionari pubblici, che certificherebbero falsamente qualità e quantità di rifiuti, e imprenditori che li raccolgono, li trattano e li smaltiscono, i quali a loro volta guadagnerebbero direttamente dalle operazioni illecite. Il fenomeno sarebbe favorito da alcuni gestori che aggirerebbero le norme sulla concorrenza e affiderebbero i servizi alterando il libero mercato. Etra, per esempio, ha un appalto scaduto il 31 dicembre 2015 del valore di 6.600.000 euro, ma non avrebbe ancora provveduto a indire la nuova gara e continuerebbe a occuparsi del servizio limitando così la concorrenza. Padova 3, invece, ha indetto una gara nella quale ha vinto l'unico partecipante, ossia Sesa, società di cui Padova 3 è proprietaria al 51%. Esempio ancora più eclatante dell’alterazione del libero mercato, sempre secondo il parlamentare del Pd, è l'ingegner Fior, dirigente regionale del settore, condannato per questo dalla Corte dei Conti. «Ha incaricato se stesso - ha ribadito ancora Naccarato - come controllore di diversi impianti tra cui due padovani, "destinandosi" anche il compenso: cosa mai accaduta in nessuna regione italiana».
LE ACCUSE DEL DEPUTATO PD NACCARATO, CHE CITA LA RELAZIONE DEL PARLAMENTO SUL TRAFFICO ILLECITO DEI RIFIUTI. «IN ETRA APPALTI FRAZIONATI E ASSENZA DI GARE» MATTINO DI PADOVA 5 SETTEMBRE 2016
Sotto osservazione ci sono Etra e PadovaTre: le due società di gestione dei rifiuti vengono citate nella relazione della commissione parlamentare sul traffico illecito dei rifiuti che verrà discussa il prossimo 12 settembre. Appalti frazionati, assenza di gare e rapporti con società del Sud: sono alcune delle “incongruità” sollevate dal deputato padovano del Pd Alessandro Naccarato, componente della commissione anti-mafia. Ma se la situazione di PadovaTre, società con un buco di 30 milioni di euro, è emersa pubblicamente nei mesi scorsi, l’attenzione dell’esponente dem si concentra su Etra, la multiutility a totale proprietà pubblica che opera nell’Alta Padovana e in una parte del vicentino. «L’appalto per il servizio di raccolta e trasporto rifiuti è scaduto a fine 2015 – sottolinea Naccarato – E nonostante l’importanza di un appalto che dura 4 anni e ha un valore di 6 milioni di euro annui, non è stata ancora bandita la nuova gara». Ma non basta: «Lo scorso 29 luglio il nuovo bando, che era stato già pubblicato con colpevole ritardo, è stato revocato. E ciò consente agli attuali gestori di continuare a gestire in proroga il servizio, probabilmente per tutto il 2016. È una forte limitazione della concorrenza». Ma chi c’è tra i gestori del servizio? Naccarato mette nel mirino la società la De Vizia Transfer spa, con sede legale a Torino, che gestisce lo stesso servizio anche nella Bassa con Padova Tre. Secondo la relazione della commissione parlamentare la società «risulta coinvolta nelle indagini svolte dalla Finanza di Formia per un servizio di smaltimento di rifiuti nell’isola di Ponza, dove sono state rilevate diverse irregolarità». E ancora che «il nucleo operativo ecologico di Treviso ha riferito del fermo a Villafranca di Verona di alcuni camion di rifiuti pericolosi contenenti amianto, che dalla bonifica di Bagnoli (Napoli) avrebbero dovuto raggiungere in treno la Germania». Per quest’ultimo episodio è stato denunciato l’amministratore delegato della De Vizia, «l quale aveva curato, oltre alla bonifica, la spedizione transfrontaliera». Tra quanto rilevato dal parlamentare padovano c’è anche il fatto che «sia Padova Tre che Etra ricorrono spesso ad affidamenti diretti per servizi minori, mediante la tecnica del frazionamento di appalto per aggirare le norme sulla concorrenza». Secondo l’esponente dem il business dei rifiuti è uno dei rami con cui la criminalità organizzata è riuscita a inserirsi nel tessuto economico legale del Veneto. Un esempio, riferito anche dalla commissione, è la vicenda del gruppo di Sandro Rossato, che ha partecipato come socio di minoranza (49%) alla costituzione di Sesa, controllata al 51% dal Comune di Este. «Ma è un personaggio equivoco – sottolinea Naccarato – Quando la ndrangheta vuole entrare nel business dei rifiuti in Veneto gli serve una società certificata. E la trovano in Rossato. Questo è ormai certificato dalle sentenze».
Per saperne di più leggi l'approfondimento
ANALISI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL CICLO ILLECITO DI RIFIUTI IN VENETO (A. NACCARATO)
E IL RAPPORTO «ECOMAFIE» PUNTA ANCORA SUL VENETO «INQUINAMENTO DIFFUSO» CORRIERE VENETO 15 SETTEMBRE 2016
Un passato a tinte fosche, tante situazioni ancora critiche, e un futuro in cui si dovranno affrontare diverse emergenze ambientali. Ieri la Camera ha approvato la Relazione sulla gestione dei rifiuti in Veneto, frutto dell’analisi della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite delle ecomafie. Un analisi che fotografa un «grave inquinamento diffuso» con 485 siti contaminati e 74 potenzialmente inquinati. Se da un lato le indagini della magistratura non hanno evidenziato una presenza stabile di associazioni di stampo mafioso nel ciclo dei rifiuti, dall’altro hanno fatto emergere «una diffusa illegalità per perseguire il profitto individuale». Le tecniche più comuni sono quelle del «giro bolla», ovvero la semplice sostituzione di un documento di accompagnamento di un rifiuto, quello dell’«interramento abusivo» e del «recupero illecito», ovvero la contaminazione con rifiuti non riciclabili di materiali derivanti da alcune lavorazioni, utilizzati ad esempio in edilizia. Presentando la relazione, il parlamentare Pd Alessandro Naccarato ha puntato il dito sulla presunta inefficienza dei controlli dell’Arpav, «le cui analisi sono spesso inefficienti» e sul ruolo avuto negli anni da Fabio Fior, ex dirigente regionale della tutela ambientale condannato nel 2015 per reati ambientali. «È necessario introdurre nell’ambito dei reati ambientali l’istituto della confisca per equivalente - afferma Naccarato - perché il problema, anche in caso di condanne, è sempre quella di recuperare i fondi per le bonifiche». Il dossier analizza la situazione provincia per provincia sottolineando diverse criticità. Dalla discarica di Ca’ Filissine nel comune di Pescatine, nel Veronese, a quelle non autorizzate di Ronco all’Adige, dall’inquinamento da Pfas nella Valle del Chiampo a Vicenza ai sottofondi autostradali della Valdastico Sud in cui sarebbero stati utilizzati dei materiali tossico nocivi. Per poi passare alla gestione dei rifiuti della società Padova Tre, su cui sta indagando la Finanza, fino al ruolo svolto dal gruppo Rossato e i rapporti con la criminalità organizzata calabrese. (...)
LA CAMERA APPROVA LA RELAZIONE SUL CICLO ILLECITO DEI RIFIUTI IN VENETO
Ieri 14 setttembre, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti ha approvato la risoluzione sulla situazione del Veneto. Si tratta di un documento politico di indirizzo molto importante basato sulla relazione che è stata approvata dalla Commissione stessa all'unanimità e che illustra con precisione lo stato del traffico illecito e delle attività ad esso collegate nella nostra regione. Per comprendere a pieno la portata di questi documenti che hanno impegnato la Commissione negli ultimi mesi li offriamo qui di seguito in allegato.
RISOLUZIONE APPROVATA IN COMMISSIONE SUL CICLO ILLECITO DEI RIFIUTI IN VENETO
RELAZIONE TERRITORIALE SULLA REGIONE VENETO
SINTESI DELLA RELAZIONE
INTERROGAZIONE SULLA SITUAZIONE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY
Interrogazione a risposta scritta 4-14136 presentata da Naccarato Alessandro Lunedì 12 settembre 2016, seduta n. 670
Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
l'articolo 50 comma 7 dello statuto della Federazione italiana rugby in seguito (FIR) obbliga la Federazione stessa ad approvare il proprio bilancio consuntivo entro il 30 aprile dell'anno successivo all'esercizio finanziario; lo stesso statuto prevede che il bilancio consuntivo, corredato dalla relazione del collegio dei revisori dei conti debba essere inviato al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (in seguito CONI) per l'approvazione e successivamente pubblicato sul sito web della Federazione; ad oggi il bilancio consuntivo del 2015 della Federazione italiana rugby non risulta ancora approvato; nel corso dell'ultimo consiglio federale, tenutosi il 3 agosto 2016, è venuto meno il numero legale con il conseguente ulteriore ritardo nell'approvazione del bilancio stesso; tale ritardo ha sollevato forti perplessità all'interno della Federazione sulla gestione della vicenda da parte del presidente Alfredo Gavazzi, poiché il bilancio consuntivo è il più importante documento economico riguardante la vita e l'attività della Federazione e un simile ritardo rischia di nuocere all'intero mondo del rugby; il presidente della Federazione, di fronte ai dubbi sulla vicenda riportati dalla stampa (Il Gazzettino 8 agosto 2016), ha escluso che la mancata approvazione del bilancio sia da imputarsi alla mancata controfirma da parte del collegio dei revisori dei conti; se, al contrario, dovesse essere accertato il parere negativo dei revisori lo statuto federale impone la convocazione di un'assemblea generale straordinaria per l'approvazione del bilancio; la presidenza della Federazione italiana rugby ha assicurato che l'approvazione avverrà nel corso del prossimo consiglio federale che, tuttavia, non risulta ancora convocato; nello stesso tempo, il 3 agosto 2016, il consiglio federale ha convocato l'assemblea generale elettiva per il prossimo 17 settembre 2016; in tale consesso verranno rinnovate le cariche elettive e sussiste il rischio concreto che i tesserati della Federazione italiana rugby siano chiamati a rinnovare i propri organismi senza conoscere il contenuto del bilancio consuntivo 2015 che, come detto sopra, rappresenta il documento economico più importante per valutare l'operato degli stessi organismi dirigenti; in questo contesto va rilevato, inoltre, che il bilancio preventivo 2016, che doveva essere approvato entro il 30 novembre 2015, è stato pubblicato e reso disponibile sul sito della Federazione solo di recente, determinando ad avviso dell'interrogante ulteriore deficit di trasparenza; rispetto al bilancio preventivo 2016, la relazione dei revisori dei conti allegata al bilancio stesso evidenzia una sovrastima di alcuni ricavi (pagina 3 della relazione dei revisori), per oltre novecentomila euro, che, se confermata, rivelerebbe una rilevante perdita di esercizio; in caso ai gravi irregolarità nella gestione il Consiglio nazionale del CONI, base all'articolo 6, n. 4, lettera F1 del proprio statuto, può deliberare il commissariamento della Federazione italiana rugby;
di quali elementi disponga in ordine alle circostanze segnalate in premessa e se risultino iniziative adottate o in corso d'adozione da parte del CONI, in relazione alla situazione descritta. (4-14136)
ITALICUM: L'OPINIONE DEL MINISTRO ORLANDO
In previsione del Referendum Costituzionale dopo le prese di posizione di diversi soggetti sulla legge elettorale offriamo di seguito l'opinione del Ministro Orlando
L'UNITA' 13 SETTEMBRE 2016
L'EUROPA, DA DE GASPERI A DRAGHI
Di seguito riportiamo un intererssante approfondimento sulla vicenda europea dal punto di vista del Presidente Napolitano.
L'UNITA' 14 SETTEMBRE 2016
LA PRESENZA ITALIANA IN LIBIA
Di seguito riportiamo un interessante approfondimento che illustra obiettivi e modalità della presenza italiana nello scenario libico.
LA STAMPA 14 SETTEMBRE 2016
AGENDA
16 - 22 SETTEMBRE ORE 17.00 PARCO EUROPA - VIA VENEZIA - PADOVA FESTA DE L'UNITA DI PADOVA 2016
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LUNEDI' 19 SETTEMBRE ORE 21.00 BIBLIOTECA DI SAN POLO DI PIAVE (TV) LE RAGIONI DI UN SI' APPROFONDIMENTO SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE

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