DITTE IN FUMO, TRE CASI IRRISOLTI LA NUOVA VENEZIA 27 SETTEMBRE 2016
Su due roghi, a distanza di anni non si sa nulla. Su un altro, avvenuto a metà settembre per il momento, non è emerso nulla. Incendi dolosi che riguardano aziende che trattano rifiuti: due private e una pubblica. Due di queste, le private, quando hanno subìto l’attentato erano impegnate in appalti anche fuori regione. Anche loro avevano avuto richieste di entrare in società con altre aziende nella gestione di questi nuovi appalti? Non è mai stato chiarito e le indagini sono finite in nulla. Per gli investigatori e per la stessa Commissione Antimafia, gli incendi dolosi sono “reati spia” del tentativo di infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali, che si muovono spesso con due obiettivi: mandare un segnale, o mettere fuori gioco le aziende. L'ultimo caso è quello appunto quello la Fe.Mar Ambiente di Caorle, che ha interessi a Cremona, città che da anni è al centro del tentativo di infiltrazioni della ’ndrangheta, Non serve andare molto più indietro nel tempo per risalire al secondo caso. Nella notte tra il 17 e il 18 settembre un incendio doloso ha distrutto tre camion nella sede operativa moglianese della Veritas, l’azienda municipalizzata veneziana che si occupa della raccolta dei rifiuti. Altri quattro mezzi sono stati seriamente danneggiati per complessivi 200 mila euro di danni. Le telecamere interne alla sede operativa della Veritas hanno filmato il momento in cui le fiamme si sono sviluppate da uno dei camion parcheggiati. Un caso sul quale è stata presentata un’interrogazione parlamentare degli onorevoli Alessandro Naccarato e Floriana Casellato preoccupati che dietro al rogo doloso non ci siano la mano della criminalità organizzata. Risale invece alla metà di luglio l’incendio, sempre di origine dolosa, che colpì l'azienda Nuova Ecologica 2000 di Fossò, specializzata in raccolta, trasporto e recupero di rifiuti di vario genere, con danni per oltre mezzo milione di euro. Le fiamme hanno distrutto quattro tir, un capannone aziendale e un deposito. Ad agire, da quanto emerge dalle indagini, avviate dalle forze dell'ordine sarebbe stato un gruppo composto da almeno tre persone. Il 2 gennaio 2013 brucia la ditta Rossato Fortunato di via Marinoni 80 a Pianiga che si occupa di raccolta, stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali e di tipo industriale. Le fiamme hanno raggiunto i 15 metri di altezza prima che i vigili del fuoco della sede operativa di Mestre, Padova e Mira riuscisse a intervenire.
«VOGLIONO IL VENETO. MA POSSIAMO FERMARLI» LA NUOVA VENEZIA 27 SETTEMBRE 2016
«Partiamo dai fatti: negli ultimi due anni ci sono stati 40 roghi dolosi in aziende di trattamento rifiuti in Veneto. Prima non succedeva. Questo cosa vuol dire? Che la criminalità organizzata sta tentando di entrare in uno dei mercati più ricchi e in espansione, cioè quello del trattamento rifiuti e lo fa con mezzi illegali». Alessandro Naccarato, padovano, 47 anni, è uno dei deputati più attivi all’interno della Commissione antimafia, specialista nell’analisi delle strategie d’infiltrazione della Criminalità organizzata. Sta per presentare, assieme al collega Michele Mognato, un’interrogazione al governo su quanto successo alla Fe.Mar. di Caorle. Quindi siamo di fronte all’attacco “militare” delle mafie che puntano a impadronirsi di questo settore dell’economia veneta. Ma ora cosa succederà? «Ora seguiranno i metodi “occulti” con strumenti molto meno visibili. Ci sarà l’intervento economico e finanziario, cioè la pressione per entrare come soci in queste società di gestione del ciclo dei rifiuti. Quindi, una volta conquistate le fasce più importanti del settore, assisteremo all’alterazione del mercato: improvvisamente i costi di smaltimento esploderanno, non potremo più programmare la difesa ambientale del nostro Veneto senza scendere a patti con questi soggetti». Ma una persona comune ha già parecchi problemi. Perché dovrebbe interessarsi a quanto sta succedendo nel campo dei rifiuti? «In pochi si rendono conto che anche qui si stanno impiantando, direttamente o indirettamente, organizzazioni di tipo criminale. Spesso tutto ciò è percepito come un fenomeno lontano. Il motivo è semplice. In Veneto finora non abbiamo assistito al controllo “militare” del territorio, non ci sono le ronde della camorra o della ’ndrangheta che decidono se puoi aprire un negozio o meno, se ti puoi sposare e con chi. Qui l’azione mafiosa finora è stata economica. Ma una volta che queste organizzazioni governeranno questo mercato e che imporranno i loro prezzi anche il cittadino dovrà pagare costi molto, molto più alti. In Veneto ci saranno padroni occulti. Stiamo andando verso il tentativo di controllo del territorio, nonostante qui le forze dell’ordine e la magistratura stiano reagendo egregiamente. Ma quello che preoccupa è la mancanza di denunce, l’instaurarsi di un clima di omertà». Omertà in Veneto? «Cito la Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: “In Veneto sono diffusi i reati ambientali senza denuncia da parte degli imprenditori, questo per un rapporto di reciproca convenienza”. La traduzione è semplice. Prima gli imprenditori veneti hanno cercato di “usare” queste organizzazioni per smaltire in modo illecito, abbattere i costi, guadagnare di più e arricchirsi a danno del territorio. Ora queste organizzazioni vengono a prendersi le aziende degli imprenditori che li hanno chiamati per arricchirsi».Conquista inarrestabile? «No. Il pericolo è enorme: stiamo assistendo alla “fase dei fuochi”, poi entreranno nelle società e controlleranno mercato e territorio. Ma possiamo fermarli se agiremo bene e tutti insieme». Come? «Con il controllo di ogni singolo appalto e, soprattutto, subappalto. C’è il nuovo Codice degli appalti, molto efficace: usiamolo. Ma la loro parte devono iniziare a farla anche gli imprenditori, denunciando le pressioni. Le pochissime volte che lo hanno fatto i criminali sono stati battuti».
Per saperne di più leggi i seguenti approfondimenti
INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'INTERNO (pdf)
LA NUOVA VENEZIA 27 SETTEMBRE 2016 (pdf)
LA CAMERA APPROVA IL TESTO UNICO PER DISCIPLINARE LA COLTIVAZIONE DELLA VITE E LA PRODUZIONE E IL COMMERCIO DEL VINO
Il provvedimento - approvato con voto unanime - riunisce in un unico testo le numerose disposizioni nazionali riguardanti la produzione e la commercializzazione dei vini. Il Titolo I reca disposizioni a tutela del vino e della vite come patrimonio ambientale, culturale, gastronomico e paesaggistico dell'Italia. Il provvedimento disciplina la produzione, la commercializzazione, l'indicazione delle denominazioni di origine, geografiche e le menzioni tradizionali, l'etichettatura, la gestione, i controlli e il sistema sanzionatorio dei prodotti vitivinicoli anche aromatizzati e degli aceti. Nell’ambito delle disposizioni sulla produzione e la commercializzazione dei vini (Titolo II) si stabilisce: - per la viticoltura e il potenziale produttivo, si introducono specifiche norme sugli impianti. - per la produzione e le pratiche enologiche si prevedono semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all'ufficio territoriale del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari - ICQRF in merito alla planimetria dei locali in cui si articolano gli stabilimenti enologici. - Per la commercializzazione, si dettano norme in merito ai requisiti che devono possedere i mosti ed i vini detenuti negli stabilimenti ai fini della loro commercializzazione. Le disposizioni per la Tutela delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e delle menzioni tradizionali (Titolo III) riguardano in particolare: - la classificazione delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche, ambito di applicazione e ambiti territoriali - La procedura per il conferimento della protezione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche - La rivendicazione e la gestione delle produzioni prevedendo per i vini DOP che, in annate climaticamente favorevoli, le regioni possano destinare l'esubero massimo di resa del 20% a riserva vendemmiale. - La composizione e le funzioni del Comitato nazionale dei vini DOP e IGP. Durante l'esame in Commissione è stato previsto che l'incarico di membro del Comitato è incompatibile con incarichi dirigenziali e professionali svolti presso organismi di certificazione o altre organizzazioni aventi analoghe competenze. Il Titolo IV riguarda Etichettatura, presentazione e pubblicità. L'art. 43, interamente sostituito durante l'esame in Commissione, disciplina l'utilizzo delle denominazioni geografiche, delle menzioni tradizionali e delle altre indicazioni riservate ai prodotti vitivinicoli DOP e IGP, prevedendo il divieto di riportare il riferimento ad una zona geografica di qualsiasi entità per i vini senza DOP o IGP, salvo il caso in cui siano inclusi in nomi veritieri propri, ragioni sociali o indirizzi di ditte.
Per saperne di più leggi l'approfondimento
TESTO DEL PROVVEDIMENTO
DOSSIER DEL GRUPPO PD
APPROVATA ALLA CAMERA LA LEGGE SUI PICCOLI COMUNI
La Camera ha approvato la legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni per un’Italia più forte e coesa. Un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy. I nostri 5.585 Piccoli Comuni amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre 10 milioni di italiani. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti.
Tra le misure principali: - diffusione della banda larga e misure di sostegno per l’artigianato digitale; - semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi; - interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico; - messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; - acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono; - possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo; - realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici e di mobilità dolce; - possibilità di acquisire di binari dismessi e non recuperabili all’esercizio ferroviario, da utilizzare come piste ciclabili;. - dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, possibilità per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali; - facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi, in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, nonché per attività di volontariato e culturali; - interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli comuni; - promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e del loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica. Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023.
Per saperne di più leggi gli approfondimenti
TESTO DEL PROVVEDIMENTO
DOSSIER DI APPROFONDIMENTO GRUPPO PD
ECONOMIA: RISANAMENTO E SVILUPPO
In attesa dei dettagli sulla prossima legge di stabiltà offriamo qui di seguito un'intervento del Ministro dell'Economia Padoan su obiettivi e risultati del Governo sui fronti del risnamento e dello svilupo.
CORRIERE DELLA SERA 22 SETTEMBRE 2016
RIFORMA COSTITUZIONALE
Di seguito riportiamo due interessanti approfondimenti sulla Riforma costituzionale.
LA STAMPA 27 SETTEMBRE 2016
SOLE 24 ORE 23 SETTEMBRE 2016
AGENDA
STASERA 29 SETTEMBRE ORE 21.00 SALA ANZIANI - MUNICIPIO DI PADOVA REFERENDUM COSTITUZIONALE CONFRONTO TRA LE RAGIONI DEL SI E LE RAGIONI DEL NO
A FAVORE DEL SI INTERVENGONO: ALESSANDRO NACCARATO deputato PD SERGIO GEROTTO docente diritto Università di Padova A FAVORE DEL NO INTERVENGONO: FELICE CASSON senatore PD GIOVANNI PALOMBARINI magistrato

VENERDI' 30 SETTEMBRE ORE 14.30 SALA GIOVE - HOTEL ROYAL CARLTON - BOLOGNA QUALE MODELLO DI SICUREZZA TRA LA LEGGE 121/1981 E LA RIFORMA MADIA
VENERDI' 30 SETTEMBRE ORE 20.45 EX SCUOLA ELEMENTARE - CAGNOLA DI CARTURA BASTA UN SI' - RIFORMA COSTITUZIONALE
SABATO 1 OTTOBRE ORE 16.00 SALA BOMBETTI - MANTOVA REFERENDUM COSTITUZIONALE: BASTA UN SI'

|